letteratura |
Profilo di Umberto Saba
Nel secondo decennio del novecento Umberto Saba con le raccolte che ha pubblicato ha già una sua definita fisionomia poetica. Si tratta di una fisionomia particolare che risulta anomala o periferica rispetto al panorama che in quel tempo offriva la lirica italiana. Saba aveva realizzato una poesia fondata sul rispetto delle forme metriche tradizionali e sull'adozione di un linguaggio di pregnante chiarezza, sulla volontà di dare voce ai valori di tutti, a ciò che ciascuno intende, e di cantare nell'infinità varietà dei suoi aspetti il quotidiano. Obiettivi e soluzioni del genere erano in contrasto con l'egemonia di D'Annunzio, che aveva disarticolato le forme liriche tradizionali, si era creato un linguaggio di preziosistica letterarietà, e opponeva ai valori di tutti l'individualismo estetizzante; ma lo erano anche in modo vistoso con le sperimentazioni e le avventurose inquietudini dei futuristi e in modo meno appariscente con i poeti crepuscolari che al quotidiano si accostavano sì ma con ironia. Ma anche in seguito - quando intorno agli anni trenta il panorama della lirica sarà dominato dalla scuola ermetica con la sua ricerca della parola allusiva ed evocativa, con la sua ansia metafisica, con il suo angoscioso solipsismo - Saba continuerà ad apparire una voce dissonante. Saba innanzi tutto adotta un lessico che si distingue per la sua pregnanza semantica, cioè per la sua concretezza, per la sua capacità di oggettiva definizione della realtà, e si impegna in componimenti che abbiano una chiara articolazione, un "prima" e un "poi", optando sempre per la chiarezza piuttosto che per l'ermetica allusività. Siamo così di fronte a quella che è stata definita una "poesia discorso" (Beccaria), destinata spesso ad approdare ad una certa prosaicità, a certe ovvietà, che Saba però affronta consapevolmente. Argomenti di fondo che ricorrono sono: la celebrazione della quotidianità in tutti i suoi aspetti; il tema amoroso, che si estrinseca nel rapporto con Lina, la moglie, ma dà anche luogo a ure di giovani donne vagheggiate con toni di un'intensa carica erotica; l'accettazione della vita con il suo perenne oscillare di illusione e scacco, di sogni e deludenti esperienze. Il "Canzoniere" si presenta quindi come la rappresentazione totale di un uomo, delle sua vicenda esteriore ed interiore, e di un uomo che fin dall'inizio della sua attività poetica aveva teorizzato la necessità di una poesia che fosse scrupolosa ricerca del vero, esercizio di scandaglio interiore. Per motivi connessi alla sua biografia e per le conoscenze delle teorie psicoanalitiche Saba fu particolarmente attento a questo esercizio di analisi, alla ricognizione perenne del proprio passato e al conseguente giudizio.
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