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RELAZIONE DI ITALIANO
Titolo: "Sei personaggi in cerca d'autore"
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Luigi Pirandello nacque ad Agrigento nel 1876. Scrittore italiano si laureò in filologia all'università di Bonn nel 1891, dopodiché si stabilì a Roma dove collaborò ad alcune riviste.
Agli anni giovanili risalgono alcune raccolte di poesie, rimaste però senza risonanza. Passato alla narrativa, esordì con il romanzo L'esclusa (1901) e con alcune raccolte di novelle (Bianche e nere, 1904). Un grave dissesto finanziario e lo squilibrio mentale della moglie Antonietta influenzarono profondamente l'arte di Pirandello, che in questi anni trovò una nuova profondità ed elaborò la concezione dell'unità e insieme della molteplicità dell'uomo. Nacquero in quest'epoca due dei suoi più famosi romanzi (Il fu Mattia Pascal, 1904; I vecchi e i giovani, 1913), gran parte delle sue novelle (poi riunite in Novelle per un anno, 1922-37) e alcune commedie fra cui Pensaci Giacomino! (1916), Liolà (1916), Così è se vi pare (1917), Il piacere dell'onestà (1917), Il giuoco delle parti (1918), L'uomo, la bestia, la virtù (1919). All'inizio degli anni venti Pirandello trovò fama e successo anche internazionali con opere come Sei personaggi in cerca d'autore (1921), Enrico IV (1922), Vestire gli ignudi (1922), L'uomo dal fiore in bocca (1923). Nel 1924, subito dopo il delitto Matteotti, Pirandello aderì clamorosamente al fascismo e fu ricompensato dalla nomina ad accademico d'Italia e dalla fondazione di un suo teatro d'arte. Di questo periodo sono altre celebri commedie: Uno, nessuno, centomila (1927), Questa sera si recita a soggetto (1930), Come tu mi vuoi (1930), Trovarsi (1932), Non si sa come (1934) e I giganti della montagna, rimasta incompiuta per la morte dell'autore avvenuta a Roma nel 1936. Pirandello, che nel 1934 ricevette il premio Nobel per la letteratura, incentrò il suo teatro sullo studio delle manie e delle ossessioni di uomini apparentemente normali, sul peso dell'irrazionale nell'esistenza umana, sulle scissioni insanabili della personalità e sulla relatività di tutte le convinzioni. Cantore della drammatica crisi di valori di una società borghese che non trova più appigli sicuri nel mondo che la circonda, ha esercitato un'influenza determinante sulla maggior parte dei drammaturghi venuti dopo di lui.
La prima edizione della commedia Sei personaggi in cerca d'autore è stata stampata a Milano da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. nel 1948.
Quella da me letta è la prima edizione per Oscar Teatro e Cinema del 1984.
La vicenda è ambientata in un teatro intorno agli anni '20.
Sul palcoscenico di un teatro si presentano al capocomico, che stava provando una commedia teatrale, i componenti di una famiglia di sei persone.
Questi non erano altro che i personaggi che un autore abbandonò dopo averli inventati ed erano in cerca di qualcuno che volesse realizzare il loro dramma rimasto incompiuto. Vinte le resistenze del capocomico, cominciarono a narrare la loro storia nella quale tentarono di intromettersi gli attori.
La Madre, dopo alcuni anni di matrimonio con il Padre e la nascita del lio, andò a vivere con il segretario del marito dal quale ebbe tre li (la liastra, il Giovinetto e la Bambina), ma alla sua morte rimase con loro nella miseria. La liastra, così, con l'intento di aiutare la Madre, chiese l'aiuto di Madama Pace titolare di una casa d'appuntamenti. Qui, la Madre, trovò la liastra tra le braccia del Padre e da qui nacque il punto d'incontro di tutti e sei i personaggi. Il Padre a questo punto, tradito dalla vergogna per ciò che aveva fatto, accolse tutti nella sua abitazione dove il lio, che intuiva la vergogna del Padre, provava disprezzo per la liastra e non voleva più, perdonare la Madre per averlo abbandonato. Da questo clima di disprezzo nacque la tragedia che colpì i più deboli e innocenti: la Bambina annegò nella vasca del giardino e il Giovinetto, che se ne stava dietro gli alberi ad osservare la sorellina che affogava, si uccise con un colpo di pistola.
Analisi fisica e psicologica dei personaggi principali
I personaggi di questa commedia si dividono in due categorie: gli attori della comnia e i personaggi della commedia da fare. Da quest'ultima saltano fuori i personaggi principali dell'opera.
Il Padre
E' un signore di circa cinquant'anni, stempiato, di pelo biondo pallido, con dei baffetti folti arricciolati attorno alla bocca; ha un volto pallido, fronte alta occhi azzurri e incavati, lucidi e arguti e indossa dei pantaloni chiari e una giacca scura.
E' un tipo un po' incerto come si può intuire dal suo vano sorriso e da un atteggiamento a volte lusinghiero e a volte aspro e duro.
La Madre
Appare atterrita e schiacciata da un peso intollerabile di vergogna per aver abbandonato il lio ed il marito per tradirlo col suo segretario; il suo è un atteggiamento vedovile e per questo veste di nero, mentre sotto il velo appare un volto come di cera con lo sguardo fisso a terra.
La liastra
E' una ragazza di diciotto anni, spavalda e spesso sfacciata. E' molto bella e come la madre è vestita a lutto ma con discreta eleganza. Essa mostra affetto per la madre poiché accetta l'idea della prostituzione col solo scopo di aiutarla a mantenere la famiglia ridotta alla miseria, mentre assume un tono di dispetto per il Giovinetto, il fratellino di quattordici anni vestito anch'esso di nero, che mostra un'aria smarrita come lo dimostra la sua descrizione mentre osservava la sorellina che affogava - se ne stava lì fermo, con occhi da pazzo, a guardare nella vasca la sorellina affogata -; prova, invece, un'enorme tenerezza per la sorellina, la Bambina di quattro anni, vestita di bianco con una fascia nera in vita. Di lei si dice poco o niente, se non che, con il fratello, appare come il simbolo dell'innocenza e debolezza colpite dalla tragedia.
Il Giovinetto e la Bambina, infatti, non parlano mai, anche se nella scena finale si rivelano i protagonisti.
Il lio
Ha ventidue anni, alto, caratterizzato da un contenuto sdegno per il padre, una cupa indifferenza per la madre e un enorme disprezzo per la liastra, perché intuisce la vergogna del padre per l'episodio avvenuto. Egli indossa un soprabito viola e una fascia verde attorno al collo.
Tra i personaggi della comnia c'è da notare il capocomico, un personaggio "reale", che inizialmente appare perplesso dalle richieste dei Personaggi, ma poi con la narrazione della vicenda si lascia andare facendo rappresentare la commedia dai personaggi stessi.
Gli attori della comnia, anch'essi "reali", svolgono la parte di attori "emarginati", in quanto tentano di intromettersi nella vicenda, ma la loro rappresentazione appare sfuocata e falsa tanto che dovranno lasciare il posto ai veri protagonisti, cioè i sei personaggi.
Messaggio dell'autore
Con quest'opera teatrale Pirandello vuol farci entrare in quel contrasto tra arte e vita, tra finzione e realtà. I personaggi in sé per sé sono creature vive ed autonome e soffrono di dover imprigionare negli schemi generici e convenzionali del linguaggio scenico le proprie vicende. Tuttavia essi sono personaggi e la finzione teatrale rappresenta per loro l'unica fonte di salvezza. L'uomo, quindi, vivendo la realtà, cerca una via d'uscita dalle sue vicende crudeli nella finzione.
Commento personale
Anche se la lettura di questo libro è stata abbastanza semplice e scorrevole, la vicenda mi è apparsa piuttosto strana, forse proprio per questo intreccio tra realtà e finzione. Mi appaiono poco chiare, inoltre, le ure del Giovinetto e della Bambina (anche se l'autore li descrive in maniera alquanto sintetica), poiché i due non appaiono quasi mai nella vicenda e alla fine si concentra tutta l'attenzione su di loro con il suicidio dell'una e dell'altro.
Bibliografia consultata
"Sei personaggi in cerca d'autore" - Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano 1948 (I edizione Oscar Teatro e Cinema, febbraio 1984)
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