SCHEDA DEL
LIBRO
'MORTE ACCIDENTALE DI UN ANARCHICO'
di Dario Fo
Innanzi tutto occorre sottolineare che questo libro è un testo teatrale; infatti questo comporta molti aspetti che in un testo in prosa non si verificano.
Questo libro parla della morte di Salsedo, un anarchico italiano emigrato a New York; in realtà poi questo testo è stato riferito anche ad altre morti come quella di Pinelli, un anarchico accusato di aver messa la bomba alla banca dell' agricoltura, che pare sia avvenuto in modo identico. La storia si svolge in una stanza della questura di polizia; il questore, due commissari e due agenti si stanno accordando con il giudice che svolgerà il processo per trovare una versione dei fatti che discolpi la polizia e nello stesso tempo sia attendibile. Il giudice cerca di aiutare i poliziotti a trovare un'unica versione per il processo, poiché nei giorni precedenti la stampa aveva trovato diverse opinioni in disaccordo anche tra i poliziotti stessi; egli si prende gioco dei suoi colleghi perché li vede impacciati e consapevoli di aver torto. Proprio mentre stanno per trovare una versione dei fatti che accontenti tutti sale una giornalista che deve intervistare il questore. Durante l'intervista, il giudice non rivela la sua identità ma si spaccia per un funzionario di polizia, poiché sarebbe stato troppo grave se la stampa avesse saputo di questa riunione. La giornalista rimane piacevolmente impressionata dall'ex-giudice e intraprende una conversazione con lui; durante il colloquio quello che una volta era un giudice e poi un funzionario ora diventa un sacerdote. Nello sconcerto di tutti, dalla giornalista ai poliziotti, si scopre che in realtà non è altro che un matto che girava nella questura e che si era infilato in una stanza. Il matto prende in mano la situazione e conclude la vicenda mostrando a tutti che aveva registrato l'intera conversazione, assicurando inoltre che l'avrebbe inviata alla stampa cosi che tutto il popolo avrebbe gridato allo scandalo. Per quanto riguarda i personaggi occorre soffermarsi sulla ura del matto; egli rappresenta un soggetto tipico nei testi di Fo, un personaggio che in ogni situazione con i suoi interventi aiuta l'autore a capire meglio la vicenda. Già durante il racconto, l'autore talvolta lo chiama giudice o sacerdote mentre altre volte lo chiama matto, il che rende più evidente il suo ruolo. Gli altri personaggi sono tutti messi in secondo piano e non se ne nota uno più importante degli altri. Lo spazio ha una certa importanza poiché si tratta della stanza in cui è avvenuto il delitto; probabilmente dal libro non si capiscono alcuni particolari importanti che invece sono evidenti nella rappresentazione teatrale. Questo libro prende spunto da fatti realmente accaduti aggiungendo però alcuni elementi di fantasia; Dario Fo dà un'interpretazione dei fatti che appare attendibile anche se in realtà cosa sia realmente successo non si sa nemmeno ora. Il testo è scritto in chiave ironica pur trattando argomenti seri; in parte perché questa è una caratteristica dell'autore e in parte perché forse è un modo per far riflettere su argomenti seri senza suscitare troppe critiche. Questo libro mi è sembrato molto interessante anche se in alcuni punti un po' complesso da capire; infatti talvolta occorre prestare molta attenzione per capire cosa l'autore vuole dirci attraverso i dialoghi dei vari personaggi. Inoltre questo è stato il primo testo teatrale che ho letto e se da un lato è più difficile da comprendere, dall'altro è molto più scorrevole e a mio parere rende il lettore più coinvolto nella vicenda.