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SHAKESPEARE
INTRODUZIONE
Shakespeare è uno dei più popolari autori occidentali; la sua produzione teatrale, innovativa ed eccezionale, è diffusa in tutto il mondo. La sua grandezza sta nel presentare una visione realistica del mondo in tutti i suoi aspetti e nel far mescolare sapientemente nelle sue opere tragedia e commedia. Anche la complessa caratterizzazione del personaggio è un elemento di forza del teatro shakespeariano.
LA VITA
Nasce a Stratford Upon Avon nel 1564 da Jhon Shakespeare, un borghese proprietario di terre, e Mary Arden. Studia alla locale "Grammar School" dove apprende il latino; a 18 anni sposa Anne Hathaway dalla quale avrà 3 li. Si trasferisce quindi a Londra dove entra in contatto con gli ambienti teatrali ed inizia a recitare piccole parti. Intorno al 1590 scrive il suo primo dramma "Enrico VI", iniziando una lunga e proficua carriera come drammaturgo; conosce il duca di Southampton che diventa suo protettore e grazie al quale diventerà comproprietario del Globe Theatre. Nel 1610 torna a Stratford dove aveva comprato delle proprietà e conduce una tranquilla vita di camna continuando a collaborare con le comnie teatrali londinesi fino al 1613 , anno della sua morte.
PRIMA FASE DELLA PRODUZIONE
Fase di sperimentazione e formazione (fino al 1600). Opere:
In campo lirico i 154 "Sonetti", una raccolta di poesie dedicati a diversi temi
à Il "fair youth" (bel giovane), tema che celebra il duca di Southampton anche se secondo alcuni testimonia invece l'omosessalità di Shekespeare
à L'amore, presentato sotto molteplici aspetti (la "Dark Lady" ad esempio introduce l'amore come pasione tormentata)
à Il tempo divoratore
I drammi storici
à Enrico VI
à Riccardo III; in quest'opera vi è il tema del potere: Riccardo è un eroe negativo che trova la sua grandezza nelle sue abilità retoriche, strategiche e militari. Egli fa uccidere il re e ne sposa la moglie quindi fa imprigionare e assassinare gli eredi al trono. Una volta incoronato ripudia la moglie ma i nobili gli si ribellano e Riccardo muore nella guerra civile.
à Riccardo II
à Re Giovanni
à Enrico IV
Le commedie
à La commedia degli equivoci o degli errori
à I due gentiluomini di Verona
à Pene d'amor perdute
à La dodicesima notte
à La bisbetica domata; commedia nella quale viene messo in risalto il carattere dei personaggi: l'astuto Petruccio sottomette la riottosa Caterina
à Molto rumore per nulla; nella quale vi è il tema dell'amore giovanile nato non dalla bellezza ma dal fascino dell'intelligenza
à Sogno di una notte di mezza estate; è un "romance", cioè una commedia fiabesca, favolistica
à Il mercante di Venezia; è una "dark comedy", cioè una commedia nella quale è presente un elemento cupo e fosco
à Come vi piace; è una "dark comedy"
Le tragedie
à Tito Andronico
à Romeo e Giulietta; questa tragedia racconta una faida familiare che causa la morte dei li delle famiglie coinvolte, innamoratisi l'uno dell'altra. Shakespeare mescola l'intreccio romanzesco all'elemento tragico ed utilizza sia un registro comico e basso ad uno piu' aulico e ricercato.
LA SECONDA FASE DELLA PRODUZIONE
Fase piu' matura della produzione shakespeariana (1600 - 1607), nella quale nascono i grandi capolavori che lo hanno consacrato genio della letteratura universale. Opere:
Le commedie
à Le allegre comari di Windsor
Le tragedie classiche
à Giulio Cesare, in questa tragedia i tradizionali ruoli sono capovolti: Giulio Cesare è l'oppressore mentre Bruto si pone come un eroe della libertà. L'assassinio viene elevato a strumento di liberazione, ma esso tuttavia fallisce e non ritarda comunque l'instaurarsi della tirannide
à Troilo e Cressida
à Antonio e Cleopatra
Le grandi tragedie
à Amleto
à Otello; la trama routa attorno all'amore possessivo di Otello (Il Moro), generale della Serenissima Repubblica di Venezia, per la sua bella sposa Desdemona ed all'invidia di Iago, alfiere di Otello, per le fortune amorose e personali di quest'ultimo. Iago subdolamente riesce a far uccidere Desdemona dallo stesso Otello, facendo leva sulla gelosia. La scoperta dell'innocenza dell'amata indurrà Otello al suicidio. La tragedia non e' tanto basata sulla degenerazione di un sentimento amoroso (la gelosia) quanto sul male che riesce a insinuarsi nell'animo umano, corrompendo anche i sentimenti più nobili.
à Re Lear; in questa tragedia, la brama del potere e l'incapacità di distinguere il bene dal male sono i temi dominanti. Re Lear, ormai vecchio, divide il regno fra le sue 3 lie ma si lascia ingannare dall'ipocrisia delle prime due. Bandisce così dal regno la terza lia, l'unica che lo ami veramente. Sarà quet'ultima che tenterà di salvarlo dalla miseria e dalla malattia, perdendo la vita nel tentativo.
Re Lear impersona l'umanità che non e' in grado di riconoscere il bene dal male; il male subirà infine la giusta punizione ma anche il bene alla fine perirà. Re Lear è inserito in una realtà spietata dove non è sempre il bene a trionfare.
à Macbeth; questa tragedia e' in linea di continuità con Re Lear. Macbeth e la moglie, uniti da un amore avvelenato dalla più sfrenata ambizione, sono i protagonisti di questa cupa tragedia. Macbeth, istigato dalla moglie, assassina il re per usurparne il trono e successivamente elimina spietatamente coloro che gli si oppongono. Tuttavia il peso dei delitti commessi conduce Lady Macbeth alla follia mentre Macbeth viene sconfitto ed ucciso in battaglia.
Le ure dei due protagonisti, pur nella loro malvagità, sono di inquietante e straordinaria grandezza, ma mentre il primo ha una morte pur sempre eroica, la seconda esprime la tragedia di una vita votata al male e schiacciata dal peso dei suoi stessi crimini.
TERZA FASE DELLA PRODUZIONE
Ultimo periodo della sua produzionen (1607 - morte) caratterizzato da una visione della vita drammatica ma più serena. Predominanza di argomenti classici e del dramma fiabesco. Abbiamo:
Le commedie
à La tempesta; qui il tema del potere viene affrontato in modo molto diverso: alla fine avranno la meglio la clemenza e la sagezza alla sete di potere; viene qui ritratto un mondo utopistico governato dalla giustizia. Su un'isola vive il mago Prospero, un tempo duca di Milano, poi spodestato dal fratello, con la lia Miranda. In seguito ad una tempesta naufragano sull'isola il fratello di Prospero, il re di Napoli e suo lio Ferdinando, il quale si innamorerà di Miranda. Inizialmente Prospero imprigiona Ferdinando e spaventa, per vendicarsi, il fratello ma poi lo perdonerà e darà in sposa la lia a Ferdinando. Quindi tornano tutti in Italia dove Prospero riavrà il suo ducato
RICEZIONE DI SHAKESPEARE
In vita Shakespeare godette di fama e successo ma per tutto il '600 la sua fama resta circoscritta in Inghilterra. Il classicismo che si era diffuso in Europa non era in grado di apprezzare la novità del suo stile e del suo gusto barocco che andavano contro tutti i canoni aristotelici; Lo stesso Voltaire nel '700, sebbene contribuì a introdurlo in Francia, lo denunciava come un "barbaro privo d'ingegno".
Col Romanticismo, però, si celebra la vera gloria di Shakespeare che arriverà fino ai giorni nostri. Più di tutti sono i tedeschi a comprenderne la grandezza: il filosofo Schlegel, il poeta Goethe (nel suo poema "Faust").
In Francia ci si appoggia al suo stile per infrangere i vincoli del Neoclassicismo.
In Italia fu oggetto di attenzioni fin dall'epoca preromantica: Alfieri ne rimane colpito, Foscolo lo classifica con Dante e Omero fra i più grandi poeti dell'umanità, lo stesso Manzoni ne avrà una grande ammirazione.
Da allora sono state moltissime le traduzioni, ad opera di diversi autori, ma ciò che ha contribuito a renderlo immortale nel nostro secolo è stato il cinema: i film tratti dalle sue opere sono i più diversi.
L'AMLETO
STRUTTURA DELL'OPERA
La tragedia s'intitola per intero "The Tragicall Historie of Hamlet, Prince of Denmarke" (La Tragica Storia di Amleto, Principe di Danimarca).
È una tragedia in 5 atti in versi e in prosa, la più lunga delle opere di Shakespeare e senz'altro la più famosa. È stata scritta in un'epoca di dubbio dell'autore, durante il declino dell'era elisabettiana.
L'INTRECCIO
L'opera è suddivisibile in 4 fasi:
I FASE (Atto Primo). Il padre di Amleto è morto e suo fratello Claudio è asceso al trono sposandone la vedova. Lo spettro paterno appare però ad Amleto rivelandogli di essere stato avvelenato dal fratello stesso e chiedendogli di vendicarlo. Amleto decide allora di fingersi pazzo per non mettere in allarme lo zio. Tutti pensano che la sua pazzia derivi dall'amore per Ofelia, lia del ciambellano Polonio. Frattanto Amleto è restio a compiere la sua vendetta anche a causa del dubbio che lo spettro apparsogli non sia suo padre ma un demone.
II FASE (Atto Secondo - II scena dell'Atto Terzo). Amleto ripudia l'amata e successivamente le sue mosse sono spiate sia dallo zio che da Polonio. Con l'arrivo alla reggia di Elsinore di una comnia teatrale, Amleto ha l'occasione per far inscenare una recita che riproporrà la stesse circostanze dell'assassinio del padre: in questo modo il Re, in preda all'agitazione, si tradisce confermando ad Amleto la propria colpevolezza. Fra i due è ormai guerra.
III FASE (III scena dell'Atto Terzo - Atto Quarto). Amleto rimanda la pur possibile uccisione dello zio. Successivamente ha un drammatico dialogo con la madre e l'accusa di essere traditrice e incestuosa; accortosi però che qualcuno lo stava spiando da dietro un arazzo lo trage e scopre trattarsi di Polonio. Il Re decide di mandarlo in Inghilterra per eliminarlo ma Amleto si salva. Frattanto Ofelia impazzisce a causa del ripudio di Amleto e della morte del padre e si suicida.
IV FASE (Atto Quinto). Laerte, lio di Polonio e fratello di Ofelia, giura vendetta contro Amleto. Al suo ritorno in Danimarca si scontreranno per volere del Re ma alla fine moriranno entrambi e con loro il Re e la Regina. Il dramma si conclude con l'arrivo di Fortebraccio, Re di Norvegia, che renderà onore alla salma di Amleto e diventerà il nuovo Re di Danimarca.
I MOTIVI PRINCIPALI DELLA TRAGEDIA
Malinconia e follia in amleto
Amleto è un personaggio tormentato dalla malinconia e dal dubbio. Questo stato d'animo lo induce a fare delle profonde riflessioni quando si trova sul punto di agire e quindi lo blocca. La sua malinconia deriva dalla morte del padre e dal disgusto verso il matrimonio incestuoso della madre con lo zio. Quando diventa consapevole del crimine commesso dallo zio decide di fingersi pazzo: questa simulata pazzia gli serve da travestimento ma è anche un modo di esternare il suo stato d'animo; proprio perché è veramente preda di una forte depressione, la sua messincena risulta credibile. La finta follia trova espressione nel linguaggio sarcastico che Amleto usa nei confronti di coloro per i quali prova ostilità. Con questo comportamento egli vuole nascondere il suo nuovo rapporto col mondo che risulta sconvolto dalla verità appresa dallo spettro paterno. Questo gli ha infatti tolto le convinzioni su cui basava la propria vita mostrandogli un mondo di tradimenti e inganni a lui ostile e che non può accettare.
La vendetta
Il tema della vendetta risale all'epoca elisabettiana e deriva dai drammi del romano Seneca. L'unica differenza è che nel teatro di Seneca le scene sanguinose venivano raccontate dai protagonisti mentre ora sono rappresentate anch'esse. Tra gli elementi base vi sono la sete di vendetta dell'eroe, scene di follia vera o finta, scene in cimiteri e scene di carneficina, tutte presenti nell'Amleto. La vendetta è l'elemento che congiunge titti gli altri temi dell'opera e si manifesta in 3 aspetti:
à La vendetta di Amleto contro il re che gli ha assassinato il padre;
à La vendetta di Laerte contro Amleto che gli ha assassinato il padre e condotto alla pazzia la sorella;
à La vendetta, in modo più velato, di Fortebraccio al cui padre il padre di Amleto aveva sottratto i territori della Danimarca.
Fra i primi due c'è un'analogia dal momento che anche Laerte, come Amleto, ha avuto il padre assassinato ma il primo presenta una decisione e una prontezza che contrastano con il dubbio e la lentezza di Amleto. Entrambi comunque si uccideranno a vicenda e sulla scena restante arriverà allora Fortebraccio che avrà anch'egli la propria vendetta recuperando il trono senza colpo ferire e rimarrà in vita. È interessante notare che lo stesso Amleto vedeva in lui il sovrano che avrebbe liberato il suo paese dalla corruzione.
La donna, l'amore e la corruzione della carne
La malinconia di Amleto deriva in perte anche dal matrimonio incestuoso della madre con lo zio e questo fatto porterà Amleto a provare disgusto non solo verso il matrimonio ma anche verso la donna e il sesso. Amleto rimarra sconvolto più dalla colpa della madre che non da quella dello zio. In seguito a ciò arriverà a rifiutare anche la donna amata scagliandolesi contro con durezza dopo aver capito che il re la stava usando per verificare la sua pazzia. Ofelia e Gertrude sono immerse in un mondo maschile nel quale il loro ruolo è marginale, sono strumentalizzate l'una dal padre Polonio, l'altra dal marito usurpatore.
LE FONTI
La fonte principale dell'Amleto è il quinto volume delle "Histoires Tragiques" di un narratore francese. In esso è riportata una vicenda con nomi e protagonisti del tutto differenti ma con molte situazioni riconducibili all'opera di Shakespeare.
Amleto vuole vendicarsi dello zio Fengon che gli ha ucciso il padre e si finge pazzo. Lo zio intende farlo sedurre da un'amica d'infanzia che invece lo aiuterà. Amleto uccide una spia del re mentre si trova nella camera della madre e il sovrano lo invia in Inghilterra dove medita di farlo uccidere. Ma Amleto torna e dopo aver incendiato la sala dove si stava tenendo un banchetto sorprende lo zio nella sua camera e lo decapita. Il popolo danese lo acclama quindi come proprio re.
Molte sono le differenze fra il racconto citato e l'Amleto di Shakespeare:
à Nel primo Amleto è consapevole dall'inizio della colpa dello zio mentre nel secondo lo apprende successivamente. Shakespeare introduce inoltre la ura dello spettro paterno.
à Shakespeare crea 3 nuclei familiari legati da sentimenti contrastanti: il primo Amleto, il padre, la madre e lo zio; il secondo Polonio, Laerte e Ofelia; il terzo Fortebraccio e suo padre.
à Shakespeare introduce il tema del "dramma nel dramma".
à Shakespeare elabra la ura di Amleto dandole una propria caratterizzazione che determinerà i tempi d'azione del personaggio e farà delle sue riflessioni uno degli aspettti centrali dell'opera.
LINGUAGGIO E IDEOLOGIA
I monologhi di Amleto ne chiariscono lostato di malattia dell'anima, stato che egli percepisce anche nel proprio paese. La Danimarca è caduta nella corruzione, è preda di cancri e infezioni che si concretizzano nella ura di Claudio l'usurpatore. Per tutto il dramma vi è un continuo susseguirsi di allusioni e metafore in questo senso. Non a caso uno dei temi che muovono la vicenda è la morte per avvelenamento: il veleno di Claudio dopo aver colpito il vero re si diffonde in tutto il regno; gli stessi protagonisti principali morirannno avvelenati.
L'ideologia dell'Amleto presenta un mondo ordinato gerarchicamente, da Dio sul gradino più alto fino alle bestie collocate al posto più basso. Ogni essere vivente ha un proprio posto in questa gerarchia che sprofonda nel caos quando ne viene sovvertito l'ordine: ed è proprio quello che farà Claudio. Amleto ha quindi anche il compito di riportare l'ordine otre che di vendicare il padre.
Il linguaggio sarcastico e pungente di Amleto si contrappone a quello alto e retorico diPolonio e Claudio.
Da notare che Shakespeare ha scelo come forma poetica la prosa e non i versi non solo per i personaggi umili ma anche per quelli impazziti.
CRITICA DELL'AMLETO
L'Amleto è l'opera più complessa di Shakespeare, che ha dato vita alle piu svariate interpretazioni.
Il primo critico fu il poeta seicentesco John Dryden ma fu solo con il romanticismo che all'Amleto fu assegnato un posto privilegiato nella produzione shakespeariana.
Nella '900 i critici maggiori furono:
à Andrew Cecil Bradley per il quale Amleto non è un personaggio portato all'inazione ma è vittima di uno shock morale che gli impedisce di portare a termine la sua vendetta.
à Ernest Jones secondo cui l'esitazione di Amleto si spiega con la repressione del suo "complesso edipico" (attaccamento egoistico alla madre per il quale si vede il padre come un rivale) in quanto lo zio patrigno ha realizzato i suoi desideri più inconsci (il liberarsi appunto del rivale, il proprio padre).
à T.S. Eliot che lo ritenne un'insuccesso artistico in quanto Shakespeare affrontava un tema troppo grande per la sua comprensione.
à Jan Kott che fa di Amleto un'eroe esistenzialista.
à Terry Eagleton che ne offre un'interpretazione disfattista affermando che Amleto è un personaggio vuoto che non ha niente da offrire alla coscienza.
à Elaine Showalter, critica femminista, che ha analizzato la rappresentazione del personaggio di Ofelia nel tempo dimostrando che cambia ogni volta a seconda del modo di porsi nei confronti deelle donne.
à Peter Hall, regista, secondo cui non esiste un modo ideale di rappresentare Amleto, ognuno ha i suoi limiti.
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