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SIMPOSIO (Platone)
ARGOMENTI DEL DIALOGO PLATONICO
Il simposio, scritto da Platone fra gli anni ottanta e settanta del secolo quarto a.C., è il racconto di una cena avvenuta a casa di Agatone con alcuni amici tra cui c'era anche Socrate. La data in cui si svolge il dialogo è quella della vittoria di Agatone con una sua tragedia (416 a.C.), mentre quella in cui Apollodoro racconta ciò che aveva udito da Aristodemo si colloca sicuramente prima del 399 a.C. (data della morte di Socrate). Il tema trattato è l'elogio di Amore. Infatti nel primo modulo, dopo essere stata presa la decisione da parte di tutti di non eccedere nel bere, Eurissimaco propone di discutere sull'amore, secondo il quale è un dio grande e potente su cui mai nessun poeta ha composto neanche una lode.
PERSONAGGI (chi sono, cosa rappresentano e la tesi che incarnano)
Apollodoro ,è un discepolo molto affezionato di Socrate che nel Simposio ha il ruolo del narratore, infatti racconta ad un suo amico i discorsi scambiati molto tempo prima tra Socrate, Agatone, Alcibiade e altri. Egli non esprime un parere perché non aveva partecipato al convito.
Aristodemo è uno dei discepoli più innamorati di Socrate che lo accomna a casa di Agatone per il convito senza però fare alcun elogio.
Fedro, giovane amico di Platone attratto dall'arte oratoria, è il primo che parla e inizia dicendo che Amore è uno tra i più antichi dei ed è il più venerabile e il più potente che fa ottenere felicità e virtù agli uomini come alle donne in vita e in morte.
Pausania invece retore esperto inizia il suo discorso con una critica a quanto aveva detto Fedro. Egli ritiene infatti che l'amore non sia uno unico ma sia doppio, e a dimostrare ciò è l'esistenza di due dee che lo rappresentano : Venere e Afrodite Urania.
La prima, lia di Giove e di Dione, è chiamata Pandemia (volgare)e rappresenta ciò che amano gli uomini da poco e cioè più le donne dei fanciulli, più i corpi delle anime e le persone più insulse.
L'altra invece, lia di Uranio, non partecipa della femmina, ma solo del maschio e ammira la loro natura più forte e l'intelligenza più viva. Spinge inoltre l'amante e l'amato, ciascuno per se, a porre ogni zelo nella virtù. Predilige l'anima e fa si che chiunque ami rimanga amatore per la vita.
Eurissimaco, medico e lio di acumeno pure lui medico, è il terzo a parlare e concorda con la distinzione di due amori fatta da Pausania anche se ritiene che il discorso non sia stato concluso in modo degno.
Dice quindi che la medicina è la scienza delle inclinazioni amorose del corpo verso la pienezza e il vuoto e chi sappia riconoscere in esse la buona e la cattiva inclinazione, è un medico espertissimo. La medicina è dunque governata dal dio Amore e la divinazione ha il compito di controllare gli amori e di curarli.
Aristofane, celebre commediografo greco, invece effettua la distinzione di tre sessi esistenti nel passato: maschio, femmina e androgino. Riferisce che erano tondi, specialmente nella schiena e nei fianchi, e doppi, infatti avevano quattro braccia e quattro gambe, due volti, quattro orecchie e due sessi. Per la loro superbia furono puniti e divisi cosicché ognuno dovesse cercarsi la sua metà. vero così gli adulteri e le adultere che derivavano dagli androgini. Quelli invece che sono propensi all'amore verso quelli del loro stesso sesso provengono dai maschi e dalle femmine e sono senza dubbio i più virili in natura anche se certi li ritengono impudenti.
Agatone è un poeta tragico che nel convito dice che Amore è il più felice tra gli dei felici perché è il più bello e il più nobile di tutti che ha come dimora i sentimenti e le anime degli dei e degli uomini. Non vi è piacere più dominante dell'amore. Conclude con una serie di aggettivi che elogiano la ura del dio Amore.
Socrate, noto filosofo e maestro di Platone, è l'ultimo a parlare per quanto riguarda il tema amoroso. Inizialmente smonta il discorso fatto da Agatone, mentre poi si dedica a raccontare un discorso fattogli da Diotima, sacerdotessa che gli aveva rivelato tutti i segreti dell'eros. Dice infatti che essa gli fece capire con un mito, riguardante la nascita di eros da Poros e Penia, che l'amore è una via di mezzo tra bello e brutto, tra buono e cattivo, tra mortale e immortale, tra sapiente e ignorante insomma è un demone. Gli disse anche che il desiderio di possedere il bene e la felicità è l'amore. Fece inoltre una classifica ascendente degli amori:
quello fisico o eterosessuale ( chi quindi è fecondo nel corpo andrà con una donna)
quello intellettuale o omosessuale ( chi quindi è fecondo nell'anima andrà con i maschi)
quello artistico
quello spirituale ( del sapere)
Alcibiade , celebre uomo politico ateniese ricco di gloria e di denaro, non compie alcun sull'amore perché ubriaco, ma decide di elogiare Socrate e di raccontare pubblicamente di avergli fatto delle 'avances' ,che però lui non ha accettato.
LA TESI DI PLATONE (funzione dell'amore sessuale)
La tesi di Platone coincide con quella di Socrate ( che aveva udito gli insegnamenti riguardanti l'amore da Diotima, una sacerdotessa ateniese), perché egli vuole esprimere le sue idee tramite il maestro visto che lui non è presente al convito. Ritiene quindi che l'amore sia un essere non completamente umano ma neanche divino, insomma un demone che non è ne bello ne brutto, ne buono ne cattivo e ne sapiente ne ignorante. L'amore è quindi un essere di livello intermedio.
Nonostante l'amore, inteso come demone, sia uno, Platone crede nell'esistenza di più amori, intesi come desiderio di possedere il bene e la felicità. Questi amori sono:
1)Amore eterosessuale che si trova in questa posizione perché dominato dagli istinti e quindi privo di desiderio
2)Amore omosessuale che riguarda principalmente il rapporto tra i maschi
3)Amore artistico riguardante le opere d'arte
4)Amore per il sapere, il così detto amore platonico, che riguarda la spiritualità
L'amore è quindi qualcosa che nasce e che muore di continuo, è una metafora con cui si vuole dimostrare che non si può mai possedere totalmente l'amore e quindi neanche il sapere; ciò dimostra che il pieno sapere è irraggiungibile. La ricerca dell'amore coincide quindi con quella della filosofia.
IL RUOLO DELLA DONNA E LA URA DI DIOTIMA
La società ateniese era senza alcun dubbio una società misogina, in quanto il ruolo della donna era pari a zero. Una dimostrazione sono i compiti da essa rivestiti, che erano: occuparsi della casa e assistere i bambini nei loro primi anni di vita (perché dopo i maschi erano affidati ad un maestro, mentre alle bambine si insegnavano i lavoretti, come ad esempio tessere, compiuti solitamente da una donna).
L'unico ruolo importante che la donna poteva rivestire è quello della sacerdotessa.
Un esempio lampante è Diotima, sacerdotessa di cui non è mai stata verificata l'esistenza e che quindi è una probabile invenzione platonica.
Il suo ruolo è quello di comunicare a tutti cosa è il vero amore e quindi la verità. Platone mette in mano ad essa questo compito perché ritiene che l'amore sia meglio conosciuto da una donna che da un uomo.
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