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Il romanzo di Tommasi di Lampedusa, Il Gattopardo, è ambientato nella Sicilia del 1860 nel momento di passaggio tra il dominio borbonico ed il regno d'Italia, all'interno di una delle più importanti famiglie aristocratiche dell'isola, i principi di Salina.
Il protagonista è il capofamiglia, il principe Fabrizio, persona molto scettica nei confronti dei nuovi tempi, eppure conscio della fine ineluttabile delle vecchie istituzioni e della società di cui fa parte .
Un presagio di morte percorre tutto il romanzo rispecchiandosi nella solitaria camna siciliana, nei palazzi feudali, nei palazzi abbandonati per culminare con la bellissima scena del ballo dell'aristocrazia .
Il tema della morte si unisce con il tema della decadenza, della rovina di una classe e della stessa incredulità dei siciliani di fronte al mutare e al rinnovarsi delle istituzioni già esistenti, incapace di reagire e di lottare, di rinnovarsi e di credere, per concludersi nella descrizione delle reliquie e del corpo imbalsamato di Bendicò attraverso i quali, in modo simbolico, si segna la fine della famiglia e del mondo del principe Salina .
Le grandi macrosequenze del testo:
Ø 1ª macrosequenza: descrizione della famiglia del principe Salina, dell'ambiente in cui vive e di chi lo circonda. Nel testo sono anche presenti descrizioni del suo punto di vista politico;
Ø 2ª macrosequenza: il viaggio e il soggiorna a Donnafugata;
Ø 3ª macrosequenza: il fidanzamento di Tancredi con Angelica;
Ø 4ª macrosequenza: descrizione degli ambienti della nobiltà siciliana e del ballo;
Ø 5ª macrosequenza: la morte del principe Fabrizio Salina.
Nel testo fabula e intreccio non coincidono essendo presenti delle retrospezioni e dei flash back, come per esempio nella parte iniziale del testo, quando il tempo presente viene interrotto da un ricordo del passato, ovvero la morte di un giovane soldato avvenuta nel giardino dei Salina qualche tempo prima.
Le vicende narrate durano 50 anni e si svolgono in un arco di tempo determinato che va dal maggio del 1860 al maggio del 1910.
L'ordine cronologico è alterato da retrospezioni, come la morte del soldato nel giardino,
e da flashback come il ricordo di cosa accadeva nell'alloggio dei viziosi Donnafugata.
Nel libro si può inoltre riscontrare l'utilizzo di elementi narrativi quali:
Scena: tutto il racconto è composto dalla scena;
Analisi: discorsi politici tra Tancredi e il principe o descrizioni paesaggistiche;
Pausa: sono numerose le pause che si soffermano anch'esse su descrizioni della natura;
Retrospezioni: presente soprattutto nella parte iniziale
Il ritmo narrativo è abbastanza veloce per l'utilizzo della scena, anche se talvolta viene rallentato dallo stile molto pesante e ricercato del testo, come nei momenti delle riflessioni politiche dei personaggi.
I fatti che vengono narrati sono ambientati in Sicilia o più precisamente a "Donnafugata".
Lo spazio si può interpretare come un semplice fondale, ma a volte influisce sul comportamento dei personaggi e ne modifica l'umore spesso anche per effetto della descrizione dei fenomeni
atmosferici.
Lo spazio è reale poiché il racconto è realistico e questi luoghi esistono nella realtà.
Probabilmente la prevalenza di luoghi narrati sono gli interni.
Interni:
All'interno del palazzo dei Salina tutto era fastoso. Suggestivo
è l'affresco del soffitto nella sala in cui si recita il rosario, dove
gli Dei maggiori (Giove, Marte, Venere) sorreggono lo stemma azzurro col
Gattopardo.
La stanza dell'amministrazione, in cui si svolgevano i colloqui del Principe,
era caratterizzata da pareti in calce e da un pavimento lucidissimo nel quale
si riflettevano quadri che rafuravano i feudi di casa Salina, protetti dallo
stemma del Gattopardo.
L'osservatorio era il luogo in cui il Principe si rifugiava per riflettere e
per dedicarsi alle sue grandi passioni: gli studi di matematica ed astronomia.
La stanza occupata da due telescopi, tre cannocchiali e da sectiune su cui vi
erano formule algebriche ed altri calcoli matematici era avvolta da una grande
luce azzurra.
La sala da pranzo era assai ricca e decorata: la tavola imponente, ricoperta da
una tovaglia finissima splendeva sotto la luce del lampadario di Murano.
Massiccia l'argenteria e splendidi i bicchieri recanti sul medaglione liscio le
cifre di F.D. (Ferdinandus Dedit), in ricordo di una munificenza regale. I
fianchi della zuppiera erano argentei e sul coperchio appariva il Gattopardo
danzante.
Nella camera matrimoniale si trovava un altissimo letto di rame, e si poteva
respirare un odore di valeriana, usata solitamente per calmare la principessa.
All'interno della villa di Donnafugata si trovavano quadri pesanti appesi alle
pareti, rilegature antiche dorate, porte che avevano i bordi di marmo grigio.
Passando dalla scala interna si vedevano il salone degli arazzi, quello
azzurro, quello giallo, lo studio del Principe con le persiane alle finestre.
Lo studio era piccolo con ai muri, sotto una teca di vetro, animali
imbalsamati. Una parete della stanza era occupata da una libreria di riviste
matematiche; su una mensola erano appoggiati i ritratti della famiglia.
La sala da ballo era rivestita tutta d'oro,' che conferiva all'ambiente un
significato orgoglioso di scrigno'. Lo stesso soffitto era d'oro con
rafurati degli dei che guardavano in basso sorridenti e inesorabili.
Esterni:
Il giardino di palazzo
Salina era racchiuso tra tre mura e un lato della villa, aveva un aspetto
cimiteriale accentuato dai monticciuoli paralleli delimitanti i condotti
d'irrigazione e che sembravano tumuli di smilzi giganti. Sul terreno rossiccio
le piante crescevano in fitto disordine, i fiori spuntavano ovunque e le siepi
di mortella sembravano disposte per impedire più che dirigere i passi.
Nel fondo una flora chiazzata di lichene giallo-nero esibiva rassegnata i suoi
vezzi secolari; ai lati, due panche di marmo grigio e in un angolo l'oro di un
albero di gaggia.
Per accedere al giardino della villa di Donnafugata, invece, bisognava
percorrere il viale principale e scendere tra le alte siepi di alloro
incornicianti anonimi busti di dee senza naso; dal fondo si udiva la dolce
pioggia degli zampilli che ricadevano nella fontana di Anfitrite. Su di un
isolotto al centro del bacino rotondo, modellato da uno scalpello inesperto ma
sensuale, un Nettuno sorridente abbrancava un'Anfitrite vogliosa. L'innesto dei
gettoni tedeschi per le pesche forestiere, era riuscito perfettamente. Le
pesche erano poche ma erano grandi, vellutate e fragranti; giallognole con
sfumature rosee.
Anche i fenomeni atmosferici hanno un loro compito che è quello di distinguere i vari momenti della narrazione come il gran caldo e il sole battente o il clima mite e piovoso dell'autunno.
Il tutto è narrato a volte dallo scrittore e più spesso dal protagonista principale, Don Fabrizio Salina con le descrizioni sia degli stimoli visivi che di quelli olfattivi.
Proprio per questo la descrizione è quasi sempre soggettiva, in quanto influenzata dai sentimenti e dalle emozioni del protagonista.
I personaggi del brano sono presentati esplicitamente dall'autore con una presentazione diretta, ma molto spesso si ricavano molte altre caratteristiche interpretando o anche solo leggendo i pensieri di altri personaggi interni al racconto.
a) I personaggi principali del brano sono:
Don Fabrizio: protagonista destinatario
Tancredi: aiutante, anche se in modo abbastanza simbolico
Maria stella (moglie di Don Fabrizio)
Padre Pirrone: destinatore
Angelica
b) I personaggi secondari del brano sono:
Don Calogero: in qualche momento può essere visto come l'antagonista
Don Ciccio Tumeo
I li e le lie del principe
Re Ferdinando
Cavriaghi
Chevalley
Mon Signor Vicario
Il cane Bendicò
Don Fabrizio, il protagonista, è un personaggio abbastanza dinamico poiché in qualche occasione cambia atteggiamento o modo di pensare come quando di pente di aver tradito la moglie, mentre gli altri personaggi sono molto statici.
Fasci di caratterizzazione dei personaggi:
q Don Fabrizio
Fasci di caratterizzazione usati: fisiognomica, antropologica, culturale, sociale, ideologica, psicologica, simbolica.
Don Fabrizio è un uomo dal temperamento autoritario, di corporatura imponente in quanto è molto alto e robusto. È sui cinquanta anni ma ancora forte; è biondo, di carnagione chiara e con gli occhi azzurri.
È interessato alle scienze e alle materie matematiche ed è particolarmente appassionato di
astronomia. Usa un linguaggio piuttosto ricercato e possiede una buona cultura ed una buona
conoscenza in ambito scientifico.
Vive in modo agiato e sfarzoso grazie alle ricchezze provenienti dai veri possedimenti di famiglia e in campo politico ha idee molto chiare e decisamente favorevoli alla monarchia. È inoltre un uomo religioso anche se i suoi "peccati" non sono pochi. È una persona orgogliosa e facilmente irritabile e la sua ura può forse rappresentare la nobiltà del tempo, ovvero quella destinata al declino.
q Tancredi
Fasci di caratterizzazione usati: fisiognomica, antropologica, culturale, sociale, ideologica, psicologica, simbolica.
Tancredi è un giovanotto di origini nobili ma che, orfano di entrambi i genitori è ora sotto la custodia dello zio, cioè Don Fabrizio, che nutre per il nipote un forte affetto paterno forse addirittura maggiore a quello per il lio Paolo. È un giovane dagli occhi chiari, alto e snello, le cui doti prevalenti sono l'agilità e l'eleganza. Anche dal punto di vista culturale è un ragazzo in gamba abile nello scrivere e con le parole. Ha anche idee politiche, prevalentemente di tipo rivoluzionario ed è di fede cattolica. Altre caratteristiche che lo contraddistinguono sono l'intelligenza e l'altruismo, e gli si può forse affidare anche un ruolo simbolico come persona simbolo della voglia di cambiamenti e rivoluzioni
q Maria Stella
Fasci di caratterizzazione usati: fisiognomica, antropologica, sociale, psicologica.
Moglie del principe Fabrizio, è una donna di mezza età, dalla corporatura esile e piuttosto minuta.
Il suo comportamento è sempre composto ma spesso nasconde le lacrime quando è in presenza del marito, consapevole dei suoi tradimenti, ed il suo carattere è comunque molto riservato
q Paolo
Fasci di caratterizzazione usati: fisiognomica, antropologica, sociale, psicologica.
Paolo è il primogenito del principe. Basso, esile, non è molto vivace e spesso, per il suo
atteggiamento freddo, dimostra più anni di quanti in realtà non ne ha. È appassionato di cavalli ed è una persona molto gelosa di ciò che crede suo di diritto, come l'affetto del padre che è invece dimostrato per la maggior parte al nipote Tancredi.
q Padre Pirrone
Fasci di caratterizzazione usati: fisiognomica, antropologica, culturale, sociale, ideologica, psicologica.
Padre Pirrone è un uomo di chiesa, fa parte dell'ordine dei gesuiti ed è il padre spirituale della famiglia Salina. Infatti gli piace molto avere lunghi dibattiti col principe, la cui maggior parte però, sono delle confessioni. È un uomo acculturato a cui piace leggere e di lui non vengono descritte le caratteristiche fisiche ma solo il suo modo di vestirsi, cioè con una tonaca legata alla vita da una corda. che consiste in una tonaca trattenuta in vita da una corda. Si interessa anche un po' di politica e di questa ne parla spesso col principe con cui discute le possibili conseguenze delle rivolte.
q Angelica
Fasci di caratterizzazione usati: fisiognomica, antropologica, culturale, sociale, psicologica.
è molto bella, alta e di bell'aspetto, di carnagione chiara, capelli neri ed occhi verdi.
Sa adattarsi alle varie situazioni con estrema facilità e maestria e sa quando comportarsi in modo elegante e rispettoso e quando evadere dalla noia dell'etichetta nobiliare. La sua buona istruzione deriva dalla sua permanenza in un collegio essendo oramai di famiglia borghese. Ha un carattere sicuro di sé, è calma, ma anche intelligente e furba.
La scelta del narratore sul tipo di narrazione da privilegiare è orientata secondo me verso un tipo di narrazione di carattere psicologico e fisiognomico, forse anche per permettere al lettore di conoscere più particolari sui vari personaggi.
Il narratore è esterno alla storia, infatti non partecipa alle vicende narrate.
Il punto di vista è anch'esso esterno ed è presente una focalizzazione zero poiché il narratore è onnisciente, ovvero conosce le vicende narrate.
La tecnica di narrazione privilegiata è il discorso diretto, essendoci molte conversazioni tra i personaggi. In altri punti è anche presente il discorso indiretto, seppur più raramente, e il monologo interiore, nei vari momenti di riflessione spesso tipici del principe Fabrizio.
Lo stile prevalente è quello paratattico essendo la punteggiatura lo strumento utilizzato per la coordinazione dei vari periodi.
Il registro linguistico utilizzato nella maggior parte della narrazione è quello formale poiché il modo di parlare è molto ricercato, essendo quasi tutti i personaggi dei componenti della nobiltà siciliana. Nonostante questo però, a volte si possono riscontrare espressioni di gergo o anche di tipo volgare.
La punteggiatura è usata abbastanza di rado; i punti sono infatti presenti solo alla fine di periodi molto lunghi. L'aggettivazione è invece molto usata e anche molto ricercata con espressioni come: folgorante, languido, accigliato
I temi e i motivi presenti sono quelli della rivoluzione e dei cambiamenti, dell'amore e dell'amicizia e in qualche occasione della gelosia.
Il tema dominante è secondo me quello dei cambiamenti politici che accomna l'intero evolversi delle vicende.
Nel testo vengono richiamati i valori dell'affetto (come quello di Don Fabrizio verso Tancredi) e dell'amicizia, e tra i principali si possono riscontrare anche quelli della vita e della morte. È presente anche un accenno agli ideali politici.
La visione del mondo che appare è quella dei conflitti, in questo caso ambientati nell'atmosfera siciliana ed espressa quindi col suo punto di vista.
Questo testo appartiene alla categoria dei romanzi moderni.
La tipologia narrativa a cui appartiene questo testo è quella storicorealista, in quanto gli avvenimenti politici che tratta sono effettivamente accaduti, cioè la società borbonica, le battaglie di Garibaldi e il crollo della borghesia. Inoltre il testo narra la vita di un personaggio vero, cioè un parente dell'autore.
Il testo riflette sia i modi di pensare del tempo sia le vicende in quel periodo accadute, ovvero quelle di fine '800.
Commento
La lettura di questo testo non mi è piaciuta molto, al contrario di quelli letti in precedenza. Questo perché il modo di scrivere è troppo ricercato, specie nelle prime ine; sono infatti numerosi i vocaboli "strani" o comunque non di uso frequente. Inoltre anche la trama non mi ha appassionato molto. La narrazione diviene comunque abbastanza fluida nelle ine seguenti, ma sempre abbastanza pesante data la grande aggettivazione utilizzata e il suo carattere molto ricercato rende il testo molto pesante, specie quando l'autore si sofferma su lunghe e particolareggiate descrizioni.
Un'altro particolare che mi ha colpito negativamente è stato il titolo, a mio parere non molto significativo in quanto rappresenta solo lo stemma della famiglia Salina che e poche volte nel testo e in maniera che può quasi sembrare forzata, fatta apposta per creare un collegamento tra il titolo e il racconto. La vicenda di per sé, mi è comunque piaciuta abbastanza, forse per il suo accenno ad un qualcosa di avventuriero quali possono essere le rivolte e il clima di tensione politica che c'è attorno ai personaggi.
Recensione
Il libro mi è sembrato adatto ad un tipo di persone di età più avanzata, non a dei ragazzi della mia età per il suo registro linguistico troppo ricercato. Se dovessi consigliarlo a qualcuno infatti, di certo non sarebbe un mio amico perché so che non lo gradirebbe, ma magari un mio parente con più anni, che saprebbe probabilmente apprezzarlo di più. Non è infatti secondo me adatto a chi, come me, la maggior parte delle volte legge per divertimento o per passatempo.
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