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Scheda libro su Italo Calvino - I BARONE RAMPANTE
Riassunto
Il racconto, narrato da Biagio (fratello minore del protagonista), attraversa tutta l'esistenza del barone Cosimo Piovasco di Rondò, primogenito di una famiglia nobile in parte decaduta con a capo il Barone Ariminio.
La narrazione inizia con la descrizione di un futile litigio avvenuto il 15 giugno 1767 nella tenuta di Ombrosa, immaginario paesino della riviera Ligure, tra Cosimo adolescente e suo padre, causato dal rifiuto del giovane di mangiare le lumache cucinate dalla perfida e macabra sorella Battista.
In seguito a questo fatto Cosimo decide di salire sugli alberi del giardino di casa per non scenderne mai più.
Dopo il litigio, la vita del protagonista si svolgerà sempre sugli alberi, prima del giardino di famiglia e, in seguito, nei boschi del circondario dove il giovane farà conoscenza di alcuni coetanei e in particolare di un bambina, Viola, di cui rimarrà per sempre innamorato..
La sua vita sarà intervallata anche da parentesi in terre lontane seppur collegate per «via vegetale» alla tenuta del barone. Durante un viaggio a Olivabassa (un paese dell'interno) Cosimo conoscerà degli esiliati snoli e si innamorerà di Ursula che però, terminato l'esilio, ritornerà in Sna mettendo fine alla loro storia. Cosimo è forte, testardo, introverso e scontroso ma onesto e dotato di forza di volontà, fatto che gli consente di non venire mai meno ai propri ideali.
Mantiene una normale vita di relazione con gli abitanti della tenuta, per i quali si offre di fare molti servizi utili guadagnandosi così anche la loro simpatia.
Inoltre prosegue gli studi, impara a cacciare, consolida amicizie e segue la vita di famiglia. Ciò contribuisce sensibilmente a renderlo strano ma anche affascinante agli occhi della società.
La sua fama del ragazzo che vive sugli alberi si diffonde con rapidità e toni impensabili per l'epoca d'ambientazione del racconto. Se all'inizio Cosimo diviene famoso come fenomeno da baraccone e la sua famiglia quasi se ne vergogna, in seguito a rapporti diretti o indiretti con personaggi del calibro di Diderot, Rousseau, Napoleone e lo Zar di Russia.
Cosimo scrive anche un 'Progetto di Costituzione di uno Stato ideale fondato sugli alberi', opera che contribuisce alla fama e al rispetto che godeva il personaggio.
Il ritorno di Viola, suo primo amore, fa esplodere un sentimento reciproco in realtà sempre esistito, che si concluderà drammaticamente per una serie di equivoci e cose non dette. Alla fine Cosimo, ormai vecchio e stanco, un giorno si aggrappa ad una mongolfiera di passaggio, e tutti supposero che il vecchio morente fosse sparito mentre volava in mezzo al golfo.
Commento
"Un ragazzo sale su di un albero, si arrampica tra i rami, passa da una pianta all'altra, decide che non scenderà più". Inizia così la prefazione che Calvino, celandosi dietro il nome anagrammato di Tonio Cavilla, fece, nel 1965, per un'edizione del suo romanzo destinato alle scuole medie.
Questa è, in estrema sintesi, la storia de Il Barone rampante, romanzo che "sfugge ogni definizione precisa", ma che sicuramente può essere visto come un'allegoria, quindi una metafora che sottintende un significato, ma quale possa essere questo significato non è chiaro.
La storia di Cosimo Piovasco di Rondò è facilmente accostabile alla favola di 'Peter Pan' o di 'Alice nel paese delle meraviglie', rappresenta quasi un libro scritto per gioco; ma è anche un libro che può essere trovato accostato in uno scaffale a 'Don Chicotte' o a 'Gulliver', romanzi che sicuramente propongono importanti spunti di riflessione.
Il Barone Rampante è dunque un'avventura scritta per gioco, "anche se il gioco sembra ogni tanto complicarsi e trasformarsi".
Il fatto di svolgersi nel XVIII dà al libro una certa aria di 'serietà', a volte tende anche ad essere un romanzo storico in cui attorno al protagonista si muovono uomini di grande importanza come Napoleone, Diderot, Voltaire; comunque non è neppure un romanzo storico, infatti, questi personaggi illustri del Settecento non sono altro che uno sfondo alla storia di Cosimo, unico e vero protagonista del romanzo, e Calvino usa probabilmente questo stratagemma per conferire dignità e importanza ad un personaggio in parte autobiografico.
Persino l'autore non chiarisce i significati nascosti dell'allegoria:' L'uomo che vive sugli alberi . E' un'allegoria del poeta, del suo modo sospeso di essere nel mondo? E, più in particolare, è un'allegoria del disimpegno? Oppure al contrario dell'impegno? '.
Con certezza possiamo affermare che la salita sugli alberi di Cosimo Piovasco di Rondò è un atto di ribellione all'autoritarismo paterno; ma ciò che intende Calvino con questa ribellione e a chi realmente la rivolge non è chiaro. Il messaggio che comunque traspare dalla lettura del libro è che la disobbedienza e la trasgressione acquistano un senso solo quando diventano "una disciplina morale più rigorosa e ardua di quella a cui ci si ribella." Da ciò si può notare un grande interesse, da parte dell'autore, per gli atteggiamenti morali e per lo stile di vita che ogni persona.
Il 'Progetto di Costituzione di uno Stato ideale fondato sugli alberi', scritto da Cosimo, rappresenta ben altro che un elemento esclusivamente narrativo; è invece la prospettiva dell'autore di un mondo rivolto al futuro, ma fatto però non solo di 'progresso', ma anche di idee e di rispetto delle idee.
E' dunque evidente che con questo libro Calvino intende analizzare anche la società contemporanea, spesso troppo protesa verso lo sviluppo che non sempre è sinonimo di miglioramento. Ciò non ci deve stupire, infatti, Il barone rampante, pubblicato nel 1957, costituisce il secondo libro della trilogia "I nostri antenati", attraverso la quale lo scrittore voleva fare un allegorico ritratto dell'uomo moderno, e quindi della sua società.
Per l'autore spesso vengono dimenticati o messi in secondo piano i tutti i valori morali e etici, in particolare quelli che riguardano il rispetto per gli altri, che sono alla base per ogni società civile.
Un altro aspetto che è doveroso riportare è la consapevolezza acquisita da Cosimo che le cose appaiono in modo diverso a seconda del punto da cui le si guardano, perciò la salita sugli alberi di Cosimo può essere intesa ad un'apertura verso nuove idee e il rifiuto per rigidi condizionamenti ideologici.
La scelta di Calvino dell'allegoria equivale al suo dire 'no', come lo fa Cosimo quando decide di non mangiare le lumache. Quel 'no' però si affievolisce quando Cosimo muore volando, attaccato al filo di una mongolfiera, in cielo. La sua morte rappresenta la fine dell'opera, ma anche la consapevolezza dell'esilità dell'allegoria. Essa si è difesa dall'accusa di essere una forma di evasione, ma sente che la sua consistenza è volata in cielo insieme a Cosimo. Calvino termina la propria presentazione con queste parole: "per chi vuol trarre una morale dal libro le vie aperte sono molte, anche se per nessuna si può essere certi che sia giusta", quasi volesse tenere segreto al pubblico il vero significato della sua opera.
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