letteratura |
Settima Giornata
Novella
Prima
NOME DELL'AUTORE: Giovanno Boccaccio
CHI PARLA: Emilia sotto il regno di Dioneo
SPAZIO:
La vicenda si svolge nella città di Firenze. Nella contrada di San Pancrazio, attuale via Spada. Poi si sposta a Fiesole.
TEMPO:
Non è specificato giorno mese e anno, né un'ora precisa. L'autore, però, fa capire che l'azione si svolge durante una notte.
RIASSUNTO:
Ci troviamo a Firenze. Gianni Lotteringhi, lavoratore di stame (la parte più pregiata e resistente della lana), è un ragazzo sempliciotto e credulone. Essendo un uomo agiato contribuiva anche a fare delle donazioni ai frati del convento di San Pancrazio. Gianni aveva una comna, non sappiamo se fosse la moglie, di nome Tessa. La quale, essendo innamorata di Federico di Pegolotti e conoscendo la credulità del marito, invitò il suo amante in una casa di camna nelle vicinanze di Fiesole e dove la donna passava le caldi estati.
Federico si recò nella cascina dove dopo aver cenato si coricò con Tessa. Ma Tessa che non voleva che quella fosse stata né la prima né l'ultima volta ordinò a Federico che ogni sera sarebbe dovuto venire alla cascina e che se avesse visto su di un palo antistante la casa un teschio di asino rivolto verso Firenze sarebbe dovuto entrare senza preoccupazioni ma se lo avesse visto rivolto verso Fiesole avrebbe saputo che in casa c'era Gianni.
In questo modo i due amanti si incontrarono molte volte.
Ma una sera, arrivato all'improvviso Gianni, Tessa mandò una sua serva nel giardino dove si incontrava con Federico per lasciargli qualcosa da mangiare ma si dimenticò di assicurarsi che ella dicesse al suo amante che quella notte non sarebbero potuti stare assieme.
Dopo cena, Federico, incuriosito dal fatto che Tessa ancora non lo aveva raggiunto, andò a bussare alla porta della cascina. Sia Gianni che Tessa si svegliarono. Tessa fece finta di nulla mentre Gianni ne rimase insospettito. Quando Federico bussò per la seconda volta Gianni scosse Tessa che costretta ad alzarsi fece credere al marito che si trattava della fantasima, un enorme belva che da qualche giorno girovagava per Fiesole e che tanto l'aveva impaurita nelle notti che aveva passato "da sola". Così Gianni rassicurando la moglie si alzò per allontanare la bestia. Ma Tessa per paura che scoprisse Federico lo seguì e prima di aprire la porta cominciò a fare delle orazioni contro la belva dicendo che se fosse andata nell'orto avrebbe trovato capponi e galline a quantità. Federico che, logorato dalla rabbia e dall'invidia nei confronti di Gianni, non avendo cenato se ne andò nell'orto e si portò via due capponi per cenare tranquillamente a casa. Nelle notti che seguirono Tessa e Federico risero molto su quel fatto.
Ma, racconta Emilia, come dice la leggenda, Tessa aveva davvero messo il teschio verso Fiesole ma un contadino passato di li, urtandolo con la pala ne cambiò la direzione ingannando Federico.
La novella è piaciuta molto ai comni di Emilia.
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