Spiegazione
del XVIII modulo del Principe
del Machiavelli
"Quamod fides a princibus sit serranda"
Secondo
il Machiavelli un buon principe deve saper
abbindolare gli uomini con l'astuzia e alla fine la furbizia ha superato sempre
quelli che si sono basati sulla lealtà. Dunque un buon principe deve
saper usare, nello stesso tempo, sia la legge che la forza, anche se la forza
è indice di brutalità e perché spesso usare la legge non basta e
pertanto è bene usare la forza bruta. Questi principi devono essere
insegnanti segretamente ai principi, perché per poter governare è
necessario usare le leggi e la forza. Il principe deve essere furbo come una
volpe per evitare lacci e trabocchetti ma nello stesso tempo deve intimorire i
possibili avversari, perciò un signore prudente non deve osservare la
fede quando questa gli torna contro. Se gli uomini fossero tutti buoni, questo
precetto non sarebbe valido, ma poiché le persone sono cattive non ti rimproveranno se le hai imposte a loro. Questa natura
è bene saperla colorire e bisogna essere un gran simulatore perché colui
che inganna troverà sempre chi si lascia ingannare.
Al principe non
è necessario avere tutte le qualità, cioè essere in pace
con la propria anima e all'occorrenza saper mutare i propri atteggiamenti. Per
mantenere lo Stato si può operare contro la fede, contro
l'umanità, contro la religione e pertanto è necessario che abbia
un animo disposto a modificarsi secondo gli eventi e la fortuna. Un principe
deve avere grande cura nel parlare perché deve dimostrare con le parole di
avere pietà, fede, umanità e rispetto della religione. Gli uomini
giudicano più con gli occhi che con le mani perché tutti vedono e pochi
ascoltano. Qualunque mezzo usi il principe per mantenere lo Stato è un
mezzo onorevole.