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UN PO' DI STORIA
Medioevo
Il Medioevo ebbe inizio nel 476 d.C. con il crollo dell'Impero Romano.
Quando l'Impero si sfaldò si formarono tanti piccoli regni romano-barbarici e l'unico fattore unificante era la Chiesa che possedeva il potere spirituale ma anche quello temporale ( potere religioso e politico).
La ricostruzione di un organismo politico si ha con la creazione da parte di Carlo Magno del Sacro Romano Impero, che comprendeva i territori di Francia, Germania e Italia.
Con Carlo Magno nasce anche il sistema feudale, basato sulla distribuzione di piccoli territori (feudi) ai suoi soldati più meritevoli i quali suddividevano a loro volta la porzione di territorio in piccoli appezzamenti che assegnavano a loro volta ai loro fedeli seguaci (vassalli, valvassori).
Oltre all'anarchia feudale, un altro fattore di instabilità è costituito, dopo il Mille, dal conflitto tra Papato e Impero per la nomina dei vescovi, che erano dei veri e propri signori feudali.
La società medievale era fortemente gerarchica e statica, con ceti sociali quali:
Queste specie di caste erano chiuse e non si poteva passare da un livello all'altro, tranne nel caso di cooptazione, ossia quando un appartenente alla classe contadina diventava chierico, passando così al livello superiore.
La struttura sociale divisa in questi tre rami, rispecchiava l'ordine divino perché rappresenta la Trinità ed è perciò considerata immutabile.
Inoltre era ignorato il principio di eguaglianza tra gli individui (si affermerà solo con la Rivoluzione Francese).
Alla base dell'economia medievale c'era l'agricoltura, e per il regresso delle tecnologie utilizzate, spesso la produzione era insufficiente. Questo causava una crisi economica, che associata alle carestie,alle guerre e alle epidemie, sfociò in un calo demografico molto incidente.
Gli scambi commerciali sono pressochè inesistenti e le prestazioni dei contadini non vengono retribuite; il contadino è obbligato a lavorare senza compenso le terre del signore (corvèes) in cambio di protezione e della concessione di piccoli appezzamenti da coltivare per il proprio fabbisogno.
Il centro della vita sociale ed economica si sposta dalla città alla camna: sono i monasteri, le abbazie e i castelli dei signori feudali.
Solo dopo il Mille, con la fine delle invasioni, l'incremento demografico, l'avvento di innovazioni tecnologiche nel campo agricolo, quali la rotazione trennale anziché biennale e l'aratro in ferro che oltre a fendere il terreno lo girava, si ha una netta ripresa economica.
Riprendono gli scambi commerciale e si fa sempre più rilievo la ura del mercante.
Le città si ripopolano; ha inizio una nuove fase storica, il Basso Medioevo.
La visione del mondo è fortemente cristiana; l'ordine del creato, in quanto provvidenziale e voluto da Dio, è ritenuto perfetto e immutabile.
Non c'era curiosità di esplorare l'ignoto, ritenevano che la verità fosse data una volta per tutte.
Mentalità Dogmatica: non esisteva la verifica delle verità, ma solo l'accettazione di esse.
TRASCENDENTISMO: svalutazione della vita terrena; si riteneva che il fine della vita umana non è su questa terra, ma è raggiungibile con la salvezza eterna.
ASCETISMO: letteralmente significa esercizio che fortifica lo spirito contro il peccato, e rappresenta il disprezzo del mondo e della vita terrena perché costituito solo da sofferenze e dominato dalla morte incombente. (da ciò deriva asceta = eremita)
I primi pensatori cristiani, quali Sant'Agostino, furono le voci più autorevoli della cultura medievale.
Gli scrittori erano portavoce di idee filosofiche come l'immortalità dell'anima, il rispetto della giustizia, la solidarietà umana, la rinuncia ai piacerie il culto dello spirito.
Con il crollo dell'Impero Romano, sì anche l'istituzione scolastica; l'unica fonte di istruzione rimaneva la Chiesa.
Furono successivamente istituite scuole presso vescovadi (cattedrali).
I monasteri avevano una funzione culturale molto importante; san Benedetto da Norcia introdusse il concetto ora et labora, prega e lavora, che a differenza del monachesimo orientale doveva essere vissuto in comune. I monasteri benedettini si diffusero rapidamente in tutta l'Europa, rappresentando centri di cultura importanti.
Per la circolazione della cultura però occorrevano libri; nei monasteri vi erano veri e propri laboratori di scrittura in cui i monaci si occupavano della trascrizione dei testi copiandoli a mano. Questi monaci vennero quindi chiamati amanuensi.
Accanto ai laboratori di copiatura veniva collocata la Biblioteca, il luogo dove si studiava e si formava il sapere.
Al centro dell'insegnamento, nell'Alto Medioevo, vi erano le Arti Liberali, ossia dell'uomo libero, quello cioè non obbligato a lavorare per vivere. Si suddividevano in:
Trivio, che comprendeva discipline di tipo linguistico- letterario: grammatica, retorica e dialettica;
Quadrivio, composto da materie di tipo scentifico: aritmetica, geometria, astronomia e musica.
La cultura apparteneva esclusivamente ai chierici che erano perciò considerati gli intellettuali e la lingua della cultura era considerata il latino.
La cultura perciò era patrimonio di un'èlite molto ristretta e costituita per lo più da chierici, visto che anche l'aristocrazia feudale spesso non era istruita.
Il volgare è la lingua parlata dal popolo (volgo) e nasce con piccole differenze rispetto al latino, come gli accenti spostati, il suono della parola, la costruzione della frase..
Dal latino nascono la maggior parte delle lingue parlate ancora ai giorni nostri.
Durante l'Età Cortese (denominateìa così perché derivante dalla corte de feudatario) la cultura si suddivideva in due rami principali:
Le Canzoni in gesta o Chanson de geste, sono poemi in versi, composti in lingua d'oil (provenienti perciò dal Nord della Francia).
Sono componimenti anonimi, trasmessi oralmente da giullari, usando molte ripetizioni e molti particolari cromatici (colori delle cose per crearne un'immagine) per attirare l'attemzione degli uditore; narrano le avventure di Carlo Magno e dei suoi "conti palatini", successivamente denominati Paladini, usando come temi la religione e il valore di cavaliere; si basano su fatti storici, trasformandoli poi con l'aggiunta di elementi inverosimili. Poca attenzione alla descrizione dei paesaggi.
La Chanson de geste più famosa è "La Chanson de Roland", componimento anonimo che narra di Orlandoe di Carlo Magno durante la guerra contro i Musulmani in Sna. Gano, patrigno di Orlando, vuole vendicarsi di un presunto torto subito e si accorda coi Saraceni per tendere un agguato ad Orlando a Roncisvalle, nelle gole dei Pirenei.
La retroguardia francese guidata da Orlando si batte fieramente fino all'ultimo e Orlando, che per mezzo del suo corno magico, l'olifante, udibile anche a chilometri di distanza, avrebbe potuto richiamare Carlo Magno per farsi aiutare, lo suona soltanto quando ormai sta per morire.
Quando Carlo Magno arriva è ormai troppo tardi per Orlando, ma gli Infedeli vengono sterminati e Gano condannato a morte.
Romanzo in prosa, scritto in lingua d'oil (Francia Settentrionale) che ha come temi fondamentali l'amor cortese, ossia l'amore verso la dama del proprio sovrano a cui vengono dedicate tutte le vittorie, e le avventure cavalleresche.
Componimento ricco di elementi fiabeschi, che soppiantano quelli religiosi e l'elemento storico quasi svanisce.
Il cavaliere non ha più il ruolo di difendere la cristianità, ma si avventura in azioni fantastiche.
L'autore più significativo dei Romanzi Cortesi-Cavallereschi è Chrètien de Troyes, con i componimenti più famosi, quali Lancillotto, Ivanhoe, Eneide, Perceval..
Componimento in lingua d'oc (Sud della Francia) scritto, ma destinato all'uso orale; il termine lirica viene usato perché questi componimenti venivano cantati e accomnato con uno strumento chiamato lira.
Erano scritte e interpretate dai trovatori, quelli che oggi possiamo definire cantautori.
Il tema principale era nuovamente l'amore, ma inteso come fonte di innalzamento, perché spesso questo sentimento non era ricambiato. Il cavaliere si rendeva schiavo della dama e lei era il suo unico motivo di vittoria.
Il principale autore di questa corrente letteraria è Bernart de Ventadorn.
I vari generi letterari si affermano in aree geografiche ben definite (in Sicilia nasce la poesia lirica, la poesia comoco-parodica e allogorica si sviluppa in Toscana . ).
La letteratura religiosa non è propriamente un genere letterario, ma viene più definita come un'area tematica.
I temi dei componimenti sono basati sulla lode a Dio e il maggior esponente di questo"genere" fu san Francesco d'Assisi con il suo "Cantico delle creature".
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