A M L E T O
di W. Shakespeare
La tragedia comincia davanti al castello di Elsinoire, in Danimarca, in tempi leggendari. È la
mezzanotte di una notte fredda e Marcello e Bernardo si approssimano per dare
il cambio alle sentinelle. Giunge poi anche Orazio, che era stato invitato al
posto di guardia per essere testimone di un fatto sovrannaturale che vi si
verifica da due sere. Marcello descrive la visione apparsa ma prima che possa
completare la descrizione, entra il fantasma. I tre, meravigliati, tentano di
instaurare un colloquio ma il gallo canta e il fantasma scomparve. Sono
però del parere che si tratti del defunto re. Il giorno seguente, mentre
re Claudio (zio e patrigno di Amleto) stava
discutendo degli affari di stato (il suo recente matrimonio, le minacce della
Norvegia) e pregava Amleto di accettarlo come
padre, giungono Orazio, Marcello e Bernardo che, in segreto, dicono ad Amleto dell'incontro col fantasma dalle sembianze di suo
padre. Amleto lo vuole incontrare la sera stessa e
così avviene. Il fantasma, una volta comparso, chiama Amleto che lo segue senza nessun timore. Gli viene svelato
che era stato il fratello Claudio ad ucciderlo dopo aver sedotto Gertrude mentre egli era ancora in vita. Quindi spiega il
modo in cui è stato ucciso: Claudio gli aveva versato del veleno
nell'orecchio cogliendolo nel sonno. Desiderio estremo del fantasma è
che Amleto vendichi la sua morte e non lasci che il
letto reale si trasformi in un rifugio di amanti incestuosi. La scena si sposta
ad una stanza del castello in cui il re e la regina accolgono Polonio che
riferisce le ragioni della pazzia di Amleto (fatta
nei confronti della fidanzata Ofelia); i due ascoltano e decidono di spiarlo.
Così avviene, Amleto in segrete confidenze col
Ofelia, dopo aver pronunciato il suo monologo più famoso (essere o non
essere..) gli dice di ritirarsi in un convento perché non abbia a generare
peccatori. Claudio e Polonio, nascosti capiscono che la situazione di Amleto era molto più grave di quanto poteva
sembrare. Polonio suggerisce di far chiamare Amleto
dalla madre perché lei stessa lo interroghi sulla causa del suo stato; egli
stesso ascolterà la loro conversazione nascosto nella stanza. Il giorno
seguente Amleto fa il suo ingresso nella sala del
castello dove lo aspettano degli attori. Gli dice di voler vedere la
rappresentazione della "Morte di Gonzago" (vicenda
simile a quella fatta da Claudio nei confronti del fratello). Nella scena del
veleno Claudio lascia la sala senza spiegazione. Amleto
viene a conoscenza del fatto che la madre gli vuole parlare e così,
giunto nella sua stanza, cominciano a discutere. Polonio, dietro l'arazzo,
tradisce la sua presenza ed Amleto, snuda la spada
tragendolo. La madre chiede cosa abbia fatto per meritare tutto ciò e
gli viene risposto l'ipocrisia con la quale ella ruppe le sue promesse
matrimoniali. e il fantasma che rappacifica lo stato del lio. Gertrude però non vede il fantasma ed osserva con
stupore il dialogo di Amleto con il vuoto. Calmato,
chiede scusa alla madre e gli dice di non parlare al re della sua falsa pazzia,
poi la madre gli rammenta che partirà per l'Inghilterra e che non
dovrà fidarsi né dei suoi amici di viaggio né della lettera che Claudio
sta per inviare. Amleto parte con Rosencrantz
e Guildenstern. Giunge nel frattempo alla corte
danese Laerte, lio di Polonio e fratello di
Ofelia. Questi vuole vendicare la morte del padre uccidendo Amleto
il quale aveva inviato una lettera nella quale riferiva il suo ritorno entro
pochi giorni. Laerte, felice perché può incontrarlo
a duello, viene a conoscenza che la sorella era stata trovata affogata forse a
cause della sua pena d'amore. Giunto a casa, Amleto
partecipa al funerale di Ofelia e successivamente deve partecipare ad un duello
con Laerte. Claudio, favorevole alla vittoria di Laerte, chiede che del vino (avvelenato solo per Amleto) venga posto sulla tavola ed annuncia l'inizio dello
scontro. Dopo due tocchi da parte di Amleto la madre
decide di brindare al lio e bevve la coppa di vino destinata ad Amleto. Nel frattempo Laerte
riesce ad aver la meglio ma quando l'avversario riesce a colpirlo per
ucciderlo, la madre crolla a terra. Amleto viene a
sapere che la bevanda era avvelenata come pure la spada di Laerte;
la folla grida al regicidio. Amleto costringe
così il padre a bere del vino avvelenato e alla sua morte, dopo aver
proclamato Fortebraccio (tornato dalla vittoriosa
conquista della Polonia) re, stramazza al suolo.
PERIODI
TRATTI DALL'AMLETO
SPETTRO: (atto I scena V) Io sono lo
spettro di tuo padre, condannato a vagare la notte e a digiunare in giorno nel
fuoco, fino a che non siano arse e purgate le gravi colpe di cui mi son macchiato nei miei giorni di natura. Se non mi fosse
vietato di rivelare i segreti della mia prigione, potrei narrarti tale una
storia da strapparti l'anima a ogni minima parola; e raggelare il tuo giovane
sangue e trarre fuori dalle orbite loro le stelle dei tuoi occhi .
AMLETO,REGINA,POLONIO: (atto III scena
IV) R: Ah si? E allora ti manderò qualcuno che ti sappia parlare. A:
Via, via, restate lì, seduta. E non muovetevi ché non ve ne andrete
prima ch'io v'abbia messo davanti agli occhi lo specchio che vi mostri la parte
intima di voi fino in fondo. R: Che vuoi fare? Assassinarmi? No! Aiuto! Aiuto!
Aiuto! P: (di dietro l'arazzo) Òlà! Aiuto! Aiuto! Aiuto! A: (snuda la spada) Che è? Un topo?
Un ducato, che è morto! Morto! (Tira
una stoccata attraverso l'arazzo). P: Ah! Sono assassinato!
LAERTE,RE: (atto IV scena V) L: Re
svergognato! Ridammi mio padre [ . ] Quella goccia del mio sangue che ora rimane
calma proclama bastardo me, cornuto mio padre e stampa il marchio della baldracca proprio in mezzo alla casta e pura fronte della
mia santa madre. R: Quali motivi hai, Laerte, di
prorompere in una così gigantesca rivolta? Lasciatelo, Gertrude! Non temete per la mia persona[ . ] L: Dov'è
mio padre ? R: Ucciso [ . ] L: Come fu ucciso? Non mi lascio incantare!
All'inferno la fedeltà di suddito, al diavolo dei diavoli il giuramento
di vassallo[ . ]
AMLETO,RE,GERTRUDE: (atto V scena II)
R: Il nostro Amleto vincerà. G: Ha il fiato
corto; è grasso. Tieni il mio fazzoletto, Amleto.
Asciugati le tempie. La regina beve alla tua fortuna, Amleto!
A: Grazie, signora . R: (con un grido)
Gertrude, non bere! G: Si, perdonate, monsignore;
voglio bere. (Beve). R: (a parte) La coppa avvelenata. Troppo
tardi! G: Bevi anche tu, Amleto. A: Non ora. Dopo,
dopo. G: Aspetta, che ti asciughi la fronte.