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ELABORAZIONI STATISTICHE

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ELABORAZIONI STATISTICHE



Rapporti statistici


Spesso i risultati di una rilevazione statistica non forniscono un valido strumento di conoscenza e di spiegazione del fenomeno indagato.



Regioni



Italia

settentrionale


Abitanti

(in magliaia)


Superficie

(in km^2)


Densità

(ab. / km^2)

Emilia - Romagna

3.946

22.122

178

Friuli  - Venezia Giulia

1.244

7.845

158

Liguria

1.864

5.414

344

Lombardia

8.866

23.851

371

Piemonte

4.542

3.578

179

Toscana

3.578

869

156

Trentino - Alto Adige

869

13.613

64

Veneto

4.300

18.315

234

Valle d'Aosta

114

3.262

35


I rapporti, ai quali in statistica si fa ampio ricorso, sono quelli fra le intensità di uno stesso fenomeno collettivo o fra le intensità di fenomeni collettivi diversi. A volte si ricorre anche a rapporti fra quantità molto varie - purchè almeno una sia di natura statistica - sotto la sola condizione che i rapporti ottenuti abbiano significato e siano utili. A tali rapporti, detti rapporti statistici, si danno denominazione diverse in relazione al significato concettuale che, per gli scopi per i quali si calcolano, vengono ad assumere.

I principali tipi di rapporto sono:

Rapporto di densità

Rapporto di durata

Rapporto di ripetizione

Rapporto di composizione o parte al tutto

Rapporto di derivazione




Rapporto di densità


Il rapporto di densità è il rapporto tra un dato quantitativo caratteristico di un fenomeno e la dimensione del campo di osservazione


Il numero di abitanti per ogni km^2 è un rapporto di densità. Il dato quantitativo è il numeri di abitanti e il campo di osservazione è la superficie.


Rapporto di durata


Il rapporto di durata è il rapporto tra l'intensità di un fenomeno collettivo in un dato istante e le variazioni quantitative che una parte del fenomeno stesso subisce durante un certo intervallo di tempo.


Esso esprime il tempo medio di permanenza di un elemento nel gruppo a cui appartiene.

Con riferimento ad un dato periodo di tempo e indicando con:

Ci : la consistenza iniziale dei depositi;

Cf : la consistenza finale;

E : il totale dei prelevamenti fatti nel periodo ( uscite );

V: il totale dei versamenti effettuati durante il periodo ( entrate );


la durata media di giacenza è data da:


Ci + Cf

2

d = = Ci + Cf

E + V E + V











I rapporti di durata trovano applicazione nel campo aziendale, in demografia e in economia. Per la pratica determinazione dei rapporti di durata sono spesso necessarie delle opportune ipotesi, variabili da caso a caso.


Rapporto di ripetizione


Si chiama rapporto di ripetizione l'inverso del rapporto di durata.


Esso esprime quante volte una popolazione statistica si rinnova in un dato intervallo di tempo.






Rapporto di composizione o parte al tutto


Il rapporto di composizione è il rapporto fra due frequenze, di cui la prima costituisce una componente della seconda.


Esso dà l'esatta composizione di una collettività, in quanto mette a confronto le sottocollettività con la collettività completa alla quale i dati statistici si riferiscono.


numero femmine = 27.643.000

r =

totale popolazione 54.025.000



Spesso i rapporti di composizione si esprimono in forma percentuale ( cioè vengono moltiplicati per 100 ).

Applicazioni dei rapporti di composizione si incontrano di frequente in tutti i campi. Si usano, per esempio, per studiare la composizione del portafoglio crediti delle banche commerciali, la distribuzione territoriale della popolazione, la distribuzione delle azioni per categorie di possessori.


Rapporto di derivazione


Il rapporto di derivazione è il rapporto fra i dati di due fenomeni statistici, il primo dei quali derivi dal secondo.

E' un rapporto che confronta due collettività distinte, ma tali che una di esse possa considerarsi come il presupposto necessario dell'altra.



IL NUMERO INDICE


Un numero indice è una misura statistica ideata per mostrare i cambiamenti in una variabile, in un gruppo di variabili, rispetto al tempo, alla localizzazione geografica o ad altre caratteristiche.


Il numero indice può essere distinto in:

Semplice

Composto



Numero indice semplice

I numeri indice semplici indicano le variazioni dell'intensità o della frequenza di un fenomeno.


Un esempio di indice semplice è l'indice semplice dei prezzi, che mette in rapporto il prezzo di un singolo bene in un dato periodo di tempo e il prezzo dello stesso in un altro periodo.

Il dato rispetto al quale si vogliono mettere in evidenza le variazioni si chiama base dei numeri indice.

La scelta di questa base, cioè del termine di paragone, in genere questione di convenienza. A volte, come base, si prende la media dei dati.





Il numero indice relativo al 1985 è dato da:

( 185.740 / 182.669 ) * 100 = 102


Numeri indice a base mobile

A volte si usano i numeri indice a base mobile, detti anche a catena ciascuno dei quali ha come base il dato statistico precedente.


Numeri indice composti

I numeri indici composti esprimono "in modo complessivo" le variazioni, intervenute nello spazio o nel tempo, delle grandezze componenti un fenomeno complesso.

Per passare dai numeri indici semplici a quelli composti si può procedere in vari modi. Il più comune è quello usato dall'Istat.


Metodo ( numeri indici delle medie )

per il 1989 :   1 + 7 + 100 = 36

3

Per il 1990: 2 + 8 + 120 = 43,3

3



Il numero indice della media dei prezzi è dato da:

43,3 * 100 = 120,3

36






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