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GLI ELEMENTI DELLA PSICOANALISI ( Bion ) COME TEORIA DELLE EMOZIONI O DELLE ESPERIENZE EMOZIONALI

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GLI ELEMENTI DELLA PSICOANALISI ( Bion ) COME

TEORIA DELLE EMOZIONI O DELLE ESPERIENZE EMOZIONALI


Il motivo con cui Bion inizia Elementi della psicoanalisi sembra chiaro e

avvincente. Gli elementi, rispetto alle teorie psicoanalitiche - criticate

spesso come troppo teoriche e troppo concrete - sono pochi, pochi da

individuare, come le lettere dell' alfabeto rispetto agli ideogrammi. Si tratta

d'individuare gli elementi di un alfabeto psicoanalitico, capaci d'articolazione

gli uni con gli altri, e di potersi combinare nel rappresentare tutte le

situazioni psicoanalitiche, costituendo un sistema il più possibile mobile,

aperto e dinamico. Costituendosi la situazione analitica per interazione di due



personalità, gli elementi sono funzioni della personalità, ciascuna con fattori,

rivolta a fini particolari. Ogni elemento è una funzione 'visibile' nel lavoro

analitico, secondo il senso comune, un senso comune ad almeno un altro, e da

questo confermato. A dispetto della mia totale incompetenza musicale, mi trovo a

pensare che gli elementi della psicoanalisi possano funzionare come gli

strumenti dell'orchestra, ognuno con il suo particolare timbro o colore o

qualità di suono, in una complessiva combinazione o composizione orchestrale. In

Lo sviluppo kleiniano Meltzer trova cagione di molta confusione che quello che

prima viene chiamato elemento, sia poi descritto come meccanismo, e

successivamente come fattore in una funzione (e alla fine del libro - possiamo

aggiungere - come classificabile fenomeno). Riapparirebbe così il criticabile

ondeggiare tra troppo teorico filosofico-matematico (elemento, fattore) e troppo

concreto (meccanismo), nel tentativo di cogliere l'aspetto qualitativo

(piuttosto che quantitativo) del fenomeno (come infine viene chiamato).

Il primo elemento è la relazione dinamica, permeata di emozioni, tra contenitore

e contenuto, che tende a rendere recettivo il contenitore e a dare significato

al contenuto. Se un paziente dice che non può comprendere, prender dentro (take

in) qualcosa, o l' analista sente che c'è qualcosa che non può comprendere, è un

contenitore che viene conurato e un qualcosa da mettervi dentro. Così si

esprime Bion nel secondo modulo di Elementi, interrogandosi sulla centralità

di questo primo elemento, come fosse di quella del pianoforte nell'orchestra.

L'idea del contenitore in cui un oggetto è proiettato, e di un oggetto che può

essere proiettato in un contenitore proviene - come precisa verso la fine di

Apprendere dall'esperienza - dalla proiezione dei sentimenti cattivi-sgradevoli

nel seno buono-disponibile, che li modifica, così che l'infante può

reintroiettarli e trovarli tollerabili. Contenere per modificare. Non prende

dentro solo il cibo, ma, con le emozioni rese tollerabili, l'intero apparato

contenitore-contenuto s'installa nell'infante. Il contenitore può crescere come

reticolo (Jaques), le emozioni essendo i fili che ne formano le maglie: dalla

capacità del contenitore di rimanere integrato e di perdere rigidità (più spugna

che rete) dipende l'imparare. Se le teorie possono essere migliorate o in

estensione o in profondità (M. Pera), la teoria kleiniana dell'identificazione

proiettiva riceve da Bion non solo estensione all'interazione di due personalità

e ai suoi più diversi tipi, ma anche approfondimento dal normativo e patologico

all' evolutivo e trasformativo di entrambi i versanti, che nell' ontogenesi ne

risultano in comunicazione primitiva non verbale.

Che vi sia un contenuto (infante, o paziente, in pena) in cerca di contenitore

(seno della madre o mente recettiva dell'analista), rientra nella teoria

Kleiniana (se non in quella freudiana dei processi d'introiezione e proiezione),

ma contenitore in cerca di contenuto è il contributo, il motivo - verrebbe da

dire, l'elemento - bioniano. Contenitore in cerca di realizzazione è appunto

quello che nella griglia appare - come sottolineano J. e N. Symington in Il

pensiero clinico di Bion -

'sia nell'asse verticale come preconcezione, sia in quello orizzontale come

attenzione e indagine aperte a ulteriore sviluppo e in ciò simili a

preconcezione'. E poco oltre notano:

'L'analista spesso incontra sia assenza di contenitore o contenitore così

danneggiato o poroso da maltenere il contenuto ½ è dolore che non può essere

sofferto, colpa che non può essere tollerata e rammarico che non può essere

ricordato: tutti casi di contenuto senza adeguato contenitore. Mancando un

costruttivo apparato contenitore-contenuto, l'esperienza emozionale non può

reggere'.

L'oggetto illuminato dalla relazione dinamica tra contenitore e contenuto -

costituito da associazione e interpretazione - ha dimensioni nell'ambito dei

sensi, dice Bion. Non solo visibile, ma udibile, e anche palpabile, odorabile e

gustabile, così come sono per l'infante gli occhi, la bocca parlante, il viso e

il seno della madre.

Il secondo elemento della psicoanalisi è la reazione tra PS e D, attraverso la

scoperta del fatto scelto, che da coerenza agli oggetti disparati di PS. Essa si

accomna a progressione di emozioni per l'oggetto, fino a possibile

prospettiva reversibile da dolore intollerabile. L'oscillazione tra PS e D ha

dimensioni nell'ambito del mito personale. La possibilità di maturazione

psicologica (progressione regressione) comprende l'esperienza personale del mito

e dei conflitti edipici, che, dalla nube di incertezza di PS (pronunciamento

dell'oracolo di Delfi, ammonimento di Tiresia, enigma della Sfinge), attraverso

l'indagine orgogliosa e sempre più dolorosa di Edipo, e i conseguenti disastri,

porta alla sintesi dell'oggetto integrato di D. Mito personale come modalità e

possibilità personale di esperire la situazione edipica, e la collegata

posizione depressiva, così che il secondo elemento secondo Bion comprende ed

estende la teoria rispettivamente di Freud e di M. Klein.

Sia il primo che il secondo elemento riguardano lo spazio mentale: il primo in

termini di dimensionalità (Meltzer) e di tenuta sensoriale delle emozioni,

mentre il secondo più in termini di conurazione ed ordine narrativo delle

emozioni stesse. Sembra di poter dire che il primo prenda forma più nelle arti

plastiche e urative, il secondo nel romanzo e nel cinema. Lo spazio mentale è

lo spazio occupato, anzi tenuto, dalle emozioni che, attraverso la loro

disposizione, qualità e quantità, lo conurano e lo ordinano. Interazione tra

contenitore e contenuto e oscillazione tra PS e D, così come la

scissione-dimensionalità e l'alternanza che esse operano, sono entrambi

meccanismi primari, ma la centralità del primo, rispetto al secondo e agli altri

elementi, si accomna a interdipendenza. Se l'interazione tra contenitore e

contenuto è necessaria per impiegare i pensieri, l'oscillazione tra PS e D è

richiesta per produrli.

Anche il terzo elemento della psicoanalisi, come i primi due, era già stato

discusso in Apprendere dall'esperienza un anno prima, essendo costituito dai

legami emozionali tra gli oggetti, legami di amore, odio, conoscenza. Viene

subito in mente la riflessione di Leonardo: ' Nessuna cosa si può amare, nè

odiare, se prima non si ha cognition di quella', riportata da Freud nel suo Un

ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci (1910) come insostenibile, in quanto

amore e odio si basano sulle pulsioni, e sono rispettivamente collegati a

piacere e a dispiacere. Tuttavia in Pulsioni e loro destino (1915) fra i tre

contrari, in cui è capace di modificarsi l'atto di amore, Freud pone

amore-odio-indifferenza. E potendo l'indifferenza essere un caso particolare di

odio, dopo essere sa a precorrere odio e ripulsa, Freud, a dispetto della

sua teoria pulsionale, sconfina qui nel relazionale e qualitativo. Per M. Klein

l'amore istintuale - attaccamento, quando è rivolto a un oggetto intero, unico e

insostituibile si unisce a senso di responsabilità per la sua conservazione e di

colpa e tristezza per la sua temuta perdita. Siamo già pienamente nell'ambito

dei legami emozionali e delle loro variazioni qualitative. Quando Bion trova i

legami emozionali cessano nell'ambito dell'inanimato, mentre il dolore per loro

eccessiva intensità produce espulsione, torna in mente l'indifferenza notata da

Freud.

La distinzione, successione e direzione che caratterizza i legami emozionali

sembra scandire il tempo mentale, fino ad elaborarne una sua musicale

composizione. A questo proposito sentiamo il musicologo Zuckerkandl, citato da

E. Jaques in La forma del tempo (1982) sui toni musicali:

' il presente è per i toni ed i movimenti tonali ciò che l'ordine di

posizione è per i corpi nello spazio visivo: tiene distinti gli oggetti e li

mette in relazione reciproca e rende quindi possibile la nascita di creazioni

ordinate di un genere più elevato Non è la serie dell'istante dopo istante ad

essere essenziale nella musica, quanto il fatto che l'istante presente contiene

l'istante passato e l'istante futuro: una compenetrazione più che una

successione Spazio e tempo: non 'giustapposizione' e 'successione' ma

compenetrazione, compenetrazione dell'evento simultaneo e di quello seriale'.

La distinzione e successione delle emozioni, come capacità di sostituire

un'emozione con un'altra, ci riporta al primo elemento, alla capacità del

contenitore integrato, ma non rigido, di essere recettivo all'idea nuova , di

tollerare dubbio e senso d'infinito.

Ma quando l'emozione è eccessivamente dolorosa, produce barriera di contatto tra

analista e analizzando, mancanza di contatto e di ordinario conflitto. Non

conflitto tra Edipo e Laio, ma tra Edipo e Tiresia, tra K e -K: Tiresia come

ipotesi mantenuta, anche se falsa, come barriera contro l'angoscia estrema. La

prospettiva reversibile e la natura dei legami negativi (-K, -L, -H) comporta

denudare, anziché dare, interazione maligna anziché benigna, irreversibile

violenza anziché tollerabile oscillazione. All'impiego della prospettiva

reversibile si possono accomnare deliri e allucinazione evanescenti e

statiche, e fraintendimento. Kant - così importante nel retroterra filosofico di

Bion - nella Critica della ragion pura, tra le dodici forme a priori o categorie

operanti nei giudizi dell'intelletto, individua la ' qualità', in termini

affermativo, negativo, indefinito. Dolore, dolore eccessivo, possibilità di

sviluppo e di crescita: arrivata al terzo elemento ( e ai kantiani 'ragione' e

'l'idea' inutilizzabili), la ricerca di Bion sembra procedere ancora più

problematica, quasi a tentoni, ma con improvvise, non subito comprensibili ed

accettabili, intuizioni e illuminazioni. Come il secondo sia collegato al primo

elemento e al terzo è evidente nei tre modelli primitivi di crescita mentale

(Albero della Conoscenza, Torre di Babele, Sfinge) che Bion considera, nei quali

la supremazia del dio è minacciata dal crescere di conoscenza dell'uomo. Nei tre

miti è preminente la penetrazione in (ed espulsione da) un luogo paradisiaco, e

la conoscenza è anche conoscenza e piacere sessuale, cercati e proibiti: un

contenitore - seno ideale, nel quale penetrare e da cui essere espulsi, è

nell'ordine naturale, della storia e del mito personale, e la conoscenza è

tutt'uno con amore e odio e i legami emozionali non sfuggono ai loro fondamenti

pulsionali e sessuali.

Dopo i legami di amore, odio, conoscenza, vengono via via presentati quali

elementi della psicoanalisi: la decisione di intervento interpretativo; la

concatenazione causale, espressa nel mito edipico, come combinazione di ipotesi;

il dolore eccessivo, con prospettiva reversibile e legami emozionali negativi, e

l'accettazione del dolore stesso, dato che il dolore è in rapporto con sviluppo,

crescita, cambiamento; la premonizione (che l'analizzando può portare alla prima

consultazione), precursore di emozione, controparte emozionale della

preconcezione. Nel modulo finale del libro gli elementi della psicoanalisi

sono visti come quei fenomeni - nelle linee conclusive, idee e sentimenti - i

cui vari aspetti rientrano nelle categorie della griglia. Se il termine

'elementi' si richiama a un modello matematico (Euclide) o chimico (Mendeleiev),

di corpi semplici o elementari di cui tutti gli altri sono composti,

classificabili in un sistema o griglia, è il modello matematico sufficiente a

descrivere i fenomeni della mente? Secondo Pascal (1623-l662) - altro pensatore

che ha fatto presa su Bion - il modello del ragionamento matematico si trova del

tutto impotente di fronte al mistero dell'uomo, per la cui comprensione si dovrà

rivolgersi ad altri strumenti di conoscenza, al sentimento, a quell' 'esprit de

finesse', che riesce a cogliere la contraddittorietà dell'esperienza umana,

quella stessa contraddittorietà che, per propria essenza, la ragione matematica,

l' 'esprit de géométrie' espunge dal proprio ambito. A me sembra che, per quanto

sia egli stesso l'autore della griglia e, almeno fino ad un certo punto, il suo

convinto sostenitore, Bion, nel proporre e individuare la serie degli elementi

della psicoanalisi, oscilli continuamente tra il modello matematico delle

coordinate sectiunesiane e l'intuizione o 'esprit de finesse' pascaliano.

Perché la decisione d'interpretare sia considerato elemento della psicoanalisi

rimanda al cap. 26 di Apprendere, dove è detto tutto quanto l'interpretazione

comporta: un minimo di disturbo dell'osservazione, accomnato da stato di

reverie e farsi avanti del fatto scelto, lungo un rilassarsi dell'attenzione, e

l'impiego di poche (sei) teorie essenziali. L'elemento sembra qui funzione della

personalità dell'analista, funzione 'visibile', non tanto e non solo di un senso

comune ad un altro, quanto di una combinazione di fattori, relativi ai tre primi

elementi, in compenetrazione più che in successione l'uno con l'altro (come la

serie degli istanti musicali). E la concatenazione causale, espressa nel mito

edipico, come combinazione di ipotesi? Prospetta la fondatezza elementare di

oscillazione - alternanza, successione - compenetrazione, quindi forse

dell'indefinito della qualità kantiana? Che il dolore, la pena (pain) sia un

elemento della psicoanalisi appare assolutamente indiscutibile, ma Bion forse

prospetta il carattere dinamico ed evolutivo del fenomeno: da dolore eccessivo,

che produce prospettiva reversibile e legami emozionali negativi a dolore

accettabile, comprensibile, eleborabile, come nel mito di Edipo, nell'

Orestiade, nella clinica e teoria kleiniana della riparazione e della posizione

depressiva, che porta dal dolore all'amore per l'oggetto intero, unico e

insostituibile. Infine l'elemento premonizione - capacità di riconoscere

l'emozione prima che divenga dolorosamente ovvia -, controparte emozionale della

preconcezione, apre il discorso sul miglioramento della griglia, che occupa gli

ultimi moduli del libro.

Come il fatto scelto, che da coerenza, integrazione e coesione ai frammenti

disparati della PS, può essere un'idea o un'emozione (cap.17); così (cap.19)

riguardo a espressioni di sentimento, anziché di idee e di pensiero,

rappresentate dal modello del tubo digerente, abbiamo il sistema respiratorio

collegato a quello olfattivo; il sistema uditivo, collegato a trasformazioni

musica rumore; quello visivo. Tutti e tre provvedono modelli per l'operazione

contenitore-contenuto da una riga all'altra della griglia, secondo sentimenti -

emozioni, piuttosto che idee - pensieri.

Ma a partire dai legami emozionali negativi è da considerare un senso negativo o

uso della griglia. In Trasformazioni, due anni dopo, notiamo un momento

interlocutorio: il -K, già attribuito a invidia e alla sua violenza emozionale,

al dolore eccessivo, è presentato qui come vista straordinaria, rivolta

all'indietro, a ciò che è andato perduto; rispetto a O, realtà ultima, K si pone

alla destra e -K alla sua sinistra. Sarà specialmente D. Meltzer a sviluppare il

concetto di griglia negativa e la relativa ricerca clinica, in termini di

confabulazione, eccitamento e furto del pensiero.

Rimane da dire che il terzo elemento della psicoanalisi, dei legami di amore,

odio, conoscenza tra gli oggetti, ha dimensioni nell'ambito della passione -

vale a dire, di emozione vissuta con intensità e calore, ma senza traccia di

violenza - e che passione comporta un legame tra due menti. Sarebbe allora il

legame emozionale appassionato il fattore compositivo per eccellenza, a scandire

il tempo mentale nell'interazione tra due personalità, in quella più avanzata

tra analista e analizzando.

Che nelle ultime ine di Elementi Bion scriva 'teoria psicoanalitica' in luogo

di 'passione' - come nota con sorpresa Meltzer nella Parte terza (p. 70) de Lo

sviluppo kleiniano - potrebbe indicare la preminenza, per Bion, del legame

emozionale nella teoria analitica: gli elementi della psicoanalisi, 'conflicting

pairs' (p. 101), come teoria delle emozioni. Possiamo aggiungere che in

Trasformazioni discute di una teoria della dominanza delle emozioni, da

combinare con la teoria della trasformazioni, entrambe da investigare attraverso

la griglia, e che finisce col chiedersi se il punto di vista della predominanza

dell'emozione rappresenti una teoria o un fatto.

Sembra evidente che il tessuto connettivo, il movimento tonale degli elementi

della psicoanalisi è l'esperienza emozionale. Se e quanto gli elementi della

psicoanalisi e individuati da Bion possano servire come modello generale,

accettabile e riconoscibile da ogni psicoanalista, aldilà o come parte del suo

indirizzo teorico e particolare, è un quesito aperto.

ABSTRACT

Gli elementi della psicoanalisi, a partire dai tre principali, che Bion

considera, sono attentamente esaminati, sia nella loro essenza e nei loro

rapporti reciproci, sia nei loro antecedenti in M. Klein e in Freud. Sia il

primo che il secondo riguardano lo spazio mentale: il primo in termini di

dimensionalità e tenuta sensoriale delle emozioni, il secondo in termini di

conurazione e ordine narrativo delle emozioni.

Il terzo elemento, che distingue i legami emozionali, scandisce il tempo

mentale. Gli elementi, in compenetrazione più che in successione, l' uno con l'

altro, rientrano fino a un certo punto nelle categorie della griglia, che va

estesa comunque dall'operare dei pensieri lungo le sue linee all'operare dei

sentimenti e relativi modelli, nonché a griglia negativa. Il legame emozionale

sembra preminente nella teoria analitica.




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