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L'ETÀ ANZIANA
Erikson descrive un processo di formazione della personalità come una lunga evoluzione che comprende tutto il ciclo vitale di otto stadi ed ognuno di questi presuppone una crisi positiva o negativa. Il comportamento di un dato stadio vitale dipende essenzialmente dalle esperienze che si sono verificate negli anni precedenti; essi rappresentano le basi per il raggiungimento, positivo o negativo, alla tappa seguente. Sempre lo stesso Erikson paragona la vita ad un fiume e le crisi sono come dei vortici che bisogna superare per procedere lungo il percorso. L'adolescenza e la vecchiaia sono gli stadi più complessi, poiché si verifica una crisi d'identità. In merito a ciò entrano in gioco Freud (il lavoro è uno strumento che permette l'identificazione della propria identità, si è gratificati) e Maslow (bisogno di stima e competenza).
Esaminando gli stadi di Erikson vediamo che il penultimo (verso i 35 anni) porta all'età matura, lo stadio della produttività opposta al ristagno: generatività/isolamento.
Nella generatività vi è l'abbandono del ruolo di lio e si acquisisce quello di genitore con conseguente responsabilità verso se stessi; ma non è vi è solo l'idea della procreazione, bensì un'affermazione in campo lavorativo, fattori che danno una sensazione di compiutezza e d'apamento. Una risoluzione negativa di questo stadio porterebbe ad un senso d'inoperosità e di noia.
La maturità ha assunto un ruolo diverso rispetto al passato, ma permangono alcuni punti fermi quali il matrimonio, la nascita dei li e il pensionamento.
La vecchiaia equivale all'ultimo stadio che corrisponde al senso d'integrità personale/disperazione. L'anziano guarda con soddisfazione alla propria vita, vive con dignità la vecchiaia e conquista la saggezza. In caso contrario, la persona tende a rifiutare il suo passato e ad aspettare con terrore la morte.
Nell'età adulta non vi è una definizione netta, ma vi sono dei parametri riferendosi alle situazioni personali:
Pensionamento: è una svolta fondamentale alla vita di una persona, spesso può essere una fonte di depressione ed angoscia, perché lavorare non è solo guadagnare ma anche far parte di uno status sociale, avere uno scopo, una motivazione. Capita che una persona non si adatta alla nuova situazione nonostante che ha ancora energie e risorse personali a disposizione e tende ad appartarsi, di conseguenza l'isolamento porta ad una accelerazione della decadenza psico-fisica.
Questa fase equivale alla terza età: anziani giovani.
Manifestazione del decadimento psicofisico: problemi fisici e mentali rappresentano dei limiti all'autonomia della persona. Questo declino si può verificare in varie fasi dell'età avanzata, anche se, il progresso e la medicina, hanno permesso di aumentare la qualità degli interventi sanitari permettendo un buon grado d'autosufficienza anche in età molto avanzate. Questa fase equivale alla quarta età: anziani anziani
Questa suddivisione è molto importante in quanto ogni fascia presenta dei problemi di carattere sociale, economico, psicologico che possono essere utili per individuare gli interventi sociali più idonei.
I cambiamenti fisici che occorrono nell'età anziana e che portano alla disabilità sono vari:
Apparato sensoriale
Vista con opacizzazione del cristallino ed abbassamento della vista che si possono correggere tranquillamente con intervento chirurgico o con utilizzo d'occhiali;
Udito, subisce una perdita progressiva con l'avanzare dell'età che sembra dovuto all'esposizione ad ambienti rumorosi durante la giovane età. Spesso anche questo deficit può essere compensato con apparecchi acustici. Quando la perdita dell'udito assume connotazioni più consistenti, si possono presentare difficoltà di comunicazione che porta l'anziano ad isolarsi;
Il gusto e l'olfatto subiscono delle variazioni e la persona percepisce con minor intensità sia gli odori e sia i sapori.
Apparato cardio-vascolare e respiratorio:
Minor elasticità delle pareti vascolari con conseguente diminuzione della portata cardiaca che portano a sclerosi valvolari;
Ridotta ossigenazione e pneumoventilazione con minor tolleranza allo sforzo.
Apparato muscolo-scheletrico
Ridotta mobilità articolare causata da patologie degenerative quali l'artrosi, l'osteoporosi;
Diminuzione della massa muscolare che può portare ad alterazione della mobilità e della postura.
Sistema nervoso
Diminuzione consistente dei neuroni;
Perdita rilevante dell'efficienza e della densità della struttura sinaptica cerebrale portando ad un rallentamento di tutte quelle attività quotidiane quali la guida dell'automobile il comportamento, l'utilizzo di strumenti che possono portare ad incidenti domestici.
I mutamenti fisici, che inizialmente coinvolgono l'aspetto esteriore, mettono drasticamente le persone anziane d'innanzi a una nuova realtà molto difficile da accettare anche se Erikson asserisce che si può preparare alla vecchiaia. Quest ultima è una fase sconvolgente, quasi quanto l'adolescenza, ma con la differenza che dopo l'adolescenza esistono possibilità future mentre dopo la vecchiaia esiste solo la morte. Questo sconvolgimento porta inevitabilmente a delle conseguenze psicologiche rilevanti quali l'insicurezza, l'ansia, la depressione, l'isolamento che modificano la costruzione de sé, il carattere sociale e portano al crollo dell'autostima. Questo circolo vizioso è molto difficile da spezzare e la crisi d'identità diventa inevitabile.
Le capacità cognitive dell'anziano subiscono delle variazioni che coinvolgono la vita di relazione il decadimento fisico, gli aspetti fisiologici ed il sistema nervoso.
L'attenzione gli anziani dimostrano serie difficoltà nel momento in cui devono affrontare compiti d'attenzione distribuita e sembra che questo avvenga perché
esistono dei deficit nei processi percettivo-motorio dovute alle modifiche fisiologiche
dell'invecchiamento;
il dover prestare attenzione a diversi stimoli riduce le risorse attentive a disposizione per l'azione che si deve svolgere in quanto si verifica una ridotta capacità funzionale del sistema esecutivo centrale.
Le ridotte capacità d'attenzione influenzano negativamente prestazioni cognitive
relative alla percezione, memoria, elaborazione che implicano tali capacità.
La percezione: presuppone l'attivazione degli organi di senso e di processi di elaborazione. I disturbi sensoriali che si presentano nella senilità influenzano la capacità di ricevere gli stimoli esterni. Tuttavia, anche se ha molti difetti sensoriali si possono correggere, permangono alcune difficoltà che sono imputabili alla capacità d'elaborazione. Bisogna, in ogni modo, considerare che la percezione è, anche, influenzata dalle motivazioni individuali.
La memoria: la capacità di ricordare e di rievocare si modifica con l'aumentare dell'età in quanto vi è una maggiore difficoltà nel consolidare e recuperare le informazioni recenti, mentre le informazioni che riguardano il passato sono facilmente recuperate. Un'altra caratteristica che si presenta nell'età anziana e che le conoscenze dichiarative sono perse prima delle conoscenze procedurali che tendono a rimanere relativamente stabili.
L'intelligenza: secondo Cattell nell'anziano sono presenti due tipi di intelligenza:
L'intelligenza cristallizzata che tende a rimanere stabile nel tempo in quanto è
collegata ad eventi socio-culturali ed è influenzata da fattori educativi;
L'intelligenza fluida che sarebbe legata allo sviluppo dei neuroni e riguarda i processi
di base di elaborazione delle informazioni e della soluzione di problemi e si
manifesta in prove che richiedono agilità mentale e velocità d'organizzazione.
E' importante lo stesso fare alcune considerazioni.
Il declino delle capacità intellettive si manifesta verso i 75 anni,
All'interno della popolazione anziana c'è un'ampia variabilità individuale in quanto, in assenza di patologie, che hanno svolto attività intellettuali sembra possedere maggiori capacità cognitive;
Con l'aumentare dell'età, le differenze individuali aumentano.
Durante l'invecchiamento si verifica una diminuzione nella produzione di neurotrasmettitori e un mancato equilibrio tra gli stessi.
L'emozioni non sono solo connesse a processi di attivazione psicofisiologica, ma a componenti cognitive (valutazione della situazione), componenti di espressione motoria di preparazione al comportamento e una componente soggettiva che è appunto l'emozione provata.
Erikson affermava che le capacità di affrontare quest'età è data da come sono state vissute le altre fasi ed è come sono stati superati i periodi di crisi. Si tratta di recuperare attraverso la rievocazione parti di sé, della propria vita attraverso una ricostruzione autobiografica, la rievocazione non deve però tradursi in un esame di ciò che si poteva fare e non è stato fatto ma una ricostruzione della propria identità della singolarità della propria storia personale.
Negli anni '60 Cumming ed Henry proposero la "teoria del disimpegno", una teoria secondo il quale gli anziani tendono a convincersi che il proprio benessere sia in relazione con l'abbandono delle aspirazioni e traguardi che si erano posti in età adulta e a un rivolgersi verso la propria interiorità. ½ sono alcuni aspetti tipici
l'idea che l'anziano restringa progressivamente il proprio spazio vitale e di conseguenza i rapporti, le relazioni sociali e dopo la pensione si verifica una diminuzione della possibilità di ricoprire ruoli;
il rivolgersi a se stessi fa' in modo che gli anziani siano più individuali, meno inclini ad osservare regole o norme tipo generale.
Avvenimenti come il pensionamento o la vedovanza sarebbero stati vissuti dall'anziano come un permesso che la società accorda l'anziano di 'disimpegnarsi' rispetto ai ruoli e aspettative sociali. Tale teoria riflette una concezione di uomo basata sull'operatività e produttività e di rapporto uomo società in cui la stessa si fa carico dei bisogni della persona anziana in quanto essere stata, fino al pensionamento, produttiva.
Il desiderio di impegnarsi o di non impegnarsi in una società, di praticare delle attività, deve essere il risultato di una libera scelta personale, in relazione alle proprie caratteristica della personalità, dello stato di salute e non un modello cui si sente in dovere di corrispondere.
Tendenze centrifughe: necessità di acquisire nuovi ruoli, sperimentarsi in relazione sociale di diverso tipo, che portano l'individuo a proiettarsi verso l'esterno durante la fase della maturità.
Tendenze centripete: l'individuo diminuisce progressivamente l'energie mentali impegnate nelle relazioni sociali, nel mantenimento di ruoli, nel rispettare aspettative sociali e spostare la prova attenzione dal mondo esterno al mondo interno
Le difficoltà di adattamento possa manifestarsi anche sul piano affettività:
l'anziano cerca di colmare le proprie insicurezze con attaccamenti esclusivi a familiari, alla propria abitazione, a oggetti o animali, Questo rende l'anziano abitudinario come se la vita quotidiana fosse scandita da rituali, da routine la cui ripetitività da sicurezza. L'eccessiva dipendenza da fattori abitudinari può essere disadattivo nel momento in cui questi vengono a mancare. Se è vero che nell'abitudine anziana trova sicurezza e stabilità è anche vero che impediscono di affrontare nuove esperienze perché si è radicati al passato.
Eccessiva dipendenza da qualcun altro, affidando ad un'altra persona le risoluzione delle propria difficoltà. Questo emerge in anziani con disabilità o con problemi e negli anziani che sono rimasti soli per la morte del coniuge.
Spesso la ricerca di allontanarsi nel dalla solitudine con una nuova convivenza o matrimonio, deve scontrarsi con le opinioni dei li e con non stereotipi sociali che negano assistenza da sessualità nell'anziano.
Non bisogna confondere solitudine con isolamento:
isolamento: conseguenze di una situazione fisica, economica e affettiva.
È una condizione subita
solitudine: può anche essere cercato.
È un sentimento che sorge dal proprio interno e che può dare origine uno stato di tranquillità o a un senso di angoscia. Quest'ultima quando il silenzio è l'espressione la noia, d'un desiderare qualcosa e non sapere nè cosa e nè come esprimere tale desiderio. Vi è un senso di vuoto che domina l'atteggiamento prevalente di apatia, il rimanere passivi, in attesa che gli altri soddisfano i bisogni non espressi.
La vita affettiva ed emotiva incide anche sul piano della vita sessuale. E diffuso lo stereotipo sociale dell'anziano asessuato e la sessualità del vecchio è vista come deviante, quando invece, all'interno di un legame affettivo profondo dovrebbe essere considerata con un'espressione dell'integrazione che spetti fisici ed emotivo-affettivi
Gli anziani devono spesso confrontarsi con la malattia: nel giovane, l'esperienza della malattia, pur nella sofferenza e nel dolore, è vista come situazione temporanea e la speranza della guarigione è sempre presente. Nell'anziano la malattia invece, evoca fantasmi di morte, emergono maggiori paure e spesso le ansie conseguenti incidono negativamente nei processi guarigione.
Maslow, uno dei più importanti esponenti della scuola umanistica, ha impostato la sua teoria sulla costruzione della personalità sulle motivazioni. Egli asserisce che l'uomo possiede una serie di bisogni organizzati gerarchicamente: prima ci sono i bisogni fondamentali, necessari alla sopravvivenza una volta soddisfatti questi bisogni comni erano i bisogni che hanno scopo all'autorealizzazione che significa mettere in atto tutte le potenzialità che si possiedono e raggiunge l'ideale più elevati (estetici, di giustizia,). Secondo Maslow solo questo avviene in età avanzata, quando si riesce guardare con chiarezza ed obiettività il passato ed il presente e si può prevedere il futuro. Inoltre se si abbastanza soddisfatti di se stessi si riescono a tessere dei rapporti interpersonali soddisfacenti riuscendo quasi ad attribuire un significato alla propria esistenza. Nell'età anziana però, il conseguimento del livello di soddisfazione personale dipende da molti fattori quali:
Il reddito: chi ha un buon reddito ha meno preoccupazioni, in quanto, può permettersi di instaurare rapporti sociali diversificati e accedere al ad attività divertenti come viaggi, teatro, cinema. Le persone con delle buone entrate sopra realizzate. Hanno, inoltre la possibilità di accedere a cure mediche e riabilitative altamente migliori e con più facilità;
Stato coniugale: qualitativamente differente sarà la vita di un l'anziano coniugato da quella di uno solo. Infatti, nonostante la vita matrimoniale possa presentare tanti problemi, vi è una forte condivisione, intimità, fiducia che permette di affrontare problemi con più grinta;
Salute: lo stato di salute incide notevolmente sullo livello di soddisfazione. Chi ha meno problemi di salute sarà più tranquillo ed apato rispetto a chi deve affrontare la malattia;
Personalità: in un periodo così delicato come la vecchiaia, dove gli imprevisti sezione sono molto frequenti, è importante avere una personalità in grado di controllare l'ambiente è se stessi poter leggere ottimistica;
Relazioni sociali: le persone che non sono riuscite a costruire una buona rete di relazioni sociali, nelle fasi della vita precedenti, riuscendo a mantenerle anche nella vecchiaia è più soddisfatto di chi ha avuto relazioni sterili. Solitamente questi ultimi si richiudono ancor di più in se stessi isolandosi pericolosamente;
Religione: chi ha una fede religiosa riesce a dare un senso alla propria esistenza accettando la morte. Chi non ha fede si sente meno realizzato;
Storia personale: gli anziani che hanno subito avvenimenti negativi destabilizzanti valutano con meno soddisfazione la loro vita rispetto alle persone che non hanno dovuto affrontare imprevisti.
Per gli anziani sarebbe importante, inoltre, avere capacità di rivivere la propria vita sia sotto gli aspetti positivi che negativi.
Secondo Hilman e Galimberti, la vecchiaia, non dipende dalla degenerazione biologica, ma da un insieme di fattori che appartengono al tipo di cultura. Infatti, nella nostra cultura, la vecchiaia viene considerata come un periodo della nostra vita che è in declino, altro non è la soglia della morte. Ma se fossimo capaci di modificare le nostre idee sulla vecchiaia, forse la si potrebbe rivivere con la giusta serenità. Quindi per James Hilman, il fine di invecchiare non è quello di morire, ma di svelare il nostro carattere che ha bisogno di una lunga gestazione per apparire, a noi stessi prima che agli altri, in tutta la sua peculiarità. Quello che uno è, al di là di quello che fa, al di là di quello che tende di apparire.
Secondo Hilman, la psicologia, invece di curare solo individui, dovrebbe curare le idea malate con cui gli individui visualizzano se stessi e le fasi della loro vita.
In pratica si può benissimo disfare la connessione vecchiaia morta per ricostruire l'antica connessione vecchiaia e svelamento del carattere, facendoci finalmente conoscere quel che davvero in fondo siamo della nostra specifica tipicità, nella loro unicità e nonno riproducibilità. Che si muore lo può dire la logica, la metafisica, la teologia, ma non può dire mai la nostra psiche, perché la morte e in attingibile al nostro vissuto psichico. Nel libro 'La forza del carattere'. Hilman ventila un nuovo tipo di terapia detta "Terapia delle idee" che consiste nel coltivare nuove idee, stravolgere e di rivedere quelle che già si possiedono, ravvivandole in continuazione senza fargli ossidare, senza che ci si logori in continuazione con vecchi e stantii luoghi comuni. Alla mente le idee piacciono e la vecchiaia bisogna coltivare le idee, ma non per ritardare il declino delle funzioni cerebrali come si è soliti dire, ma le idee non sono semplici vitamine o utili integratori. Le idee tengono desta la mente, solo se la mente modifica le sue idee.
Nella vecchiaia c'è tutto il tempo per questo lavoro, ma ci vuole grinta e capacità di resistenza, in una parola: la forza del carattere.
Un modello neurobiologico della mente e lavorato da Gerald Edelman, il cervello-mente è concepita come incessantemente attivo, in grado di categorizzare e ricategorizzare le poche attività per tutta la vita, costruendo le proprie interpretazioni e significati anche a un livello superiore del carattere generale.
Se il cervello vuole rimanere sana, deve rimanere attivo fino all'ultimo: chiedendo, indagando, giocando, e esplorando e sperimentando fino alla fine.
Il modello neurobiologico di Edelman è compatibile con lo studio dei fratelli Erikson: a età precisa della vita e si collegano fasi precise della mente che paiono manifestarsi in ogni cultura e avere pertanto carattere universale del ciclo della vita umana.
L'apprendimento è possibile per tutta durata della vita, anche presenza di invecchiamento malattia cerebrale, e possiamo star certi che per tutte l'esistenze continuano anche altri processi, a livelli ancora più profondo.
Proust osservava " Non si può insegnare la saggezza, ma dovremo scoprirla da soli nel corso di un viaggio che nessuno potrà intraprendere in nostra vece, con uno sforzo che nessuno potrà lesinarci"
Galileo scrisse una delle sue opere fondamentale verso i 75 anni; Franklln inventò le lenti bifocali a 80 anni; Humboldt a 80 anni s'imbarcò in una grandiosa sintesi d'insieme di tutto ciò che aveva visto e pensato che la portò a scrivere la sua opera conclusiva in cinque volumi intitolata 'Cosmos'. Gli esempi sono numerosi e dimostrano che le possibilità di esercitare un'attività intellettuale al riparo da necessità finanziarie e forse una ricetta invecchiamento felice.