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La Negligenza Spaziale Unilaterale (N.S.U.)
Introduzione
Nell'ultimo quindicennio, il metodo della correlazione anatomo-clinica è
stato diffusamente applicato all'indagine di lesioni emisferiche cerebrali
unilaterali in modo da investigare l'organizzazione dei sistemi attenzionali
e spaziali nell'uomo (Shallice, 1988; Weinstein e Friedland, 1977). Ciò ha
una considerevole rilevanza pratica oltre che scientifica: una corretta
percezione dello spazio corporeo ed extracorporeo è necessaria in varie
attività della vita quotidiana come nella manipolazione d'oggetti, nella
coordinazione e nell'acquisizione di abilità motorie.
Fra tutti i deficit spaziali circoscritti ad un lato dello spazio, quello
che più ci ragguaglia sull'esperienza fenomenica e sui tipi di
rappresentazione di questo, è una sindrome comprendente negligenza spaziale
unilaterale (N.S.U.) e alterata rappresentazione dei contenuti di un lato
dello spazio. In sostanza il paziente affetto da N.S.U. 'si comporta come se
non fosse più in grado di percepire e concepire l'esistenza di un lato dello
spazio egocentrico, corporeo ed extracorporeo' (Bisiach, 1996). L'accezione
sindromica di questa definizione denota la diversificazione delle
manifestazioni sintomatologiche e l'intervento di fattori attentivi,
percettivi, premotori e rappresentativi.
La N.S.U. non ha inizialmente suscitato interesse in quanto l'assetto
psicologico dello spazio, al contrario del linguaggio o della percezione, è
difficilmente caratterizzabile e intelligibile poiché i costituenti spaziali
della percezione sono intrinseci a tutto lo scibile visivo.
Il primo a documentare un caso di neglect, prospettando il ruolo primario
dell'emisfero destro nei processi visuospaziali, è stato J.H. Jackson (1876)
che ha riscontrato in un paziente un quadro sintomatologico contraddistinto
da disorientamento topografico, neglect visivo e aprassia
dell'abbigliamento. Pinéas (1931), nel descrivere un caso d'assenza dello
schema corporeo e dello spazio extrapersonale sinistro, adotta
sistematicamente e per la prima volta, il termine neglect. Tra gli anni 40 e
60 le sperimentazioni sono proseguite parallelamente allo sviluppo di test
per l'assessment dei disturbi visuo-spaziali. Dagli anni 70 fino ad oggi vi
è stato un vigoroso incremento di interesse per la N.S.U. grazie alla
possibilità di chiarire le teorie sull'attenzione selettiva (Posner e Rafal,
1987), sulla rappresentazione mentale (Bisiach e Vallar, 1988), sulla
coscienza (McGlynn e Schacter, 1989), sulla pianificazione premotoria e
sulla neurofisiologia animale (Rizzolati e Camarda, 1987).
Segni clinici
Le manifestazioni più eclatanti si evidenziano già nelle attività spontanee
del paziente: nella fase acuta si può osservare una deviazione ipsilesionale
(stesso lato della lesione) irriducibile degli occhi, del capo e del tronco
o la tendenza a rispondere a stimoli verbali controlesionali (lato opposto
alla lesione) rivolgendosi verso il lato ipsilesionale ove nessuno è
presente (De Renzi et al., 1982); le saccadi sono prevalenti sul lato
ipsilesionale (Rubens, 1985) così come i movimenti oculari durante il sonno
(Pizzamiglio et al., 1991); il paziente può, anche in assenza di deficit
motori primari, non utilizzare gli arti controlesionali nei movimenti
volontari (Motor neglect Critchley, 1953) di contro ad una conservazione
della motilità automatica come quella corresponsabile della deambulazione;
sovente può radersi e/o vestirsi solo sul lato ipsilesionale, può mangiare
unicamente il cibo posto sul lato ipsilesionale del piatto e avere
difficoltà nella composizione di un numero telefonico o nella lettura del
quadrante di un orologio.
Nel caso i deficit non siano immediatamente manifesti, si può procedere con
compiti semplici come la raccolta di oggetti posti innanzi al paziente, in
cui si riscontra la mancata collezione di quelli posti sul lato
controlesionale; la lettura, ove si può rimarcare l'amputazione ovvero
l'omissione delle parti di parole o delle parole poste sul lato
controlesionale, e/o il completamento patologico vale a dire la sostituzione
dell'elemento omesso con un altro in modo da comporre una parola di
significato compiuto; infine il calcolo numerico o la scrittura ove si
osservano rispettivamente acalculia spaziale (Hècaen et al., 1961) e agrafia
spaziale (Hècaen e Marcie, 1974). Nella copia di ure semplici i disegni
possono mancare dei dettagli sul lato controlesionale: copia di un
candelabro e di una greca (.1), copia fiori (test di Halligan e Marshall,
.2). Il fenomeno è stato osservato anche a livello di rappresentazione
mentale: nel posizionamento delle ore all'interno di un quadrante d'orologio
vuoto disegnato sul foglio si rimarca spesso la disposizione del solo lato
destro (dalle dodici alle sei) oppure la compattazione di tutte le dodici
ore sul medesimo (. 3); sono omessi i dettagli controlesionali di una
margherita disegnata spontaneamente (.4).
Si è rilevata N.S.U. anche nella sfera corporea: il paziente non è in grado
di toccarsi gli arti controlesionali; nella modalità uditiva: uno stimolo
dicotico risulta dislocato ipsilesionalmente (Altman et al., 1978) e a
livello di pura rappresentazione mentale: sono omessi i dettagli
controlesionali dell'immagine visiva di una mappa topografica, una via o una
stanza (Bisiach et al., 1993).
La N.S.U. è stata definita sia in termini di sistemi spaziali egocentrici
(centrati sul corpo del soggetto) che allocentrici (centrati sullo spazio
esterno). In sostanza nel primo caso i deficit si possono evidenziare in
relazione al piano sagittale mediale del tronco, del capo, dell'asse di un
arto nel suo piano d'azione, delle coordinate retinotopiche; nel secondo i
deficit sono presenti indipendentemente da questi riferimenti sono
riferibile all'ambiente esterno, agli oggetti.
Anatomia
La N.S.U. è prevalentemente una conseguenza di lesioni focali posteriori
dell'emisfero destro (Hècaen, 1972), a livello del lobulo parietale
inferiore; se si sono riscontrati casi conseguenti a lesioni frontali e
sottocorticali come talamo, gangli della base, ipotalamo e collicoli
superiori.
In base alla distinzione anteriore/posteriore si è proposta una
differenziazione tra una forma premotoria, dovuta a lesioni anteriori,
connessa all'output e quindi caratterizzata dalla riluttanza ad eseguire
movimenti verso il lato sinistro (ipocinesia direzionale) che si può
manifestare con un ritardo nell'inizio dei movimenti, con una lentezza
d'esecuzione (bradicinesia), con un'insufficiente ampiezza (ipometria) e una
forma percettiva, dovuta a lesioni posteriori, connessa con l'input e quindi
contraddistinta da difetti di costruzione della rappresentazione dello
spazio. Questa distinzione non è comunque assoluta.
La lesione è solitamente a rapido sviluppo (certi tipi di tumori, ischemie
ed emorragie) in modo che non sia possibile una compensazione immediata. Non
essendo la lesione di tipo progressivo, dopo la fase acuta il quadro
sintomatologico tende a sire a poche settimane dall'esordio fino ad
essere poco evidente dopo pochi mesi e quasi assente dopo anni.
Fenomeni connessi
Uno stimolo di qualsiasi modalità sensoriale presentato controlesionalmente
può essere percepito se presentato singolarmente e non percepito se
presentato concomitantemente ad un altro uguale o diverso somministrato in
posizione simmetrica e in certi casi anche asimmetrica (Estinzione,
Critchley, 1949). Meno frequentemente si osserva l'allochiria cioè il
riferire uno stimolo controlesionale in posizione simmetrica ipsilesionale
(Bender e Nathanson, 1950). Strettamente correlati alla N.S.U. sono
l'anosognosia, vale a dire l'inconsapevolezza del deficit neurologico quale
l'emiplegia, l'emianestesia e l'emianopsia; la somatoparafrenia, che si
manifesta attraverso produzione di rappresentazioni deliranti come fantasie
di non appartenenza degli arti plegici o d'appartenenza al medico; la
misoplegia ovvero la repulsione violenta nei confronti dei propri arti ed
infine l'anosodiaforia vale a dire la noncuranza dell'emiplegia. Resta da
decidere se considerare aspetti deficitari (N.S.U., anosognosia e
anosodiaforia) e produttivi (somatoparafrenia e misoplegia) come sintomi di
una sindrome unitaria o, invece, come fenomeni distinti associati solo a
causa della prossimità anatomica delle aree cerebrali dalla cui sofferenza
dipendono.
Interpretazioni
Non è rintracciabile in letteratura una spiegazione onnicomprensiva dello
spettro sintomatologico descritto con il nome di N.S.U. a causa delle
possibili molteplici dissociazioni tra i disordini e dei diversi obiettivi
clinici e sperimentali d'ogni tesi esplicativa. Gli svariati modelli
possono, in ogni caso, essere inclusi in tre tipologie interpretative:
ipotesi sensoriali
ipotesi attenzionali
ipotesi rappresentative
Ipotesi sensoriali
Tutte queste posizioni rimandano, in qualche modo, ad anomalie a livello
di attività nervosa elementare: disordine di sintesi degli stimoli
controlesionali, disordine esplorativo, dissesti della captazione di
stimoli ambientali.
Ipotesi attenzionali
Le ipotesi sottolineano, in modi diversi, dei disordini a livello delle
strutture attentive: conflitti tra vettori attentivi (Kinsbourne, 1987),
una difficoltà di disimpegno (disengagement) dell'attenzione da stimoli
ipsilesionali (Posner et al., 1982) e altre.
Ipotesi rappresentative
Si è accertato che la N.S.U. si manifesta non solo come deficit
unilaterale di percezione ed esplorazione di un lato dell'ambiente ma
anche come difetto della rappresentazione mentale dello stesso. I
pazienti, richiesti di evocare un'immagine mentale di una conurazione
familiare secondo una specifica prospettiva, talora negligono dettagli
localizzati sul lato controlesionale, sia essa riferibile ad una piazza di
città (Bisiach et al., 1981), alla mappa del proprio paese (Barbut e
Gazzaniga, 1987) o a quella di un appartamento (Meador et al., 1987). Lo
stesso fenomeno è stato documentato in compiti di spelling di parole
(Baxter e Warrington, 1983) in cui i pazienti manifestavano deficit
unilaterali indipendentemente dalla direzione di compitazione che quindi
veniva compiuta sulla base di una rappresentazione visuo-spaziale e non
acustica. Un fenomeno equivalente è stato riscontrato in situazioni in cui
il contenuto della rappresentazione scaturiva dalmemoria - I processi di memorizzazione dall'acquisizione al richiamo - Studi comparati" class="text">la memoria a breve
termine piuttosto che da quella a lungo termine (Bisiach et al., 1979).
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