La memoria - I processi di memorizzazione dall'acquisizione al richiamo - Studi comparati
venerdì
8 gennaio 1999
La memoria
All'inizio l'informazione passa attraverso i "registri sensoriali". E'
di brevissima durata e sembra riflettere il riverbero d'attività seriale dei
sensi.
Memoria a b/t: in
assenza di distrazione dura 30 sec.
Recente è il concetto di memoria a m/t il cui contenuto ha una
durata superiore a 30 sec., ma non perdura per più di qualche giorno.
Ricordi che durano per settimane, mesi o
anni sono incamerate nella memoria a l/t o permanente.
C'è un passaggio da una memoria all'altra.
Le curve di posizione seriale nell'apprendimento seriale di liste con
il loro tipico andamento ad u ci vengono in aiuto.
Il vantaggio per i primi elementi alla verifica dei 30sec. (effetto primacy)
viene attribuito alla M l/t, mentre quello per gli ultimi elementi (effetto recency)
alla M b/t. Ad una prova dopo pochi minuti l'effetto recency se.
Tale funzione ad u è stata evidenziata anche in animali sperimentali
sui quali è possibile operare lezioni e vederne gli effetti sulla curva. Ratti
con lesioni agli ippocampi, al pari di pazienti amnesici, manifestano l'effetto
recency, ma non l'effetto primacy.
Gli studi di Kesner
Studi sulla M b/t di Kesner su cerebrolesi e ratti con lesioni
sperimentali. I ratti con lesioni ai nuclei caudati, all'ippocampo, alla
corteccia extrastriata e senza lesioni.
Al compito di riconoscimento spaziale: fallivano rispetto ai controlli
solo i ratti con lesioni ippocampali.
Il coinvolgimento del nucleo caudato nella memoria per le proprie
azioni - R - è emerso dai fallimenti dei soli ratti con lesioni selettive in
tali nuclei in compiti dove veniva testata peculiarmente la memoria per le
risposte fornite precedentemente.
La memoria per gli oggetti, testata con il compito di non appaiamento,
ha visto fallire selettivamente i ratti con lesioni extrastriata.
La memoria a coinvolgimento emotivo sembra invece coinvolgere
l'amigdala.
Gli studi di McDonald e White
Studi simili, condotti da McDonald e White in un altro laboratorio,
utilizzando sempre un labirinto a bracci radiali, ha evidenziato una tripla
dissociazione tra circuiti cerebrali responsabili di aspetti diversi della
memoria:
un sistema che include l'ippocampo che
codifica informazioni circa le relazioni tra stimoli ed eventi (memoria
dichiarativa).
Un sistema basato sulla corteccia dorsale che
permette la formazione di associazioni tra stimolo rinforzato e risposta (memoria
non dichiarativa).
Un sistema, comprendente l'amigdla, dell'acquisizione rapida degli
eventi affettivi veramente significativi.
I processi di memorizzazione
dall'acquisizione al richiamo
La rievocazione
di un ricordo stabile deve aver attraversato le fasi di:
Codifica;
Consolidamento;
Recupero.
Gli
studiosi si differenziano tra chi sostiene differenze quantitative e chi
differenze qualitative tra M b/t e M l/t.
Sulla
base di questo modello un deficit mnestico può dipendere da una di queste tre
fasi.
Emotività e rievocazione
Dal punto di vista neurochimico, l'aumento dell'emotività nella
rievocazione di un ricordo ha un correlato nell'attivazione dell'ormone dello
stress a-drenergico.
Iniettando infatti propanolo, sostanza antagonista dei recettori a-adrenergici non si osserva alcun
miglioramento nel ricordo di storie ad alto contenuto emotivo rispetto a
soggetti di controllo che mostrano un miglioramento.
Studi ati
Gli studi ati aiutano a capire apprendimento e memoria:
l'apprendimento
non associativo sembra essere una caratteristica comune del regno animale
(anche batteri e parameci privi del s.n.) con caratteristiche strutturali
simili (decremento temporale, etc.). Ciò comunque non significa che si tratti
dello stesso meccanismo piuttosto che di meccanismi dal funzionamento simile,
ma di diversa natura.
Negli
ultimi 10 anni gli studiosi hanno mostrato che l'apprendimento associativo
è presente nell'Aplysia e nelle Drosophile per alcuni comportamenti
"congeniali" alla specie in esame.
Due
principi alternativi si sono susseguiti:
I fattori genetici dell'apprendimento
limitavano i tipi di apprendimento a disposizione di una specie;
si evolvono attività specifiche ad imparare e
memorizzare legate a pressioni selettive specifiche di particolari nicchie
ecologiche.
un
importante progetto di ricerche sta studiando, attraverso l'osservazione di
uccelli e roditori, quali siano gli effetti della selezione naturale o
artificiale per le abilità spaziali nelle dimensioni del cervello: animali che
mettono il cibo da parte per consumarlo ore o giorni più tardi, hanno regioni
ippocampali più sviluppate di coloro che non mostrano tale comportamento. Danni
ippocampali determinano una difficoltà nella ricerca di cibo e nella
risoluzione graziale. Se è la femmina a cercare il cibo allora è lei che ha la
regione più sviluppata.