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STORIA ESTERNA DELLA PSICOLOGIA - LA CHIMICA MENTALE DI MILL - CABANIS

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STORIA ESTERNA DELLA PSICOLOGIA

Quando formuliamo le seguenti domande: quali sono stati gli autori di un dato sapere? Che rapporti avevano con la realtà sociale di quell'epoca? In che modo la credenza, la cultura, la politica, la società del loro tempo hanno condizionato il loro lavoro? Noi ci poniamo delle domande inerenti alla storia esterna di una particolare disciplina scientifica. La psicologia è stata sempre profondamente influenzata dall'esterno che ha indicato ai ricercatori obiettivi e finalità del loro lavoro, determinando così quel ventaglio di teorie e pratiche che oggi conosciamo. Senza considerare la storia esterna della psicologia non potremmo mai capire perché siano sorte così tante scuole, perché determinati aspetti del comportamento siano stati approfonditi da diverse scuole piuttosto che da altre e perché, infine, la psicologia sia nata relativamente tardi rispetto alle altre scienze.


LA CHIMICA MENTALE DI MILL

James Stuart Mill utilizzava per spiegare il modo attraverso il quale si organizzano i pensieri complessi il concetto di chimica mentale. Secondo tale concetto ogni idea semplice nel costituire un'idea complessa si comporta come un'unità non ulteriormente inscindibile in altre parti proprio come gli elementi della chimica si uniscono per formare un composto. La chimica mentale permise di superare l'empasse dato dall'associazione sincrona, teoria di James Mill, padre di Stuart Mill, secondo la quale ogni oggetto era costituito da una somma di sensazioni diverse. Tali sensazioni costituivano un da cui derivava un'idea. Un'idea complessa era costituita da un'idea semplice. Ma qualsiasi idea semplice poteva essere ricondotta a qualcosa di più piccolo.




CABANIS

Cabanis, filosofo e medico, facente parte della corrente francese degli ideologi, che contribuì al superamento della concezione uomo-macchina, conseguenza del dualismo sectiunesiano e a ricostruire dunque un'unità mente-corpo. Secondo Cabanis non vi è dipendenza del corpo da un'anima distinta, né tanto meno una riduzione dell'anima a puri meccanismi biologici. Importanza centrale riveste il sistema nervoso che raggiunge ogni parte del corpo attivandola e regolandola. Il sistema nervoso è però soggetto a tutte le leggi cui sono soggette le altre parti del corpo. Il "morale" dunque è funzione del sistema nervoso e in particolare del cervello, ma sistema nervoso e cervello sono soggetti alle leggi del "fisico". Viene dunque ad essere costituita l'unità dell'uomo e sorge ora la possibilità di uno studio scientifico dell'uomo.


KANT

Kant, filosofo tedesco che visse intorno alla fine del settecento, permise con la sua opera il superamento della controversia esistente fra razionalisti e ed empiristi attraverso l'introduzione dei giudizi sintetici a priori e il superamento della distinzione, introdotta da Wolff, tra psicologia razionale e psicologia empirica affermando la non esistenza di una psicologia razionale, negando cioè la possibilità di studio dell'assenza dell'anima e delimitando l'oggetto di studio della psicologia della psicologia ai processi psichici.


LEGGE BELL MAGENDIE

Bell e Magendie erano due fisiologi che formularono una legge che ebbe importanti conseguenze non solo in campo neurofisiologica ma anche in ambio psicologico. Tale legge affermava la distinzione fra via motoria e via neuronali nel sistema nervoso, affermazione confermata dal fatto che se in un nervo del midollo spinale viene recisa la parte anteriore si perde la capacità motoria della parte corporea innervata ma non la sensibilità, e viceversa se viene recisa la parte posteriore. Sul piano fisiologico, ciò dimostrava che nonostante l'apparente unitarietà il sistema nervoso era composto di parti funzionalmente diverse.



METODO SOTTRATTIVO DI DONDERS

E' una particolare strategia studiata dal fisiologo Donders, tra il 1860 e il 1861, che ha permesso una prima misurazione oggettiva e quantitativa degli eventi psichici. Prendeva spunto dagli studi astronomici sull'equazione personale  e degli studi di Von Helmotz sui tempi di reazione. Donders suggeriva di msurare il tempo di reazione in tre condizioni differenti:

uno stimolo a cui bisogno dare una risposta

diversi stimoli ai quali bisogna dare ciascuno una risposta diversa

diversi stimoli e solo ad uno bisogna dare una risposta

La sottrazione c-a favorisce la il valore del tempo necessario per la discriminazione fra stimoli mentre la sottrazione b-c favorisce il valore del tempo necessario per la discriminazione fra risposta. Tali tempi di discriminazione corrispondono a processi psicologici di scelta quantitativamente misurati.


42) COME PROGREDISCE LA SCIENZA

Una concezione positivistica delle scienze ritiene che la scienza progredisca per accumulo di conoscenze. In realtà una riflessione epistemologica svoltasi attorno la metà del 1900 a messo in luce come tale concezione del progresso scientifico sia falsa. Di fatti la scienza non si evolve per accumulo di conoscenze ma per cambiamenti di interpretazione delle acquisizioni scientifiche. Quando si verificano tali "risistemamenti del sapere", che Brodehard chiama "rotture epistemologiche", mentre Kuhn chiama "mutamenti di paradigma" il sapere può continuare ad accumularsi sotto l'aspetto quantitativo.


43) TEORIA DELL'ENERGIA NERVOSA SPECIFICA

La teoria dell'energia nervosa specifica, formulata dal fisiologo Muller, afferma che la qualità della sensazione non dipende dal tipo di stimolazione proveniente dall'esterno quanto piuttosto dal tipo di organo di senso stimolato. Tale teoria ha permesso la distinzione tra percipiente e ed oggetto percepito, la distinzione cioè tra le caratteristiche dello stimolo e della percezione.


49) LA PSICOLOGIA SECONDO GLI STRUTTRALISTI

Fondatore della corrente psicologica dello strutturalismo è Titeheiner, allievo di Wundt. Il nome deriva dal fatto che la struttura è concepita dagli strutturalisti come il risultato della somma di molteplici elementi coscienti semplici. La psicologia, al pari della fisica, studia l'esperienza umana indipendentemente dal soggetto, la psicologia, la psicologia studia l'esperienza umana dipendente dal soggetto.

Mente e coscienza sono i due termini centrali della psicologia strutturalista. La mente è la somma degli elementi coscienti nella vita di un individuo, mentre la coscienza è la somma degli elementi coscienti nell'hic et nunc. La psicologia è una disciplina descrittiva che descrive i contenuti elementari (elementi coscienti semplici), ed evidenzia le leggi che regolano il loro combinarsi. La spiegazione dei contenuti è demandata alla fisiologia e alla biologia generale.


50) GLI ELEMENTI DELLA COSCIENZA

La coscienza di un individuo è fatta di percezioni, emozioni, sentimenti e idee. Ma l'attenzione analitica dello psicologo deve rivolgersi agli elementi semplici della percezione, delle sensazioni, dell'emozione (idee), delle immagini mentali e dei sentimenti, gli stati affettivi.

La sensazione corrisponde allo stato di coscienza concomitante con la stimolazione di un organo di senso periferico, le immagini mentali compiono nei "processi mentali" relativi ad esperienze "non attuali". Quando la stimolazione periferica è di una certa intensità, si crea uno stato di "eccitazione centrale"che si sostituisce alla stimolazione: costituendo l'immagine mentale e stati affettivi. Attributi degli elementi sono: qualità, intensità, durata e chiarezza.



51) L'INTROSPEZIONE

Metodo d'osservazione dei dati coscienti secondo gli strutturalisti.

Tanto la fisica quanto la psicologia si fondano sull'osservazione dei dati empirici. Ma mentre l'osservazione in fisica è "ispezione" dei dati esistenti, all'esterno, in psicologia è "introspezione" dei dati esistenti all'interno dell'individuo. Un dato empirico è psicologico nella misura n cui è sottoponibile ad introspezione. Due sono le norme da rispettare nell'attività d'introspezione: criterio elementistico e il non ricorrere all'errore dello stimolo. L'elementismo consiste nello scomporre i dati coscienti in elementi semplici, l'errore dello stimolo consiste nell'assegnare valori o significati agli stimoli sensoriali.


9) LA PSICOLOGIA SECONDO I FUNZIONALISTI

Secondo la psicologia funzionalista, che assume un orientamento decisamente biologicizzante ed evoluzionista, le funzioni mentali sono quelle che sono perché hanno contribuito all'adattamento dell'individuo e della specie nei confronti dell'ambiente. La domanda che i funzionalisti si pongono è dunque non cosa sono le funzioni mentali, ma a che cosa servono e come funzionano le funzioni mentali. L'accento è posto sulle funzioni dell'intero organismo biologico piuttosto che sui contenuti di una mente isolata dal corpo. Al contrario degli strutturalisti, i funzionalisti descrivono e spiegano. Il comportamento adattivo consta di: stimolazione motivata, situazione sensoriale, risposta volta a cambiare la situazione.


25) IL NEW LOOK

E' una corrente psicologica odierna ce sul piano dei contenuti della ricerca riprende alcuni temi neofunzionalistici: il ruolo dell'apprendimento, dell'aspettativa, della motivazione e degli stati affettivi.


44) INFERENZA INCONSCIA

Il concetto di inferenza inconscia è stato formulato dal fisiologo Helmotz e prevede che il sistema percettivo riorganizzi i sistemi della percezione, all'insaputa del soggetto, sulla base dell'esperienza passata.


46) DARWIN E LA PSICOLOGIA

Le teorie evoluzioniste influenzarono profondamente lo sviluppo della psicologia specie quella inglese. Con l'introduzione del concetto di adattamento, con l'indicazione dell'esigenza di misurare le abilità mentali, e con l'interesse che essa suscitò nello sviluppo della psicologia dell'età evolutiva e della psicologia animale. Le teorie evoluzioniste di Darwin si basavano sul principio di "selezione naturale" in base al quale sopravvivevano solo quegli individui che presentavano caratteristiche adattive. Ciò portava alla modificazione della specie perché l'accoppiamento che si verificava fra individui con tali caratteristiche portava all'evoluzione della stessa. Tale principio, secondo Darwin, si applicava, non solo alle caratteristiche somatiche, ma anche a quelle psichiche.


VOLONTARISMO WUNDTIANO

Molti degli studi wundtiani oggi non possono essere considerati validi da un punto di vista prettamente scientifico, per come attualmente intendiamo la scienza, a causa di una forte componente spiritualistica ce pervade la sua opera. Ci si riferisce soprattutto al cosiddetto "volontarismo" tale aspetto sottrae l'opera wundtiana all'indagine scientifica. Wundt suddivide ogni processo psichico in 4 fasi: stimolazione, percezione, appercezione e atto di volontà, la reazione del soggetto che non è deterministica ma connotata dal libero arbitrio.





L'ELEMENTISMO DI WUNDT

Wundt può essere considerato il precursore di tutte le successive correnti psicologiche elementistiche come lo strutturalismo in ragione del suo ideale di scientificità da applicare alla psicologia che si richiama al lavoro iperanalitico del chimico. Le correnti elementistiche  ritenevano che tutti i processi psichici e la coscienza in genere e il comportamento si potessero scindere in elementi semplici e irriducibili.


LA SINTESI CREATIVA DI WUNDT

La sintesi creativa di Wundt è un concetto antielementistico e globalistico che pone Wundt come precursore della Gestalpsycologia, mediante essa Wundt cerca di tener conto della complessità a partire dall'estramamente semplice chimica mentale.


48) IL PARALLELISMO PSICOFISICO

E' un concetto formulato da Wundt che afferma l'indipendenza dei processi psichici da quelli fisici, nel senso che né i primi sono causa dei secondi né i secondi sono causa dei primi, ma ad ogni cambiamento che avviene a livello dei primi si riscontra un cambiamento a livello dei secondi. I due processi, fisici e psichici, potevano quindi essere considerati paralleli.


52) INFLUENZE SUL FUNZIONALISMO

Le influenze sullo sviluppo del funzionalismo sono state diverse. In primo luogo le teorie evoluzionistiche di Darwin e Spencer che evidenziano come non solo i caratteri semantici, ma anche quelli psicologici seguivano la legge dell'adattamento dell'ambiente e obbedivano, dunque, al principio della selezione naturale. In secondo luogo la filosofia pragmatista della scuola di Chicago i cui massimi esponenti erano Mead, Dewey e Moore. Infine la psicologia dell'atto di Brentano che sottolineava il rapporto dell'interazione fra organismo e ambiente.


53) LE FUNZIONI MENTALI

Le funzioni mentali sono sostanzialmente 7: sensazione, percezione, emozione, motivazione, apprendimento, pensiero e differenze individuali.

La sensazione, dato il suo carattere di funzione elementare, non è stata molto studiata dai funzionalisti.

La percezione era considerata come una funzione globale non scomponibile in semplici elementi.

L'emozione gioca un ruolo importante dal momento che aumenta l'efficacia della risposta dell'organismo all'ambiente.

La motivazione costituisce lo stimolo interno che porta ad una risposta in grado di cambiare, modificare la situazione ambientale in funzione all'esigenza.

L'apprendimento consiste nell'acquisire modalità di risposta per adattarsi alle condizioni ambientali. [processo globale e dinamico, Thorndike: legge dell'effetto].


54) L'ANTIELEMENTISMO

I funzionalisti portano avanti idee antielementiste contrapposte alle concezioni strutturaliste. In particolare mentre, ad esempio, per gli strutturalisti l'arco riflesso si componeva di due elementi semplici, lo stimolo e la risposta, secondo i funzionalisti, l'arco riflesso è un anello unitario e lo stimolo e la risposta sono distinguibili da un punto di vista "funzionale", perché hanno ruoli diversi nel processo d'adattamento all'ambiente, ma non dal punto di vista "esistenziale", perché sono un'unica realtà.


12) POLEMICA STRUTTURALISTI / FUNZIONALISTI

Innanzitutto bisogna dire che pur polemizzando fra di loro strutturalisti e funzionalisti sapevano di appartenere alla stessa famiglia soggettivista. Titchener contrapponeva lo sperimentalismo della propria psicologia alle componenti filosofiche del funzionalismo (apriorismo), in particolare stigmatizzava il vitalismo finalistico che i funzionalisti applicavano alla loro psicologia (studio dei contenuti prima della studio delle funzioni). Dal canto loro i funzionalisti criticavano il fatto che i "momenti di coscienza" colti mediante l'introspezione erano transitori, mentre le funzioni mentali, come quelle fisiologiche, erano persistenti a continuative.

Infine Titchener difende una scienza psicologica pure mentre i funzionalisti sottolineano il valore sociale dei risultati della psicologia.


14) IL PRIMO LAORATORIO DI RIFLESSOLOGIA

Il primo laboratorio di riflessologia fu aperto da Bateherev a Kazan nel 1886, mentre il primo istituto di psicologia fu fondato a Marea nel 1912.


57) CELPANOV

Celpanov fu il primo direttore dell'istituto di psicologia di Marea, nella sua opera s'integravano all'impostazione sperimentale alcune chiare concezioni spiritualistiche per cui era in qualche modo evidente l'influenza di Wundt.


56) IL SISTEMA NERVOSO CONCETTUALE

E' un concetto elaborato da Pavlov, il quale intendeva fornire un modello di spiegazione dei processi che avvengono a livello celebrale per mezzo delle reazioni condizionali. Tuttavia si tratta di un modello basato su deduzioni logiche piuttosto che su osservazioni dirette e per questo viene detto "concettuale".


58) VZNAZDE, SCUOLA GEORGIANA

Vznazde fu il fondatore della scuola georgiana  noto per la teoria del set attraverso la quale cercava di spiegare i processi psichici come un complesso di processi inconsci (il set) ce e strutturerebbero lo svolgimento.


59) RIFLESSI ASSOCIATIVI

Il termine riflessi associativi venne dato da Bachterev ai riflessi in genere sui quali si basava la sua indagine e che riteneva fossero alla base di tutti i fenomeni fisiologici, psicologici e sociali


60) SMOLENSKIJ

Fu il primo teorico e studioso del problema dei riflessi condizionati verbali. Secondo Pavlov i processi di acquisizione dei riflessi condizionati sono comuni agli uomini e agli animali. Tuttavia una caratteristica peculiare dell'attività nervosa superiore  dell'uomo è la capacità di acquisire riflessi condizionati verbali. Pavlov distingue infatti fra primo e secondo sistema di segnalazione; il primo comune agli uomini e agli animali è basato su riflessi condizionati fondamentali, il secondo, esclusivo dell'uomo, permette di utilizzare come stimoli condizionati gli stimoli verbali per comunicare le variazioni ambientali.


13) KORNILOV

Fu il  direttore dell'istituto di psicologia di Mosca che nel 1924 cominciò ad interrogarsi sui rapporti tra marxismo e ricerca psicologica e costituì un gruppo di giovani studiosi fra i quali spiccavano in modo particolare Vigoskij, Leontrjev e Lurija. I problemi da risolvere erano sia di natura teorica e riguardavano il già citato rapporto tra marxismo e psicologia, sia di natura tirotica, e riguardavano il rapporto ce la psicologia doveva assumere nella nuova società comunista.


16) CRITICA ALLA RIFLESSOLOGIA DELLA SCUOLA STORICO-CULTURALE

La critica alla riflessologia si ritrova soprattutto svolta nelle opere di Vigoskij  e Lurija. Vioskij negli "studi sulla storia del comportamento" (scritti insieme a Lurija) afferma che i processi fisiologici, come i riflessi condizionati, sono comuni tanto agli animali quanto agli uomini ma mentre negli animali costituiscono l'unità base del comportamento negli uomini nn sono altro che processi psichici. Nell'uomo vi è un salto nella modalità di interazione con l'ambiente, salto costituito da processi psichici superiori dipendenti dal contesto storico-sociale. In Lurija gli eventi psichici commessi non traducibili in semplici riflessi ma sono sistemi funzionanti, sistemi celebrali, che si sviluppano con l'interazione con l'ambiente sociale.


17) POLIMICA VIGOSKIJ/ PIAGET SULLE FASI DELLO SVILUPPO

La polemica riguardava le fasi dello sviluppo, in particolare, secondo Piaget, il linguaggio egocentrico, fase intermedia nell'uso del linguaggio a voce alta, prima dell'interiorizzazione, 7 anni circa, e una fase di passaggio dall'iniziale autismo infantile a forme di socializzazione. Secondo Vigoskij è invece l'opposto; il linguaggio egocentrico è, infatti, la fase di passaggio dall'utilizzo del linguaggio come funzione interpsichica al linguaggio come funzione intrapsichica. Il linguaggio è inizialmente usato dal bambino per comunicare il proprio pensiero in base alle regole del contesto storico sociale nel quale è cresciuto.


18) FUNZIONI INTERPSICHICHE E INTRAPSICHICHE (VIGOSKIJ)

In riferimento al linguaggio vi sono due funzioni che esso svolge: comunicare l'attività intellettiva del soggetto (funz). Interpsichica) e regolare il comportamento e le azioni del soggetto (funz). (Intrapsichica). L'acquisizione di queste due funzioni avviene in due momenti diversi nello sviluppo cognitivo del bambino. Inizialmente intorno ai 2 anni, quando pensiero e linguaggio cominciano ad interagire, il bambino usa il linguaggio per manifestare i propri pensieri. Successivamente intorno ai 7 anni avviene il graduale processo: dall'interiorizzazione (funz. Regolativa (già sviluppata a 4 anni) al termine del quale il linguaggio nel bambino assume la sua funzione intrapsichica.


19) LEONTJEV

Leontiev è uno degli esponenti di spicco della scuola storico - culturale sovietica ed è noto per i suoi studi sulla memoria e per la sistematizzazione della teoria sul condizionamento storico - sociale dell'individuo.


61) LURIJA

Lurija, uno dei massimi esponenti della scuola storico - culturale, si interessò nei suoi primi studi condotti assieme a Vigoskij dello sviluppo dei piaceri cognitivi e del linguaggio. Durante la seconda guerra mondiale studiò i processi psichici in pazienti che avevano riportato lesioni celebrali evidenziando come determinate lesioni possano provocare deficit in soggetti diversi dimostrando ce il cervello, costituito da sistemi funzionali che interagiscono fra loro, si strutturi in modo differente in relazione agli stimoli storico - sociali. I suoi ultimi studi miravano a localizzare le basi celebrali delle memorie e del linguaggio.


20) KHOLER E L'INSIGHT

Kholer è stato uno degli esponenti di spicco della psicologia della Gestalt e nel suo famoso libro sulle scimmie antropoidi, scritto nel 1921, introduce il concetto d'insight. Kohler intende dimostrare nella sua opera che i processi di apprendimento e pensiero non si attuavano attraverso tentativi casuali che venivano accumulati e corretti in seguito all'osservazione dei risultati. Osservando il comportamento delle scimmie, infatti, Kohler vide come la soluzione di un problema avveniva con strategie non casuali ma che utilizzavano "l'intelligenza creativa"; in particolare avveniva un fenomeno d'insight, cioè di ristrutturazione del campo cognitivo. Le scimmie erano capaci di usare elementi già presenti nel campo cognitivo, ad esempio utensili per giungere alla soluzione nonostante quegli stessi elementi non fossero mai stati usati in quel particolare contesto.


54) CRITICA ALL'EMPIRISMO DELLA GESTALT

La psicologia della Gestalt polemizza con gli psicologi che fanno propria empiristica e in particolare con gli associazionismi. Il punto di disaccordo è sul ruolo da attribuire all'esperienza passata nell'organizzazione del dato percettivo. Gli empiristi in psicologia ritengono che gli oggetti li percepiamo così come siamo stati abituati a percepirli, in base all'uso che quotidianamente ne facciamo. I gestaltisti ritengono invece che l'esperienza passata non sia l'unico fattore a determinare l'organizzazione del dato percettivo. In particolare Gottscholdr ha dimostrato in particolari situazioni sperimentali, come non sia vero che oggetti maggiormente frequenti nell'esperienza di un individuo siano più facilmente riconoscibili di ogetti meno frequenti.


24) PRINCIPI DI UNIFICAZIONE FORMALE E TEORIA DI CAMPO.

Secondo i gestaltisti tutti i fenomeni psicologici devono essere spiegati secondo una teoria di campo in cui siano presenti concetti come forza, equilibrio, vettori, etc. Dal momento che l'ordine degli oggetti presenti nel mondo è di tipo dinamico, l'interazione dinamica tra le parti è regolata da sette principi detti di unificazione formale: somiglianza, vicinanza, buona continuazione, pregnanza, chiusura, esperienza passata, comune.


23) POSTULATO DELL'ISOMORFISMO

Gli psicologi della Gestalt ritenevano che processi astratti come l'apprendimento, la percezione, il pensiero, etc avessero un preciso substrato materiale, in termini di molecole e atomi.

Il postulato dell'isomorfismo affermava che: una manifestazione fenomenica (processo psichico) avesse un preciso riscontro a livello celebrale e fisiologico se il mondo fenomenico presentava una certa struttura e dinamica con caratteristiche funzionali simili. Scoperte fisiologiche che non ci rimandano ad un dato fenomenico non costituiscono sapere psicologico.


22) LA PSICOLOGIA SOCIALE DI LEWIN

Kurt Lewin, esponente della psicologia della Gestalt, riteneva possibile lo studio scientifico mediante analisi sperimentale ance di eventi non ripetibili come appunto quelli che sono oggetto d'indagine della psicologia sociale. Per far ciò Lewin distingueva due differenti modi di far scienza: il primo aristotelico, è volto alla descrizione e alla classificazione di eventi, il secondo è volto all'osservazione delle condizioni, delle cause ce generano gli eventi. E' chiaro che questo secondo modo di procedere permetta l'analisi sperimentale anche nell'ambito della psicologia sociale. La psicologia deve dunque passare ad essere da scienza descrittiva a scienza condizionale genetica.


62) TOPOLOGIE DI LEWIN

Lewin, gestaltista che ha rivolto la sua attenzione al campo della psicologia sociale ha esposto la sua teoria facendo riferimento alla topologia, branca della matematica che si occupa in modo non metrico delle relazioni spaziali. Ha utilizzato alcuni costrutti topologici come "ragione", spazio delimitato da "barriere", per descrivere situazioni psicologiche. Per da una regione all'altra bisogna operare uno spostamento psicologico (locomozione). Ogni situazione può avere una valenza positiva o negativa descritta da un vettore la cui direzione, intensità o punto di applicazione è indicativa del tipo di "tensione" che si sta generando in quel momento.

Es.:  F L+

F L -



29) IL COMPORTAMENTISMO

Il comportamentismo è una scuola che nasce nel 1913 in seguito alla pubblicazione del manifesto "Psicology as the behaviorist views it", scritto da Watson. Con l'avvento del comportamentismo si assiste ad un capovolgimento dell'oggetto di studio della psicologia che non è più la conoscenza, quanto, piuttosto il comportamento osservabile manifesto, giungendo talora, in alcune situazioni, a negare l'esistenza stessa della conoscenza. Le motivazioni di tale posizione risiedevano nell'aspirazione a dare una fondazione scientifica ed oggettiva alla disciplina psicologica. Inoltre di fondamentale importanza per il comportamentismo era il criterio della misurazione: erano oggettivi, e quindi degni di studio scientifico, solo quei comportamenti che potevano essere misurati e quantificati.


28) IL CERVELLO COME SCATOLA NERA

Dal comportamentismo il cervello venne paragonato ad una "scatola nera", nella quale entravano le stimolazioni provenienti dall'ambiente e dalla quale uscivano le risposte emesse in relazione ad esse. I processi che avvenivano all'interno di tale "scatola nera" non potevano quindi essere conosciuti e bisognava dunque limitarsi allo studio dei contenuti "espliciti" di questi processi e cioè il comportamento osservabile. Si procedeva dunque alla sola descrizione delle leggi di relazione tra gli stimoli e le risposte senza alcun riferimento ad eventi psichici interni.


30) IL COMPORTAMENTISMO RADICALE WATSONIANO

Watson fu l'autore del manifesto del comportamentismo. La sua teoria può essere considerata radicale nel senso che giunge a negare l'esistenza della conoscenza. L'unità d'indagine della psicologia, secondo Watson, era il comportamentismo nella sua interezza. Il comportamento non poteva essere ridotto a semplici reazioni che venivano invece studiate dalla fisiologia e dalla medicina. Con "molecolarismo watsoniano" s'intendeva proprio il fatto che la combinazione di queste semplici reazioni costituiva il comportamento. I principi di combinazione venivano indicati da Watson in: frequenza, condizionamento e. I comportamenti complessi (di pensiero, a partire dai bambini), potevano essere spiegati in termini di una lunga serie di condizionamenti. Anche le emozioni, le nevrosi e il linguaggio erano appresi per condizionamento.


32) CONTESTO STORICO - CULTURALE DEL COMPORTAMENTISMO

Il comportamentismo nasce nel 1912. Le sue teorie e la sua metodologia accolsero varie influenze, prima tra tutte quella di un'altra scuola psicologica, il funzionalismo. Dal funzionalismo il comportamentismo accolse:

a)  Lo spostamento dell'unità di studio dalla conoscenza alle funzioni

b)  La biologia darwiniana

c)  L'idea che l'uomo è un animale che reagisce all'ambiente

d)  La fiducia nella psicologia e nelle sue applicazioni.

Darwin aveva messo in luce che fra l'animale e l'uomo non vi erano sostanziali differenze e quindi i comportamentisti cominciarono ad utilizzare l'animale in laboratorio per la conoscenza psicologica dell'uomo.

I filoni epistemologici dell'operazionismo e del neopositivismo infine influenzano il comportamentismo.


46) LE VARIABILI INTERVENIENTI DI TOLMAN

Tolman introduce il concetto di "variabili intervenienti" riconoscendo che un metodo di oggettivo permette di conoscere solo la variabile dipendente, cioè il comportamento e tuttavia da esso può essere inferita la presenza di variabili intervenienti mentali. Infatti conoscendo i valori della variabile indipendente e quelli del comportamento effettivo è possibile fare inferenze sulle variabili intervenienti. Le variabili intervenienti, sono, dunque, entità obiettive che collegano le variabili indipendenti al comportamento finale.


63) CRITICA ALL'INTROSPEZIONE DI WATSO

La critica all'introspezione è uno degli aspetti che caratterizza la posizione radicale del sistema teorico di Watson. Watson riteneva che


l'introspezione tradizionale non potesse essere scientifica per due ragioni:  * l'oggetto osservato si confondeva con l'osservatore * l'osservazione introspettiva era compiuta da una persona che descriveva dati che gli altri non potevano osservare. Difatti il metodo introspettivo ad un accumulo di conclusioni spesso opposte e differenti. L'osservazione del comportamento si poneva invece come metodo oggettivo che forniva risultati suscettibili di controllo.


64) COMPORTAMENTISMO METODOLOGICO

Con il termine comportamentismo metodologico si intende la scelta di osservare il comportamento e la preferenza per le leggi comportamentali. Si preferisce ad una descrizione che esegue un'inferenza a partire dalla situazione, una descrizione che si limita ai fatti. Se una legge che si limita a mettere in relazione uno stimolo con una risposta osservata è sufficiente a spiegare ciò che è stato osservato e a predire ciò che accadrà in futuro, il comportamentismo metodologico non vede perché sostituirla con un'altra che faccia riferimento ad eventi mentali. Il comportamentismo non nega l'esistenza di processi mentali ma afferma che essi non sono dimostrabili, per cui è inutile studiarli. Watson, comportamentisti radicale, giungerà a negare l'esistenza della coscienza (processi mentali).


65) SKINNER E IL CONDIZIONAMENTO OPERANTE

Skinner era interessato all'osservazione del comportamento e alla sua relazione con le contingenze di rinforzo, cioè quelle situazioni in cui ad una determinata risposta segue una ricompensa. Secondo Skinner tale analisi è sufficiente a spiegare ogni orma di apprendimento. Qualsiasi riferimento a processi mentali sarebbe inutile e forviante. Skinner notò che i comportamenti a cui seguiva la somministrazione di un rinforzo si presentavano con magiore frequenza. E' questo il paradigma del "condizionamento operante" che ha permesso di comprendere apprendimenti complessi che il "condizionamento classico pavloviano" difficilmente riusciva a spiegare.


34) COS'E' LA PSICOANALISI?

Con il termine psicoanalisi Freud volle indicare un modello esplicativo unitario dei fenomeni parapatologici e di quelli psichici normali.

La psicoanalisi è:

Un metodo di indagine delle modalità con cui si svolgono gli eventi psichici

Una tecnica terapeutica che intende analizzare le difese e le resistenze ce il soggetto instaura nei confronti ei propri desideri e che sono all'origine dei disturbi

Un'impostazione teorica nella quale confluiscono i risultati di osservazioni sistematiche condotte in psicoterapia e nell'applicazione della psicologia in altri campi.


35) L'INCONSCIO

La vita psichica cosciente è soggetta alle leggi dell'inconscio, che non è considerato da Freud come una cieca forza biologica, ma un mondo logico dotato di senso che traspare mediante una serie di fenomeni in codice che richiedono dunque una chiave interpretativa che condiziona la condotta cosciente. L'inconscio è un mondo rappresentativo e simbolico che si anima sin dalla prima infanzia attraverso il processo di rimozione, meccanismo difensivo inconscio che allontana e rende inaccessibili alla coscienza pensieri e desideri ritenuti spiacevoli e dannosi e che il soggetto porta con sé condizionando la sua condotta.


31) IL TRANSFERT

Il transfert è la situazione in cui il paziente tende a trasferire sull'analista tutte quelle situazioni emotive ed affettive che egli aveva vissuto durante l'infanzia e che ancora sono attive nella vita adulta condizionando gran parte del comportamento del soggetto. Attraverso l'analisi della situazione transferale non solo si può far emergere ciò che si era dimenticato ed è stato rimosso, ma sarà possibile procedere alla liquidazione di quei sintomi che avevano la funzione di sostituire elementi non accettabili dalla coscienza.


36) ASSIMILAZIONE E ACCOMODAMENTO IN PIAGET

L'adattamento avveniva attraverso lo sviluppo di due processi: l'assimilazione e l'accomodamento. L'assimilazione consiste nel far propri da parte dell'organismo gli elementi dell'ambiente, l'accomodamento, invece, è la modificazione delle strutture dell'organismo in seguito al processo di assimilazione. Si vede negli studi che il continuo equilibrarsi fra assimilazione e accomodamento, qualitativo e non solo quantitativo porta alla maturazione delle strutture. Durante lo sviluppo autogenetico è possibile individuare alcuni stadi caratterizzati dalla stabilità strutturale dovuta all'equilibrazione tra assimilazione e accomodamento.


37) GLI STADI DELLO SVILUPPO DELLE STRUTTURE DELL'INTELLIGENZA

Secondo Piaget è possibile individuare nello sviluppo cognitivo del bambino tre stadi, caratterizzati dalla stabilità strutturale in seguito all'equilibrarsi tra assimilazione e accomodamento. Questi tre stadi sono:

Lo stadio senso motorio (0- 2 anni), caratterizzato dalla indifferenziazione tra io e ambiente. Attraverso le proprie azioni, che sono dapprima dei riflessi e in seguito diventano schemi e quindi azioni dirette ad uno scopo, il bambino sviluppa la coordinazione tra visione e prensione e la costruzione dell'oggetto permanente.

Il secondo stadio è suddivisibile in due periodi:

pre-operatorio: il ragionamento è incentrato sugli stati e le conurazioni delle situazioni, il soggetto non considera ancora il ruolo giocato dalle trasformazioni nel cambiare l'ambiente

come invece accadrà  nello stadio delle operazioni concrete, dove i bambini basano le proprie azioni sul principio di identità e reversibilità.

Nel terzo stadio, delle operazioni formali, le strutture cognitive permettono di ragionare per  ipotesi: il ragionamento è svincolato dalla realtà immediata. Il decentramento tra il soggetto e il reale è ora completo.


38) IL METODO DI PIAGET

Il metodo che Piaget utilizzò nelle sue ricerche allo scopo di identificare gli stadi dello sviluppo cognitivo si basa su due metodologie: il colloquio clinico e l'osservazione controllata.

Il colloquio consiste nel porre il soggetto di fronte ad un problema e attraverso una serie di domande seguire passo passo le tappe che portano alla soluzione. In questo modo emerge il ragionamento che sta alla base della produzione delle risposte.

L'osservazione controllata consiste nell'osservare situazioni, appositamente create, in cui il soggetto deve compiere delle azioni, poi chiedere al soggetto dei giudizi sulla modalità con cui ha agito ed operato dei confronti. Emergono con i fattori che organizzano le prestazioni dei soggetti.


67) IL COGNITIVISMO COME FILIAZIONE DEL COMPORTAMENTISMO

Il cognitivismo nasce come filiazione del comportamentismo in seguito alla crisi dei presupposti epistemologici sui quali il comportamentismo era basato. Berlyne sostiene ce al primo comportamentismo watsoniano sii era già sostituito un "neo-comportamentismo" con Skinner, Tolmen e Hull mentre con D. Hebb si ebbe una riduzione nella concezione del sistema nervoso centrale. Il snc è organizzato nel midollo degli assembramenti neuronali in cui si verifica un flusso di informazioni in seguito alla stimolazione che causava il ritardo della risposta rispetto allo stimolo: si creava, dunque, una struttura interna all'individuo stesso che rispondeva a stimoli interni. Le variabili intervenienti non erano più dei costrutti ipotetici, ma processi mentali. ½ è il superamento della corrispondenza stimolo-risposta.


68) LE VARIABILI INTERVENIENTI SECONDO HEBB

Mentre per i comportamentisti, come Tolman, le variabili intervenienti erano solo dei costrutti ipotetici che permettevano di superare l'ambiguità della non corrispondenza tra stimolo ambientale e risposta comportamentale, secondo Hebb, le variabili intervenienti erano dei processi di mediazione che creano delle strutture interne al sistema nervoso dell'individuo cosicché si comporta in reazione a stimoli interni e a risposte interne.


69) USO DEI MODELLI NEL COGNITIVISMO

Caratteristica della psicologia cognitivista è l'utilizzo di "modelli" che non pretendevano di offrire un quadro perfetto di organizzazione neurofisiologica quanto piuttosto intendevano spiegare il funzionamento logico dei processi mentali. I cognitivisti erano infatti maggiormente interessati alla comprensione dello svolgimento delle funzioni psichiche piuttosto che al substrato fisico soggiacente a questa. I modelli cognitivisti venivano il più delle volte verificati attraverso la stimolazione in laboratori pre-programmati. Hebb per esempio con il "modello di assembramenti neuronali" non intendeva dare spiegazione all'organizzazione celebrale quanto piuttosto giustificare le modalità di funzionamento dei processi di mediazione.


39) MENTALISMO NEL COGNITIVISMO

Le teorie cognitiviste si qualificano come "mentaliste", questo termine aveva assunto, specie con il comportamentismo, un connotato negativo, sinonimo di "metafisicheria" o ascientificità. Il comportamentismo sosteneva che poteva essere considerato scientifico solo ciò che era direttamente osservabile. In particolare filoni epistemologici dell'operazionismo dell'empirismo logico si trovavano a sostenere le tesi dei comportamentisti. Negli anni '50 tuttavia si verificò una crisi dei presupposti epistemologici sui quali si fondava il comportamentismo derivato dall'assunzione che determinati concetti era necessario ritradurli in un sistema teorico indipendentemente dalle possibilità ce essi potessero essere o meno osservabili. La nascita del cognitivismo è dunque originata dall'impossibilità di bollare come scientifico tutto ciò che non era osservabile.

70) L'UNITA' TOTE

Nell'opera "s and structure of behaviour" Miller, Pribman e Galanter descrissero una nuova unità: l'analisi del comportamento da sostituire al riflesso, unità dei comportamentisti. Questa nuova unità venne chiamata Tote. Un sogetto prima di compiere un'azione verifica se vi sia congruenza fra gli obbiettivi della sua azione e la situazione attuale. Se questa c'è passa all'azione successiva altrimenti compie un'operazione.  Dopo avere operato il soggetto verifica se si è venuta a creare la congruenza tra obiettivi e stato di fatto. Se ciò è avvenuto si ha l'uscita dell'unità tote altrimenti si opera di nuovo sino al raggiungimento degli obiettivi. In questa opera l'analogia tra l'uomo e l'elaboratore elettronico viene spinta all'estremo.


71) GIBSON

E' il maggiore esponente della corrente cognitivista detta "ecologica" sorta come reazione in seguito all'esasperazione dell'analogia portata avanti negli anni '60,nei primi '70 fra l'umo e l'elaboratore. La prsettiva ecologica prendeva le mosse dal convegno cognitivista del 1973 nel Minesota, alla Pensilvenia university in cui si ritrova il ricorso ai micromodelli. Gibson in particolare ritenne che le informazioni ambientali sono contenute nella stimolazione così come essa si presenta al soggetto che quindi non ha bisogno di rappresentarla (teoria della percezione), queste informazioni assumono significato in relazione al loro valore evolutivo.


72) MODULARISMO E CONNESSIONISMO

Sono i due paradigmi della scienza cognitiva, corrente del cognitivismo sorta intorno alla metàè degli anni '70 (77) parallelamente alla prospettiva ecologica e che poneva grossa enfasi sul'intelligenza artificiale. Il modularismo postulava delle unità di analisi dell'imput, i moduli appunto che trasformavano l'imput in rappresentazioni. Alcune caratteristiche dei moduli sono:

specificità di dominio

funzionamento obbligato

alta velocità di funzionamento.

Il connessionismo è invece il paradigma verso il quale sono indirizzati gli stui sia in campo neuropsicologico che in campo tecnologico. Il connessionismo afferma che l'snc lavora in parallelo con innumerevoli connessioni fra gli elementi e si tenta così di progettare gli elaboratori della giusta generazione in tal modo cosicché possa essere aumentata la loro velocità di funzionamento.


73) LA PROSPETTIVA ECOLOGICA

La prospettiva ecologica è l'indirizzo assunto da alcuni cognitivisti che intorno alla metà degli anni '70 intendevano reagire sia all'utilizzo dei macromodelli per spiegare processi mentali sia all'anologia uomo-elaboratore e riportare, dunque, la ricerca psicologica nell'ambito della vita quotidiana in modo che potesse ritornare a spiegare efficacemente il comportamento dell'uomo. Sorse in seguito al convegno cognitivista del 1972 alla Pensilvania University e all'opera di Neisser del 1976 "Cognition and Reality" dove una forte critica nei confronti della ricerca cognitivista, lontana dalla vita reale, e nei confronti del concetto di "elaborazione delle informazioni", maggior rappresentante fu Gibson.


74) LA SCIENZA COGNITIVA

La scienza cognitiva è la corrente cognitivista nella quale confluiscono le opere di studiosi provenienti da diverse discipline (psicologia, cibernetica, pedagogia, logica, epistemologia). Essa tratta argomenti riguardanti l'intelligenza naturale ed artificiale in un'ottica appunto interdisciplinare: soluzione di problemi, rappresentazione delle conoscenze, comprensione del linguaggio, apprendimento, ecc.










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