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Cicerone e Cesare, vita ed opere
CICERONE
VITA: Marco Tullio Cicerone nasce nel 106 a.C. ad Arpino, da agiata famiglia equestre; compie ottimi studi di retorica e filosofia a Roma, e inizia a frequentare il foro sotto la giuda del grande oratore Lucio Licinio Crasso e dei due Scevola, l'Augure e il Pontefice. Stringe con Tito Pomponio Attico un'amicizia destinata a durare tutta la vita. Nell'89 presta servizio militare nella guerra sociale agli ordini di Pompeo Strabone, il padre di Pompeo il Grande. Nell'81, o forse anche prima, debutta come avvocato; Nell'80 difende la causa di Sesto Roscio, che lo mette in conflitto con importanti esponenti del regime sillano. Tra il 79 e il 77 compie un lungo viaggio in Grecia e in Asia: studia filosofia e (sotto la guida di Molone di Rodi) retorica. Al ritorno sposa Terenzia, dalla quale gli nascono Tullia, nel 76, e Marco, nel 65. Nel 75 è questore in Sicilia; nel 70 sostiene trionfalmente l'accusa dei siciliani contro l'ex governatore Verre, e si conquista fama di oratore principe. Nel 69 è edile; nel 66 pretore, e dà il suo appoggio alla proposta di concedere a Pompeo poteri eccezionali per la lotta contro il re del Ponto Mitridate. Nel 63 è console, e reprime la " congiura" di Catilina. Dopo la formazione del primo triumvirato (cui egli guardava con preoccupazione: L'alleanza tra il potere militare di Pompeo, la grande ricchezza di Crasso e la popolarità crescente di Cesare - proprio perché realizzata come patto privato - gli appariva insidiosa per l'autorità senatoria), il suo astro inizia a declinare; nel 58 deve recarsi in esilio, con l'accusa di avere messo a morte senza processo i complici di Catilina; la sua casa viene rasa al suolo. Richiamato a Roma, vi torna trionfalmente nel 57. Fra il 56 e il 51 tenta una difficile collaborazione con i triumviri, e continua a svolgere attività forense. Compone il De oratore, il De re publica, e inizia a lavorare al De le gibus. Nel 51 è governatore in Cilicia, ma accetta di malavoglia di allontanarsi da Roma. Allo scoppio della guerra civile, nel 49, aderisce con lentezza alla causa di Pompeo. Si reca in Epiro con gli altri senatori, ma non è presente alla battaglia di Farselo. Dopo la sconfitta di Pompeo ottiene il perdono di Cesare. Nel 46 scrive Brutus e l'Orator; divorzia da Terenzia e si unisce in matrimonio con la sua giovane pupilla Publilia, dalla quale divorzierà dopo pochi mesi. Nel 45 muore la lia Tullia; inizia la composizione di una lunga serie di opere filosofiche, mentre il dominio di Cesare lo tiene lontano dagli affari pubblici. Nel 44, dopo l'uccisione di Cesare, torna alla vita politica; inizia, a partire dalla fine dell'estate, la lotta contro Antonio (Filippiche). Dopo il volta faccia di Ottaviano, che, abbandonata la causa del senato, si stringe in triumvirato con Antonio e Lepido, il nome di Cicerone viene inserito nelle liste di proscrizione. Viene ucciso dai sicari di Antonio il 7 dicembre del 43.
OPERE: Gli scritti retorici (De oratore, 55; Orator, 46; Brutus, 46;) si inseriscono nel dibattito fra le tendenze oratorie del tempo: l'Atticismo, che propugnava un ideale di eloquenza asciutto e disadorno, e l'Asianesimo che mirava a uno stile ricco e magniloquente. All'incirca negli stessi anni scrisse le opere filosofiche. Pur spinto a questa attività anche da dolorosi avvenimenti privati, tra cui la morte della amatissima lia Tullia, ebbe come intento primario quello di prodesse civibus, giovare allo stato e ai suoi cittadini. Trattò quasi ogni ramo della filosofia: questioni riguardanti la conoscenza (Accademica), la religione (De natura deorum, De divinatione, De facto), la morale (De finibus bonorum et malorum, De officiis) e, più generalmente, problemia relativi all'uomo: la felicità (Tusculanae disputationes), la vecchiaia (Cato maior de senectute), l'amicizia (Ilaelius de amicizia). Testimonianze della sua ricerca linguistica sono anche nell'epistolario, corpus di circa 900 lettere, fonte per noi di una conoscenza diretta, insolitamente approfondita, soprattutto per un autore dell'antichità.
CESARE
VITA: Caio Giulio Cesare (Caius Iulius Caesar) nacque a Roma nel luglio del 100 a.C. dalla nobilissima gens Giulia, che si diceva discendente di Enea. Nipote di Mario, il grande vincitore dei Cimbri e dei Teutoni, che aveva sposato sua zia Giulia, Cesare, da parte sua, sposò giovanissimo Cornelia. Dopo aver ricevuto un'accurata educazione letteraria a Roma alla scuola del retore Antonio Gnifone e a Rodi presso Apollonio Molone, prestò il servizio di leva in Asia e, tornato a Roma dopo la morte di Silla, ormai schierato nelle file del partito democratico, iniziò l'attività di oratore e nel 68 ottenne la carica di questore in Sna. Nel 60 a.C. dall'intesa con Crasso e Pompeo, allora gli uomini più influenti sulla scena politica romana, costituì il primo triumvirato, un accordo segreto di carattere privato, che garantiva ai tre contraenti aiuto reciproco contro il senato per ottenere consistenti vantaggi politici. Cesare fu eletto console nel 59, poi proconsole in Gallia per un quinquennio: furono gli anni della gran parte delle camne espansionistiche narrate nel De bello gallico. Nel 56 a.C. ricostituì a Lucca l'ormai vacillante triumvirato con Pompeo e Crasso. In questa occasione dimostrò un eccezionale talento diplomatico, riuscì a rilanciare su nuove basi quella logora alleanza politica. Infatti Pompeo e Crasso si sarebbero presentati insieme per il consolato successivo, inoltre Crasso avrebbe ottenuto il governo della Siria, mentre Pompeo quello delle province iberiche. Nel 53 a.C. Crasso muore nel tentativo di assoggettare il regno dei Parti. Così il triumvirato si infrange e nasce l'antagonismo tra Cesare e Pompeo, che culminerà nello scontro armato tra i due, di cui sono testimonianza i commentari De bello civili. Cesare sconge definitivamente Pompeo a Farsalo, ma deve condurre una difficile battaglia contro Tolomeo XIV, re d'Egitto, poi contro i resti dell'esercito pompeiano in Africo, scongendoli prima a Tapso e poi in Sna presso Munda. Cesare divenuto padrone assoluto della situazione, si fece eleggere console per quattro volte consecutive, contemporaneamente si fece nominare per cinque volte dittatore, inoltre ricopriva il pontificato massimo. Cesare, assunto il titolo di Imperator, nel corso del suo grandioso piano di riorganizzazione dello Stato romano, fu ucciso alle idi di marzo dell'anno 44 a.C. da una congiura conservatrice capeggiata da Bruto.
OPERE: Le opere di Cesare che si sono conservate sono: i Commentari del De Bello Gallico divisi in sette libri più un ottavo composto probabilmente dal suo luogotenente Irzio; Commentari De Bello Civili divisi in tre libri; un epigramma in versi su Terenzio. Tra le opere perdute ricordiamo: De Analogia, un trattato sulla lingua e sullo stile che sosteneva con grande rigidità i principi analogici di Gnifone in campo linguistico, diverse orazioni, fra cui le Laudationes e tre Ad Milites, dei componimenti giovanili, un poema sulla spedizione in Sna e l'Anticato, diviso in due libri, che fu scritto da Cesare per replicare al Cato di Cicerone, una laudatio sa al fine di presentare il suicidio di Catone ad Utica come il rifiuto dell'uomo giusto per eccellenza di vivere sotto la tirannide di Cesare. Cesare si sforzò a smantellare dalle fondamenta la costruzione ciceroniana attraverso la denigrazione morale dell'Uticense. Tuttavia il suo tentativo fallì. Della corrispondenza di Cesare esistevano le raccolte Ad Senatum, Ad amiliarem e Ad Ciceronem.
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