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Circuiti Stampati
I circuiti stampati sono quegli elementi che servono a stabilire le connessioni elettroniche nei circuiti elettrici degli elaboratori. Prima della loro creazione, negli anni '50, venivano usate le cosiddette valvole, che oltre ad essere molto ingombranti, erano assolutamente inefficaci nel loro impiego data la scarsa qualità nella costruzione. In seguito, con l'evoluzione tecnologica, si cominciò a considerare un altro modello di circuito stampato (.1), che prevedeva il fissaggio di piastre di bachelite e mica, su supporti di legno o altro materiale, ma, come prevedibile, anche questo modello aveva le proprie carenze; successivamente piastre di bachelite e mica, furono sostituite con pioli di metallo e i supporti dapprima di legno, in materiali più affidabili come il rame. Nonostante queste innovazioni, le piastre a pioli erano soggette ai seguenti problemi:
altissima probabilità di errore nei collegamenti dovuti a problemi capacitivi, di condensazione e di creazione di campo magnetico tra i pioli;
ricerca dei guasti complessi, compito difficile nonostante la semplicità dei circuiti che subivano guasti a catena e danneggiavano settori elettronici interi;
scarsa ripetitività data la non programmazione dei circuiti;
personale altamente specializzato che all'epoca scarseggiava;
bassissima resistenza meccanica alle vibrazioni, spostamenti e urti causata dalla fragilità e labilità dei circuiti.
Al giorno d'oggi invece i circuiti stampati sono creati con altri materiali che ne garantiscono la funzionalità: le piastre sono in resina e sono ricoperte da una sottilissima lamina di rame che ne migliora le prestazioni a livello elettrico; lo spessore totale della piastra varia dai 0.4 ai 1.5 mm. E la loro misura è solitamente di 22x10 cm.; i pioli sono sostituiti da diodi e transistor. Esistono vari tipi di circuiti:
monofaccia (.1): solo una faccia del supporto è trattata;
doppia faccia: sono trattate entrambe le facce del supporto;
a fori e senza fori: nel secondo caso vengono fatti al momento della saldatura:
multistrato: in questo caso vengono applicate + schede una sopra l'altra e l'insieme di queste è paragonabile a una sorta di wafer.
I circuiti stampati subiscono inoltre vari trattamenti che garantiscono l'incolumità dell'elaboratore e dei circuiti stessi (e ciò è dovuto anche per rispettare le norme legislative in corso, x la sicurezza sul lavoro). I seguenti parametri sono:
costante dielettrica molto bassa: x evitare effetti capacitivi;
rigidità dielettrica elevata: per garantire l'isolamento tra i vari circuiti e quindi prevenire guasti;
buona consistenza alla compressione, taglio e trazione;
resistenza alle perforazioni dovute alle scariche elettriche: che potrebbero danneggiare il circuito perforandolo;
buona lavorabilità e laminabilità e lavorabilità mecanica;
ininfiammabilità ed autoestinguenza: in modo tale che il circuito non è soggetto ad incendi;
resistenza al calore e agli agenti ambientali;
basso costo.
Ormai la produzione di circuiti stampati non avviene solo in industrie o fabbriche, ma anche le persone comuni con le adeguate conoscenze nel campo è capace di costruire un circuito stampato. Proprio x questo si è pensato di dividere la produzione dei suddetti in categorie: la prima potrebbe essere dilettantistica o didattica; la seconda prototipale e l'ultima professionale. Da ciò possiamo capire che la conoscenza del modo di fabbricazione dei c.s. è semplice e come già da tempo è accessibile a tutti.
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