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Considerale tematiche specifiche dell'Autore ed inserisci la sua opera nel contesto culturale di fine '800 inizio '900
Italo Svevo nacque a Trieste nel 1861, il suo nome è in verità uno pseudonimo, che sta a significare l'unione di due razze quella italica e quella slava.
Il clima culturale in Trieste era alquanto vivace, vi soggiornava James Joyce, che divenne un grande amico di Svevo e dal quale il poeta trasse alcuni spunti per l'elaborazione della sua prosa.
A Svevo inoltre, arrivarono gli influssi dell'opera non letteraria ma scientifica di Sigmund Freud.
I primi due romanzi che pubblica sono "Una Vita" e "Senilità" che non ebbero un gran successo mentre il 3° ed ultimo, scritto nel 1923, dopo parecchi anni di inattività fu "La Coscienza di Zeno".
I suoi romanzi sono soprattutto in apparenza realisti, in quanto descrivono le vicende di vita borghese, ma questa realtà viene osservata attraverso un punto di vista soggettivo e relativo, ciò che per lui controlla l'uomo è l'irrazionalità dell'inconscio, l'uomo è in balia degli avvenimenti, non è lui a controllarli ma è il caos a guidarlo. Questo implica una svalutazione della volontà dell'individuo.
Il suo romanzo più originale è la "coscienza di Zeno", basato sulla psicoanalisi, è una specie di diario che il protagonista scrive su consiglio del suo dottore per guarire da un male psicologico che lo porta a vivere la sua vita come uno spettatore o come un inetto. Lo scritto prosegue non secondo un copione ma viene scritto per episodi.
La critica ha sottolineato come le ure femminili nei romanzi di Svevo siano le migliori della letteratura italiana del '900, soprattutto la ura di Angiolina, ura femminile di "Senilità".
Svevo venne conosciuto in Europa grazie al suo amico Joyce, il quale lo fece conoscere in Francia, dove ebbe vasti consensi per opera di due importanti letterati Crémieux e Larbaud.
L'ultimo romanzo veniva tradotto in francese mentre in Italia venivano ristampati gli altri due Romanzi. E' grazie a Montale, che in un importante articolo aveva attestato la grandezza di Svevo, che il poeta si pose al lavoro con rinnovata prontezza, però il tutto si concluse, con un incidentedi macchina, nel 1928.
Nei suoi romanzi Svevo ha rappresentato la solitudine e la non comunicabilità dell'uomo alienato, la sua sconfitta esistenziale, con un umorismo graffiante e un senso della precarietà d'ogni approdo che gli conferiscono un posto di rilievo nella narrativa contemporanea.
La prospettiva superumanistica di D'Annunzio, fu ben lontana dalle idee di Svevo, dal quale non subì alcun influsso.
Nel periodo di vita di Svevo, il clima politico è stato per anni dominato da Giolitti. Giovanni Giolitti, durante gli anni della crisi di fine secolo rielabora in modo compiuto la sua originaria ispirazione liberale e democratica e mette a punto le tecniche e tattiche politiche di cui farà tesoro nei decenni successivi.
All'inizio del secolo sa accreditare di sé un'immagine ben definita di chiara e possibile alternativa democratica al fallimento dei tentativi reazionari di fine ottocento.
Svevo non si interessa in prima persona di politica, il discorso politico, nasce solo nel finale della "coscienza di Zeno", nell'episodio della morte del padre.
Si può addirittura dire che le teorie di Svevo furono le opposte a quelle di D'Annunzio, I suoi personaggi furono addirittura ironicamente chiamati eroi Borghesi.
Fu sfavorito sul piano letterale, in quanto il fulcro della letteratura italiana era perlopiù spostata in città più centrali come Firenze e Milano.
Questa emarginazione, lo sfavorì per I primi due romanzi, in quanto non riuscì ad esporli al di fuori di Firenze. Ma grazie alle amicizie strette con James Joyce riuscì a riscoprire la sua dote di scrittore.
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