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DISCRIMINAZIONE FEMMINILE: UNA PIAGA MONDIALE
La discriminazione a cui la donna è sottoposta nel mondo ha raggiunto il culmine. Ciò la rende inferiore a livello economico, culturale e persino sociale. In una società così evoluta come la nostra, tale situazione è inaccettabile.
Del miliardo e 300 milioni di persone che vivono in condizioni di povertà, il 70% è costituito da donne. La situazione è ancora più grave nei paesi del Terzo Mondo. Si è verificato il cosiddetto fenomeno della "femminilizzazione della povertà". È un circolo vizioso che getta un peso enorme su milioni di donne. Infatti è aumentata del 50% la popolazione femminile che vive sotto la soglia di povertà. Ciò è dovuto in gran parte all'ingiusto trattamento riservato alle donne sul mercato del lavoro. L'occupazione delle donne è infatti molto spesso nascosta e poco retribuita. In tutti i paesi il salario medio femminile è inferiore a quello maschile, anche a parità di lavoro. Statistiche riguardanti l'Unione Europea confermano che il tasso di disoccupazione riguarda in gran parte le donne. Infatti sono meno ricercate e quindi emarginate da molti settori lavorativi. Nelle nazioni sottosviluppate il bilancio s'aggrava ulteriormente: le forse di lavoro femminili sono notevolmente concentrate nell'agricoltura. Nelle zone rurali la donna lavora in genere più dell'uomo, anche se ciò non e nelle rilevazioni statistiche. In alcuni paesi africani le donne costituiscono il 60% della forza lavoro agricola e producono fino all'80% delle derrate alimentari. Nonostante ciò, la retribuzione è notevolmente più bassa di quella dell'uomo. In alcuni casi la mano d'opera femminile non è neppure retribuita.
Una ricerca svolta dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo afferma che i due terzi degli analfabeti nel mondo sono donne. Il problema si concentra soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Le ragazze hanno un maggior carico di lavoro e minori possibilità di frequentare la scuola. Di conseguenza il livello di alfabetizzazione e acculturazione femminile è quasi sempre più basso rispetto a quello degli uomini. C'è comunque un dato che fa sperare per il futuro. Nei paesi del Terzo Mondo, in termini di istruzione degli adulti e scolarizzazione, le donne hanno percorso tra il 1970 e il 1990 più della metà del cammino che le separa dagli uomini. Eppure ciò non è sufficiente. Ci vorrà tempo per vedere un'effettiva uguaglianza culturale nel mondo tra uomo e donna.
Forse più grave è il trattamento sociale a cui è sottoposta la donna. La storia dell'umanità è stata un susseguirsi di torti e usurpazioni da parte degli uomini a danno del mondo femminile. Le è sempre stata negata la libertà. Ancor più traumatica dell'opprimente povertà è la violenza che rovina la vita di tante donne. In Africa è ormai una tradizione che le ragazze subiscano la mutilazione dei genitali. Lo stupro è un'altra forma di abuso e gli studi indicano che in alcuni paesi una donna su sei viene violentata nel corso della vita. Per tanti uomini egoisti che pensano solo al loro piacere è divenuto normale "usare" le donne anziché amarle. Anche in contesti meno disagiati si può notare il trattamento riservato alla donna. Sin da bambina la sua posizione all'interno della famiglia è in genere subordinata a quella dei fratelli. Il sesso femminile è considerato debole. Le famiglie cercano di "liberarsi" in fretta delle ragazze. Nei paesi economicamente arretrati, le donne sono date in matrimonio persino all'età di sedici anni.
Molte persone si sono rese conto di questi fatti. Gli stati hanno promulgato leggi a favore dei diritti delle donne. Ma le leggi non possono cambiare il cuore, dove sono radicate l'ingiustizia e il pregiudizio. La maggior parte delle normative sono inadeguate a fermare le violenze. Per contribuire alla soluzione del problema bisogna fare in modo che gli attuali valori sociali e culturali cambino in meglio. Solo così, nelle future generazioni, si rimarginerà la piaga della discriminazione femminile.
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