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ERICH MENDELSOHN

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ERICH MENDELSOHN


L'espressionismo di Mendelsohn, si basa su una fondamentale conquista del codice architettonico: la tridimensionalità antiprospettica.

L'opera di Mendelsohn, deve essere menzionata per l'enorme influsso esercitato al suo tempo, maggiore al principio di quello di ogni altro architetto della sua generazione.

nel 1919 Mendelsohn è già noto per i suoi schizzi di architettura fantastica, esposti in quell'anno alla Galleria Cassirer è più tardi raccolti in volume.

I primi schizzi del '14 sono ispirati al linguaggio di Wagner; quelli eseguiti in guerra e nell'immediato dopoguerra hanno un aggressiva intensità e un vago carattere simbolista che s'inquadra bene nel movimento espressionista contemporaneo.



Molti altri in quest'epoca disegnano architetture immaginarie, talvolta in palese contrasto con ogni possibilità di realizzazione; Mendelsohn, al contrario, ha ben fisso lo scopo di preparare il nuovo linguaggio architettonico di validità generale ed esplora metodicamente le sue radici , cercando di cogliere il germe iniziale, intuitivo, da cui deve procedere tutto il resto.

Nel 1920 gli si offre la prima occasione concreta: la torre osservatorio astronomico di Einstein a Potsdam. E' un tentativo di trasferire nella realtà con la maggiore immediatezza possibile, una di quelle 'visioni subitanee' e Mendelsohn pensa una forma che si imprima, apparentemente di getto, in una messa fluida. Il materiale adatto è teoricamente il cemento armato,,  che per la sua plasticità appare in quest'epoca il mezzo liberatore dell'architettura dai vincoli dello squadro e dei piani sovrapposti, ma mancano i mezzi per colare il cemento in forme curve e raccordate, cosicché la torre deve essere realizzata in mattoni con rivestimento cementizio. L'opera si riduce all'illustrazione di un concetto astratto, e resta, soltanto, un tentativo di applicazione letterale, in campo architettonico, del repertorio espressionista post-bellico.

Poco dopo, nella fabbrica a Luckenwalde del 1921, nella casa a Gleiwitz del 1922  e nell'edificio del 'Berliner Tageblatt' del 1923, Mendellsohn cerca di applicare i suoi concetti compositivi a temi più usuali.

Dopo il 1925 Mendelsohn incontra un grande successo professionale, e affronta lavori impegnativi, liberandosi via via degli artifici iniziali.

Egli costruisce per la ditta Schocken una serie di esemplari grandi magazzini a Norimberga e a Stoccarda nel 1926, a Chemnitz nel 1928. L'organismo è ridotto alla forma più semplice, un blocco di molti piani denunciati all'esterno dalle finestre continue.

Nel '28 costruisce a Berlino sulla Kurfurstendamm il cinema Universum, e individua con grande spregiudicatezza le conseguenze architettoniche di questo nuovo tema. Essendo il quadro scenico piccolo e da vedere per quanto possibile di fronte, la sala è stretta e allungata; avendo le luci di sala un compito importante, di segnare il ritmo dei successivi spettacoli, ad esse è affidata la caratterizzazione dell'ambiente mediante le strisce incavate sulle pareti e sul soffitto, dove sono collocate le sorgenti luminose. Dall'esterno i vari ambienti, il volume curvo della sala, quello concentrico e più basso dell'atrio, i prismi della cabina di proiezione e del palcoscenico si distinguono agevolmente e formano anche la presentazione pubblicitaria del locale.

La carriera di Mendelsohn è sicura, rettilinea, apparentemente senza esitazioni, e la sua produzione è sempre caratterizzata dalle preferenze formali espresse nei disegni giovanili, per quanto complesso sia l'apparato tecnico: la freschezza della prima ideazione si conserva integra nell'edificio finito e conferisce ad ogni immagine un particolare vigore.

L'aspirazione della torre Einstein non è dunque sostanzialmente diversa da quella dei magazzini di Chemnitz o dell'Universum. Ma le prime opere sono esperienze ristrette, incomunicabili, mentre queste sono trasmissibili e componibili con le altre in corso in Germania e fuori





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