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ERNESTO BASILE E RAIMONDO D'ARONCO

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ERNESTO BASILE E RAIMONDO D'ARONCO


Un contributo fondamentale al movimento art noveau in Italia, fu dato dal siciliano Ernesto Basile e dall'udinese Raimondo D'Aronco. Il primo eredita dal padre la ripugnanza per la boria monumentale: il neoclassicismo di G.B.Basile è stato raffrontato a quello di Schinkel, cui si avvicina per l'ellenico rigore ma non per la ricerca espressiva aderente alla civiltà industriale. Ernesto aggiunse a tali qualità, lo studio del medioevo, specificatamente dell'epoca normanna, e dei suoi riflessi rinascimentali in Sicilia.

Attento agli indirizzi internazionali, fu amico di Joseph Offman di cui ammirava il vibrato design. L'esposizione nazionale di Palermo  del 1892 costituisce il suo esordio ufficiale: padiglioni ispirati al mondo normanno, e una Galleria delle Macchine chiusa in facciata da pesanti torrioni.

La personalità di Basile si precisa nella Villa Igea del 1898, dove abbandona gli aspetti del neomedievalismo. Nel 1901, con l'esposizione agricola, sposa l'art noveau accettando negli ondulati trattamenti lineari il gioioso linguaggio europeo. Sono del 1904 il villino Basile e del 1906 quello Fassini a Palermo: rispetto al villino Florio del 1900, che è ancora un piccolo castello, propongono stereometrie, mosse da brevi aggetti, bow-windows e torrette permeabili all'atmosfera, cornici trasparenti che mediano il passaggio tra fabbricato e cielo. Poetica raffinata, lontana dalle ornamentali del floreale, ma troppo gracile per resistere. Basile tenta di mantenersi indipendente dal classicismo, tuttavia a differenza di Offman, si dimostra contrario al razionalismo e ripiega, dalla Cassa di Risparmio del 1908-l913 alla chiesa di Santa Rosalia del 1938, su schemi tradizionali pur costituiti dalla grazia di un fluido disegno.




Il nome di Raimondo D'Aronco è legato all'esposizione di Torino del 1902. Da 11 anni viveva in Turchia dove lavorò fino al 1908 come architetto capo del sultano Abdul Hamid. Era entrato in contatto con Otto Wagner e Olbrich, e aveva conosciuto Basile insegnando presso l'istituto tecnico di Palermo, poi all'università di Messina. Vinse il concorso bandito da Torino e per quest'opera merita l'appellativo di Olbrich italiano: il secessionismo viennese (art noveau austriaco) vi è infatti prepotentemente trapiantato.

D'Aronco realizzò numerose opere interessanti in Turchia, ma tornato in Italia, subì un'involuzione, registrabile nell'opera del municipio di Udine. Neppure lui come anche Basile, seppe cogliere il significato del razionalismo, mentre van de Velde e Offman avevano l'intelligenza di recepire le indicazioni della nuova generazione razionalista. Negli strumenti espressivi si evidenzia il carattere di Basile e D'Aronco; mentre il loro limite viene appunto evidenziato dal rifiuto del razionalismo.





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