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Frank Lloyd Wright entra diciottenne nello studio di Adler & Sullivan mentre è in corso la progettazione dell'auditorium di Chicago; mentre è ancora impiegato comincia a progettare per conto suo e nel 1893 apre il suo studio personale all'ultimo piano del Garrick Buiding di Chicago. Comincia così la più straordinaria carriera che un architetto del nostro tempo abbia avuto; è morto novantenne, ha costruito oltre 300 edifici ed ha influenzato durevolmente tre generazioni di architetti. Con F.L. Wright si verifica una svolta in architettura.
W. parla con affetto e riconoscenza di Sullivan e di Adler ma anche con un certo distacco: egli ha fin dall'inizio le stesse ambizioni di Sullivan, di creare un'architettura nuova indipendente dagli stili tradizionali ed aderente alla vita moderna, non sente però né le inquietudini né le difficoltà che Sullivan trova nel suo tentativo di interpretare la specifica realtà della vita di Chicago. A differenza di Sullivan che viene caricato di una quantità di nozioni convenzionali che gli lasciano la facoltà di dubitare, Wright non ha dubbi. In questa maniera egli è al riparo da qualsiasi fallimento, come quello in cui s'imbatte Sullivan. La prima parte dell'attività di Wright sino al 1910, comprende numerose case d'abitazione unifamiliari: le cosiddette "Prairie Houses", pochi edifici di altro genere tra cui l'importante palazzo per uffici e la chiesa di Unity Temple dove si ispira principalmente alle esperienze di Richardson e Sullivan. Al contrario di questi la cui progettazione è quasi sempre faticosa, esitante, i progetti di Wright nascono invece di getto con felice disinvoltura.
Wright stesso, nel 1930 descrive così i punti principali del programma svolto nelle Prairie Houses:
Ridurre al minimo indispensabile le pareti divisorie
Armonizzare l'edificio con l'ambiente esterno
Eliminare la concezione delle stanze e della casa come scatole e trattare, invece, i muri come pareti di chiusura in modo che formassero un unico recinto di spazio
Portare il basamento interamente sopra il livello del terreno in modo tale che le fondamenta apparissero come una bassa piattaforma in muratura sulla quale si ereggeva l'edificio
Dare a tutte le aperture interne ed esterne proporzioni logiche e umane
Eliminare combinazioni di materiali diversi usando quanto possibile un unico materiale; non applicare ornamenti che non nascessero dalla natura stessa dei materiali e che non contribuissero a rendere l'edificio più chiaramente espressivo della sua funzione
Incorporare impianti di riscaldamento, di illuminazione ecc . , facendone parte integrante dell'edificio inquadrando così in un ideale di architettura organica
Incorporare per quanto possibile il mobilio come architettura organica facendone parte dell'edificio
Seminando sulla scorta di queste indicazioni le case costruite fino al 1910, si incontrano architetture molto diverse. Alcune sono veri capolavori come la casa Robie a Chicago, altre sono opere palesemente forzate.
Queste discontinuità possono essere dovute all'abbondanza della produzione di Wright, e al poco tempo che ha potuto dedicare ad ogni progetto.
In questo periodo Wright compone il suo primo scritto teorico dal titolo "Arte e Mestiere della Macchina" da alcuni collocato insieme a quelli di Loos e Van de Velde, nella linea di pensiero che promuove la collaborazione tra arte e industria.
Al contrario di questi ultimi che di questo problema analizzavano i principali problemi culturali che ne derivano, Wright intende l'industria come mezzo per il miglioramento dell'attività progettuale. Nel 1910 sotto proposta di Harward, si reca in Europa, e prepara una mostra dei suoi progetti a Berlino. In questo viaggio per la prima volta fa la sua conoscenza con i monumenti antichi dell'Europa e con le opere degli architetti europei d'avanguardia: lo colpiscono specialmente gli austriaci Wagner e Olbrich.
Tornato in America, il suo repertorio si arricchisce di nuovi elementi; nel 1911 comincia a costruire la sua residenza di Taliesin nel Wisconsin; dal 1916 al 1922 risiede per lunghi periodi in Giappone dove costruisce l'albergo imperiale di Tokyo.
Dopo il soggiorno giapponese, la produzione di Wright si dirada e la sua fama diminuisce.
L'opera di F.L. Wright acquista nuovo vigore dal 1930 in poi mentre si diffonde il repertorio razionalista europeo.
E' stata fatta più volte l'ipotesi che W. sia stato influenzato dal movimento europeo e si sono indicate le tracce di questa influenza nell'utilizzo del cemento armato e nelle candide superfici delle sue opere. Ma queste analogie affiorano a distanza di tempo senza alcuna continuità. Se Wright ha accolto alcuni suggerimenti europei, come nel decennio precedente ha assorbito quelli giapponesi, li ha subito profondamente alterati e li ha fatti diventare elementi di una personalissima visione.
Dal 1936, quando progetta gli uffici Jhonson & Racine e la casa Kaufmann (Casa sulla Cascata) in Pennsylvania egli torna suscitare grande interesse in america e nel mondo intero; i due suddetti edifici, e la scuola di Taliesin West in Arizona sono pubblicate sulle riviste di ogni paese e nel 1942 il critico più conosciuto, H. R. Hitchcock, pubblica una documentazione estesissima delle sue opere.
Una parte di questo interesse deriva dal desiderio di contrapporre un'architettura americana a quella europea.
La casa Kaufmann (Casa sulla Cascata) a Bear Run (1936-39) segna l'apice poetico del metodo organico e la massima vetta raggiunta dalla libertà creativa. Dal ponte d'accesso, lo scenario delle terrazze catapultate sulla voragine della cascata; l'intera struttura sembra fondersi con la roccia, l'acqua e il dirupo boschivo, e la natura è l'elemento principale anche della struttura interna.
Nel 1946 Frank erige il Giggenheiem Museum sulla 5° Avenue a New York (1946-l959) che esalta la metropoli. Una strada ascendente ed espansa a spirale, un super garage per l'arte. La rampa elicoidale emblematizza il continuum non più scale e ripiani.
Benché vergognosamente modificata subito dopo la morte di Wright, nell'illuminazione, che doveva essere in prevalenza naturale, sintonizzata a quella della città in ogni ora e stagione, nel modo di appendere i quadri su elementi metallici, invece che sulle pareti, quest'opera emana un messaggio testamentario che rappresenta un'arte liberata dall'estraneità sacrale del museo, scesa in strada. L'architettura di F.L. Wright risulta essere organica, anche per l'utilizzo del "Tartan", ossia uno schema a maglia regolare di quadrati o rettangoli dove andava ad inserire gli elementi della sua composizione.
Wright, durante la sua carriera, dimostra di possedere dei pregi ma anche dei limiti, ne è testimonianza la sua concezione urbanistica. Egli scrive nel 1932 il libro "The Disappearing City" in cui manifesta la sua sfiducia nella sopravvivenza delle attuali città e nel 1934 espone u progetto di città ideale chiamata Broadacre, che ha la caratteristica di concedere ad ogni cittadino un acro di estensione e isolare ogni famiglia entro una zona verde. Gli orari di lavoro saranno compresi fra le 10 e le 16, per tre giorni alla settimana; gli spostamenti sarebbero affidati alle automobili. Alla morte del maestro nel 1959 una rivista di architettura scrisse: "dalle ore 12.45 di giovedì 9 aprile il campo è aperto alla filologia" al compito di recuperare i lasciti wrightiani.
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