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Fusione Wind-Infostrada
Eventi importanti della fusione Wind-Infostrada in ordine cronologico
1 Settembre 2000
GRANDI
MANOVRE NELLE TLC
Opa totalitaria entro il 6 settembre,il gruppo inglese Vodafone avrebbe
presentato ai contendenti le richieste per la cessione dell'operatore italiano,
ma tutte le parti in causa si trincerano dietro i 'no comment'.
Vodafone , il gruppo di Tlc inglese azionista di maggioranza dell'operatore italiano di telefonia fissa, avrebbe chiesto alle società interessate un'offerta sul 100% del capitale di Infostrada entro mercoledì prossimo, 6 settembre. La vendita di Infostrada interromperebbe i piani di collocamento del gruppo, che resterebbero invece in piedi qualora l'operazione non andasse in porto.
Anche British Telecom, principale azionista della società di telefonia fissa italiana Albacom, ha affermato «di tenere sempre gli occhi aperti su un buon investimento», ma non ha voluto dire se Infostrada rientra tra questi, preferendo «non commentare» le congetture su una possibile offerta per l'azienda italiana.
Nessun commento da Wind e Deutsche Telekom
Così
ambienti di Wind puntualizzano la posizione della società circa la
possibilità di un'offerta per acquisire il 100% di infostrada. Wind
è controllata attualmente da Enel con oltre il 60% e ha nel suo capitale
France Telecom. Tra i programmi a breve c'è anche la quotazione della
società in borsa.
Dal versante tedesco, anche Deutsche Telekom non desidera rilasciare commenti
su un suo interesse all'acquisto di Infostrada.
29 Settembre 2000
INFOSTRADA VERSO L'INTESA
Il gruppo dei Tlc britannico Vodafone Air Touch «ha concordato»
la vendita della controllata Infostrada all'Enel per 12 miliardi
di euro (circa 24.000 miliardi di lire) e la transazione verrà
completata a giorni.
Se necessario l'Enel sarebbe pronta ad acquistare Infostrada da sola
poichè France Telecom avrebbe già fatto sapere che il prezzo
è troppo alto. L'Enel, è sotto forte pressione da parte del
Governo italiano per procedere indipendentemente da France Telecom e si prepara
a concludere l'operazione a giorni; l'Enel nominerà tre banche europee
che dovranno organizzare un finanziamento-ponte da circa 10 miliardi di euro
(circa 20mila miliardi di lire) per il gruppo piuttosto che per Wind.
Infostrada cambia proprietà, il 10/10/2000 il Cda Enel potrebbe dare l'annuncio ufficiale. Titoli Enel in ribasso a Piazza Affari.
Secondo le indiscrezioni circolate sul mercato, le due società avrebbero ormai raggiunto un accordo preliminare a due, con l'eventuale futuro coinvolgimento di France Telecom. Nei giorni scorsi fonti finanziarie avevano confermato trattative dirette tra le due imprese per la cessione su una somma vicina ai 24mila miliardi, per la quale Enel starebbe preparando insieme a tre primari istituti di credito il lancio di un maxiprestito obbligazionario da 20mila miliardi di lire.
Andamento negativo a Piazza Affari per i titoli Enel che a metà pomeriggio hanno innestato la retromarcia sulle voci di chiusura dell'acquisto di Infostrada. Le azioni hanno messo a segno un leggerissimo recupero.
Polemiche Enel-Governo sull'operazione
Scoppiano polemiche tra il ministro delle Finanze, Ottaviano Del Turco , e il
presidente dell'Enel, Chicco Testa . Secondo Del Turco con l'acquisizione di
Infostrada «l'Enel rischia di trasformarsi in una seconda Iri». Testa ribatte
che «l'Iri comprava aziende morte con soldi dello Stato per perseguire
politiche sociali; noi compriamo aziende vivissime nel quadro di operazioni
prettamente industriali».
Il ministro dell'Industria, Enrico Letta , in merito all'operazione
Enel-Infostrada ha spiegato che la strategia industriale del Governo punta «a
far cessare i monopoli e privatizzare al più presto e quindi uscire dal
controllo di Enel al più presto possibile».
L'acquisizione di Infostrada da parte di Enel è ufficiale. Il gruppo dell'elettricità ha annunciato che acquisterà l'operatore fisso oggi controllato al 100% da Vodafone per 11 miliardi di euro (poco meno di 22 milia miliardi di lire), metà in cash e metà in obbligazioni garantite. L'operazione sarà finanziata con la prevista quotazione in Borsa entro la prima metà del 2001 del 25% del gruppo che nascerà dalla fusione tra Infostrada e Wind.
All'Enel il 73,4%
della nuova società
Enel precisa infatti di aver raggiunto con il socio francese di Wind (di cui
Enel attualmente controlla il 56,6%, mentre France Telecom il 43,4%) un accordo
di fusione tra Infostrada e l'operatore mobile, con una conseguente
riorganizzazione del capitale azionario della nuova entità. Dopo
l'acquisizione del 100% da parte di Enel, è previsto che i due operatori
italiani si fondano con una struttura iniziale che attribuirà, il 73,4%
a Enel e il 26,6% a France Telecom.
Perfezionata la fusione Wind-Infostrada è previsto che la nuova
società sia quotata alla Borsa italiana, l'accordo prevede che entro un
periodo compreso tra 24 e 30 mesi dopo la fusione, France Telecom avrà
il diritto di riacquistare da Enel azioni della nuova società a
condizioni di mercato, un diritto che, se esercitato, porterà il
capitale del nuovo gruppo a essere spartito tra Enel al 42,5%, France Telecom
al 32,5% e il mercato al 25%.
New Wind in Borsa nel 2001
La nuova società sarà quotata entro agosto con la seconda tranche Enel.
Si chiamerà New Wind la società che sorgerà dalla fusione tra Wind e Infostrada. Una volta completata l'acquisizione da parte dell'Enel, il nuovo gruppo avrà oltre 12 milioni di clienti tra telefonia fissa, telefonia mobile e Internet. Secondo il comunicato dell'Enel, la nuova società sarà 'il primo operatore convergente al mondo e il secondo operatore di telecomunicazioni' in Italia, nonché 'il primo in grado di competere con il gruppo ex monopolista'.
Dopo l'accordo con Vodafone, la tempistica dell'operazione fissa per febbraio il completamento dell'acquisizione di Infostrada. Alla fusione tra Wind e Infostrada si arriverà invece entro la fine di aprile del prossimo anno.
New Wind sbarcherà in Borsa nel secondo quadrimestre del prossimo anno; la nuova società avrà un margine operativo lordo positivo prima del previsto.
I PRIMI PROBLEMI
Il Governo non vede positivamente l'acquisto da parte della Wind, e quindi dell'Enel, di Infostrada.
Non si tratta di vietare l'operazione Infostrada, ma di legarla a due condizioni precise:
l'impegno inequivocabile dei vertici Enel a vendere del tutto la Wind (e non solo a collocarne una quota di minoranza) in modi rispettosi del mercato e degli interessi dei loro azionisti ma in un arco temporale certo e ragionevolmente rapido, come era stato promesso alla nascita della società telefonica;
l'impegno assoluto del Tesoro a ritirarsi del tutto dall'Enel nei tempi e nei modi che l'interesse generale e le condizioni di mercato consentiranno.
Non si tratta di furori ideologici, ma di opzioni realistiche, in assenza delle quali la stessa credibilità internazionale acquisita negli ultimi anni dal Paese con la pur insufficiente politica di privatizzazioni e liberalizzazioni finirebbe davvero in frantumi.
13 Ottobre 2000
Wind è a un passo da Infostrada, la società del gruppo
Enel tratta in esclusiva.
L'offerta si aggirerebbe intorno ai 22-25mila miliardi
Il negoziato per la vendita di Infostrada è giunto a una svolta. L'Enel, ha comunicato a chiare lettere di avere avviato una trattativa esclusiva con la Vodafone, per acquisire la totalità del capitale della seconda azienda italiana di telefonia fissa.
L'obiettivo è di fondere Wind e Infostrada per creare il secondo operatore nazionale di telecomunicazioni, concorrente diretto di Telecom Italia sul fisso, sul mobile e sui servizi Internet. Ciò non toglie che nei prossimi giorni l'asta possa essere allargata ad altri contendenti. Tra gli aspiranti acquirenti di Infostrada vi sono Albacom e, Deutsche Telekom.
L'argomento centrale del negoziato riguarda comunque il prezzo, l'Enel sarebbe disposta a are fino a 10 miliardi di dollari ossia una somma superiore a 22mila miliardi di lire ma si ritiene che l'offerta dell'Enel possa essere ulteriormente migliorata nelle prossime ore.
Tra quest'anno e l'anno venturo l'Enel dovrà cedere le tre
grandi imprese di produzione elettrica di cui il decreto Bersani la obbliga a
liberarsi per far spazio alla concorrenza. E dalla dismissione delle tre
generation company il gigante elettrico guidato da Franco Tatò pensa di
ottenere dai 10 ai 15mila miliardi, vale a dire una somma quasi coincidente con
l'esborso di Infostrada. La parte rimanente spetterebbe infatti a France
Télécom, l'altro socio della Wind. Questo indubbio vantaggio dell'Enel, che
potrebbe impiegare i proventi dalla vendita delle centrali per riestendere la
'mano pubblica' sul settore delle telecomunicazioni, dal quale
proprio lo Stato si era ritirato soltanto tre anni fa con la completa
privatizzazione di Telecom, ha messo in allarme diversi settori del mondo
politico. Ed è un punto sul quale Tatò deve riflettere bene,
anche perché l'Enel è impegnata a crescere in diversi altri ti,
tra cui il gas naturale e l'acqua potabile, che richiedono investimenti
colossali; la stessa Wind ha messo in conto 22mila miliardi per partecipare (e
ottenere) una delle cinque licenze Umts appena messe in gara dal Governo; senza
contare gli altri investimenti nel settore elettrico e la potenziale perdita di
clienti 'liberi' che l'attuale monopolista potrebbe subire quando la
concorrenza sarà entrata a pieno regime.
Tutto questo per dire che, a fronte di una enorme capacità di generare
cassa, l'Enel ha dinanzi a sé sfide altrettanto grandi per realizzare le quali
dovrà calibrare con molta attenzione le risorse disponibili ma pare che
questo non sarà un problema.
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