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Il nuovo mondo
Nuove esigenze, nuove terre, nuovi conflitti.
CONTESTO STORICO.
Nella seconda metà del XV secolo, Enrico il Navigatore re di Portogallo, seguito immediatamente da altri sovrani come Giovanni II e la Regina snola Isabella di Castiglia, costretti dalla delicata situazione che vigeva nell'Europa Orientale decisero di indirizzare le proprie spedizioni verso Ovest.Questa decisione fu una diretta conseguenza di alcuni fenomeni che insidiavano l'economia di tutti gli stati europei: innanzi tutto l'inesorabile avanzamento dei Turchi, che dopo la caduta di Costantinopoli si spinsero verso l'Italia conquistando nell'ordine Cipro, Creta, Venezia e tutte le altre basi commerciali. Quindi dalla fine dell'Impero Bizantino, Sna e Portogallo divennero i nuovi avamposti commerciali dell'Europa; dovettero così spingersi alla ricerca di una nuova rete commerciale, che permettesse anche lo sfruttamento di terre inesplorate ricche d'oro, sale, zucchero, spezie, cuoio, porcellane e piante di pomodoro, patata, mais, cacao e quant'altro.
INNOVAZIONI E CONFLITTI.
Nell'affrontare l' Atlantico, i condottieri si resero conto delle grandi difficoltà di navigazione finora sconosciute. Vennero così introdotte delle innovazioni atte a rendere più agevoli le esplorazioni: fondamentale fu quindi l'introduzione di un nuovo tipo di vascello, la caravella, più manovrabile e con lo scafo arrotondato; inoltre subirono un'importante sviluppo gli studi delle sectiune nautiche, nei quali s'impegnò in prima persona Enrico il Navigatore, che s'interessò delle correnti Atlantiche.
Ma appena le scoperte divennero più frequenti sorsero nuovi contrasti tra le due grandi potenze Iberiche, che non seppero stabilire in che modo dividersi le nuove terre: solo grazie alla mediazione di Papa Alessandro VI Borgia, (uno tra i personaggi più discussi della sua era), si giunse ad un accordo: venne stipulato nel Giugno del 1494 il Trattato di Tordesillas che consisteva nello stabilire una linea di demarcazione, la raya, a 370 miglia a ovest del Isola di Capo Verde, permettendo così d'individuare una zona ad influenza snola, e un destinata ai portoghesi. Consisteva quindi in una "suddivisione dell'ignoto", che avrebbe reso "vinti e ricondotti alla fede" tutti i popoli sottomessi; ci si accorse solo negli anni a venire, che la spartizione fu tutt'altro che equa, concedendo al Portogallo solo il Brasile e affidando alla Sna la gran parte del "nuovo mondo".
DUE MODELLI COLONIALI, MEDESIME BARBARIE.
Durante l'opera di colonizzazione, snoli e portoghesi svilupparono due diversi modelli organizzativi, per gestire le nuove terre.
I portoghesi sfruttarono le colonie per trarne esclusivamente un beneficio economico: il re decise di suddividere le zone costiere in "capitanie", le quali venivano affidate a funzionari di fiducia che godevano di un'ampia autonomia, nel suo unico compito di far "fruttare" economicamente il territorio ricco di canna da zucchero, caffè, tabacco, cotone, legno, oro e schiavi. L'obiettivo primario quindi di queste conquiste era di costruire sulle coste una rete basata su empori commerciali che favorissero uno sviluppo economico.
Gli snoli invece organizzarono le colonie sul modello politico della madrepatria: c'era il Consiglio Municipale, incaricato di amministrare la giustizia e le tasse; l'Alcade che consisteva in una carica(si poteva comprare direttamente dalla corona)di consigliere o magistrato; infine vi era il Supremo Tribunale Territoriale e a capo di questo e della Colonia il Vicere. Purtroppo quest'organizzazione così rigida, rispecchiava un'ostilità nei confronti delle popolazioni amerinde, che sfociò in episodi d'intolleranza verso le nuove culture e religioni, concludendosi con una sottomissione e terribili massacri, che proseguirono inesorabili anche dopo lo Statuto di Burgos nel 1512,col quale si vietava la riduzione in schiavitù, e ogni altro maltrattamento verso gli indigeni.
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