ricerche |
'IL PROBLEMA DEL PRINCIPIO DA TALETE A DEMOCRITO"
Il problema del
mondo, per gli antichi, e' stato anteriore a quello dell'uomo, prima il
naturalismo e poi l'umanesimo, prima la cosmogonia e poi l'antropologia.Il
mondo, anzi il Kosmos, e' ordine non e' un caos,
ossia confusione indifferenziata di elementi, il mondo si presenta molteplice e
vario nella sua armonia.La sostanza intima pero', e'
sempre uguale, anche se mutano le modalita' esterne
di presentarsi e di costituirsi.Il cosmo, insomma,
appare formato di un unico elemento primo universale: l'Arche'.
L'arche' unico da' luogo al massimo, dottrina che
riconosce un solo elemento costitutivo di tutta la realta'.All'opposto
si pone il pluralismo, teoria che ammette piu'
elementi costitutivi della realta'.Talete da Mileto, matematico, filosofo ed astronomo e' stato il primo
a concepire un principio unico universale costitutivo della natura, tale
principio egli lo individua nell'acqua.'L'acqua'
di Talete e' una essenza intima e vivente di cui
tutte le cose, e la stessa acqua fisica, sono aspetti e determinazioni
particolari, da cui promanano tutte le forme di essere delle cose o dei viventi.Talete afferma che la natura e' piena di dei, ossia
di vita e di intelligenza. L'ilozoismo ionico comporta infatti un vitalismo immanente che spiega le varie trasformazioni e
che, mentre a prima vista sembra materializzare lo spirito, in realtà
spiritualizza la materia poichè attribuisce
alla materia i caratteri propri dello spirito.
Discepolo di Talete, Anassimandro,
anch'egli matematico e astronomo, comprese che l'archè,
elemento unico primitivo, per se stesso, non può avere alcuna
specificazione e determinazione, deve essere senza qualità. L'archè è l'apeiron,
ossia materia indefinita, informe e indeterminata, ingenerata e
indistruttibile. Questo apeiron è l'essere
universale, il tutto, l'eterno, l'indeterminato potenziale (Può
diventare qualunque cosa) ed evolutivo.
Di Mileto è anche Anassimene,
il quale vide nell'aria l'archè, elemento
universale, cercando così di materializzare l'informità e la
indeterminatezza dell'apeiron.Egli identificò
nella condensazione e nella rarefazione (attrazione e repulsione) le forze che
operano nella materia universale perchè essa
possa strutturarsi in esseri, disfarsi, ricomporsi in altri esseri. Anche Dio
è aria immensa, infinita, sempre in movimento. Per Pitagora e la sua
scuola, l'archè, il principio di tutta la
realtà è il numero. Il numero è l'essenza di tutte le
cose, ogni essere nella sua essenza è numero. Tale intuizione sta a
significare che il singolo essere e il tutto sono costituiti secondo armonia di
rapporti e di proporzioni, nel tutto regna un ordinamento matematico,
matematicamente rappresentabile. Il numero per i pitagorici, non è una
cifra, ma l'archè, un principio. L'esistenza
alle cose è data e mantenuta da equilibri perfetti, mirabili; il corso
universale è retto da ritmi costanti. Pitagora diceva di udire la musica
silenziosa delle stelle!
Parmenide da Elea porta a
livello di definizione filosofica il concetto dell'essere unico ed universale
del naturalismo, sempre uguale a se stesso e in se stesso, nonostante le variazioni,frutto soltanto dei sensi ingannatori.
Nella loro essenza, quindi, le cose sono un unico essere immutabile, infinito,
eterno, indivisibile, omogeneo, sferico, razionale. La ragione soltanto coglie
l'essenza, l'universale e può darci la verità.
Su una situazione opposta a Parmenide troviamo Eraclito da Efeso per il quale l'essere universale in
continuo tramutamento, in perenne divenire è
il fuoco, archè cosmico che, nella lotta
perenne, nel contrasto intimo al tutto, si struttura nella molteplicità
sempre varia delle cose.
Empedocle trovò impossibile spiegare la varietà del tutto con un
solo elemento universale, egli ne enuncia quattro, le quattro radici: terra,
acqua, aria e fuoco, dal vario combinarsi delle quali derivano le differenze da
essere ad essere. Dal monismo al pluralismo. Empedocle avrà certamente
sbagliato ad individuare gli elementi fondamentali, ma ha comunque intuito che
il monismo non poteva spiegare la natura.
Anassagora parte dalla evidente divisibilità
della materia per affermare l'esistenza di minutissime
invisibili particelle indivisibili, dalla cui unione risultano formati i vari
esseri materiali. Sono le omeomerie, semina rerum, corpuscoli indivisibili di ogni specie, ordinate da
una Mente divina, un nous esterno alle cose,
trascendente.
Con Democrito la divisibilità della materia si
arresta a corpuscoli non più divisibili, gli atomi. Gli atomi sono
infiniti, infinitamente vari nelle forme, eterni, tutti della stessa specie;
soltanto la diversa dimensione li distingue tra loro. Nessuna mente ordinatrice
organizza gli atomi, tutto è dovuto al caso, il mondo si fà da sè. Gli atomi
cadono nel vuoto per legge di gravità, si incontrano, si aggregano, si
strutturano nella varietà delle cose. Anche l'anima è fatta di
atomi anche se più sottili e fluidi. Anche gli dei sono fatti di atomi
anche se più perfetti, anch'essi mortali anche se più longevi. Democrito è il primo vero materialista nella storia
della filosofia.
Privacy
|
© ePerTutti.com : tutti i diritti riservati
:::::
Condizioni Generali - Invia - Contatta