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Esse si distinguono in:
Aziende di consumo: costituite per soddisfare i bisogni di coloro che ne fanno parte;
Aziende composte: nelle quali l'attività di produzione di beni è affiancata dall'erogazione, cioè dalla loro fornitura e distribuzione a favore di persone esterne al sistema aziendale che li impiegano per soddisfare direttamente i propri bisogni;
Corporazioni: che traggono la loro base in una collettività di persone e traggono i mezzi per raggiungere i fini dell'ente dalle contribuzioni volontarie od obbligatorie degli associati;
Fondazioni: traggono i mezzi per raggiungere i fini dell'ente prevalentemente dal patrimonio che è alla base della loro esistenza.
Aziende non-profit private
Aziende familiari: che soddisfano le esigenze dei componenti con i proventi derivanti dall'attività lavorativa.
Le fondazioni e le associazioni dotate di personalità giuridiche.
Le associazioni non riconosciute come persone giuridiche.
I comitati: sorti per iniziativa di uno o più promotori che accolgono fondi presso terzi e ne gestiscono per gli scopi previsti
Aziende non-profit pubbliche
Le aziende degli enti territoriali: Stato, Province, Comuni, Città.
Le aziende degli enti istituzionali: INPS, INAIL.
Tutte queste aziende possono essere definite Onlus ossia "Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale". Per ottenere questa qualifica sono necessari alcuni requisiti espressamente indicati nell'atto costitutivo o almeno nello statuto.
Tali requisiti sono:
l'indicazione dell'esclusivo perseguimento di finalità sociali;
il divieto di svolgere attività diverse da quelle sopra specificate;
il divieto di distribuire utili, riserve o capitali;
l'obbligo di impiegare gli utili per attività istituzionali o per quelle ad esse connesse;
l'obbligo di devolvere il patrimonio, all'atto dello scioglimento dell'ente ad altre Onlus
Le aziende non-profit fondano la loro attività sul lavoro dei volontari. Questi sono coloro che offrono gratuitamente la propria disponibilità a svolgere le attività dell'organizzazione. Per lo svolgimento di tale lavoro è necessario garantire la completa gratuità della prestazione, l'assenza di subordinazione e la presenza in capo al volontario di sufficienti fonti di sostentamento. Inoltre è importante saper coordinare al meglio l'attività lavorativa del volontario con quella del volontariato garantendo la massima disponibilità per ogni evenienza.
Come per tutte le altre imprese anche qui il patrimonio è costituita da due parti:
L'attivo, che comprende:
vbeni da reddito (terreni, fabbricati, titoli pubblici ecc.);
vcrediti di finanziamento (mutui attivi);
vcrediti di regolamento (crediti a breve termine);
vpartecipazioni;
vbeni di uso durevole (arredi, attrezzature, veicoli ecc.);
vbeni di consumo immediato (cibi, bevande ecc.);
vdisponibilità liquide (c/c bancari, postali, fondi esistenti in cassa ecc.).
Il passivo, comprende:
vdebiti di finanziamento: (mutui passivi);
vdebiti di regolamento (debiti a breve termine);
vdebiti per TFRL;
vfondi rischi e oneri;
Attività |
Passività |
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Beni da reddito (Titoli, terreni, fabbricati) |
Debiti di finanziamento (Mutui pax) |
Crediti di finanziamento (Mutui attivi) |
Debiti per TFRL |
Rendite attive |
Rendite passive |
Partecipazioni in imprese |
Fondi oneri futuri |
Beni di uso durevole |
Fondi rischi |
Beni di consumo immediato |
Ratei e risconti passivi |
Ratei e risconti attivi |
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Crediti di regolamento (Residui attivi) |
Debiti di regolamento (Residui pax) |
Disponibilità liquide |
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(Passivo netto o deficit) |
Patrimonio netto |
Le valutazioni:
Il denaro va a costituire un valore certo poiché per valutarlo viene contato;
il c/c bancario o postale viene considerato al rispettivo valore nominale;
i debiti di regolamento ed i crediti ed i debiti di finanziamento vengono valutati al loro valore nominale;
ai beni di uso durevoli vengono sottratte le relative quote di ammortamento;
i beni di consumo immediato al valore di mercato o corrente;
terreni e fabbricati al costo di acquisto o di riproduzione, ma se sono entrati a far parte dell'impresa tramite donazioni o eredità, ci si rifà al criterio di capitalizzazione del reddito netto.
Le entrate scaturiscono da: alienazioni di beni, accensione di prestiti ottenuti da terzi e rimborso di prestiti concessi a terzi.
Le uscite derivano da: acquisto di beni, concessioni di prestiti a terzi, rimborso di prestiti ottenuti da terzi ecc.
Le fasi delle entrate sono:
Previsione: momento in cui nel bilancio di previsione vengono individuati i mezzi finanziari necessari per il proseguimento degli scopi prestabiliti.
Accertamento: si ha quando sorge il diritto di riscuotere una somma di denaro.
Riscossione: l'atto materiale dell'entrata di denaro, solitamente preceduta dall'ordine di riscossione chiamato reversale.
Versamento: versamento della somma al tesoriere da parte dell'esattore.
Si parla di residui attivi nel caso in cui un'entrata sia accertata ma non riscossa oppure accertata, riscossa ma non ancora versata.
Le fasi delle uscite sono:
Previsione: un'uscita si definisce prevista quando è iscritta in un apposito bilancio di previsione.
Impegno: quando si è autorizzati a utilizzare lo stanziamento iscritto nel B. di P. grazie all'emissione di una delibera
Liquidazione: quantificazione del debito sorto nei confronti di una determinata persona.
Ordinazione: il cassiere riceve un ordine chiamato mandato che permette di are una determinata somma.
Pagamento: l'atto materiale dell'uscita di denaro.
Nel caso in cui le uscite siano impegnate e ordinate ma non ancora ate, si parla di residui passivi.
Esempio di calcolo di residui attivi e pax:
Un ente ha accertato entrate per 4500 euro dei 5000 previsti; a fine periodo risultano riscossi 4200 euro versati al tesoriere per 4050euro.
Il consiglio di amm.ne ha deliberato acquisti per 10000 euro; a fine periodo risultano emessi mandati per 8500 euro dei quali estinti per 7800 euro.
Calcoli
Entrate accertate 4500
-entrate riscosse e versate 4050
450 |
Residui attivi
I residui attivi sono formati da
entrate accertate e non riscosse 300
entrate riscosse e non versate 150
450 |
Residui attivi
Uscite impegnate 10000
-uscite ate 7800
2200 |
Residui pax
I residui passivi sono costituiti da
Uscite impegnate e non ordinate 1500
Uscite ordinate e non ate 700
2200 |
Residui pax
In base alle entrate ed uscite ottenute nell'esercizio, al termine del periodo amministrativo si andranno a calcolare due risultati finanziari:
Il risultato finanziario di competenza: dato dalla differenza tra entrate accertate ed uscite impegnate e/o liquidate in un dato esercizio
Il risultato finanziario di cassa: dato dalla differenza fra tutte le entrate riscosse e tutte le uscite ate in un dato esercizio.
Nell'aspetto economico la gestione di un'azienda non-profit determina l'ottenimento di proventi e rendite.
I proventi derivano da contribuzioni versate dai soci, risultati economici positivi e contribuzioni versate dagli associati
Le rendite derivano da spese di amministrazione, spese di gestione del patrimonio, interessi passivi ecc.
In base alle relazioni instaurate tra questi elementi si può ottenere un avanzo economico (incremento), un disavanzo economico (decremento subito dal patrimonio netto per effetto della gestione ordinaria in un periodo amministrativo).
Oneri e perdite |
Rendite e proventi |
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Spese per conservazione patrimonio |
Utili di attività comm.li svolte dall'azienda |
Spese di amministrazione |
Proventi, redditi, rendite patrimoniali |
Spese per i fini dell'ente |
Contribuzioni |
Consumi |
Rendite in natura |
Ammortamenti |
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Perdite di attività comm.li svolte dall'aziende |
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Avanzo economico |
(Disavanzo economico) |
LA CONTABILITA'
Anche nelle aziende non-profit le operazioni di gestione devono essere documentate.
La contabilità che viene qui attuata è molto elementare e si basa soprattutto su gli inventari. Questi vengono effettuati con lunghi intervalli e trascritti su appositi registri chiamati REGISTRI DI CONSISTENZA.
Al posto della contabilità tenuta con il metodo della Partita Doppia vengono qui utilizzate le scritture elementari (scadenzari, registri, ecc . ), o le scritture complesse, quali:
scritture patrimoniali, le quali rilevano spese, oneri, rendite e proventi;
scritture finanziarie, le quali rilevano le fasi delle entrate e delle uscite.
I rendiconti sono documenti consuntivi accomnati da relazioni degli amministratori che mostrano i risultati raggiunti. Questi si distinguono in:
rendiconti finanziari, rilevano le entrate accertate e le uscite impegnate o le entrate riscosse e le uscite ate;
rendiconti economici, evidenziano le rendite, i proventi, gli oneri e le perdite di competenza;
rendiconti patrimoniali, evidenziano il patrimonio esistente a fine esercizio, le variazioni intervenute e l'avanzo realizzato.
GLI ASPETTI FISCALI
Ai fini fiscali le aziende non-profit si suddividono in:
enti non commerciali
Onlus
Gli enti non commerciali devono redigere il rendiconto economico-finanziario annualmente. Se svolgono attività commerciale devono tenere una contabilità separata ordinaria o semplificata secondo le vigenti norme tributarie. Particolari agevolazioni sono previste per l'IVA: ad esempio sono esclusi da IVA e da imposte dirette i fondi raccolti pubblicamente.
Le Onlus sono soggette ad obblighi precisi dettati espressamente da norme tributarie. Esse devono tenere scritture cronologiche e sistematiche quali:
libro giornale
libro degli inventari
e devono redigere annualmente il bilancio d'esercizio.
Nel caso in cui svolgano attività commerciali connesse devono tenere anche le scritture contabili di tali attività.
I controlli
La legge attribuisce ad una specifica Autorità severi controlli. Questa dovrà controllare il contenuto degli statuti per verificare l'esistenza dei requisiti per le agevolazioni fiscali che la legge riserva alle Onlus. Tali controlli hanno il fine di evitare abusi nel sistema delle agevolazioni fiscali.
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