Pensiero analogico e struttura
non-lineare
La cultura occidentale, ha
un'impostazione di tipo prevalentemente digitale. In questo senso,
l'alfabetizzazione con la traslazione del linguaggio umano in testo, è
il più potente fattore di organizzazione culturale. De Kerckhove
introduce il concetto di 'brainframe' per definire la
'cornice' attorno al nostro cervello formata dall'insieme delle
informazioni in nostro possesso, del modello culturale di cui facciamo parte.
La nostra visione dei fatti non è oggettiva, l'interpretazione dipende
dal modello indotto dalla nostra educazione. In questo senso possiamo dire che
l'alfabetizzazione incoraggia il nostro 'essere digitali'. Il brainframe
indotto dall'alfabetizzazione influenza il modo in cui organizziamo i pensieri,
la lettura porta il nostro cervello a classificare e combinare l'informazione
esattamente come facciamo con l'alfabeto. Con gli ipertesti la linearità
viene posta in discussione. La parola stampata si basa sulla linearità
in ragione dello stesso processo di lettura, ogni parola è lineare
dovendo essere letta con un inizio, una parte intermedia ed una fine. Ma se la
linearità emerge con i testi, se con l'elettricità:
quest'ultima rappresenta la simultaneità, non c'è più
testo ma un archivio automatico a diversi livelli. La tecnologia, con i suoi
effetti sulla psicologia sta cambiando ogni branca della nostra cultura. Ma
cosa significa analogico e digitale? 'La modalità analogica
è riscontrabile in ogni strumento che operi per analogie, ovvero su processi
e quantità reali continue. Il calcolatore o un qualunque altro
dispositivo di tipo digitale opera invece per scale discontinue, con elementi
discreti, ove ogni elemento discreto non intrattiene necessariamente un
rapporto con ciò che rappresenta.' (Fileni 1996, 29) Un esempio di
comunicazione analogica ci viene dal campo del non-verbale, mentre per la
comunicazione digitale potremmo pensare al verbale ed alla scrittura. La
linearità ci viene imposta da una determinata cultura, non è
l'unica forma possibile di organizzazione del Sapere, è una forma vicina
a modelli di tipo digitale. L'ipertesto ci avvicina ad una forma di pensiero
non-lineare, ad una forma analogica più interessata a studiare i fatti
in maniera globale. Fileni sottolinea come la nostra educazione sia troppo
spesso impostata in funzione della soluzione di problemi e non alla ricerca
'di una corretta posizione scientifica con la capacità di porre
problemi nuovi e interconnessioni tra campi diversi del Sapere. Un addestramento
intelligente all'uso e all'apprendimento delle tecniche
informatiche.può, a mio avviso, facilitare questi passaggi
interdisciplinari' (Fileni 1992, 31) In questo senso il computer
potrebbe aiutarci ad un approccio globale nella formazione della nostra
conoscenza e l'ipertesto aiutarci in questa nostra esplorazione
'totalizzante'.