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RELAZIONE
La droga
L'abuso di alcol, eroina e cocaina e' ritenuto direttamente, o indirettamente, la causa delle tre principali cause di morte degli adolescenti: incidenti stradali, omicidio, suicidio. Un'indagine recente negli Stati Uniti ha calcolato che almeno un quarto dei suicidi tra gli adolescenti ha l'abuso di droga o di alcol come concausa. L'abuso di droghe e alcol produce anche conseguenze non mediche tra gli adolescenti quali il fallimento a scuola, l'incarcerazione, l'allontanamento dal nucleo familiare e la perdita del posto di lavoro. Alcune di queste conseguenze sono pero' legate allo stato illegale di alcune droghe. L'adolescente che abusa di alcol e droghe illecite costituisce un problema difficile per se stesso, la famiglia, il medico, la societa' e anche per il neurobiologo che voglia studiare gli effetti delle droghe e dell'alcol sul cervello dell'adolescente. Egli si trova a dovere aggiungere l'importante variabile dell'eta' adolescenziale al gia' complesso problema degli effetti di queste sostanze sul cervello dell'adulto. Infatti il cervello dell'adolescente non ha ancora completato il suo sviluppo.
Benche' il numero dei neuroni sia gia'
definitivamente stabilito fin dalla prima infanzia, il cervello continua a
presentare fino all'adolescenza un fenomeno chiamato plasticita'
neuronale. Esso consiste nella produzione o
eliminazione di sinapsi, nella progressiva mielinizzazione
di fibre nervose, nelle variazioni della concentrazione di neurotrasmettitori
e dei sistemi della loro neutralizzazione, infine nella variazione del numero
dei recettori dei differenti neurotrasmettitori.
Questi processi di plasticita' neuronale
sono controllati, in parte, dagli stessi neurotrasmettitori.
Ad esempio, variazioni nelle concentrazioni della dopamina
nelle sinapsi possono modificare in piu' o in meno il
numero dei recettori di questo neurotrasmettitore. Un
ruolo particolarmente importante nei processi di sinaptogenesi
svolge l'acido glutammico. Questo neurotrasmettitore eccitatorio agendo in particolari recettori chiamati NMDA
decide sul 'destino' di certi neuroni e di certe connessioni neuronali. Poiche' le diverse
droghe, come la cocaina, l'amfetamina, l'eroina e l'alcol modificano l'azione
di differenti neurotrasmettori esse alterano pertanto
le normali condizioni nelle quali devono realizzarsi i suddetti processi neurobiologici.
E' prevedibile che l'assunzione di queste sostanze in dosi adeguate e per tempi
sufficientemente prolungati possa influenzare lo sviluppo neurobiologico
del cervello dell'adolescente e quindi i suoi correlati funzionali: cognitivi
emotivi e comportamentali.
Poiche' nel bambino e nell'adolescente i successivi
livelli di organizzazione di tipo cognitivo, psicologico, sociologico possono
realizzarsi solo se si sono organizzati i precedenti stadi di organizzazione
un'alterazione nella maturazione neurobiologica
potrebbe avere delle conseguenze a lungo termine.
Il problema degli effetti di sostanze chimiche sul cervello
dell'adolescente e' importante per incidenza e gravita', eppure le ricerche in
questo settore sono scarsissime. Le informazioni disponibili, anche queste non
numerose, originano dallo studio del cervello del ratto.
Accennero' alle ricerche sugli effetti della cocaina,
amfetamina e alcol sui neuroni dopaminergici e glutammatergici. Il primo neurotrasmettitore
svolge un ruolo importante nel trasmettere gli effetti gratificanti in questi
farmaci e nella loro capacita' di dare dipendenza.
Il glutammato svolge invece, come si' e' detto, un ruolo importante nella plasticita' cerebrale.
I neuroni dopaminergici sono presenti alla nascita,
ma e' stato osservato che la loro maturazione continua, sia nel ratto che nei
primati, fino all'eta' matura, nel senso che si
producono piu' connessioni, piu'
recettori e piu' dopamina.
Invece, nell'animale anziano i neuroni dopaminergici
si riducono progressivamente di numero.
I neuroni dopaminergici sembrano piu' attivi nell'animale adolescente. Questi e' infatti piu' attivo e curioso dell'ambiente dell'animale adulto. L'attivita' esploratoria e la curiosita' sono considerate tra le funzioni controllate
dalla dopamina nel sistema limbico.
Nell'animale adolescente gli effetti stimolanti della cocaina e dell'amfetamina
sono ridotti mentre sono potenziati quelli dell'alcol. Nel primo caso si pensa
che i recettori della dopamina sono gia' 'bombardati' in eccesso dalla dopamina endogena. Perche'
l'effetto dell'alcol sia potenziato non e' spiegato.
Purtroppo non esistono studi nell'animale adolescente che chiariscono se le
suddette droghe producono maggiore effetto gratificante, se la dipendenza si
sviluppa piu' facilmente e se persiste piu' a lungo quando inizia nel periodo dell'adolescenteza.
Non esistono studi che confrontano l'effetto delle droghe nel ratto adolescente
con il ratto anziano, nel quale i neuroni dopaminergici
sono diminuiti.
E' importante tenere presente il fatto che durante l'adolescenza si presentano
delle grandi modificazioni della secrezione di differenti ormoni (sessuali,
ipofisari) i quali influiscono sull'attivita' dei neuroni
dopaminergici e viceversa.
Un problema di particolare importanza e' il chiarire se gli effetti dell'alcol
sui neuroni glutammatergici e sul recettore NMDA
nell'adolescente sono differenti rispetto all'adulto.
L'alcol e' un inibitore di questo recettore, la cui attivazione, come si e'
detto, e' importante per provocare la produzione o l'eliminazione di
determinate connessioni neuronali. Inoltre
un'eccessiva stimolazione dei recettori NMDA puo'
provocare la morte dei neuroni sui quali questi recettori sono localizzati.
E' stato osservato che la sensibilita' dei recettori
NMDA agli effetti dell'alcol e' superiore nell'animale immaturo rispetto
all'adulto.
Inoltre si e' visto che se il cervello e' esposto a concentrazioni
sufficientemente alte e prolungate di alcol, i recettori NMDA aumentamo di numero, per compensare al loro blocco
funzionale da parte dell'alcol.
Quando l'assunzione dell'alcol cessa, durante l'astinenza i recettori NMDA che
erano divenati piu'
numerosi che di norma, subiscono una maggiore stimolazione da parte dell'acido
glutammico e cio' puo'
provocare la morte dei neuroni. Queste considerazioni hanno grande interesse
clinico per quegli adolescenti che usano consumare quantita'
rilevanti di alcol durante gli weekend. Sara' importante sapere se le ripetute
sbronze con le relative astinenze provocano quei danni, specie a carico dei
neuroni dell'ippocampo, che gli studi preclinici
farebbero prevedere.
Recentemente, studiando gli effetti delle ripetute somministrazioni di droghe
e' stato scoperto un fenomeno di estremo interesse clinico: la cosidetta 'sensibilizzazione'. Si e' osservato cioe' che le ripetute somministrazioni nel ratto di
cocaina, amfetamina, morfina e perfino di nicotina, sensibilizzano l'animale
agli effetti comportamentali delle successive somministrazioni della stessa
sostanza, anche se questa viene iniettata molto tempo dopo l'ultima dose. Ad
esempio, una dose di cocaina normalmente inefficace diventa molto potente se
viene somministrata ad un animale che ha avuto nel passato ripetute
somministrazioni della stessa sostanza.
Le implicazioni cliniche del fenomeno della sensibilizzazione sono evidenti:
essa puo' spiegare gli effetti dirompenti di una dose
di eroina, alcol, cocaina, nicotina, in individui che hanno smesso di assumere
queste sostanze. Il che puo' spiegare perche' la dipendenza riprecipita se uno riprende anche per
una sola volta a fumare, a bucarsi o a bere. Ma il fenomeno della
sensibilizzazione e' ancora piu' interessante. E'
stato scoperto che la cocaina non sensibilizza solo verso se stessa ma anche
nei confronti dell'eroina e viceversa.
Infine, e questo interessera' particolarmente i
sociologi e gli psicologi, si e' visto che gli stress ripetuti sensibilizzano
non solo agli effetti di uno stress successivo, ne' piu'
ne' meno di cio' che succede per le droghe, ma
sensibilizzano anche agli effetti della cocaina e dell'eroina.
Sara' di grande interesse verificare se il fenomeno della sensibilizzazione ha
delle peculiari caratteristiche nel periodo dell'adolescenza.
Non si conosce se la marijuana produce sensibilizzazione, se cosi' fosse
sarebbe importante sapere se si estende alle 'droghe pesanti'.
L'assunzione di alcol e di droghe nel
periodo adolescenziale modifica la funzione di alcuni tipi di neuroni nel
momento in cui la loro normale attivita' e'
importante per creare o eliminare connessioni tra di loro. E' ragionevole
pensare che l'assunzione di queste sostanze possa produrre delle alterazioni
nello sviluppo del cervello con delle conseguenze funzionali sullo sviluppo
psicologico dell'adolescente. Tuttavia dobbiamo onestamente riconoscere che non
esistono studi clinici o preclinici che dimostrino
che queste alterazioni vengano effettivamente prodotte dall'azione delle droghe
nel periodo dell'ontogenesi cerebrale.
Per via dell'importanza e l'incidenza del fenomeno tali ricerche dovrebbero
essere affrontate tramite tecnologie, conoscenze e modelli sperimentali
adeguati. Sono gia' disponibili tecniche non
invasive, come la PET e la SPECT, che permettono di studiare la funzione di
determinati sistemi neuronali anche in clinica.
Ad esempio, chiarire gli effetti neurobiologici
delle droghe e dell'alcol nel bambino e nell'adolescente potrebbe permettere
efficaci interventi di prevenzione, quali l'identificazione precoce dei bambini
con alta probabilita' di diventare alcolisti da
adolescenti.
Inoltre la conoscenza reale di questi fenomeni puo'
offrire argomenti efficaci nella educazione sanitaria. Credo sia molto piu' convincente spiegare perche'
queste sostanze non dovrebbero essere assunte anziche'
genericamente affermare che fanno male.
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