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ROBERT VENTURI
Tra gli allievi di Louis Kahn, Robert Venturi è senz'altro colui che ha assunto l'eredità del maestro nella maniera più originale, al punto che soltanto nelle opere dell'esordio pare che vi possa ravvisare quel tipo d'insegnamento.
In realtà sia per l'uno che per l'altro, l'elemento primario al quale è necessario fare riferimento in fase progettuale è la storia.
Quindi in loro si avverte la nascita di una corrente neostoricista.
In Robert Venturi il rapporto con la storia (o piuttosto con la tradizione, come sarebbe meglio dire), appare essere di un genere spontaneo, non accademico, almeno.
E talvolta la sua architettura, proprio incontrando la tradizione, sembra voler uscire definitivamente dai canoni costituiti, ed inventare, addirittura, criteri di valutazione estetica nuovi. Il più significativo, quello che ha caratterizzato, almeno a partire dalla metà degli anni settanta, il modo di pensare l'architettura di Robert Venturi, è, tra questi, senza alcun dubbio, il criterio dell'ironia.
Appare assai evidente come, tra le altre cose, vi sia in questo tipo di considerazioni il germe della cosiddetta architettura postmoderna, cioè di quella tendenza progettuale, la quale, come si sa, ha riscosso un assai vasto consenso sia negli Stati Uniti che in Europa nel corso degli anni ottanta.
Si può ricordare, anzi, che tale tendenza ebbe in Italia una sorta di consacrazione in occasione della Biennale di Venezia del 1980.
Anche Robert Venturi, del resto, prese parte con un suo progetto a quella manifestazione.
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