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Relazione su articolo del giornale 'Medioevo': La conquista della terra

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Relazione su articolo del giornale 'Medioevo':  La conquista della terra.



Il paesaggio nell'alto medioevo cambia molto, si cominciano ad utilizzare le terre incolte e se ne traggono i frutti.

All'inizio il paesaggio europeo era rude, selvaggio , inospitale e ricco di boschi e paludi, c'era una netta vittoria dell'incolto.

Gli uomini incominciano ad avere un rapporto sempre più positivo con la foresta e tutto lo spazio verde, ci convivono e riescono a trarne dei profitti.

I contadini da i soliti lavori che li contraddistinguevano, arare, seminare, mietere, coltivare, potare, vendemmiare, passarono a lavori più qualificativi, pescatore, pastore, cacciatore e raccoglitore. Riuscirono ad usare di più la foresta e tutti gli spazi incontaminati con l'allevamento del maiali nei boschi, le pecore al pascolo sui prati, la caccia al cervo, la pesca e la raccolta di frutti selvatici da cui ricavavano delle bevande come il sidro di mele e di pere che, a volte, potevano sostituire il vino e la birra.



Il bosco poteva fornire ai contadini anche un materiale molto utile con cui essi si costruirono case, attrezzi, riscaldavano l'ambiente e cucinavano, questo materiale così comune era il legno; il Medioevo fu denominato 'civiltà del legno'.

I contadini si fecero strada negli spazi incolti abbattendo alberi per riuscire a coltivare, per questo motivo si diedero anche alla costruzione di nuovi strumenti, l'ascia, la scure, la sega, la vanga e l'aratro.

Si contraddistinsero due zone ben definite: la pianura (zone di insediamento più antiche); la bassa pianura (ricca di incolto).

Il sistema curtense, in cui il castello del feudatario e le terre circostanti costituivano l'unità economica fondamentale e autosufficiente, si affermò in epoca carolingia  tra il VIII e il IX secolo. In questa forma di organizzazione del lavoro, la corte era divisa in riserva, dove il lavoro era svolto direttamente da una squadra di schiavi con vitto e alloggio sul posto; e in Massaricio, dove, invece, la gestione era svolta indirettamente dal proprietario, ma direttamente da coltivatori dipendenti, liberi e servi.

I villaggi erano composti di poche decine di case ed erano recintati con siepi o palancati in legno.

La curtis sviluppa un nuovo modello di insediamento, in cui vi era una coesistenza di un Habitat accentrato e uno sparso.

Appare molta edilizia dove risiedevano il signore e si servi domestici, nella pars dominica.

Sorsero numerosi castelli e borghi fortificati, ma i coloni dipendenti risiedevano sui mansi.

Vi fu una netta ripartizione sociale: servi, coloni, liberi affittuari, piccoli e medi proprietari fondiari.

Parliamo specificatamente dei contadini.

La famiglia contadina dell'alto medioevo era poco numerosa perché la vita media era bassa (30-40 anni) e i li morivano molto facilmente per le numerose malattie infettive.

I contadini che lavoravano per un signore non potevano sposarsi con altri contadini che lavoravano presso altri signori, è così che i proprietari controllavano la vita dei loro lavoratori, come con la dispersione delle famiglie.

La casa rurale perfetta, nel XI-XII secolo in Europa, ci appare di struttura elementare: si sviluppa orizzontalmente, lievemente sotterranea, un unico ambiente, costruita in legno, lia o canne mescolate con argilla(il ferro era usato per la costruzione di attrezzi agricoli), ha delle aperture per l'areazione con al centro del locale il focolaio.

Era possibili smontare la casa e ricostruirla altrove.

Per la dieta mediterranea, il contadino alto medievale (fino al IX-X secolo) contava con regolarità su una molteplicità di risorse assicurate. Non aveva un regime alimentare monotono, si nutriva con pani scuri (quello bianco era consumato dai signori), polenta, zuppe, minestre, cibi preparati con i cereali  minori ( segale, orzo, miglio . ), legumi, ortaggi, carne salata di maiale.

Con la frequentazione dell'area boschiva, il contadino aveva arricchito la propria dieta con la selvaggina e i prodotti della pesca (nei laghi) e della raccolta.

Quando i boschi divennero riserve signorili negate all'uso collettivo, la loro dieta si impoverì nuovamente.

Il contadino si vestiva molto semplicemente con vestiti pratici come tuniche di panno rozzo grigiastro o colori spenti, lino o lana, calzoni attillati, un mantello di pelliccia per quando faceva più freddo, un copricapo, camice sudice, calze alle ginocchia. Le donne invece indossavano tuniche lunghe arricciate e tenute in vita.

Un punto di ritrovo dei contadini era il mercato, dapprima collocato nelle camne, ma successivamente in villaggi e aziende curtensi e piazze di commercio. C'erano alcuni complessi curtensi specializzati8 in alcuni settori produttivi come l'olivicoltura e la pesca o l'estrazione del sale o la lavorazione artigianale del ferro




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