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SOCIOLOGIA
Il clima positivistico fu particolarmente favorevole allo sviluppo della sociologia intesa come scienza descrittiva delle società umane nella loro evoluzione progressiva.
In Francia E. Durkheim nell'opera "Le regole del metodo sociologico", delinea le norme che devono guidare le indagini sociologiche particolari andando contro lo stesso Comte il quale pretendeva che la sociologia studiasse il mondo sociale nella totalità. Egli si dedicò soprattutto a scoprire le cause dell'ordine e del disordine nella società formulando il concetto di coscienza collettiva, ossia un insieme di convinzioni e sentimenti condivisi da tutti i membri di un gruppo: l'integrazione sociale esiste quando i membri ne condividono le norme e regolano la propria vita in base ad esse.
Quando i desideri degli individui non sono più regolati da norme comuni, il risultato è l'anomia ovvero assenza di norme.
Gli studi etnologici sulle forme sociali primitive con particolare riguardo agli aspetti religiosi, l'avvio delle ricerche di sociologia della conoscenza e la teorizzazione del metodo, rappresentano i più importanti contributi sociologici di Durkheim.
Ogni persona occupa numerose posizioni in una società. Ciascuna di queste posizioni sociali, con i diritti e doveri che comporta, è uno status. Anche se una persona può avere numerosi status, ve ne sarà uno che definisce specialmente tale persona. Ad esempio un americana di origine cinese potrà essere una lia, un'amica, una ballerina, ma è più probabile che socialmente sia definita un'orientale. In base al proprio status si individua nella società un ruolo ben definito.
Un tentativo di mettere ordine nel labirinto dei ruoli sociali fu compiuto nel 1951 da Parsons che li classificò in base a 5 tipi di caratteristiche:
1) Alcuni esigono un certo controllo in situazioni caratterizzate da forti tensioni emotive, come l'infermiere, il medico, o l'impresario di pompe funebri.
2) Altri sono basati su status ascritti come quello di lio, adolescente, pensionato.
3) Altri ancora sono più precisamente definiti e circoscritti, ad esempio i ruoli di medico e paziente si limitano agli aspetti che riguardano direttamente la salute del paziente.
4) Altri implicano l'aspettativa che le persone vengano trattate secondo regole generali.
5) Ed altri infine, richiedono diversi tipi di motivazione (da un commerciante ci si aspetta che sia orientato dai propri interessi privati).
Secondo Parsons, quindi, qualsiasi ruolo presenta una combinazione di queste variabili.
La situazione in cui un individuo è investito da aspettative relative a due o più ruoli non coincidenti o convergenti è detta conflitto di ruolo (Merton). Questo conflitto è comune nelle società altamente organizzate dove ogni persona riveste un gran numero di ruoli. Quando osserviamo insiemi più vasti di ruoli formali, ci troviamo di fronte al concetto di istituzione intesa come mezzo per soddisfare determinate esigenze sociali. Questo concetto di ruolo così determinato viene a svilupparsi specialmente nelle relazioni interpersonali dando luogo ai cosiddetti gruppi. La prima caratteristica fondamentale del gruppo è l'interazione strutturata da modelli che ha luogo tra i componenti: i membri infatti programmano insieme le loro attività, sono pronti a proteggersi l'un l'altro mantenendo tale comportamento solo con i membri stessi del gruppo. Quindi il senso di appartenenza a tali insiemi crea una sorta di sicurezza. Chiunque non è inserito appieno nel gruppo (out sider) avrà una vita difficile. Il gruppo condiziona i membri e se questi vogliono adeguarsi devono seguire l'istituzione altrimenti sono fuori.
I contributi principali di Max Weber in campo sociologico sono rappresentati dall'indagine dei rapporti tra forme religiose e forme economiche, a partire dalla ricerca "l'Etica Protestante e lo spirito del capitalismo" per finire allo studio ato delle religioni orientali (Taoismo, Confucianesimo, Induismo, Buddismo, Giudaismo), nell'intento di mostrare, contro le interpretazioni correnti di derivazione marxista l'irriducibilità del comportamento sociale a cause puramente economiche.
Celebre la molto discussa tesi che fa risalire la formazione dello spirito capitalistico all'influenza delle posizioni etiche calviniste che concepivano il lavoro come vocazione. La sua sociologia, concepita come scienza pura, è immune da concetti naturalistici e da costruzioni speculative: polemico al tempo stesso contro positivismo e storicismo, Weber si proponeva di studiare le azioni tipiche, le probabilità calcolabili nel comportamento degli uomini, non i valori soggettivi determinanti nella realtà le azioni.
Colui il quale parlò per primo di sociologia penale fu Enrico Ferri. Egli nega il libero arbitrio e il correlativo concetto di responsabilità morale, giustificando la punibilità del reo non con la moralità della sanzione, ma con il valore di questa come fattore che si contrappone agli altri fattori nella determinazione del delitto e della recidiva.
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