Tommaso Moro
nome italianizzato di Thomas More,
santo, statista e umanista inglese (1478-l535). I momenti essenziali della
vicenda personale di T. furono legati allo svolgersi
della contesa che opponeva al papato Enrico VIII: chiamato a succedere al
cardinale Wolsey nella carica di Cancelliere del
Regno (1529), fu costretto nel 1532 alle dimissioni per la propria opposizione
al riconoscimento di Enrico VIII come capo della Chiesa d'Inghilterra. Poco
più tardi, il rifiuto di accettare l'Atto di successione, che dichiarava
nullo il matrimonio tra il re e Caterina d'Aragona, e l'Atto di supremazia, con
il quale il Parlamento confermava Enrico VIII unico capo supremo della Chiesa
anglicana, condusse all'imprigionamento di T. (1534)
e alla sua condanna capitale: T. rimase così
una delle più illustri vittime dell'ultimo atto di una lotta
plurisecolare tra la corona inglese e la Chiesa di Roma. Festa il 6 luglio.
Oltre che alla sua vicenda biografica, la fama di T.
è dovuta altresì alla sua cultura umanistica e, in particolare,
all'opera in cui questa cultura trova più compiuta espressione, il libro
De optimo rei publicae statu deque insula Utopia (1516).
Lo scritto di T. è nato sullo sfondo di un
umanesimo critico di stampo erasmiano (Erasmo e T. furono legati da personale amicizia): in T. il recupero della cultura classica viene posto al
servizio di un progetto filosofico di critica politica, che trova la sua
più immediata motivazione nella necessità di comprendere e
fronteggiare la complessità dei processi di mutazione economico-sociale,
nonché dei contrasti civili in atto nell'Inghilterra agli inizi del
Cinquecento. L'Utopia di T. (capostipite del genere letterario-filosofico
moderno che da essa prende l'appellativo di utopistico, appunto) è
divisa in due parti: nella prima ciò che risalta è
l'interpretazione pessimistica che T. dà della
situazione a lui contemporanea, la cui caratteristica di transizione da forme
di organizzazione sociali e politiche fondate su un'economia prevalentemente
rurale a un assetto borghese della società viene colta nei suoi aspetti
contingenti negativi e nelle sue manifestazioni disgregative. Nella seconda
parte, al dato storico viene contrapposto il progetto riformatore, sotto la
forma dell'invenzione di una societas perfecta, quella appunto dell'immaginaria isola di
Utopia (determinante è qui la reminiscenza della Repubblica platonica): in Utopia la risoluzione dei contrasti
sociali si affida all'abolizione della proprietà privata, quindi al
comunismo dei beni e alla mancanza del commercio, mentre vincolante per tutti
è l'obbligo del lavoro rurale. L'ordinamento politico si fonda
sull'elezione di magistrati da parte dei grossi nuclei familiari in cui si
struttura la società civile, mentre, sul piano religioso, vige il principio
della libertà delle forme di espressione della fede, la pratica della
tolleranza che rifiuta ogni esclusivismo confessionale.