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I GIOVANI NEL MEZZOGIORNO
Molte volte si parla di giovani solo quando si tratta di fatti di cronaca spiacevoli, mai si parla di giovani che vivono una manifesta situazione di esclusione dalle opportunità di conquistare l'autonomia, assumere responsabilità nella vita e vedere realizzate determinate aspirazioni.
Nel nostro paese manca una vera e propria politica istituzionale nei confronti delle giovani generazioni. La condizione giovanile è caratterizzata da alcune regolarità e irregolarità:
le prime sono intrinseche alla giovinezza, le seconde sono strettamente legate alle tradizioni e alle situazioni locali.
L'Italia negli ultimi 30 anni ha vissuto una forte modificazione sul piano della dinamica demografica i mutamenti che nei prossimi anni si registreranno nell'evoluzione della struttura d'età della popolazione nazionale, avranno effetti sulla struttura organizzativa delle società locali e sulle forme di regolazione della protezione sociale.
Si avrà bisogno di interventi istituzionali flessibili, servizi e prestazioni differenziate, distribuendo la spesa in alcune regioni in direzione di famiglie e di lavoro di giovani, delle politiche sociali di contrasto alla devianza e all'emarginazione giovanile, mentre in altre occorrerà orientarla primariamente in prestazioni pensionistiche, servizi sanitari e assistenziali x gli anziani.
E' difficile dividere i giovani in una categoria di giovani che va da tot anni a tot anni.
La difficoltà di fotografare i giovani e interpretare le profonde trasformazioni che caratterizzano e attraverso il passaggio dalla adolescenza alla vita adulta, proviene dal fatto che x alcuni aspetti della vita, l'età giovanile o l'essere giovani, si prolunga sul piano sociale, + di quanto lo dica il dato anagrafico. Fattori di carattere economico, familiare, culturale e sociale stanno modificando i percorsi giovanili d'ingresso nella vita adulta.
La vita giovanile, nella società avanzata moderna è attraversata da un senso di instabilità e precarietà che, in una fase della vita caratterizzata da forti spinte ideali, influenza le scelte comportamentali e l'esperienza che i giovani fanno del mondo.
I giovani sono un po' come una cartina torna sole, perché è attraverso l'evoluzione della loro vita che si comprende meglio rispetto ad altre fasi del ciclo vitale, se una società ha costruito percorsi virtuosi, condizioni + favorevoli a che le speranze giovanili, i loro progetti, le loro domande trovino accoglienza e soluzione dentro e fuori le istituzioni; o se viceversa percorsi virtuosi si sono andando edificando rendendo difficile l'integrazione sociale.
Ora si può presupporre che una piena integrazione non si realizzi mai, poiché è intrinseca alla costituzione della società uno scompenso + o - grave nel rapporto tra aspettative e gratificazioni del sistema sociale.
L'integrazione sociale avviene secondo gradi diversi e il livello soggettivo di integrazione può cambiare nel tempo e in ragione del contesto locale.
Oggigiorno l'integrazione sociale è diventata + difficile sia x il soggetto che x la società: il processo di integrazione x via lavorativa ne esce indebolito xkè le giovani generazioni devono abbandonare quei riferimenti appartenuti ai propri padri e devono affrontare una società + evanescente e indistinta. La riduzione dei tassi di attività e occupazione giovanile, con differenti gradi di intensità, non può che provocare un malessere nella condizione giovanile, perché si è rotta quella progressione, una volta esistente, tra la fine degli studi e l'inserimento nel mercato del lavoro.
La Campania detiene il tasso di disoccupazione + alto d'Italia (23,3 %).
L'Italia risulta divisa in 2 modelli: quello mediterraneo e quello nordico.
Il primo caratterizzato da una prolungata scolarizzazione, che spesso non coincide con professionalità adeguate; una fase + lunga di precarietà occupazionale; una permanenza tardiva nella famiglia d'origine e la stabilizzazione matrimoniale dopo il distacco dalla famiglia d'origine.
Il modello nordico è caratterizzato dal fatto che i giovani vanno a vivere + precocemente x conto proprio, ritardano il matrimonio, posticipano o annullano l'assunzione del ruolo genitoriale.
L'essere giovane rischia di essere uno spazio di frontiera che non coincide + né con l'adolescenza, né con la vita adulta.
I giovani rappresentano una categoria che vive profonde trasformazioni durante il passaggio dalla vita adolescenziale a quella adulta e nello stesso tempo l'età giovanile è caratterizzata da una "energia emozionale", ossia da una vitalità organica che è + forte in altre fasi di vita.
Questa è una costante dalla quale è possibile capire gli atteggiamenti e i comportamenti giovanili.
Questo fenomeno è importante x la crescita e può sortire effetti negativi, perché si eccede nella sperimentazione, si rischia spesso di anticipare l'assunzione di alcuni ruoli, si rischia di non crescere nelle varie dimensioni della personalità.
Un altro fattore che influenza la vita quotidiana giovanile è l'ambiente esterno: l'appartenenza ad un determinato ceto sociale, il fruire o meno di un capitale culturale, l'aver ricevuto o meno una determinata attenzione familiare ecc.
La ricerca del lavoro specialmente x i segmenti medio-bassi, è inserita in networks sociali fondati sui legami di amicizia e familiari ed avviene mediante tale rete, dando vita ad una mediazione sociale, a rapporti sociali che influenzano gli stessi scambi economici.
Da un lato l'utilizzo di tale network riduce i costi da sostenere x la ricerca del lavoro; dall'altro sviluppa un sistema di fiducia, regola aspettative, fissa e rafforza un sistema normativo.
Il grado di radicamento di queste reti di mediazione sociale da un lato facilita alcune azioni, dall'altro crea danni rispetto ad altre azioni sociali.
In primo luogo i giovani creano le loro aspettative professionali in base al grado di certezza risolutiva che i canali relazionali offrono; in secondo luogo, sulla base di questo processo molte capacità e abilità professionali finiscono x disperdersi o non essere coltivate.
Il mercato del lavoro si presenta + rigido e le alternative possibili che si presentano ai giovani sono + limitate. E' x questo che i giovani napoletani scelgono il lavoro in base alla retribuzione migliore.
Ecco perché si parla di giovani senza ali per rappresentare uno scenario sociale nel quale si incrociano meccanismi propri dell'organizzazione sociale locale e fattori soggettivi che tarpano le ali al volo dei giovani.
Danno origine ad un volare basso che non permette di allargare la visuale della spianata sottostante.
Per molti giovani la stagione giovanile rischia di essere un volo che non porta molto lontano e non sono pochi i giovani che non decollano neanche.
Da un lato vi sono forze diverse che spingono verso il basso: a queste forze si associano un allentamento delle qualità dei percorsi formativi e una + vasta fragilità psicologica.
Nel Mezzogiorno prossimo e futuro la crescita della popolazione giovanile sarà maggiore rispetto ad altre tripartizioni del paese e quindi è in tal area che dovrà soffermarsi l'attenzione istituzionale del governo e delle rappresentanze politiche locali, x istituzionalizzare interventi che favoriscono l'occupazione, la soluzione abitativa, l'offerta di svago.
La cultura è un sistema di idee, valori, norme e significati che l'individuo nel corso della sua esistenza apprende ed elabora.
La funzione della cultura consiste nel rendere possibile un dominio e un'organizzazione dell'esistenza, in termini specificamente umani.
Essa si colloca tra uomo e ambiente come strumento di eccellenza di un + ampio controllo sulla natura, e ha lo scopo di favorire l'adattamento umano alle condizioni esterne di esistenza.
La natura si trasforma in modo costante e permanente.
Tale processo può essere distinto in esogeno (causato da fattori esterni) ed endogeno(causato da fattori interni). Esogena è la trasformazione di una cultura quando avviene x contatto tra culture, ossia x avvicinamento e influenza reciproca tra società aventi culture diverse.
La maggior parte di culture in tutte le società è stata a contatto + o - diretto con le culture vicine, tanto da originare trasformazioni di tipo culturale a carattere esogeno, di tipo permanente che rendono in realtà molto difficile una distinzione tra processi endogeni ed esogeni.
Un fenomeno sociologico importante è il ritardo o l'arretratezza: si tratta di uno sviluppo disuguale nel processo di trasformazione della cultura, che si verifica ogni volta che i mutamenti in un settore ( quello ad esempio dell'industrializzazione) non sono accomnati da mutamenti analoghi in altri settori( come la tutela dell'ambiente e le altre misure preventive).
Difformità di questo genere sono la causa di un ritardo culturale.
Secondo White, uno dei + importanti esponenti del nuovo evoluzionismo culturale, la cultura una volta prodottasi come conquista esclusiva dell'uomo nel processo dell'evoluzione biologica, è un'entità dotata di una propria dinamica che evolve indipendentemente da fattori biologici, psicologici, geografici ecc.
Il processo culturale, trova in se stesso le ragioni della propria determinazione.
Quindi la cultura si sviluppa a misura dell'aumento della quantità d'energia disponibile da parte degli individui e nel tempo; oppure si sviluppa nella misura dell'aumento dell'efficienza con cui l'energia viene impiegata.
Tutti i settori istituzionali della cultura contribuiscono a rendere + efficace il tipo di appropriazione e di impiego energetico a cui il sistema procede.
Tali settori si tripartiscono in 3 sottosistemi:
Questi livelli stanno tra loro in un rapporto di interdipendenza reciproca; il ruolo decisivo, spetta al sistema tecnologico, visto che è costituito da meccanismi basilari, utili all'approvvigionamento energetico, questo gli conferisce il nome di sistema primario rispetto agli altri 2.
Il risultato di queste reciproche influenze è l'evoluzione della cultura.
"Evoluzione generale" è il termine che designa il passaggio da un grado inferiore ad uno superiore di impiego tecnologico dell'energia e da un livello inferiore ad uno superiore capace di adattamento della produzione di cultura.
L'evoluzione specifica invece consiste in una trasformazione storica, cui la cultura va incontro, passando x varie linee di sviluppo.
I sociologi parlano di sistema simbiotico culturale: ogni sviluppo culturale si effettua in virtù di un'attitudine specificamente umana alla produzione di simboli, intesi come oggetti caricati di significato. Solo questa capacità simbiotica permette all'uomo di divenire ciò che è, ossia un portatore di cultura.
Googenough ha definito la cultura come:
La cultura viene qui definita come l'insieme di progetti e standard che l'uomo elabora e di cui si serve allo scopo di strutturare l'esistenza sociale e naturale.
Gli oggetti, gli strumenti di lavoro e i prodotti materiali non sono che i risultati di una cultura, il cui nucleo è costituito dai soli processi di percezione, progettazione, giudizio, che ne sono il presupposto.
Un individuo dispone di un determinato numero di culture private. Fra queste in rapporto alla situazione in cui si trova, egli può effettuare una propria scelta e trasformare la cultura privata in cultura operante.
Ogni membro della società tenderà a vedere in una singola cultura privata la cultura generalizzata della società e la utilizzerà come cultura operante allo scopo di giudicare il comportamento degli altri. In tal modo il membro del gruppo modifica a poco a poco l'idea che si è fatto di tali culture, nel senso di potenziare l'operatività e la capacità di previsione.
Su questa via si può giungere alla formazione di un consenso sul contenuto delle culture generalizzate, per porre ordine in quei rapporti di interazione che intrattiene con gli altri.
Tale consenso viene indicato come cultura pubblica della società o del gruppo di appartenenza, definita anche come cultura della società di cui è espressione.
Potremo riassumere il concetto di cultura come la totalità dei progetti e dei criteri che l'uomo elabora nei rapporti sociali e di cui si serve con lo scopo di strutturare l'esistenza sociale e naturale.
Subcultura: cultura limitata a particolari gruppi o etnie ( classi, strati, caste); la sua importanza sta nella istituzionalizzazione di comportamenti devianti, che solo dalle subculture sono originati e stabilizzati.Nella misura in cui una subcultura considera i propri scopi e i propri criteri come modelli contrapposti a quelli societari, la si può anche definire controcultura.
Inculturazione: processo mediante il quale un individuo si appropria dei criteri e delle misure in vigore entro una società o un gruppo sociale.
Tra i tanti problemi della sociologia quello della disuguaglianza sociale occupa una posizione di primo piano. La disuguaglianza tra gli uomini è forse il tema di cui i sociologi si sono + di frequente occupati con maggiore impegno e nelle circostanze + diverse.
Per società intendiamo un gran numero di individui che hanno una posizione diversa all'interno di essa, diversamente valutata.
Uno strato consiste di una quantità di individui che abbiano in comune un carattere socialmente riconosciuto. Tale carattere a seconda dell'evoluzione sociale che riceve, determina la posizione sociale di questo strato in rapporto a quella di altri.
Ogni società è divisa in 2 strati, ma la maggior parte ne ha di +.
Qui si è solito distinguere 2 tipi di professioni: quelle di camna e quelle di città.
In un sistema di caste ogni individuo appartiene ad una casta in virtù della sua nascita e non delle sue qualità personali.
In un sistema di strati, la posizione individuale è invece determinata dalle qualità della persona e dai suoi modi di comportamento.
In un sistema di caste la mobilità individuale oltre i confini di caste di appartenenza è esclusa, mentre in un sistema stratificato è generalmente possibile, pur se talvolta soggetto a limitazioni.
Uno dei + antichi sistemi di stratificazione sociale è costituito dal sistema castale indiano costituito da 4 gruppi principali: la casta dei sacerdoti,dei guerrieri, dei mercanti e dei contadini; ciascuna di queste caste si suddivide in sottocaste.
Il sistema di caste indiano risale a qualche millennio fa; alcuni sostengono che le caste sono nate x suddividere le persone in base al colore di pelle, infatti la parola varna (casta) sta x colore.
Nel trascorrere del tempo ci sono stati dei cambiamenti all'interno delle caste: le donne non potevano sposare uomini di caste inferiore, e gli uomini viceversa potevano sposare donne di caste inferiore. Da questi matrimoni nacquero nuove caste, definiti da Gandhi, intoccabili.
Una società si dice di ceto, quando consta di gruppi socialmente distinti, e provvisti ciascuno di uno stile di vita particolare, che si manifesta nel linguaggio, nell'abbigliamento, nelle regole di comportamento.
L'individuo appartiene x nascita al proprio ceto e ogni ceto ha una diversa valutazione sociale, poiché godono in diversa misura di considerazione e prestigio.
Il concetto di classe, va acquisendo un proprio significato attraverso le opere di Marx e Engels.
La società industriale e borghese è caratterizzata della distinzione tra proletariato e borghesia.
Secondo Marx una classe consiste di individui accomunati da un'identica relazione coi mezzi di produzione, con la struttura politica del potere e con le idee dominanti.
Classe in sé: classe che esiste oggettivamente, sulla base degli interessi condivisi dai suoi membri e che non ha ancora dato origine ad una politica d'azione. Ai membri di questa classe, manca la consapevolezza della propria condizione.
Classe x sé: presa di coscienza di una classe nel caso della lotta di classe.
Come Marx anche Weber parte dal presupposto che nella società la distinzione tra possessori e non possessori, sia il criterio costitutivo delle classi.
Weber distingue le sottoclassi in :
Fondamentale in Weber è il concetto della condizione di ceto:
un ceto è composto da uomini accomunati da stessi stili di vita.
Mentre la condizione di classe limita le possibilità concrete dell'individuo di disporre dei beni sul mercato, la condizione di ceto è espressione del grado di partecipazione individuale al prestigio, ossia a tutto ciò che un individuo deve vedersi riconosciuto in quanto appartiene ad un ceto.
Secondo Weber, solo la condizione di ceto può assicurare una comune base all'agire.
La teoria funzionalista nasce dal tentativo di un gruppo di sociologi di spiegare la diffusione universale della stratificazione.
I teorici funzionalisti partono dal presupposto che tutte le società sono caratterizzate da qualche forma di stratificazione, ma non sono mai arrivati ad una teoria funzionalista unitaria della stratificazione sociale.
In ogni società vige una forma di disuguaglianza che può assumere nello spazio e nel tempo una intera gamma di forme e tipologie diverse.
La stratificazione sociale sarebbe provocata da una distinzione tra le varie professioni.
In ogni società esistono ruoli che garantiscono al meglio la continuità del sistema.
Le società devono assicurarsi solo che i loro membri:
occorre quindi una certa disponibilità di mezzi adatti a suscitare nelle persone giuste il desiderio di occupare una certa posizione, e una volta raggiunta, questi sappiano ottemperare gli obblighi.
Il rango di una posizione sociale è commisurato al livello delle ricompense.
All'interno della società occorre avere un sistema di valori, condizione fondamentale di un agire.
Il fatto che i membri di una società considerino questi valori un patrimonio comune, significa in sostanza che il sistema di valori ha x effetto l'integrazione individuale nel sistema societario.
La disuguaglianza sociale è il prodotto secondario del meccanismo di selezione, che assegna gli individui giusti alle giuste posizioni.
Gli individui in base alla posizione in cui si collocano diventano socialmente disuguali.
GRUPPI SOCIALI
Il gruppo sociale costituisce l'unità sociale formato da un numero determinato di persone tra le quali si stabiliscono regolari rapporti ed interazioni e nei quali i membri condividono mezzi e fini da raggiungere. I gruppi sociali possono perseguire + fini e + scopi.
Secondo Zimmer un gruppo sociale si distingue dalla diade, dalla presenza di una terza persona.
Il gruppo è costituito da tre grandezze: numero dei membri, frequenza d'interazione e comunanza di scopi; stanno tra loro in un rapporto di reciprocità.
Cooley ha elaborato la sua distinzione tra gruppi primari e secondari.
Gruppi primari: composti da un numero ridotto di individui, capace di sviluppare un forte sentimento di identificazione collettiva (famiglia, sfera privata).
Gruppi secondari: costituiti da un numero elevato di membri, tra i quali non sussiste nessuna forma di comunicazione immediata; le relazioni tra ogni membro e gruppo sono di carattere strumentale, mentre quelle tra individuo e individuo sono affettivamente neutre.
Ogni gruppo consiste di una serie di posizioni sociali, cui vengono rivolte delle aspettative, e che sulla base di norme e sanzioni garantiscono l'aderenza ai ruoli dei comportamenti affettivi.
I gruppi in assenza di norme non sarebbero neppure ipotizzabili.
Norme: regole di comportamento che caratterizzano come obbligatorie determinate azioni.
Sanzioni: positive = ricompensa per un comportamento conforme alla norma; negative = punizione x un comportamento non conforme alla norma.
Ogni organizzazione è contraddistinta da una chiara definizione dei suoi limiti, dalla designazione di uno scopo e da un certo grado di strutturazione interna; organizzazione formale, capace di servirsi di gruppi formali, x la realizzazione ottimale dei fini che persegue.
All'interno di un gruppo formale, la disposizione degli individui è determinata in relazione ai fini e alle strategie che l'organizzazione adotta x raggiungerli.
Ogni organizzazione si sforza di dirigere il comportamento individuale, stimolandolo con opportune ricompense e procedendo alla riformulazione di norme vincolanti, a carattere generale o speciale.
L'efficacia di queste norme è garantita da sanzioni di vario tipo.
Gruppo formale: si costituisce sulla scorta di considerazioni impersonali, di tipo organizzativo, in vista dell'ottenimento di certi scopi.
Le relazioni di ciascun membro con il gruppo sono di carattere strumentale.
All'interno di grandi strutture formali si costituiscono gruppi informali. Tentativo che l'individuo compie cercando di porre un limite alla propria strumentalizzazione ad opera di meccanismi anonimi.
Gruppo informale: basato su un contatto face to face,i contatti sono di natura affettiva.
La differenza tra questi di gruppi riguarda le condizioni esterne, che vanno identificate nella struttura formale.
Merton ha affermato che i gruppi di riferimento hanno una rilevanza importante, xkè sviluppano una rilevanza anticipata. ura importante che emerge dal gruppo di riferimento è il leadership: colui che regola l'interazione tra i membri, né influenza il comportamento. Può essere:
Sumner aveva parlato dell'importanza che intercorre tra in group e out group, sostenendo che l'identificazione col primo è resa + semplice dal ripudio del secondo.
L'estraneo è respinto e tenuto fuori dal gruppo, visto come nemico; l'amico invece funge da vero e proprio parametro di riferimento.
Gli out group possono anche costituire, x il gruppo di appartenenza, una sorta di polo positivo di riferimento.
Per socializzazione si intende quel processo che mediante un'acquisizione di conoscenze, capacità e atteggiamenti, mette un individuo in condizione di divenire membro di una società e/o di uno dei suoi sottogruppi. Tale processo può essere diviso in 3 ambiti problematici:
Agenti socializzatori: persone o gruppi o organizzazioni che partecipano al processo di socializzazione con la responsabilità di assicurare un risultato effettivo di socializzazione.
Negli anni della tenera infanzia, l'individuo dipende totalmente dall'ambiente sociale x la sua stessa sopravvivenza fisica, si può dire che gli debba la vita e deve x questo adattarvisi.
In secondo luogo nel passaggio della socializzazione primaria a quella secondaria aumentano visibilmente gli spazi di libertà destinati ad assumere x il socializzando proporzioni sempre + ampie ed estese con il trascorrere del tempo.
In un sistema di interazione, quale ad esempio la famiglia, occorre postulare che ogni membro regoli il comportamento degli altri, in modo da dar vita ad un processo di socializzazione reciproca.
Con il temine socializzazione primaria, si indica il processo di apprendimento che l'individuo fa nei primi anni di vita.
Il termine socializzazione secondaria, fa invece riferimento al processo di apprendimento riguardante un individuo adulto che ha già compiuto il processo di socializzazione primaria, e che lo mette in grado di adattarsi alle aspettative comportamentali impostegli da nuovi ambienti sociali o gruppi di riferimento.
In questo senso il processo di socializzazione presiede l'intero svolgimento della vita individuale.
Il passaggio tra la prima e la seconda, avviene con una certa fluidità: nel periodo tra l'adolescenza e la maggiore età notiamo come vi confluiscono elementi di entrambe le fasi; i meccanismi della socializzazione primaria, possono far sentire i loro influssi anche sulla vita dell'adulto.
Essa si fonda sugli esiti della socializzazione primaria, caratterizzato da un grado maggiore di intensità e costituisce un po' la somma di quelle strategie di adattamento che l'individuo è obbligato a sviluppare, nell'ambiente adulto, sotto la spinta del controllo sociale.
Altro significativo: persona che in virtù al proprio investimento emotivo, della propria costante interazione e di quel diverso grado di potere che detiene nei confronti del socializzando, esercita anche uno influsso modellante sullo sviluppo della sua personalità.
L'altro significativo è di regola, la madre, il padre, i fratellini: delle persone che interagiscono quotidianamente con il bambino, lo accudiscono; essi costituiscono i destinatari dei suoi desideri e bisogni e rappresentano il mondo del bambino.
Per il bambino il + importante strumento in vista dell'acquisizione di una propria autonomia è costituito dall'apprendimento e dall'uso del linguaggio.
Durante l'apprendimento delle parole, ha luogo anche una trasmissione di emozioni e di comportamenti socialmente sanzionati.
Durante il processo di socializzazione, oltre alla trasmissione di norme di gruppo, la lingua assolve un'altra importante funzione: offre al socializzando un supporto decisivo ai fini della costruzione della propria identità sociale.
In questo modo le circostanze esterne entrano direttamente a far parte del mondo del bambino.
Altro generalizzato: espressione con cui si intende il complesso astratto dei ruoli e degli atteggiamenti assunti dagli altri significativi.
Si tratta dell'elemento costitutivo della sfera del Me, interna al Sé dell'individuo.
Interiorizzazione: le norme e gli atteggiamenti socialmente sanzionati, per effetto di processi di identificazione già avvenuti, vengono accolti nel repertorio di quei modelli d'azione di cui già si è fatta un'esperienza a livello autonomo e soggettivo.
Gruppi di riferimento: gruppi di persone secondo cui un individuo ha imparato a orientarsi nella valutazione di determinate situazioni.
Nella teoria della socializzazione,il concetto di gruppo di riferimento serve ad indicare l'agente socializzatore, ossia quelle persone, gruppi o organizzazioni che sono insieme responsabili dell'attuazione di un modello di socializzazione che sia tipico della loro cultura.
Gruppi d'aspirazione: termine con il quale si intende il gruppo di riferimento cui si spera prima o poi di appartenere.
Socializzazione anticipatoria: termini con cui si indicano gli sforzi compiuti di un individuo in vista di una sua appartenenza ad un gruppo, x realizzare la socializzazione tipica di quel gruppo.
Solo appartenendo ad un gruppo di riferimento è possibile impararne i ruoli specifici.
Il concetto sociologico di istituzione è riferito ai modi di comportamento delle organizzazioni: intendiamo con istituzioni dei modelli di comportamento che in una società posseggono un determinato valore e che sono accettati da una grande moltitudine di membri.
Il sistema normativo è vivificato dal sistema dell' azione.
Il sistema delle sanzioni opera nel senso di favorire la maggior concordanza possibile tra le regole e le azioni effettive.
I sistemi normativi dell' azione e delle sanzioni vengono appresi durante il processo di socializzazione. E' evidente che in tutte le società devono esistere sia delle regolarità di comportamento che delle forme di coordinazione.
Queste regolarità sono durevoli e coordinate, ossia tali da consentire una concatenazione di diversi componenti. Si tratta inoltre di fenomeni regolati nel senso che, con l'ausilio di vari meccanismi di sanzione, è garantita l'osservanza delle norme, e un'ampia convergenza tra sistema normativo e sistema dell'azione.
Per istituzionalizzazione si intende un processo di consolidamento delle regolarità sociali.
A seconda del grado di accettazione e di applicazione della norma, possiamo ordinare i vari tipi di comportamento dotati di regolarità.
In questo caso x controllo sociale, si intendono tutti i meccanismi utili alla regolamentazione del comportamento. Con l'avanzare del processo di istituzionalizzazione e con l'aumento del grado di stabilità dei criteri di comportamento, si può assistere anche ad una contemporanea e crescente formalizzazione del controllo sociale.
Alcune usanze vanno soggette ad una sanzione molto lieve.
Per quanto riguarda le convenzioni, alcune delle quali sono attese a livello informale, altre invece sono prescritte anche formalmente (vietato fumare) e proprio x questo vanno soggette a sanzione.
Ciò vale in special modo x le norme morali, di buon costume, cui non è consentito trasgredire: i modi di comportamento sono prescritti formalmente, la loro osservanza è garantita e tutelata da organi speciali.
Mentre x molte regole di comportamento sono ammesse sul piano dell'agire, delle alternative di azioni ritenute equivalenti, oppure x alcune di esse la validità è circoscritta ad alcuni gruppi; al contrario le norme universali hanno validità illimitata e concernano tutti i membri della società.
Le istituzioni, come regole di comportamento socialmente stabili e durature si distinguono :
Fasi dell'istituzionalizzazione: una istituzione ha origine da una coordinazione spesso causale di varie forme di comportamento; essa sviluppa una propria struttura organizzativa, provvista di personale specializzato(ruoli) e di specifiche modalità operative, entrando in contatto con altre istituzioni. Essa può andare incontro ad una crisi parziale, dovuta alle trasformazioni dell'ambiente; infine può irrigidirsi in un semplice fenomeno di routine.
L'istituzione precipita allora in una crisi totale e di li a poco si dissolve. Questo processo di decadenza può essere neutralizzato o ritardato x mezzo di una continua trasformazione istituzionale.
Il mutamento istituzionale si compie nel senso di una progressiva deviazione dalla norma in vigore, mentre il suo punto di riferimento è costituito da una norma che dovrà avere validità in futuro.Il mutamento istituzionale conduce ogni volta a delle sistemazioni sistemiche; le trasformazioni di una singola istituzione attivano anche in altre istituzioni, analoghi processi di mutamento.Tali mutamenti sono causati da un minor grado di sicurezza della norma, da un indebolimento o un'eliminazione delle istanze che la sostengono,o infine da deviazioni di vario genere, di cui sia protagonista la maggioranza delle persone.
Le istituzioni si distinguono da altre regolarità di comportamento x il fatto di obbedire ad una finalizzazione sociale.
Le istituzioni nascono dal comportamento dei singoli e tendono poi ad un continuo consolidamento, fino a condensarsi in formazioni razionali (organizzazioni) e in associazioni ( unioni a carattere opzionale, composte da membri della società cui sia comune una determinata meta).
Questo consolidarsi delle istituzioni, questo loro trasformarsi in organizzazioni e associazioni a carattere ben definito, è un elemento caratteristico di quella relazione che intercorre tra il concetto sociologico di istituzione e l'altro, appartenente alla lingua quotidiana.
Il primo fa riferimento alle norme e alle forme coordinate del comportamento, mentre il secondo concerne gli apparati, ove gli individui operano nel modo prescritto.
L'uomo da origini alle istituzioni con il proprio comportamento, si adegua ad esse, è loro sottoposto, ed appartiene come membro alle organizzazioni, alle associazioni ed ai gruppi.
Le istituzioni sono delle regolarità di comportamento, utili ad assicurare lo svolgimento effettivo di questi ed altri compiti, di importanza + o - vitale x la società.
Le finalità sociali sono il derivato della loro esistenza.
Le istituzioni sono multifunzionali, adempiono a diversi scopi.
Le istituzioni danno origine ad un sistema di norme e forme di comportamento interdipendenti tra loro e rilevanti sul piano sociale. Gli elementi fondamentali e la loro osservanza nel comportamento quotidiano conducono alla nascita non solo di diversi bisogni (bisogni indotti), ma anche a quella di nuove istituzioni (istituzioni secondarie).
Il repertorio istituzionale rappresenta l'intero campionario delle possibilità di sviluppo culturale del genere umano e specificamente l'identità culturale.
I bisogni non sono innati, ma determinati culturalmente ed acquisiti.
Per l'individuo le istituzioni sono le autentiche fondamenta dell'esistenza: gli strumenti istituzionali integrano quel programma d'informazioni le cui carenza a loro volta sono state la premessa del sorgere delle istituzioni e di sistemi istituzionali (cultura).
Con il termine comunicazione si indica lo stabilirsi di un legame tra oggetti animati e inanimati.
In ambito sociologico, l'uso di questo termine, è riferito alla trasmissione di significato tra uomo e uomo. Le società umane si integrano sulla base dell'integrazione simbolica; i processi di comunicazione tra uomini sono definiti di comunicazione primaria.
Questa si regge sullo scambio di simboli che i membri di una società creano o hanno creato essi stessi e il cui significato è appreso dai singoli nel corso del processo di socializzazione e di inculturazione specifico di una cultura.
Il principale strumento di comunicazione, nello scambio simbolico, è dato dal complesso sistema di segni del linguaggio (verbale) in senso stretto, che costituisce il veicolo primario e singolare della comunicazione umana. Il significato può essere trasmesso anche mediante altri sistemi di segni, intesi come lingue nell'accezione + ampia del termine: mimica, gestualità,pause, portamento, colore,cui gli uomini attribuiscono un significato specifico e che possono accomnare o sostituire le dichiarazioni verbali sottolineandole o smorzandole.
Quando ci si serve dei sistemi di segni, l'elemento decisivo ai fini della comprensione è dato dalla competenza comunicativa di cui dispone ogni individuo partecipe del processo di comunicazione: ciascuno deve essere al corrente del significato dei segni con cui si comunica, che si tratti si gesti, colori, frasi. Quando ci si serve della lingua, come strumento della comunicazione, bisogna avere anche una buona conoscenza della grammatica, della semantica.
Ad essere appresi non sono solo tutti gli elementi necessari alla comunicazione tra gli uomini: molti di essi sono innati, non in senso individuale, ma nel senso della storia della specie, come risultato della specie, come risultato del processo evolutivo.
Per questa ragione, si possono distinguere 2 diversi tipi di informazione: quella filogenetiche, che non necessitano di un presupposto culturale, e quelle specifiche di una cultura, la cui elaborazione e comprensione può darsi solo nei termini della socializzazione.
L'attribuzione di un senso, da un lato, e la sua attuazione dall'altro, sono le due fasi che caratterizzano ogni processo di trasmissione di significato, per come ha luogo tra gli uomini.
La comprensione reciproca è resa possibile propriamente con l'ausilio della lingua, mentre gli altri sistemi di segni, usati solo in via sussidataria, possono svolgere una funzione di completamento.
La comunicazione è una teoria sociologica fondamentale: per suo tramite, i sistemi sociali possono nascere e svilupparsi.
La comunicazione intrasistemica(interna ad una società o un gruppo)e intersistemica(tra società e diversi gruppi)struttura la società e favorisce la conservazione o il mutamento delle norme e dei valori. Secondo Luhmannn è possibile interpretare i sistemi sociali come sistemi di comunicazione: con il consolidamento delle abitudini comunicative e la crescente istituzionalizzazione e normazione di questi processi, vengono stabilendosi tra i membri della società delle precise forme e regole di scambio, che influenzano le loro decisioni individuali sulla base della loro socializzazione socioculturale, e rendono addirittura quasi prevedibile la loro scelta in una determinata azione.
Queste regole di comunicazione educano all'azione e la limitano fino a determinarla entro i sistemi in cui vige un controllo sociale relativamente rigido dei processi di comunicazione inter- e intrasistemica e un elevato potere di sanzione.
Viene così sviluppandosi una struttura di comunicazione, capace di determinare chi deve comunicare e con chi.
I modelli di comunicazione servono invece a stabilire come e in che sostanza la comunicazione possa aver luogo: se cioè si tratti di una comunicazione diretta ( da persona a persona), o indiretta, che prevede l'inserimento di determinati strumenti (telefono, radio) o persino di intermediari.
Il processo di comunicazione può essere scomposto nei seguenti elementi:
l'emittente, che da inizio ad un'azione comunicativa, il ricevente, come meta dell'atto comunicativa e il medium o canale, come via di trasmissione.
Poiché il processo di comunicazione si può dire riuscito quando si è verificata la comprensione tra i 2 partner, si rende necessario anche il controllo della sua riuscita, ossia se il destinatario abbia effettivamente compreso. Ciò può accadere nella forma di una richiesta ulteriore (feedback).
La comprensione delle condizioni del processo, rientra nell'ambito della metacomunicazione.
Dal contesto globale della comunicazione dipende anche la specificità della formulazione del messaggio. L'emittente ha cura di considerare il livello comunicativo del destinatario cui si rivolge.
Egli potrà comunicare solo nell'ambito di un comune repertorio di segni e significati.
Tenterà poi di neutralizzare i possibili fattori di disturbo provenienti dall'ambiente sociale, di limitare al minimo gli inconvenienti di natura tecnica, e di trasmettere all'occorrenza una quantità di informazione maggiore rispetto a quella che sarebbe necessaria ai fini della comprensione.
Le barriere possono essere le forme di percezione, le circostanze, la struttura temporale, l'ambiente socioculturale e questi processi appartengono alla routine quotidiana.
Quanto maggiori saranno le barriere frapposte alla comunicazione e alla comprensione, tanto + grande sarà l'importanza delle strategie di comunicazione istituzionali destinate a superarle.
Il superamento delle distanze sociali e culturali può effettuarsi principalmente x mezzo di una comunicazione strutturata a diversi livelli.
A questo scopo esistono degli intermediari di professione che x il fatto di comprendere molte lingue, possono consentire la comunicazione tra livelli diversi.
Nel classificare le forme di comunicazione si è soliti distinguere tra:
comunicazione intrapersonale: implica l'autoggettivazione di un soggetto, nonché l'applicazione a se stessi di messaggi specifici;
comunicazione interpersonale: può essere distinta in comunicazione primaria (entro gruppi face to face) e quasi primaria o media ( entro gruppi ristretti relativamente omogenei).
Con il termine telecomunicazioni si intendono forme di comunicazione tecnicamente mediata, che nell'ambito del traffico on line stabiliscono un collegamento diretto tra i partner della comunicazione : telefono, telefax ecc.
La comunicazione può essere di massa, che ha luogo pubblicamente e si contraddistingue per il suo carattere impersonale, anonimo, indiretto.
I segni caratteristici in senso stretto dei mezzi di comunicazione di massa sono la pubblicità, l'attualità. L'offerta di questi mass media rivela una tendenza di fondo alla generalizzazione, alla semplificazione, con una preferenza x fatti divertenti, scandalistici, capaci di far leva sulle emozioni. A questo proposito si parla anche di costruzione della realtà tipica di un media.
FONDAMENTI BIOLOGICI DELLA SOCIETA' UMANA
La sociologia si occupa del comportamento di gruppi umani o anche di società, distinguendo entro il complesso dei comportamenti reali le relazioni sociali, le strutture sociali e i fattori ordinatori di tali relazioni prodotti dalla società stessa, facendone poi l'oggetto di un'analisi sociologica del comportamento. Il processo di costante trasformazione di ogni forma vivente e non è definito evoluzione. L'evoluzione si serve di 2 meccanismi: la selezione e la mutazione.
Per comprenderli meglio introdurremo il concetti di :
Una popolazione genetica, si garantisce la sopravvivenza attraverso i processi di riproduzione.
Allo stesso tempo la riproduzione sessuata assicura un costante rinnovamento della specie mediante la combinazione delle caratteristiche ereditarie di ogni coppia di genitori.
La riproduzione, tuttavia, quale che sia la specie esaminata, tende costantemente a generare un numero di individui superiore rispetto al livello delle risorse ambientali necessarie x la conservazione: e ciò costituisce la causa della selezione naturale.
L'ambiente imprime il + importante impulso alla selezione naturale, la quale diventa il + importante fattore dell'evoluzione.
La riproduzione individuale presuppone il disporre di risorse quali l'alimentazione, territori e partner per l'accoppiamento. Tuttavia tenuto conto delle condizioni di ristrettezza, ciò di cui ciascuno individualmente dispone è di fatto il risultato di una competizione.
Ecco perché le diverse forme in cui si disputano le competizioni costituiscono dei fattori importanti del comportamento sociale.
Gli esiti di simili competizioni determinano la ripartizione delle risorse, che sono carenti x un arco di tempo di media durata.
La competizione è rilevante non solo x le forme dello scambio sociale, ma riveste un'importanza di primo piano rispetto al rapporto intercorrente tra sistema sociale e ambiente naturale.
L'adattamento di una specie ha luogo tanto x selezione quanto x alterazioni spontanee del genotipo, ossia x mutazione. Il comportamento è quel fattore intermedio che collega ambiente e fenotipo, tanto da indurci ad affermare che l'adattamento ha luogo attraverso il comportamento.
E' la sopravvivenza la norma vigente cui l'organismo individuale deve continuamente conformarsi.
L'organismo vivente è un sistema aperto che cede costantemente all'esterno qualche sua parte e che costantemente ne assimila di nuove.
Nonostante questo continuo ricambio, la sua tendenza consiste nel mantenere un proprio stato stazionario, un equilibrio dinamico, l'omeostasi (es. condizioni di alcuni mammiferi che al variare delle condizioni ambientali, regolano la loro temperatura interna del corpo).
Il comportamento ha dunque origine da una situazione interna al vivente, e cioè dal suo bisogno di mantenere costante il suo equilibrio dinamico. Questo rapporto tra organismo e ambiente è spesso indicato come concezione dinamico-attiva dell'organismo.
Da un punto di vista scientifico, l'evoluzione è intesa come un processo che scinde e ricombina in altro modo gli elementi naturali, che non è orientato secondo precise finalità, ma procede piuttosto x tentativi ed errori.
Le vie d'apprendimento possono essere x tentativi ed errori,x imitazione e x istruzione.
Le prime 2 vengono utilizzate dalla maggior parte degli animali superiori; la terza è appannaggio esclusivo degli essere umani.
L'evoluzione può essere considerata secondo 2 diversi punti di vista:
Mentre il primo approccio studia il processo di adattamento ad un ambiente dato, il secondo si focalizza da uno stadio all'altro.
L'appartenenza ad un sistema sociale nella forma tipica di ciascuna specie, viene indicata come biogramma. Il biogramma può essere definito solo nel caso in cui un individuo e un gruppo vengono osservati x un intero periodo, fino al momento in cui tutti i processi cominciano a ripetersi.
Il biogramma di un organismo contraddistingue il suo modo di vivere, che dipende sia dall'anatomia che dalla fisiologia, sia attraverso i quali la vita stessa si svolge.
Il cervello è la materializzazione tipica dello stadio evolutivo di volta in volta raggiunto: una considerazione del processo evolutivo che distingue fase x fase vedrà in esso l'espressione di unità di coordinamento fra una percezione dell'ambiente e un'analoga organizzazione del comportamento. D'altronde la formazione del cervello umano non sarebbe stata possibile senza il costituirsi di caratteri somatici propri del genere umano.
L'affermazione del disformismo sessuale è alla base della socialità umana.
Disformismo si intende la formazione di caratteri fisiologici, morfologici e comportamentali, propri di ciascuno dei 2 sessi.
L'unicità della mano dell'uomo sta nella sua appartenenza ad un complesso funzionale, di cui fanno parte le mani, un cervello altamente evoluto ecc.
La riproduzione sessuata e i caratteri somatici dell'uomo sono alla base delle strutture sociali.
La divisione dei lavori tra i sessi è la + antica forma di specializzazione.
La sociobiologia, fondata da Wilson, ha sviluppato una teoria genetica della socialità delle specie + disparate. Grazie ad un'attenta analisi del ruolo dei geni del processo evoluzionistico, si è riusciti a gettare nuova luce sulla nascita del comportamento sociale.
La socialità è un metodo adottato dai geni x lasciare ai posteri il maggior numero possibile di copie di se stessi. Oltre alle attività specifiche della donna, l'organizzazione della riproduzione umana nel contesto familiare richiede altre attività riservate all'uomo, quali la difesa della famiglia e il suo approvvigionamento alimentare.
Il gruppo è come un argine protettivo, all'interno del quale non tutti gli individui sono costretti ad adattarsi all'ambiente allo stesso modo dell'individuo isolato, visto che la distribuzione di capacità e attività pratiche tra i vari membri riduce di conseguenza anche quel margine di prestazioni individuali che si richiede in termini di adattamento.
Tra le specie che vivono associate, la specializzazione coinvolge gli individui in misura minore di quanto non avvenga x le specie i cui individui vivono isolati.
Questo fenomeno che prende il nome di isolamento (Miller), libera l'essere umano dalla necessità di specializzarsi, favorendo al contempo il processo della differenziazione sociale.
Questo processo indicato come differenziazione sociale, ha reso possibile una distribuzione sociale
Del prestigio, del potere, una specifica forma di stratificazione sociale.
L'apparato vocale consente l'emissione di suoni vocalici e di consonanti intermedie. Si aggiunge, in un secondo tempo, la capacità umana di servirsi di simboli, nati x astrazione, sulla base di diverse esperienze concrete. L'esperienza in essa condensata, unitamente al lungo periodo di apprendimento, è la condizione + importante della socializzazione umana e del particolare carattere che essa riveste: il lungo periodo di apprendimento offre la possibilità di trasmettere i simboli.
La capacità di comunicare attraverso un linguaggio simbolico è una delle condizioni indispensabili della cultura. La cultura si acquisisce attraverso l'apprendimento imitativo o insegnamenti: quest'ultimo caso è tipico solo degli esseri umani.
I simboli consentono ai gruppi umani un'interpretazione selettiva e valutativa del loro ambiente.
Quando si parla di mutamento o evoluzione, occorra che ci sia un ambito d'oggetti di cui si dice che muta. Una teoria sistematica dell'evoluzione parte dal presupposto che tale ambito d'oggetti debba essere concepito come sistema. Anche le personalità possono essere concepite come sistemi, e in questo caso la teoria dell'evoluzione corrisponde alla psicologia dell'età evolutiva o alla teoria della personalità. I sistemi posseggono delle strutture, ossia un determinato ordine intero, che riguarda i loro elementi e che si ripete in maniera invariabile.
In questo senso si può parlare di processi solo in relazione a quella serie di eventi che la struttura consente, senza perciò andare incontro ad un mutamento.
Quindi si può parlare di mutamento sociale solo nel caso siano chiamate in causa trasformazioni strutturali. Mutamento sociale e strutturale sono 2 termini utili a designare una stessa cosa.
Una teoria dell'evoluzione sociale ha il compito di indicare quali siano le cause e le ragioni del loro manifestarsi. A tale scopo si distinguono cause endogene e cause esogene: nel primo caso, all'interno del sistema, si assiste all'emergere di nuovi caratteri, tali da alterare l'ordine intrinseco alla struttura esistente e da spingere verso la costituzione di un nuovo ordine, che si afferma attraverso una serie di trasformazioni strutturali.
Il secondo gruppo di cause, quelle esogene, le si trova al di fuori del sistema e sono quindi da attribuire all'ambiente.
Tale ambiente esercita sul sistema sociale, una propria pressione, ponendo determinati problemi che una società deve essere capace di risolvere.
Il sistema sociale deve modificare le proprie strutture, poiché altrimenti le conseguenze diverrebbero talmente gravi da esporre la società al pericolo di una dissoluzione completa.
Se questo gli riesce, se l'azione di certi fattori esogeni può essere rintuzzata con l'aiuto di trasformazioni strutturali, si può parlare di un caso d'adattamento riuscito da parte della società nei confronti dell'ambiente fisico.
Ma non tutte le trasformazioni strutturali sono necessariamente adattive.
La teoria dell'evoluzione generale afferma che lo sviluppo complessivo di ogni società tende ad un grado sempre maggiore di differenziazione e di complessità interne, ma è molto difficile trovare delle spiegazioni attendibili di questa tendenza. Si potrebbe supporre che la vicenda storica delle società umane, tenda ad un fine, che solo attraverso l'evoluzione sarebbe possibile raggiungere.
Quando se ne presuppone l'esistenza, siamo nell'ambito di un' interpretazione teologica dell'evoluzione.
Se un sistema è respinto verso uno stadio anteriore, bisognerà parlare di regressione, ossia di una circostanza di cui fanno da corrispettivo una diminuzione di complessità e una differenziazione minore. Esistono già diverse concezioni circa la via che il mutamento sociale dovrebbe percorrere.
Esistono 3 ambiti entro cui si realizza l'evoluzione sociale:del mutamento tecnologico, della differenziazione e sociabilità e del mutamento del sistema dei valori.
Lo sviluppo tecnologico consente:
Decisivo è l'importanza che gli effetti del mutamento tecnologico possano assumere in rapporto della disponibilità delle risorse.Le fasi dell'evoluzione sono state:
Le innovazioni tecnologiche vanno soggette ad un processo di selezione, che deriva dalle possibilità applicative e di consolidamento, dai controlli sociali e culturali e dalla desiderabilità sociale di un'innovazione. A questo complesso di fattori spetta il compito di decidere se un'innovazione vada subito accettata, se si tratti di ritardarne l'impiego o se sia preferibile respingerla definitivamente.
Cumulazione: circostanza x cui ogni società,oltrepassando una certa fase evolutiva e andando incontro ad uno sviluppo tecnologico, conserva qualche elemento della precedente fase.
Ibridazione: la compresenza di almeno 2 diversi stadi tecnologici nel contesto di una società data.
Uno dei principali processi di mutamento, capace di subentrare nel corso dell'evoluzione sociale, consiste nella cosiddetta differenziazione.
I processi di differenziazione, vanno di pari passo con lo sviluppo economico e tecnologico
I primi processi di differenziazione sociale concernono le diverse classi d'età. A secondo dell'età ogni membro della società può vedersi assegnato diverse funzioni.
I processi di divisione del lavoro sviluppano una propria dinamica che ha come conseguenza una differenziazione sempre maggiore. Un altro aspetto della differenziazione è quello della stratificazione sociale che assume delle forme piuttosto semplici come la distinzione tra liberi e schiavi.
I fenomeni come lo sviluppo della stratificazione sociale, la divisione del lavoro, la nascita e la dissoluzione di classi sono inquadrati nel processo di differenziazione sistemica il cui fine è costituito dall'adattamento del sistema ad un ambiente dato. In questo processo di differenziazione sistemica vengono costituendosi dei sottosistemi + o - indipendenti utili a mettere in atto delle procedure specifiche di soluzione x diversi problemi con cui il sistema stesso è tenuto a misurarsi.
Per sociabilità si intende la nascita delle società, nel senso che in primo luogo, vengono individuate delle procedure razionali di soluzione dei problemi.
Due tipi di strutture dell'interazione umana è rappresentato dal binomio comunità e società; la comunità consiste di collettività che crescono naturalmente e che si fondano su elementi di simpatia, contatto personale. In questo senso la comunità è caratterizzata da un forte contenuto emotivo.
La società è contraddistinta in base al calcolo razionale e oggettivo, ad una ponderatezza di giudizio ed al modo di agire che ne deriva, orientato ad uno scopo.
La dicotomia tra solidarietà meccanica e organica riposa su fondamenta abbastanza analoghe: la prima si basa su una comunanza di caratteri, che ciascun membro del gruppo condivide e che consistono nelle tradizioni, nelle credenze religiose.
La solidarietà organica si fonda invece, sull'interdipendenza e sulla divisione del lavoro da cui ha origine.
Essa costituisce una caratteristica saliente delle moderne società industriali.
Processo di Vergesellschaftung secondo Weber: processo di associazione, fondamento dell'agire sociale, significa che la relazione sociale che collega gli attori sulla scena sociale si fonda su un'entità razionale di interessi e si affida ad un vero e proprio calcolo di convenienza.
Trasformazioni del sistema dei valori
La differenziazione e la fissazione del sistema dei valori costituiscono un unico processo che in parte coincide con l'evoluzione tecnologica, la differenziazione e la Vergesellschaftung.
Il suo compito primario consiste nel mantenimento delle strutture e degli ordinamenti di un sistema sociale.
Questo processo può anche essere indicato come evoluzione del sistema dei valori, ed è determinato dall'evoluzione della religione, la scrittura e il diritto.
La prima da un lato incorpora quelle che si potrebbero indicare come linee direttrici fondamentali dell'ordinamento sociale, dall'altro rivendica un diritto esclusivo all'interpretazione esistenziale del senso e degli scopi societari.
La lingua scritta assicura da un lato la trasmissione dei valori nel tempo, consentendo dall'altro la codificazione dei sistemi di valore. La scrittura è sacra, un'arte esoterica,riservata solo a gruppi istruiti.
Il sistema dei valori nel caso del diritto è utilizzato ai fini di una legittimazione di precise regolamentazioni normative utili a dirigere l'azione in riferimento alle situazioni e ai ruoli.
Per ruolo si intendono in sociologia quelle aspettative di comportamento che sono associate ad un determinato compito societario. Tra il ruolo e colui che lo svolge sussiste una relazione stretta e reciproca.
Nel comportamento sociale si manifestano una differenziazione (distribuzione dei compiti), quanto una specializzazione (divisione del lavoro).
Il comportamento abituale finisce x trasformarsi in comportamento atteso, stabilizzandosi in relazioni a compiti determinanti cui da ultimo fanno da corrispettivo determinate posizioni sociali.
Posizione: collocazione relativa di una persona all'interno di una determinata struttura.
Il ruolo è una regolazione normativa sistematica dei comportamenti relativi ad un compito determinato all'interno di un sistema sociale.
A colui che detiene una posizione, tali norme vengono segnalate dagli altri, ossia da coloro che hanno già familiarità con questo compito nonché dagli individui e dai gruppi che hanno interesse ad un suo scrupoloso adempimento: ciò può accadere molto prima dell'assunzione di una carica di questo genere, ma anche dopo l'assunzione stessa, tramite disposizioni, descrizioni o istruzioni.
L'apprendimento di un ruolo ha dunque termine solo con l'uscita della società di appartenenza.
Il ruolo designa la normazione e il sanzionamento sistematici di quei comportamenti che nei sistemi sociali sono orientati all'adempimento di un compito dato.
Affinché l'individuo sia indotto ad agire nella pratica in un modo sufficientemente vicino a quello desiderato, esiste un meccanismo sociale di adeguamento e correzione, che si indica come controllo sociale:
somma di tutte le azioni con cui la società interviene sugli individui, onde orientarli verso un comportamento che sia il + possibile conforme al ruolo.
Quindi il ruolo ideale (aspetto normativo al ruolo), deve avvicinarsi sempre di + al ruolo reale (aspetto comportamentale del ruolo). Il ruolo reale e quello ideale, gli obblighi e il loro assolvimento solo elementi che nell'adempimento di un ruolo, stanno tra loro in corrispondenza reciproca.
Il controllo sociale è un meccanismo di regolamentazione che consente di mantenere tra i due elementi il necessario equilibrio, che non potrà mai essere stabile, ma piuttosto labile e fluido.
Il sistema delle sanzioni come insieme di misure equilibratrici può essere considerato come un meccanismo capace di minimizzare i comportamenti che deviano dalle norme e di massimizzare quelli conformi.
Visto che il singolo dispone delle possibilità di anticipare sia il proprio comportamento che quello altrui, in molti casi non c'è bisogno che le ricompense e le punizioni vengano effettivamente impartite e neppure annunciate; il processo di apprendimento anticipatorio conduce a soluzione pacifica il problema sociale + importante, che consiste in particolare, nel fornire a ciascun membro della società la motivazione per fare ciò che si deve o si dovrebbe fare.
Tra le persone e i gruppi di riferimento del ruolo,e che in qualità di definitori del ruolo stabiliscono e delimitano le aspettative connesse ad una determinata posizione, e i detentori dei ruoli (ovvero coloro che occupano la posizione e hanno l' obbligo di corrisponderne le aspettative), si effettua un constante scambio di esperienze. In molti casi vi è identità tra chi trasmette un certo ruolo e chi lo regola.
Nei sistemi rigorosamente formalizzati, queste funzioni sono separate.
Tutti questi organi nel loro insieme, danno vita ad un apparato formalizzato di controllo sociale, capita di assistere, non di rado, ad un mutamento delle forme.
Poiché le aspettative di persone e gruppi diversi spesso non concordano, capita anche che, in base alla comunicazione tra ruoli, possa persino realizzarsi una loro maggiore coerenza o quantomeno un'eliminazione delle incongruenze + grandi.
La comunicazione tra ruoli è ciò che + di ogni altra cosa, può renderli trasparenti.
Affinché la struttura sociale sia trasparente, la trasparenza dei ruoli è condizione indispensabile: solo in sua presenza è possibile procedere all'analisi del ruolo che ha come scopo l'elucidazione del suo contenuto.
Un ruolo sociale può imporre, consentire o proibire determinati comportamenti: la realizzazione dei gruppi di riferimento di fronte ad un comportamento di ruolo soggetto a una norma può variare dall'approvazione all'indifferenza.
Role - set: insieme dei ruoli complementari, legati ad una determinata posizione sociale.
Dalle molte aspettative legate ad un unico ruolo possono originarsi numerosi conflitti:
conflitti intra - ruolo: ha luogo all'interno di un ruolo, tra le aspettative dei vari gruppi di riferimento;
conflitti inter - ruolo: conflitto tra ruoli diversi.
Volendo sottrarsi a quello stress di ruolo che consegue soprattutto da situazioni di conflitto, i detentori di un ruolo possono avvalersi di numerose strategie:
la scissione del ruolo: trasmissione di modi di comportamento da un ruolo all'altro;
segmentazione del ruolo: non attuazione dei comportamenti richiesti da un ruolo secondario, onde evitare, nell'ambito di un altro ruolo, l'esplosione di presumibili conflitti;
distanza del ruolo: distacco consapevole dalle imposizioni normative da parte del titolare del ruolo;
sequenza dei ruoli: successione di ruoli lungo una linea evolutiva.
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