sociologia |
Quali sono le principali differenze tra la concezione classica e quella antropologica di cultura?
La concezione classica o umanistica presenta la cultura come un'ideale di formazione individuale che consente di coltivare l'animo umano. S'impone nel XVIII sec. con l'Illuminismo, la cultura appartiene all'uomo senza distinzioni, associata al progresso e alla fiducia che l'educazione possa migliorare l'animo umano, cultura come civilizzazione.
La concezione antropologica o moderna presenta la cultura come variegato insieme dei costumi e delle abitudini delle popolazioni del mondo, quindi non concerne solo l'individuo ma le collettività in cui risulta inserito. Si afferma con la fine dell'800 con l'antropologia moderna.
In che cosa consiste l'antitesi cultura civilizzazione?
Se la concezione classica vedeva nella cultura sinonimo di civilizzazione, con la concezione antropologica questo concetto viene smentito, e il termine cultura assume una nuova accezione, dall'universalismo cosmopolita dei dotti si passa alla enorme varietà di costumi e abitudini locali. La cultura non è più dell'individuo ma concerne la collettività, i suoi costumi, abitudini. La pretesa classica umanistica di una cultura universale viene smentita.
Che cosa significa che la cultura è appresa?
Tutto ciò che non riguarda la dimensione biologica dell'esistenza umana (che non è un bisogno biologico) appartiene alla cultura. Non è il bisogno di nutrirsi o di coprirsi che costituisce la cultura ma il modo in cui i popoli diversi soddisfano tali bisogni.
Quali caratteristiche definiscono una cultura seconda l'antropologia?
Le caratteristiche che definiscono la cultura nella concezione descrittiva dell'antropologia sono principalmente tre: la cultura è appresa e non riducibile alla dimensione biologica dell'esistenza umana;la cultura rappresenta la totalità dell'ambiente sociale e fisico che è opera dell'uomo (costumi,abitudini); la cultura è condivisa all'interno di un gruppo o di una società(per essere definito culturale un fenomeno dev'essere condiviso da un gruppo di persone).
Che cosa accomuna gli studi e le ricerche degli studiosi della Scuola di Chicago?
Gli autori legati alla scuola di Chicago sono interessati alla vita culturale nelle città americane; studiano i nuovi processi di integrazione, di comunicazione e la mobilità sociale delle realtà urbane (flussi di arrivo di immigrati europei); subiscono molto l'influenza dell'antropologia culturale.
Descrivere il contributo specifico offerto da Robert e Helen Lynd nella sociologia dei processi culturali.
I coniugi Lynd (1929) spostarono l'attenzione su realtà diverse dalle metropoli, conducendo la propria analisi su una città che chiamarono Middletowns 8città di medie dimensioni) . Il loro scopo era dimostrare che studiando una città media americana queste fosse rappresentativa della cultura americana nel suo complesso. Il risultato più interessante del loro studio dal punto di vista dell'analisi culturale è la scoperta che le grandi trasformazioni intervenute a livello tecnico ed economico non si erano tradotte in un altrettanto imponente mutamento a livello culturale. La popolazione tendeva a resistere al nuovo ambiente accentuando il proprio conformismo.
Quale interrogativo è al centro degli studi di Durkheim?
Durkheim cerca di rispondere a tale quesito. Come è possibile che la società stia insieme senza disintegrarsi in una lotta di tutti contro tutti? Secondo lui non sono come si era detto precedentemente, la razionalità e gli interessi individuali a tenere unita la società, ma qualcosa che viene prima e che costituisce il loro fondamento: la dimensione simbolica (simboli sono le credenze, i rituali condivisi). I simboli svolgono una duplice funzione di rafurare la società, di rappresentarla e di consentire la comunicazione tra i suoi membri.
Che cosa sono le rappresentazioni collettive per Durkheim e la sua scuola?
Le rappresentazioni collettive sono insiemi di norme e credenze condivise da un gruppo sociale,sentite dagli individui come obbligatorie. Esse vengono considerate da Durkheim delle vere e proprie istituzioni sociali. Sono esterne alla coscienza individuale e sentite come obbligatorie, e costituiscono un principio regolativo e ordinatore del comportamento individuale. La verità è l'apprendere che l'esperienza individuale è adeguata a quella del gruppo a cui si appartiene.
Concezione di Durkheim e Weber sulle rappresentazioni collettive.
Per Durkheim la rappresentazioni collettive sono prodotti anonimi statici, che operano alle spalle degli individui che rimangono passivi. Per weber invece le idee e le concezioni del mondo sono dinamiche, sono creazioni di individui e gruppi sociali spesso in lotta tra loro per l'affermazione delle proprie idee. Egli vede nello spirito del capitalismo un atteggiamento innovativo nei confronti del denaro, in contrasto con la tradizionale idea di ricchezza a scopo di lusso, o di guadagno necessario per la sopravvivenza. Il capitalismo dovette lottare per affermare il concetto di denaro come fonte di investimento.
Collocare i contributi di Weber e Simmel all'interno dei dibattiti sul metodo da un lato e idealismo- materialismo dall'altro.
Il dibattito metodologico verteva sulle modalità di comprensione dei fenomeni culturali (Studi francesi e inglesi subordinavano le discipline storico- sociali ai procedimenti propri delle scienze naturali, sostenendo che non potessero esistere leggi universali uguali a quelle elaborate da queste ultime). Sia Simmel che Weber si collocano all'interno di questo dibattito assumendo una posizione originale e innovativa. Simmel afferma che le scienze in qualunque campo operino possono formulare solo delle ipotesi provvisorie e frammentarie, valide solo fino a che non venga dimostrato il contrario e dunque non possono aspirare ad un ideale di verità. Max Weber prende posizioni analoghe dicendo che le differenze tra scienze naturali e scienze culturali sociali, non riguardavano l'oggetto o il metodo della ricerca ma gli scopi conoscitivi del ricercatore, nel caso delle scienze sociali :la ricerca dei significati soggettivi che muovono l'azione sociale. La sociologia si occupa dell'agire sociale, un agire basato sull'agire degli altri, basato sul contesto. Oltre al dibattito sul metodo vi era la controversia tra idealismo e materialismo sul ruolo dei fattori culturali: i fattori culturali sono autonomi e in grado di influenzare le relazioni sociali o rappresentano un fenomeno secondario della struttura economico sociale? Weber critica la pretesa che vi sia una connessione tra cultura e organizzazione economica, affermando che l'economia e l'etica religiosa subiscano invece un condizionamento reciproco. Anche Simmel afferma l'esistenza di questo rapporto reciproco, le nostre idee non possono essere indipendenti dalle condizioni economiche ma neanche direttamente dipendenti. Quindi sia la teoria idealistica che quella materialistica contengono parti di verità.
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