storia dell arte |
INTRODUZIONE:
L'action painting è uno stile che si diffuse tra gli anni '40 e '60 del Novecento,letteralmente significa pittura d'azione e a volte chiamata anche espressionismo astratto. E' un modo di dipingere in cui il colore viene fatto sgocciolare spontaneamente, lanciato o macchiato sulle tele. L'opera che ne risulta enfatizza l'atto fisico della pittura stessa. Una minima azione è spesso tracciata tra l'action painting americana e il tachisme francese. Il termine venne coniato dal critico americano Harold Rosenberg nel 1952, e segnalava un maggior cambiamento nella prospettiva estetica dei pittori e dei critici della Scuola di New York. Gli espressionisti astratti come Jackson Pollock e Willem de Kooning parlano di una pittura come un'arena all'interno della quale venire a patti con l'atto della creazione. La critica di Rosenberg cambiò l'enfasi dall'oggetto alla lotta stessa, essendo il dipinto finito solo la manifestazione fisica, una specie di residuo, del lavoro effettivo dell'arte, che era nell'atto del processo della creazione del dipinto. Nelle due successive decadi, la ridefinizione di Rosenberg dell'arte come un atto piuttosto che come un oggetto, come un processo piuttosto che un prodotto, era influente, e condusse alla formazione di numerosi movimenti artistici maggiori dagli Happening e Fluxus alla Conceptual e Earth Art. È essenziale per capire questo movimento, comprendere anche in che contesto storico si fosse realizzato. Un prodotto dell'insorgenza artistica post-bellica, si sviluppò in un'era dove la Meccanica Quantistica e la Psicanalisi stavano cominciando a fiorire e cambiare l'intera comprensione del mondo e la coscienza di sé della civiltà occidentale. La precedente arte di Kandinsky e Mondrian aveva cercato di distogliersi dal ritrarre oggetti e invece cercò di pizzicare e stuzzicare le emozioni dello spettatore. L'Action Art si appropriò di questo tentativo e lo sviluppò, usando le idee di Freud sul subconscio come fondamento principale. I dipinti degli Action Artists non volevano ritrarre nessun oggetto qualunque e allo stesso modo non venivano creati per stimolare l'emozione, ma con per toccare gli osservatori nel profondo del loro subconscio. Questa attività spontanea era l'azione del pittore. Il pittore avrebbe lasciato sgocciolare il colore sulle tele dove il subconscio mentale vuole, quindi lasciando che la parte inconscia della psiche si esprima. Cosa provavano a ritrarre gli Action Painters, era solo questo, un'azione spontanea completamente eseguita senza pensarci.
POLLOCK:
Ultimo di cinque fratelli, nacque a Cody, nello Wyoming. La
famiglia dell'artista crebbe sotto la guida della madre, Stella May McClure,
donna oppressiva, esigente e protettiva nei confronti dei li, tutti molto
viziati specialmente Jackson che era il più piccolo, perché il padre
viaggiò molto per lavoro. Subendo il suo atteggiamento nevrotico
riversò queste frustrazioni in molti suoi dipinti, ebbe una giovinezza
inevitabilmente difficile, condizionata da un carattere volubile ed introverso
e da violenti attacchi di collera, a causa dei quali venne espulso due volte
dalle scuole superiori. Nel periodo inquieto della prima adolescenza si
interessò molto della teosofia mistica e specialmente per le dottrine di
Jiddu Krishnamurti, un mistico indù che viveva in California, secondo il
quale la felicità poteva essere raggiunta solo attraverso la scoperta e
la coscienza di sé, insegnamenti che influenzarono profondamente l'artista per
tutta la vita. Nel 1930 si stabilisce a New York, in Greenwich Village; qui si
iscrive all'Art Students' League, dove subisce l'influenza del pittore Thomas
Hart Benton.
I due diventarono amici e Benton incoraggiò e accentuò il suo
carattere da cow-boy che già gli aveva procurato problemi alle scuole
frequentate precedentemente.
Nel 1935 è tormentato da crisi depressive e si rifugia nell'alcol.
Riuscì comunque a guadagnarsi da vivere lavorando per il 'Federal
Arts Project' istituto dalla Works Progress Administration.
Nel 1938 viene licenziato per abuso di alcol. Nel 1939, dopo un ricovero in
ospedale per alcolismo, Pollock conosce il Dr. Joseph Henderson, un giovane psicanalista
junghiano.
Da questo incontro nasce una serie di dipinti che ritraevano mostri, animali
fantastici, grottesche forme umane e ure totemiche vagamente ispirate alle
opere dei pittori surrealisti europei. In questi anni incontra John Graham, uno dei sovrintendenti del
Metropolitan Museum of Art che adorava l'arte primitiva e riteneva che i
disturbi della sua personalità rivelassero la sua profonda sintonia con
le verità mistiche e non con la realtà terrena.
E su questa convinzione si fondò la nuova immagine pubblica di Pollock
come artista sciamano. Nel 1941 Graham gli presentò Lee Krasner, un'ebrea russa cresciuta a Brooklyn, ben introdotta in
quell'ambiente artistico in cui Pollock non aveva ancora messo piede.
In breve si innamorarono e grazie a lei l'artista riuscì ad occupare una
posizione di un certo rilievo nel mondo artistico e culturale newyorchese. Due
anni dopo conosce la collezionista Peggy Guggenheim, che volle a tutti i costi
un quadro di Pollock per la mostra che si tenne in primavera; l'opera era
'Stenographic ure', questo quadro vene accolto con grande favore
dalla critica.
Allora Peggy decise di allestire la prima mostra personale di Pollock nel novembre
del 1943 e buona parte della critica reagì con toni addirittura
entusiastici. Nel 1947 ormai Pollock era un'artista molto affermato e proprio
in questo periodo comincia ad abbandonare la pratica di stendere il colore
sulla tela con il pennello ed inizia a versare la vernice direttamente dal
barattolo o a cospargere il pennello di colore e poi sgocciolare sulla tela: da
qui il termine 'sgocciolamento. Intorno al 1950 il pittore si impone
all'attenzione del pubblico con le sue opere più imponenti: i 'Drip
painting' che suscitarono scalpore provocando reazioni contrastanti.
La prima persona a commissionargli un'opera così grande fu Peggy Guggenheim, desiderosa che
Pollock dipingesse un murale nel suo appartamento.
Per mesi non riuscì a dipingere niente, poi in una sola notte
creò il capolavoro intitolato 'Mural'. Nel 1955, riprende a
bere e la sua produzione artistica ne risente.
La sera dell'11 agosto 1956 Pollock perse il controllo della sua macchina e
morì.
Opera realizzata nel 1953, e il suo nome deriva dagli otto segmenti variamente inclinati che percorrono l'intero dipinto imprimendogli una sorta di scansione. Egli lavora intorno alla tela disposta per terra preparandola con batuffoli di cotone, pennelli da verniciatore e bastoni. A questo punto faceva colare strisce sottili di vernice, che in base al movimento della mano formavano zone con maggiore o minore intensità di colore. L'opera è il grido disperato della ragione sopraffatta dall'urlo dell'irrazionale. Questa è la testimonianza più tragica del tormento di Pollock, egli ripeteva sempre: " ogni buon artista dipinge solo ciò che è".
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