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Arte Bizantina
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La storia Con il trasferimento della capitale da Roma a Bisanzio (330 d.C.) e, poi, con la suddivisione politica in Impero d'Oriente e Impero d'Occidente (395 d.C.) si apre un nuovo modulo nella storia: nasce l'Impero Bizantino che durerà sino al 1453. Con esso nasce anche un nuovo linguaggio urativo, ricco di influssi ellenistici, della Siria, della Persia e dell'Egitto. L'Italia entra in contatto con la cultura bizantina quando, nella metà del VI secolo, Ravenna diviene sede dell'esarca (governatore) di Costantinopoli; le forme espressive dell'Oriente arricchiscono quindi le tradizioni tardo-imperiali e cristiane della Penisola, dove l'influenza dell'arte bizantina resterà fondamentale fino all'inizio del secolo XIII. Arte bizantina Anche in Oriente lo scopo
delle immagini sacre è quello di educare i fedeli in senso religioso e
morale, ma assai diverso è il modo di rappresentarle. Mentre in
Occidente Cristo viene rappresentato con immagini vicine alla realtà
quotidiana (Buon Pastore), in Oriente egli viene rappresentato attraverso gli
attributi della regalità (Cristo Pantocratore, dal greco pantos
= di tutto e crator = colui che governa). Alle semplici vesti e alla
naturalezza dei gesti, tipici delle ure cristiane d'Occidente, si
contrappongono la frontalità dell'immagine, la rigidezza
dell'atteggiamento, la fissità dello sguardo, tipiche delle ure
cristiane d'Oriente. Questa fissità e solennità delle immagini
bizantine si spiega con il fatto che esse derivano da un'immagine sacra
tipica dell'Oriente: l'icona. L'icona è, per la cultura orientale,
l'immagine vera ed autentica della realtà divina: quindi rappresenta
una realtà eterna ed immutabile, quale Dio l'ha pensata e la vede.
Proprio questa eternità ed immutabilità vengono espresse in
ure che non possono non risultare eternamente fisse, immutabili, solenni.
A causa delle trasformazioni urbanistiche e architettoniche, dei monumenti e
delle statue antiche che ornavano Costantinopoli è rimasto ben poco.
Le testimonianze artistiche più interessanti risalgono ai tempi di
Teodosio I il Grande (379-395 d.C.). Fra queste, la celebre Base
dell'obelisco di Tutmosi III (390 circa d.C.). La base, scolpita sui
quattro lati, rappresenta il trasporto e l'installazione dell'obelisco, alcune
scene dei giochi ai quali assistono i personaggi della corte imperiale e
l'offerta dei doni da parte dei barbari. Più o meno allo stesso
periodo e al medesimo clima culturale possono pure riferirsi la statua di
Valentiniano II, Architettura L'architettura bizantina è essenzialmente religiosa e si manifesta nella costruzione di chiese. Queste possono essere a struttura basilicale e a struttura centrale. La tipica chiesa bizantina è quella in cui tutti gli elementi sono raggruppati attorno a un quadrato centrale, quasi sempre sormontato da una cupola. Tale sistemazione crea uno spazio interno che procura sensazioni particolari. Se in una chiesa paleocristiana si percepisce lo spazio come orizzontale con un preciso punto di riferimento, l'altare, nella chiesa bizantina ci si trova immediatamente immersi nello spazio, senza punti di riferimento: un ambiente, quindi, adatto alla contemplazione. Oltre alla pianta centrale possiamo considerare due caratteristici elementi architettonici: la cupola e la colonna. La cupola bizantina è voltata con un sistema costruttivo diverso da quello dei Romani. Questi impostavano la cupola semisferica su una base cilindrica, per cui il raccordo era molto facilitato; i Bizantini, invece, impostando la cupola semisferica su una base quadrata inventano un accorgimento tecnico per il raccordo: incurvano, per così dire, gli angoli superiori del quadrato, sino ad ottenere una forma rotonda su cui innalzare la cupola. Questi angoli incurvati sono detti pennacchi. Se la cupola è poligonale e il vano sottostante ha un minor numero di lati rispetto ad essa, incurvano ugualmente gli angoli suddetti, però in modo da creare una forma di poligono con tanti lati quanti sono gli spicchi della cupola. Gli angoli incurvati sono chiamati trombe. Il secondo elemento caratteristico è la colonna o, meglio, il capitello pulvinato: sopra il normale capitello è posto il pulvino, elemento a forma di tronco di piramide rovesciato. Esso, oltre ad avere una funzione decorativa, conferisce maggior slancio alla colonna. Come il capitello vero e proprio è decorato con motivi naturalistici e trafori di marmo, che evidenziano una straordinaria capacità d'invenzione e una grandissima abilità tecnica. Gli ordini tuscanico, ionico e corinzio vengono gradualmente abbandonati e sostituiti da motivi ed elementi decorativi del tutto originali, anche di derivazione orientale. La chiesa di Santa Sofia di Istanbul (532-537 d.C.) è il manifesto dei principi basilari dell'arte bizantina e uno dei capolavori più alti dell'architettura di tutti i tempi. Dedicata alla Divina Sapienza, la chiesa doveva anche rappresentare la protezione divina dell'impero. Giustiniano la fece costruire a seguito della violenta insurrezione dei partiti popolari (nota come Nika, 532), che aveva fra l'altro causato l'incendio della precedente basilica. Attorno allo spazio quadrato centrale con nicchie alternativamente curve e rette, dominato da una cupola grandiosa con una corona di quaranta finestre, si dispongono navate laterali e matronei. La monumentalità dell'edificio è come alleggerita dall'apertura di grandi finestre. All'ingresso sono due narteci, atri destinati ai penitenti e ai catecumeni, con grandi porte metalliche e un vasto quadriportico. La decorazione interna, che sembra già preludere al successivo divieto delle immagini, presentava in origine solo motivi floreali e geometrici e il ricorrente monogramma dell'imperatore. L'effetto spettacolare si basava sul raffinato splendore dei mosaici, sui trafori dei capitelli, sulla luce irradiata dalle numerose aperture, sui contrasti dei marmi, del porfido e delle altre pietre preziose disposte secondo giochi di simmetria. L'architettura della Chiesa di San Vitale (522-547 d.C.) è un'applicazione originalissima del tema della pianta centrale. Entro un ottagono che s'innesta al nartece su un angolo, dando quindi a chi entra un'impressione di movimento, s'inserisce un corpo formato da sette esedre su colonne, alte due piani, e da un profondo presbiterio, a sua volta terminante in un'abside e inserito fra due stretti vani che immettono ad altri con cupola. Una galleria gira intorno al corpo dell'edificio affacciandosi sulla navata e sul presbiterio, sfavillante di mosaici. Scultura La scultura, eseguita per lo più in basso e altorilievo, ha una funzione prevalentemente decorativa: abbellisce capitelli, pulpiti, sarcofagi, dittici, transenne (parapetti traforati), plutei (lastre di parapetti) . Rappresenta intrecci di motivi geometrici, elementi floreali stilizzati, ure umane e di animali con significato sovente simbolico. Suggestivi sono i sarcofagi per la semplicità e la chiarezza della composizione decorativa, le cui immagini risaltano sul fondo piatto. Pittura Forme significative della pittura bizantina sono le famose icone - immagini della Madonna, di Cristo o di santi dipinte a mezzo busto su tavole di legno - e i mosaici parietali. Il mosaico esemplifica chiaramente lo stile bizantino; queste le peculiarità: - ure rigide, piatte, stilizzate, quasi sempre ritratte di fronte; - fissità dello sguardo da cui non traspare nessun sentimento particolare; le ure sembrano astratte, lontane; - assenza di rilievo, di chiaroscuro, di prospettiva: il fondo d'oro crea un'atmosfera irreale. Ai Bizantini non interessava
rafurare immagini vere, ambienti reali. Per loro Cristo, |
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