![]() |
storia dell arte |
|
Arte: Leni Riefenstahl
"Secondo me, scrivere e comunicare significa essere capace di far credere qualunque cosa a chicchessia."
"A mon sense, écrire et communiquer, c'est etre capable de faire croire n'importe quoi à n'importe qui"
(J. M. Le Clézio, "Le proces verbal")
Vita:
Leni Riefenstahl, il cui vero nome era Melena Bertha Amalie Riefenstahl, nacque a Berlino il 22 agosto 1902.
La sua vita è costantemente dedicata all'arte: inizia la carriera di ballerina, ma è costretta ad abbandonarla per una lesione al menisco; diventa così attrice, ma presto capisce di essere molto più brava dietro la cinepresa di quanto non lo sia davanti, e per questo motivo, unito all'amore per il cinema, passa alla regia.
L'11 marzo 1933 viene
costituito il Ministero per
Nel Dopoguerra la sua vita è stata molto dura: imprigionata insieme ad altri ufficiali delle SS, di cui uno che era diventato in precedenza suo marito, ogni tribunale l'ha successivamente assolta, credendo alle sue professioni di inconsapevole e totale dedizione al cinema. Viene però bandita dall'industria cinematografica tedesca, e così comincia a viaggiare molto e a dedicarsi alla fotografia. Alla soglia degli ottanta anni, inizia la scoperta del mondo sottomarino e si dedica alle immersioni subacquee.
Alla veneranda età di 101 anni, e dopo una vita rivolta all'arte, Leni si è spenta i 9 settembre 2003.
Rapporto con il Partito e con il Fuhrer:
Hitler conosceva la
potenza dei mezzi di comunicazione, e fu il primo a promuovere l'ampia
diffusione delle radio nelle case, come pure la massiccia produzione di film e
documentari; proprio per questo motivo, per entusiasmare non solo i tedeschi, ma anche
chi frequentava i cinema in Francia, Inghilterra e in altri Paesi. Durante il
nazismo, perciò, Leni divenne fedele interprete massima dei principi di
estetizzazione della politica cari al nuovo regime, e, anche se non girò
mai pellicole antisemite, non ebbe problemi a tradurre in arte la
rappresentazione di sé che i nazisti volevano darsi. Filmare ciò che il
partito voleva l'aveva portata al successo, ed è davvero difficile
credere che non sapesse e non capisse proprio niente di quello che stava
succedendo nella Germania dell'epoca. Inoltre il fatto che molti artisti del
cinema sparivano dalla scena non poteva sfuggirle. Ma il successo è una
pillola avvelenata e riesce a paralizzare anche persone come
Leni fu arrestata nel 1945 quale artista di
regime, fu interrogata dallo sceneggiatore Budd Schulberg in qualità di
ufficiale dell'esercito USA, fu giudicata in più processi ingiusti per
attività filonaziste, basati su dati di fatto come l'aver subito il
fascino del Nazismo e aver contribuito a esaltarne la proandistica potenza,
e rilasciata, dopo quattro anni di carcere e alcuni di denazificazione, nel
1952 perché la sua attività di cineasta durante il Terzo Reich non
comportava alcun crimine di guerra. La regista era una specie di della Germania
all'estero, doveva dimostrare che non tutti gli uomini e le donne della cultura
tedesca erano emigrati all'estero.
Il cinema insomma ha il potere delle immagini, un potere che né la musica, né la letteratura, la pittura o la scultura, e forse nemmeno i politici possono esercitare. Il linguaggio delle potenti e affascinanti immagini della Riefenstahl era compreso anche dove non si conosceva la lingua tedesca, e i suoi film, nel dopoguerra, facevano paura perché rievocavano il losco fascino del Nazismo del quale troppi erano rimasti vittima.
"Olympia", il capolavoro:
Documentario girato durante la celebrazione
delle olimpiadi di Berlino del
"Olympia" non fu solo un resoconto dei giochi
olimpici, ma monumento cinematografico allo sport, allo sforzo dell'atleta,
alla bellezza del corpo umano, alla religione laica della superiorità
dell'uomo sulle stesse leggi naturali che, nate nell'antichità, il
Nazismo aveva riscoperto nella sua magnificenza ed esaltato. Prodotto con
l'appoggio ufficiale del governo nazista, il film fu realizzato dalla
Riefenstahl con l'aiuto di operatori su dirigibili e dentro le piscine: il
sistema di comunicazione visivo non aveva segreti per lei, che dichiarava
d'essere neutrale ma manovrava l'inconscio con luci e suoni; il documentario
ora aveva guadagnato il fascino della seduzione segreta. Il filmato ebbe
un'approvazione mondiale(vinse
"Olympia" è perciò una riscoperta del potere mitologico dell'antica Grecia, un approccio storico-politico in cui s'inserisce quello sulla supposta superiorità della razza Ariana.
Privacy
|
© ePerTutti.com : tutti i diritti riservati
:::::
Condizioni Generali - Invia - Contatta