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BEATO ANGELICO - INCORONAZIONE DELLA VERGINE louvre, LA DEPOSIZIONE 1435-1440 tempera su tavola Firenze, ANNUNCIAZIONE DI SAN PIETRO MARTIRE 1438.1446

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BEATO ANGELICO

Non tutti gli artisti sono disposi ad accettare le novita' proposte da Masaccio.

Il primo a meditare e riorganizzare lucidamente il proprio stile sui capolavori di Masaccio fu FRA GIOVANNI DI FIESOLE, noto col soprannome di Beato Angelico per la sua vita devota da frate e perche' la sua arte impregnata dallo spirito cristiano, si riteneva direttamente ispirata da Dio.

Alll'inizio appare ancora legato alla cultura tardo-gotica, ma dopo il 1430 si accosta a Masaccio della cui arte da' un'interpretazione spirituale, tenendo conto della prospettiva ma meno umanistica e drammatica, come se il dolore terreno non esistesse grazie alla consapevolezza di una vita dopo la morte.

INCORONAZIONE DELLA VERGINE louvre

Decine di angeli e santi sono disposti in schema circolare e fanno da ala alla alta scalinata variopinta su cui Cristo incorona la Madonna inginocchiata.

Il quadro rivela una nostalgia tardo-gotica che si nota nell'architettura , ma si nota anche una grande attenzione prospettica soprattutto nei santi posti in basso, inginocchiati su un pavimento decorato con motivi che seguono le linee di fuga.

Alcune ure sono viste di spalle, e servono a sottolineare i primi piani visivi, accomnando lo sguardo dello spettatore fino agli scalini.

I corpi non hanno la soldita' plastrica di quelli di Masaccio,ma sono invece caratterizzati dalle vesti di colori diversi con morbide pieghe che ne attenuano la tridimensionalita'.



La varieta' di colori e luci caratterizza molto la pittura di Beato Angelico, come se senza i suoi colori accesi di diverse tonalita' non riuscisse a esprimere lo stupore e la meraviglia per il creato e il suo sentimento per la devozione cristiana.

LA DEPOSIZIONE 1435-l440 tempera su tavola Firenze

Dopo qualche ano fa quest'opera, una grandiosa pala d'altare con tre cuspidi che lo fanno assomigliare a un trittico (ma si tratta di una tavola unica).

Al centro e' rappresentato il momento in cui il delicato corpo di Cristo viene fatto scivolare giu'dalla croce senza vita alla presenza di molti personaggi, sia sacri (a sinistra la Madonna inginocchiata prega), sia profani e vestiti in costume contemporaneo.

L'uomo dal berretto nero e' un ritratto dell'architetto Michelozzo, amico di Beato, mentre il giovane col cappello rosso a destra e' unìesposente della ricca famiglia Strozzi ,committente dell'opera.

La scena avviene su un prato fiorito, che costituisce una lontana memoria della urazione tardo-gotica: siamo in un paesaggio con castelli e citta' sotto un cielo chiarissimo e cristallino.

CONVENTO DI SAN MARCO

Nel 1437  l'Angelico entra nel convento domenicano di San Marco a Firenze: l'edificio era in fase di ricostruzione a opera di Michelozzo. Nello stesso tempo dei lavori di Micherozzo, il frate pittore viene incaricato di decorare le celle dei monaci, che porta a termine attorno al 1446, progettandoli ed eseguendoli assieme ad alcuni collaboratori una cinquantina di affreschi distribuiti anche nei corridoi, nel chiosco e nella Sala modulare (dove c'era assemblea di frati).

Il risultato e' talmente suggestivo e particolare che il convento di S.Marco oggi e' il museo di Angelico, e vi sono state aggiunte anche alrte opere dell'artista e della sua scuola.

ANNUNCIAZIONE DI SAN PIETRO MARTIRE 1438.1446 affresco

Negli affreschi delle celle si tocca il culmine della sua devota religiosita', e seguendo scene semplici, di facile lettura per poter stimolare i monaci alla meditazione, ma tutte rigorosamente costruite secondo i nuovi schemi prospettici.

Una delle piu' commoventi rappresentazioni e' l'Annunciazione :e' ambientata in una disadorna cella conventuale, dalle pareti luminose e bianchissimee dalla nitida' spazialita'.

Il giovane angelo si materializza con gesto lieve e solenne fasciato in una delicata tunica rosa, illuminata da una luce chiara, con variopinte ali di pavone, mentre Maria, inginocchiata su una piccola panca, si inchina umilmente.




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