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IL CONCETTO DI CULTURA
l'uomo tende a non riflettere sulla propria cultura perché essa è talmente parte di sé che egli la dà per scontata solo confrontandosi con sensibilità, credenza e abitudini diverse ci si accorge di condividere certe idee e usanze con un determinato gruppo
l'uomo tende a considerare corretti i propri costumi e le proprie abitudini mentali, e a giudicare immorali o inferiori i modelli diversi D la prospettiva antropologica parte dal presupposto che i costumi e la mentalità di un gruppo debbano essere descritti oggettivamente, e calati nel contesto dei problemi e delle opportunità della società studiata (relativismo culturale) esprimere un giudizio non può e non deve precludere l'oggettività
ostacolato da 2 comportamenti:
tendenza alla valutazione negativa risultante dell'etnocentrismo
propensione ad un giudizio positivo che spesso prende la forma di un'ammirazione spontanea verso la vita semplice del 'buon selvaggio'
per lo scienziato sociale non esistono individui o società (per quanto semplici) senza cultura
û perché un'idea o un'azione siano culturali esse devono essere condivise da un gruppo (anche se un comportamento non si verifica di frequente) se queste usanze culturali sono circoscritte ad un gruppo all'interno della società si parla di subculture (fulcro dell'interesse sociologico)
E
quando gli antropologi definiscono 'culturale' un fenomeno, essi lasciano un margine alla variabilità individuale (un tratto culturale non è obbligatoriamente condiviso dalla totalità della popolazione)
û affichè un comportamento possa essere considerato culturale, esso dev'essere appreso e condiviso un grande aiuto all'apprendimento proviene dalla lingua naturale e dal linguaggio simbolico tutte le popolazioni di cui l'antropologia è a conoscenza possiedono un sistema complesso di comunicazione simbolica e parlata, detto linguaggio (simbolico poiché una parola o una frase rimandano ad un oggetto o ad'entità indipendentemente dal fatto che essi siano presenti o meno)
l'antropologia si occupa delle caratteristiche culturali di una SOCIETÀ = gruppo di persone che occupa un preciso territorio e parla la medesima lingua, generalmente non compresa dalle popolazioni vicine (non coincidono con le nazioni: molti stati riuniscono entro i propri confini popoli di lingua differente)
Durkheim: la cultura è un'entità esterna che esercita su di noi un forte potere di coercizione (norme) (non sempre ce ne rendiamo conto)
2 tipi di imposizione culturale:
DIRETTA (è la più ovvia)
INDIRETTA (meno ovvia, ma non per questo meno efficace; es: se decido di parlare una lingua straniera, nessuno mi fermerebbe, ma non verrei nemmeno capito)
modelli culturali ideali: serie di idee (di valori e norme) che stabiliscono come un individuo debba comportarsi o reagire emotivamente in una determinata situazione sappiamo, tuttavia, che c'è differenza tra cultura ideale e cultura reale
2 modi attraverso cui individuare i modelli culturali
se ci si occupa di usanze esplicite o chiaramente visibili all'interno di una società, il ricercatore appura l'esistenza di queste pratiche e le studia con l'ausilio di una persona bene informata
nel caso in cui l'oggetto in esame sia una sfera del comportamento che comprende numerose variazioni individuali, o quando gli individui studiati non siano consapevoli dei propri modelli di comportamento, l'antropologo deve raccogliere informazioni da un campione di persone allo scopo di individuare il modello culturale moda (risposte che si verificano con maggior frequenza rispetto ad una serie di risposte possibili) ci si serve di un campione rappresentativo (campione casuale)
particolari comportamenti e idee sono appresi se questi variano da società a società, e li possiamo imputare al puro determinismo genetico se essi sono presenti in tutte le società (es: i bambini di tutto il mondo imparano la lingua circa alla medesima età, tuttavia, le lingue specifiche parlate dagli adulti delle varie società mostrano differenze notevoli, e per questo debbono essere apprese)
usanze non adattive (che riducono le speranze di sopravvivenza e di riproduzione) sono destinate a sire D usanze adattive (è più probabile che persistano)
quando si dice che un'usanza è adattiva si fa riferimento ad uno specifico contesto naturale e sociale (essa può infatti essere adattiva in un determinato ambiente e non in un altro) la cultura rappresenta un adattamento all'ambiente naturale, ad esigenze biologiche e all'ambiente sociale (una data usanza rappresenta uno specifico adattamento all'ambiente, ma non esaurisce tutti quelli possibili; non tutte le caratteristiche culturali sono adattive: alcune di esse possono essere neutre; anche di fronte a circostanze mutate, le persone possono decidere di non cambiare le proprie usanze; è anche possibile che da un tentativo di cambiare certi comportamenti si sviluppino fenomeni non adattivi)
ogni singola cultura è fortemente integrata:
una delle ragioni è la sua generale adattività (se certe usanze sono maggiormente adattive in un contesto, allora quel genere di tratti si ritroverà insieme in condizioni analoghe)
per ragioni psicologiche (se una tendenza verso la coerenza cognitiva è riscontrabile negli esseri umani, si può supporre che almeno alcuni aspetti di una cultura tendano ad essere integrati secondo lo stesso criterio)
nel prendere in considerazione la storia di una società è necessario tener presente che la sua cultura è mutata nel tempo la spinta al cambiamento può venire dall'interno o dall'esterno di una società
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