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IL GRAND TRIANON, Il Petit Trianon

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IL GRAND TRIANON


La trasformazione del Trianon di porcellana in grand Trianon è una delle più importanti realizzazioni della terza camna. Delle screpolature erano se nelle decorazioni in ceramica, mentre tramontava la stella della favorita per la quale il Trianon era stato realizzato. Il grand Trianon è costruito con la stessa rapidità del Trianon di porcellana, fra giugno e luglio del 1687 e gennaio del 1688. Luigi XIV vi "pranza" (cioè vi fa colazione) per la prima volta nel gennaio del 1688. La parte essenziale della decorazione deve ancora essere fatta; ma la struttura muraria è stata portata a termine prima che la guerra riprenda. La struttura muraria dei padiglioni, in cui solo rivestimento era in cattivo stato, è stata riutilizzata. Questo recupero spiega la sua pianta singolare del grand Trianon, in particolare la lunga galleria realizzata al posto del gabinetto dei profumi. Nel primo progetto di Mansart, che univa tutti i padiglioni, la pianta era ancora più bizzarra; essa è stata semplificata quando il re ha imposto il peristilio, cioè il portico centrale: poiché esso poggiava su due padiglioni laterali, veniva escluso dal progetto il padiglione principale che fu abbattuto.

È senza dubbio che il peristilio è un'idea del re: lo fa disegnare da Robert De Cotte in assenza di Mansart, partito per sottoporsi alla cura delle acque di Bourbon. Il termine "peristilio" fa la sua sa: benché improprio, esso designa ancora oggi questo portico che trafora centralmente il Trianon e che rende visibili i giardini dal cortile. Questo portico è dotato di arcate aperte dal lato del cortile e di colonne dal lato dei giardini. Il re è responsabile anche di questa scelta singolare. Si è detto che originariamente era prevista la chiusura delle arcate: in effetti è esse sono innegabilmente predisposte per il montaggio delle intelaiature; tuttavia questo allestimento potrebbe essere successivo, cioè dall'epoca in cui Napoleone ha chiuso il peristilio e a impedire la vista dei giardini dal cortile, che rappresentava, per il re, la principale giustificazione del peristilio.



L'intervento del re riguarda tanto il dettaglio che l'essenziale. Egli esige che le colonne del peristilio vengano raddoppiate. Impartisce ordini precisi per la scelta dei materiali. Condanna i grandi tetti spezzati, creati per il Trianon di porcellana e conservati da Mansart nel suo progetto originale.

Il marmo che da il proprio nome al Trianon è ancora di moda. Come per la Colonnade, si è fatto un uso di marmi francesi: il marmo rosa del Languedoc, il marmo verde dei Pirenei. Tuttavia, l'ala d'angolo all'estremità dell'ala della galleria è interamente in pietra da taglio. Quest'ala, pure essendo contemporanea a tutto il resto, sembra più moderna sia per il materiale impiegato che preannuncia la prossima disaffermazione per il marmo, sia per il suo disegno che potrebbe essere datato del regno di Luigi XVI.



Il Petit Trianon


Il regno di Luigi XV non ha apportato alcun cambiamento ai giardini di Versailles, eccezion fatta per il rifacimento del bacino di Nettuno e per il completamento delle sue decorazioni scultoree, eseguite nello stilo monumentale proprie del regno di Luigi XIV (1738). Per quanto riguarda il Trianon, invece, dove Luigi XV può condurre un genere di vita più conforme al suo temperamento e ai suoi gusti, le aggiunte sono importanti, o per lo meno lo diventano dopo la pace di Aquilsgrana (1748). Il re, assecondato da Angle-Jacques Gabriel, anche in questo caso si autonomina architetto. Ma lo stile così coerente dei lavori intrapresi a Trianon deve molto a Madame de Pompadour, che talvolta viene ancora considerata come la musa del rococò, mentre al contrario ella è stata, con suo fratello, il marchese di Marigny, da lei fatto nominare Direttore delle costruzioni, l'ispiratrice di un ritorno a un gusto "migliore"; in questa impresa viene appoggiata da una parte della critica che deplora la degenerazione del gusto. A dire il vero, il rococò ha avuto uno scarso successo a Versailles.

Jeanne Poisson diventa la favorita del re nel 1745; l'indomani della vittoria di Fontenoy, ella riceve la qualifica ufficiale e vienenominata marchesa di Pompadour. A partire dal 1750, la passione si trasforma in amicizia; la favorita rimane un personaggio influente fino alla morte, avvenuta nel 1764. La sua capacità di creare l'atmosfera di intimità che il re cerca non ha eguali. La pompadour ha moltiplicato il numero delle dimore semplicissime che ella chiama ermitages (eremitaggi): possedeva un ermitage all'ingresso del giardino di Versailles, dal lato del bacino di Nettuno (rue de l'Ermitage).

Per preparare il futuro marchese di Marigny alle sue funzioni, Madame di Pompadour lo ha invitato inviato in Italia nel 1750, sotto la guida di Souflot.E' lì che si è formata la dottrina che giustificherà il nuovo stile delle costruzioni reali, troppo serio troppo frivolo, traendo dalla sua antichità la sua nobiltà e dal rococò la sua spontaneità. Proprio lo stile di Gabriel. Ciò non impedisce al Direttore di cercare degli interpreti meno indipendenti del Primo Archittetto.

Il padiglione francese (1749) è l'esempio perfetto dello stile Gabriel. Si tratta di un padiglione di riposo, costruito a Trianon, molto vicino a una Menangerie creata nel 1749 da Luigi XV e principalmente destinata alla selezione delle specie più belle e più rare di gallinacei. D'altronde questo padiglione della Menangerie: non meraviglierà veder riprodotta nelle sue decorazioni la vicina fauna. Ha tratto il nome che gli viene atribuito attualmente dal giardino francese che lo circonda. Questo giardino francese o giardino che il re presenta, alla periferia, viali sinuosi ben poco ortodossi e un boschetto di alberi a fogliame perenne, chiamati evergreen. In verità il giardino è meno francese di quanto non lo sia il padiglione stesso. Le sopraelevazioni si rifanno al non lontano Trianon di marmo.

Il Petit Trianon, iniziato nel 1760, viene ultimato solo nel 1764, alla morte di Madame de Pompadour a cui era destinato. La prima inquilina sarà Maria Antonietta; sarà il regalo di Luigi XVI alla sua giovane sposa (1774). E in verità lo si riterrebbe in stile Luigi XVI. Probabilmente il Petit Trianon si ispira ai progetti premiati al concorso dell'Accademia di Architettura del 1758, da considerare fra i primi effetti della riconquista del primato da parte della scuola francese, guidata da Parigny. E' attribuibile alla moda di cui godeva la Grecia all'epoca in cui si costriva il Petit Trianon? La critica ha consevato l'abitutdine di decantare l'atticismo di quest'opera, come se ci fossero analogie fra lo scabro stile dorico di Paestum e l'arte signorile, composta, forbita di Gabriel.

Come tutti i discepoli di Mansart, Gabriel padroneggia superbamente l'arte del profilare: il gioco dei profili genera quello delle ombre, toglie ogni aridità agli effetti architettonici, dà loro una grazia, una vibrazione alla luce di qualità eccezionale. Al Trianon Luigi XV aveva creato un orto botanico che, sotto la direzione dei giardinieri Claude e Antoine Richard e del botanico Bernard de Jussier, era diventato uno dei più belli e celebri del mondo. ½ si contavano circa quattromila varietà. La sua demolizione sotto Luigi XVI ha strappato un coro di proteste all'Europa colta.




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