IL SURREALISMO
Nel campo delle arti
urative il movimento surrealista, sorto intorno al 1924, costituì una
continuazione del dadaismo, per i suoi aspetti di reazione al formalismo
cubista, di rivolta nichilista, di esaltazione del non-senso e
dell'irrazionale, di utilizzazione di elementi di automatismo psichico e di
casualità. Le stesse opere dei dadaisti presentano più punti di
contatto con quelle dei surrealisti, alcuni dei quali infatti provenivano dal
movimento dada (Max Ernst, Jean Arp, Man Ray, ecc.). Importante componente
dell'arte surrealista fu anche la pittura metafisica, che con l'opera di De
Chirico in particolare ne delineava già con chiarezza alcuni tratti
caratteristici: accostamenti inediti di oggetti tendenti a una nuova e occulta
significazione, il senso del vuoto determinato da singolari invenzioni e
strutturazioni prospettiche, la stessa atmosfera che da questo vuoto scaturiva,
densa di ambiguità e di mistero. Accanto a questi antefatti culturali da
cui trasse forza il s. deve considerarsi anche il ruolo primario della
psicanalisi, che aveva aperto un orizzonte del tutto nuovo all'arte: il mondo
del sogno e dei suoi significati. Accanto ai poeti raccolti attorno a Breton
confluirono a Parigi pittori di diversa provenienza (Ernst, Tanguy, Masson,
Magritte, Dalí, Delvaux, Miró, Brauner, ecc.) che contribuirono con apporti
personalissimi alla battaglia surrealista svoltasi per un quindicennio, fino
alla vigilia della II guerra mondiale, non senza crisi, contrasti e polemiche
interne. La rapida e generale diffusione dell'arte surrealista, dall'Europa
all'America fino al Giappone, fu favorita dalle condizioni stesse e dal clima
del periodo tra le due guerre, che fornirono agli artisti una ricca e attuale
tematica di ispirazione, il tragico dramma che stava per compiersi sull'Europa
e che gli artisti surrealisti seppero esprimere con immagini mostruose e
terrifiche, dense di significati (da K. Seligmann a P. Nash, W. Paalen, A.
Dove, D. Tanning, J. Tunnard, O. Dominguez, W. Freddie, V. Brauner, W. Lam,
fino a Picasso). Per quanto riguarda la pittura, il S. diede luogo a due
tendenze ('due anime'), una verista (che ogni particolare voleva
evocato sul quadro calligraficamente) e una astratta. I surrealisti 'veristi'
tuttavia si espressero mediante un vocabolario formale che solo apparentemente
faceva ricorso alla realtà, perché in effetti essa veniva volutamente
deformata e del tutto inventata, sottraendo così l'oggetto dalla sua
identità e collocazione consuete per trasformarlo in materia di inedite
associazioni (così Magritte, Delvaux, Dalí, Ernst). La tendenza
'astratta' invece si affermò con quegli artisti che, come
Masson e in seguito Miró, puntavano a una vera e propria improvvisazione
psichica. Tuttavia sia dalla prima sia dalla seconda l'arte fu intesa come
veicolo di conoscenza irrazionale, sostituendo l'occulto e l'ermetico al palese
e al dichiarato. Concluso il suo periodo storico, fermenti e stimoli del s.
sono emersi anche nell'arte del secondo dopoguerra e agiscono ancora nella
pittura contemporanea: l'automatismo psichico, p. es., fu il primo passo verso
quella 'scrittura' automatica che sta alla base di tante tendenze
dell'arte americana ed europea, così come la tecnica del collage
e la riscoperta dell'oggetto 'rifiutato' costituiscono il fondamento
dei Nouveaux Réalistes