Il Razionalismo Italiano
La dittatura oltre a controllare il campo
sociale,politico ed economico limitava anche il campo artistico. Un esempio
è il Razionalismo,una corrente che si diffuse in maniera diversa in Italia
e Germania anche se alla base abbiamo una sostanziale differenza, perché mentre
la Germania
stava attraversando un periodo democratico con la Repubblica di Weimar,
l'Italia era già governata dal regime totalitario fascista. Il
razionalismo aveva come scopo quello di risolvere i problemi
dell'edilizia di massa cercando di far congiungere la creatività
individuale con la serialità ripetitiva per rispondere alle organiche
esigenze della coscienza civile. In Germania durante il regime
totalitario nazista il Razionalismo fu considerato pericoloso perché era il
simbolo della mentalità democratica,al contrario in Italia divenne
l'espressione preferita dal fascismo proprio perché nacquero parallelamente.
Cosi come il fascismo, almeno all'inizio, si presentava come una corrente
rivoluzionaria giovane, pronta a portare l'Italia in un era moderna e
industrializzata, il razionalismo aveva la stessa volontà di cambiamento
volendo uscire da quelle tradizione a cui l'Italia era ancora
legata,recuperando però alcuni elementi classici rendendoli in chiave
nazionalistica. Nonostante questo comune intento non tutti i razionalisti
andavano a favore del governo perché alla fine si resero conto che dietro il
modernismo in realtà c'era un intento dittatoriale. Con lo scopo di consolidare
il proprio prestigio Mussolini attuò una serie di piani urbanistici in
tutta la penisola ricostruendo interi quartieri,costruendo nuovi edifici o
addirittura nuove città come ad esempio Latina e Sabaudia. Alcune di
queste opere architettoniche sono realmente servite,altre erano solo proanda
e altre ancora erano dei veri e propri sbagli. Ad esempio furono distrutti
tutti gli antichi borghi romani che conducevano e circondavano Piazza San
Pietro per costruire palazzi nuovi ed eleganti che avrebbero dovuto costituire
il nuovo centro urbano colpito inevitabilmente da speculazioni. Cosi facendo
però i poveri furono costretti a trovare posto in periferia, le
testimonianze artistiche furono cancellate e l'effetto di maestosità di
San Pietro piaciuto allo stesso Bernini svaniva proprio perché questa soluzione
eliminava l'effetto ottico che permetteva di scoprire gradualmente la grandezza
della chiesa venendo dai piccoli e bui sobborghi. I caratteri principali del
razionalismo sono stretta connessione tra forma e funzione, l'utilizzo di
elementi prefabbricati di dimensioni standard, la riduzione all'essenziale
eliminando ogni aspetto superficiale come ad esempio la decorazione, il
funzionalismo ed infine un ampio uso di linee, angoli e volumi netti. Il suo
maggior esponente del primo razionalismo italiano, fu Giuseppe Terragni che nel 1936 a Como progettò la "Casa del
Fascio" a pianta quadrata con l'altezza della casa che è l'esatta
metà della base riprendendo la forma di un mezzo cubo con una struttura
scandita dalle finestre quadrate anche esse, questo doveva riprendere il tema
di "ritorno all'ordine", anche se la libertà dell'artista propone una
facciata diversa dall'altra a seconda delle funzioni,principale fondamento
dell'arte razionale. Con il consolidarsi del regime cambiano anche le
caratteristiche del razionalismo che dalla purezza dei volumi arriva alla
monumentalità degli edifici con l'utilizzo di materiali ricercati,ormai
non si costruisce più nel nome del razionalismo che prevedeva le
dimensioni degli edifici in relazione alla funzione ma con l'unico intento
proandistico che avrà il suo maggior esponente in Marcello
Piacentini. L'artista nel 1940 progetterà il Palazzo di giustizia di
Milano con tutte le caratteristiche di questo nuovo razionalismo,infatti si
notano i rivestimenti marmorei,le scritte in rilievo, l'esagerata dilatazione
delle finestre e i due altissimi setti di muro all'ingresso come per suggerire
le colonne di un tempio classico.