storia dell arte |
Il fenomeno dei Macchiaioli
L'Italia, dopo il congresso di Vienna del 1815, fu soggetta a tre grandi aree d'influenza: il nord sotto gli austriaci, il centro sotto il potere del papa e il sud sotto i Borboni.
Al granducato di toscana fu assicurata una certa autonomia culturale e politica, seppur limitata, data dal fatto che il controllo austriaco non fu mai esercitato in maniera troppo repressiva. Di conseguenza Firenze, negli anni '40 dell'800, divenne il punto di riferimento preferito da giovani artisti ed intellettuali: essi utilizzavano come luogo di ritrovo il centralissimo "caffè Michelangelo". Tra loro ricordiamo Diego Martelli (1838-l896), scrittore e critico d'arte fiorentino, che non solo fu primo a teorizzare "la macchia in opposizione alla forma" ma fece anche entrare in contatto, grazie a riviste da lui fondate, i giovani artisti fiorentini con le esperienze pittoriche francesi.
Altro importante ideologo fu Telemaco Signorini (1835-l901), il quale propose il soprannome di "macchiaioli", accettando un aggettivo denigratorio ideato dalla stampa del tempo. L'arco di sviluppo del movimento macchiaiolo andò dal 1855 al 1867, ma i suoi influssi sulla pittura italiana furono vivi fino agli inizi del '900.
La nascita e lo sviluppo della "macchia" furono causati dalla rivolta contro l'accademismo e dalla voglia di ripristinare il senso del vero. Secondo questi giovani artisti, poiché le percezioni visive umane avvengono grazie alla luce, la pittura realistica doveva riprodurre la sensazione della luce attraverso la modulazione e la gradazione di colori ed ombre. Dal momento che, nella realtà non esiste né disegno né linea di contorno, l'occhio è colpito solo dai colori formati da macchie contrapposte. Inoltre i limiti di un oggetto sono dati dal brusco passaggio da un colore ad un altro: la pittura deve pertanto cercare di ricostruire la realtà con l'utilizzo di macchie → se il disegno, sensazione di gran solidità data dalla corposità delle macchie, interesse del sociale derivante dall'attenzione degli artisti al vero e al quotidiano.
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