storia dell arte |
Parlare del grande Tiziano Vecellio, fondatore della Scuola Veneta di Pittura, non è impresa facile!
E' noto com il Tiziano, per le numerose opere eseguite per conto dei Gonzaga, godeva dei favori della Corte di Mantova e per questa stima e simpatia che Medole ha l'onore di possedere la preziosa tela!
Nel 1796-97, durante la dominazione napoleonica, la tel avenne arrotolata e nascosta nel fondale della chiesa per evitare la razzia degli invasori e degli speculatori che intendevano sottrarlo alla comunità medolese.
Tornata alla tranquillità, nel 1816, fu riportata alla luce. Malgrado tutti gli accorgimenti, nel ventennio della sepoltura, a causa dell'umidità subì vistosi deterioramenti e, col passar degli anni, lo stato andava sempre peggiorando.
Allarmati per le precarie condizioni del quadro, i medolesi lo fecero restaurare dal famoso pittore prof. Paolo Fabris.
Nella notte fra il 25 e 26 aprile 1968 la tela venne trafugata.
Dopo 17 giorni di indagini gli inquirenti ritrovarono la refurtiva e arrestarono i malviventi.
Ma i ladri per poter caricare la pala sulla 500 usata per la fuga avevano dovuto piegarla e questo gesto aveva provocato gravi danni alla superfice dell'opera.
Per questo dovette nuovamente essere restaurata e finalmente si arrivò all'aspetto attuale.
Infatti durante il primo restauro il Fabris aveva probavilmetne modificato il quadro, aggiungendo le nuvole sotto i personaggi e modificando il viso di uno degli angeli
in alto.
Molto discussi, soggetto e interpretazione del quadro del Tiziano, dovendosi identificare una scena non descritta dal Vangelo, ma supposta. Non tutti per ciò sono dello stesso parere.
Secondo me il quadro rappresente l'apparizione di Gesù risorto alla Madre. La scena si svolge in una dimensione che è a metavia tra il terreno e il divino.Infatti Maria è ancora in vita, in quanto non ha aureola. La vergine è magnificamente drappeggiata nell'abito tradizionale, s'inginocchia al lio che commuove e sorprende.
Maria ha una espressione dolce e splendidamente mistica.
Il Nazareno nudo, ma in parte coperto dal mantello bianco emana una luce divina che lo mette in risalto rispetto agli altri componenti dell'opera. L'altra luce, che arriva da dietro è sicuramente la luce divina. Dietro a Gesù troviamo Adamo (che sorregge la croce), Abramo, Noè e Eva di cui si scorge solo il volto memore del peccato.
In senso reale è rappresentato il Cristo che appare alla Madonna; in senso allegorico, la fede della comunità Medolese.
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