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Joseph Heintz il giovane
(Augusta (Germania), ca. 1600 - Venezia, 1678) fu un pittore tedesco.
L'artista era lio di Joseph Heintz il Vecchio. Nel 1625 il giovane è attivo in Italia, a Venezia e a Roma, dove esegue alcuni dipinti "capricciosissimi", dove "concerti di mostri, condividono la scena con eroi classici o mitologici.
L'ambientazione recupera schemi diffusi dalle stampe di Hieronymus Bosch e Pieter Brueghel il Vecchio, alcuni mostriciattoli derivano invece da matrici callottiane.
Nel 1632 si trova a Venezia come testimonia la pala votiva della chiesa di San Fantino. Dal 1634 al 1639 risulta iscritto alla Fraglia dei pittori. Tra il 1648 e il 1649 dipinge l' Ingresso del patriarca Federico Corner a San Pietro di Castello, la Caccia ai tori in campo San Polo e Il fresco in barca (Museo Correr di Venezia).
Nel 1663 il conte Czernin, plenipotenziario dell'imperatore Leopoldo I gli commissiona alcune opere.
Joseph Heintz muore a Venezia nel settembre del 1678.
La vanitas, in pittura, è una natura morta con elementi simbolici, allusivi al tema della caducità della vita.
Tema pittorico sviluppatosi con la Controriforma, ha il suo massimo sviluppo nel Seicento.
Gli elementi caratteristici di queste composizioni possono essere, il teschio, la candela spenta o il silenzio degli strumenti musicali, in quanto simboli di morte. La clessidra o l'orologio, come simboli del trascorrere del tempo. Le bolle di sapone, di solito rappresentate con un putto o un adolescente che le crea soffiando da una specie di cannuccia, simbolo sia della transitorietà della vita e della transitorietà dei beni terreni. Un fiore spezzato, come un tulipano o una rosa, simbolo della vita che come quel fiore prima o poi appassirà. Anche nel famoso 'Canestro con frutta' di Michelangelo Merisi da Caravaggio la mela bacata, oltre che indice di crudo realismo, sta ad indicare la caducità.
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La Controriforma è il termine con il quale spesso si indica il periodo storico dalla fine del Concilio di Trento (terminato nel 1563) fino al Seicento, caratterizzato dalla reazione della Chiesa cattolica nei confronti della Riforma protestante e della sua nuova riorganizzazione interna e attivismo dopo la crisi protestante.
Talvolta il termine è anche considerato all'interno di una più ampia Riforma cattolica, considerando il Concilio di Trento anche come risposta alle esigenze di riforma della Chiesa già presenti all'inizio del Cinquecento, come ad esempio sulla questione del divieto di cumulo di cariche ecclesiastiche o la residenzialità dei vescovi. In questo senso il periodo viene anche indicato anche con il termine Riforma tridentina.
Bisogna prima di tutto delineare la sottile differenza tra Riforma Cattolica e Controriforma: La prima tende a mettere a fuoco gli elementi di trasformazione che la chiesa accolse in questo periodo, la seconda sottolinea il contrasto netto con il protestantesimo e il rifiuto radicale di qualsiasi modificazione dei dogmi, cioè l'aspetto di reazione difensiva e riaffermazione delle dottrine della chiesa. In realtà il termine 'controriforma' non era usato nei secoli XVI e XVII, ma venne coniato per la prima volta da Johann Putter, nel 1776.
Putter, con questa parola, intendeva indicare la reazione della chiesa alla riforma luterana attraverso:
L'elemento di riforma più importante e interno alla chiesa fu il Concilio di Trento, in cui la chiesa scelse alcuni punti chiave di seguito ne citiamo alcuni:
SIMBOLI DELLA VANITAS:
vita attiva, sapere, potere, passatempi, frivolezze, passare del tempo e la vita nellealdila.
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