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PREPARAZIONE STORIA DELL'ARTE
KOUROI E KORAI
Dorica: si sviluppò tra il VII e il VI secolo a.C. si sviluppa nel Peloponneso, grazie all'invasione dei dori, da questo dorico.
Caratteristiche: Tra le caratteristiche troviamo la predilezione per la ura umane (strettamente maschili), la creazione di forme estremamente semplici e squadrate e l'adozione di proporzioni massicce.
Kouros e la kore: (plu. Kouroi) è un giovane uomo nudo, in posizione stante rafurato con la testa eretta, stese lungo i fianchi, i pugni serrati e la gamba sinistra leggermente avanti, quasi ad accennare un passo.
Kore: (plu. Korai) rappresenta una giovane donna vestita con chitone (tunica) e mantello, con la stessa posizione del kouros, eccetto per le braccia, un braccio steso lungo il fianco a reggere la veste e l'altro ripiegato sul petto nell'atto di porgere un dono.
Kouros e kouros possono rafurare divinità, personaggi eroici o essere umani.
Esempi di scultura dorica: Moschophoros ( dal greco Moschop- vitello e phoros-portatore). Perciò è un kouros che porta un vitellino sulle spalle reggendo per le zampe e rappresenta forse un tale nell'atto di recarsi al tempio la proprio offerta. Le braccia dell'uomo e le zampe dell'animale si incrociano come a formare una X che conferisce un senso di simmetria. Questo non è completamente nudo come i kuroi, ma ha la chlaina, il tipico mantello che i greci portavano sopra il chitone, la chalaina aderendo al corpo del kouros ne evidenzia la vigorosa muscolatura, che porterà al panneggio bagnato. La testa del moschoporos è di forma ovoidale, è incorniciata da un'acconciatura di capelli ondulati che si raccolgono in trecce ricalanti sulle clavicole.
Un altro esempio è la Hera di Samo rafura una fanciulla che reca offerte al tempio. L a statua è sostanzialmente cilindrica e rappresenta un soggetto femminile stante, con i piedi nudi uniti e il braccio destro rigidamente steso lungo il fianco, con la mano a pugno. Il braccio sinistro mancante doveva invece essere nell'atto di porgere un dono.
LA PITTURA VASCOLARE:
Es. La meglio conservata di quattro pinakes (quadri) rinvenuto in una caverna. La preziosa pittura è realizzata sopra un supporto di legno. La ura: la processione si snoda da sinistra verso destra, dove è ben visibile un altare con sotto acceso il fuoco per il sacrificio. Tra i sette offerenti spiccano sulla sinistra due donne, dalla ricca acconciatura con in mano probabilmente dei rami d'alloro. A seguire vi sono dei ragazzi con un flauto e la lira, successivamente un ragazzo che conduce una pecora verso il sacrificio e la sacerdotessa pronta al sacrificio. I colori si limitano al turchese e al rosso dei vestiti.
A ure nere, usata impiegando una particolare vernice nera, che cotta, diventava lucida, che si staglia sul fondo del vaso. I particolari e le decorazioni sono ottenuti, prima della cottura graffiano con un sottile stilo, la vernice nera.
A ure rosse, consiste nel dipingere di nero l'intero fondo del vaso lasciano ure e decorazioni del color rosso sella terra cotta, è maggiormente dettagliata in quanto tutto non è più graffiato ma dipinto, bensì dipinti con sottilissime linee rosse e nere.
IL PROBLEMA DELLA DECORAZIONE DEL FRONTONE E DELLE METOPE
La soluzione più semplice da adottare apparve inizialmente quella di ridurre via via l'altezza delle ure stesse.
Ne è un esempio il frontone occidentale del tempio di Artemide, la porzione centrale è occupata dalla rafurazione mostruosa di Medusa, che ha la funzione di tenere lontani dall'edifico sacro gli influssi malefici. Essa, presente, alla sua destra e alla sua sinistra, i due li: Petaso e Crisaore. Due gigantesche pantere accovacciate affiancano Medusa, adeguandosi ai lati inclinati del triangolo frontale. Più all'estero, due gruppi scultorei rafurano episodi tratti dalla gigantomachia. A destra vi è Zeus colpisce con un fulmine un gigante inginocchiato e a sinistra viene ucciso sa un acheo.
Es. L'antico tempio ateniese di Atena troviamo un altro tipo di soluzione. Esseri semiumani e caudati.
LA STATUARIA PRIMA DEL DORIFORO
Caratteristiche:La teste, non è più né schiacciata e appiattita in alto, né compromessa entro piani ortogonali, ma sferica. Il volto diventa tondeggiante e, gli occhi e la bocca trovano le lo rogo collocazioni su una superficie correttamente curvilinea. La bocca si fa piccola e le labbra si inturgidiscono, le palpebre diventano consistenti. Le treccioline delle acconciature arcaiche si trasformano in ciocche morbide. La massa muscolare si distribuisce armoniosamente nella struttura corporea. Le spalle espanse, si arrotondano e il busto, esprime grande potenza.
Statue in bronzo: Zeus di Capo Artemisio, il dio è colto nell'atto di lanciare un fulmine (o il tridente). Le gambe, divaricate, hanno trovato la posizione di bilanciamento. Infatti il piede sinistro è poggiato saldamente a terra, mentre il destro vi poggia solo con la punta. Le braccia sono sollevate quasi a croce. L'Auriga di Delfi: fu realizzato per celebrare la vittoria di Hieron nella corsa dei carri, durante i Giochi Pitici, e donato al santuario di Apollo Delfico da Polizelo. L'Auriga, l'unico componente pervenutoci integro del gruppo creato da Sotade. Ha il corpo racchiuso in un architettonico chitone. Nel 1972 il mare Ionio, al largo della località di Riace, restituì due sculture bronzee di eccezionale qualità che, noi, indichiamo come bronzo A e bronzo B. Il bronzo A rafura una giovane uomo dalla lunga capigliatura e dalla barba arricciata, un guerriero privo dello scudo e delle armi. Il bronzo B è colto nella stessa posizione della statua comna, ma la linea alba è flessuosa e arcuata e la testa ha solo un leggero scarto verso la propria destra. Inoltre il bronzo A è l'unica statua, nell'antichità, ad avere ancora i denti realizzati in argento. Ambedue i bronzi sarebbero stati realizzati attorno al 450 a. C.
Supponiamo che i bronzi A e B siano stati realizzati per l'agorà di Argo.
Il Discobolo (dal greco discobolos, lanciatore del disco. E' colto proprio nel momento della massima contrazione del lancio. La sua posizione è tale da suggerirci l'intera sequenza della dinamica dell'azione richiamandoci almemoria - I processi di memorizzazione dall'acquisizione al richiamo - Studi comparati" class="text">la memoria sia i movimenti che hanno preceduto l'attimo rafurato dall'artista sia quelli che lo seguiranno.
L'EQUILIBRIO RAGGIUNTO
Policleto di Argo
La soluzione consistette nel riunire, in una sola statua sia il senso del movimento sia quello della stasi. E' con Policleto, infatti, che possiamo considerare iniziata l'esperienza dell'arte "classica". Nell'innovare la scultura greca Policleto era partito dall'osservazione, dallo studio della natura e non da un insieme di dati di regole. Le idee sulle perfette proporzioni del corpo umano furono compendiate dallo scultore in un trattato, il Canone. Secondo il Canone ogni elemento del corpo umano doveva essere rappresentato proporzionalmente a tutti gli altri. In particolare, la testa doveva essere circa 1/8 dell'intero corpo, il busto doveva corrispondere a tre teste e le gambe a quattro (1più 3più4uguale8)
FIDIA E IL PARTENONE
Fidia fu il maggior rappresentante dell'arte classica greca. La sua attività è legata soprattutto alla costruzione e alle decorazione del Partendone, ma fu importante soprattutto per la scultura. E' il caso delle gigantesche statue crisoelefantine (in oro e avorio) di Athena Parthenos, realizzato per il grande tempio posto sull'Acropoli di Atene e un'altra di Zeus sedente in trono. Queste due statue non erano completamente d'avorio e oro.
Es. La creazione dell'Amazzone ferita: la scultura si allontana decisamente dalle regole del rapporto chiastico. L'equilibrio è qui ottenuto sia per l'appoggio sulla gamba destra tesa sia per l'aiuto dato dall'asta che con ampio gesto, viene tenuta da ambedue le mani. Ciò scarica da ogni peso la gamba sinistra, flessa e tirata avanti.
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