storia dell arte |
Pittore profondo e complesso, coltissimo, con eccezionale forza, intellettuale ricco di esperienze varie e diverse in costante scambio con altri artisti contemporanei come Leonardo e Michelangelo.
Si può ben dire sia l'ultimo degli umanisti, ma la sua pittora lo rende punto di riferimento per le generazioni future
Scopo della sua opera: fornire una visione morale dell'uomo, differente da quella 'epica' e tragica di Michelangelo; ricerca del senso classico del "bello"
La sua opera "Autoritratto" è quella che incarna maggiormente gli ideali del Rinascimento: equilibrio compositivo, limpidezza e purezza
lio di Giovanni Santi, poeta e pittore
Raffaello fin da giovane imparò la prospettiva che fu la struttura portante delle sue prime opere.
Rimasto orfano a 11 anni viene mandato a bottega da Perugino il più importante pittore umbro anch'egli depositario dei segreti della prospettiva
I primissimi quadri di Raffaello sono nello stile del Perugino senza particolari innovazioni, ma già presentano qualcosa di diverso:
Ø Più accurata penetrazione psicologica dei personaggi
Ø Migliore definizione del rapporto ura-spazio
LO SPOSALIZIO DELLA VERGINE (primo capolavoro)
Le diversità sopra dette ben si vedono in questo suo primo capolavoro.
Eseguito nel 1504 per una chiesa di Città di Castello. Oggi è alla Pinacoteca di Brera
La composizione riprende quella fatta nel 1500 da Perugino che ritrae "la consegna delle chiavi" della cappella Sistina.
PERUGINO |
RAFFAELLO |
Stesso gruppo di persone in primo piano (Maria, Giuseppe e il sacerdote al centro) e sullo sfondo il tempio a pianta centrale con cupolaLe ure del Perugino sono sistemate orizzontalmente e cioè parallelamente alla superficie e non legati ai piani retrostanti Perugino non riuscì a collegare il primo piano con lo sfondo |
Stesso gruppo di persone in primo piano (Maria, Giuseppe e il sacerdote al centro) e sullo sfondo il tempio a pianta centrale con cupola Raffaello sposta più indietro il tempio accentuando lo spazio con le ure in modo che l'edificio non appaia massiccio e imponente come nel quadro del Perugino Ne aumenta i lati da 8 a 16 avvicinandolo alla forma del cilindro dando a tutta la composizione un ritmo circolare e che viene ripreso dal semicerchio delle ure in primo piano L'intento del giovane artistaè di dare organicità a tutto lo schema collegando il primo piano con lo sfondo Raffaello sottolinea LE LINE DI FUGA RAPPRESENTATE DALLA STRISCE DI MARMO BIANCO DEL PAVIMENTO CHE CONVERGONO VERSO IL PUNTO DI FUGA SITUATO AL DI LÁ DELLA PORTA DEL TEMPIO Il risultato complessivo: esaltazione del rapporto razionale e matematico ure-spazio |
Verso la fine del 1504 Raffaello si sposta a Firenze che nonostante la crisi socio politica (cacciata dei Medici, predicazione di Savonarola) era sempre la meta più ambita degli artisti.
Raffaello rimase particolarmente affascinato da Leonardo soprattutto dal suo nuovo esaltante e profondo naturalismo. Questo porta Raffaello a dimenticare il modello del PERUGINO. In questo periodo dipinge,
RITRATTI DI AGNOLO DONI E DI SUA MOGLIE MADDALENA
Un'autentica risposta alla GIOCONDA di Leonardo:
Stessa posa: troneggiante a ¾ con le mani poste una sopra l'altra (Lo sposo ha una posizione speculare opposta: il gomito sinistro si spinge più in profondità, vi è una maggiore rotazione del busto (rispetto a Maddalena)
Differenze da Leonardo:
I personaggi di Raffaello hanno vesti eleganti e costosi, camicie bianche, sete, velluti, gioielli bellissimi. Mentre la Gioconda indossava un sobrio vestito nero con un velo che nascondeva il capo privo di qualunque ornamento
Agnolo Doni in Raffaello ha un intenso naturalismo (rughe, occhiaie, fossetta sul mento) che dona un aspetto più vivo e umano rispetto a quello della moglie. Raffaello qui dimostra di essere un buon conoscitore dell'arte fiamminga
Nella Gioconda di Leonardo gli aspetti naturalistici erano in secondo piano rispetto all'interiorità che Leonardo cercava nei suoi personaggi
A Raffaello interessa storicizzare sottolineando lo stato sociale
A Firenze Raffaello dipinge molte Madonne di grande bellezza in particolare:
Madonna del prato (gesti e sguardi sono il segno della vita interiore) - composizione piramidale
Madonna del cardellino (schema piramidale)
Dipinto a solo 24 anni fatta per Atalanta Baglioni in memoria del lio Grifone assassinato
In questa opera Raffaello abbandona il rapporto con Leonardo e i suoi schemi piramidali
Oltrepassa la ricerca di semplicità e naturalezza che aveva contraddistinto le opere precedenti preferendo la narrazione drammatica e l'articolazione dinamica delle ure (tendenza a Michelangelo che da questo momento sostituirà Leonardo negli spunti di Raffaello
La ura del Cristo è di evidente ispirazione al Cristo della Pietà di Michelangelo. Raffaello capisce ed interpreta perfettamente l'abbandono e il peso del corpo senza vita
La pia donna sulla sinistra riprende la torsione e posizione 'impossibile' della vergine nel TONDO DONI (Michelangelo)
I colori sono forti e netti (vengono abbandonati i toni delicati e dolci di Leonardo) che danno risalto plastico ai protagonisti in particolare quello del gruppo di sinistra che incombe sul primo piano.
In questo gruppo di sinistra si stacca la ura del giovane AL CENTRO DEL TRASPORTO che con sforzo sorregge il lenzuolo E CHE PUR APPARTENENDO AL GRUPPO DI SINISTRA SI SPOSTA VERSO IL GRUPPO DELLE DONNE FUNGENDO DA ELEMENTO DI RACCORDO TRA I DUE GRUPPI che altrimenti risulterebbero slegati
Da notare anche il movimento contrapposto dell'uomo che regge l'altro lembo del lenzuolo alla ricerca di un equilibrio
È stato ipotizzato che nel giovane al centro sia simboleggiato Grifone Baglioni, mentre lo svenimento della Madonna commemora il dolore della madre
Nel 1508 Raffaello viene chiamato a Roma dal Papa Giulio II che per il progetto RINNOVATIO URBIS aveva iniziato a rimodernare tutti i palazzi Vaticani ed in particolare le Stanze vaticane
Raffaello affrescò personalmente la stanza della Segnatura e quella detta di Eliodoro. Mentre per quella detta dell'Incendio il suo intervento fu piuttosto limitato e in quella di Costantino fu fatta dagli allievi di Raffaello dopo la sua morte
Stanza della segnatura
Affrescate 4 lunette
La tematica trattata è molto suggestiva toccando soggetti tipicamente umanistici
Le 4 lunette:
Disputa del Sacramento (complessa allegoria teologica)
La scuola di Atene (illustra le radici del pensiero moderno, la filosofia greca)
Il Parnaso (esalta i grandi autori della letteratura)
Le Virtù (sulla parete opposta al Parnaso personifica gli attributi migliori dell'uomo)
DISPUTA DEL SACRAMENTO (1° lunetta) (PROSPETTIVA CENTRALE)
In alto disposta su una nuvola a semicerchio si manifestano i personaggi della "chiesa trionfante" (profeti, apostoli, santi) con la Vergine e san Giovanni messi in risalto accanto a Cristo
Sull'asse centrale si trovano dall'alto in basso: Dio Padre, Cristo, la colomba dello Spirito Santo (lo Spirito santo ha accanto i 4 Vangeli retti da angioletti il tutto ESATTAMENTE SULLA VERTICALE DELL'OSTENSORIO isolato sull'altare che è il vero protagonista di tutta la scena
La parte bassa organizzata mediante prospettiva centrale presenta i dottori in teologia (la chiesa militante) che stanno discutendo sul valore sacro dell'Eucarestia.
Raffaello riesce a organizzare in maniera semplice e chiara sottolineando l'importanza della particola ed il miracolo dell'Incarnazione
LA PARTE SUPERIORE della lunetta è lasciata alla corte celeste che ha il compito di dare solennità a tutta la scena
LA SCUOLA DI ATENE (di fronte alla Disputa)
È l'opera più celebrata di Raffaello
Il tema: l'esaltazione della razionalità del sapere. È interessante il fatto che sia posto proprio di fronte alla Disputa che esalta la verità rivelata
I filosofi ateniesi sono posti sotto una solenne architettura dalla profonda e perfetta prospettiva centrale
Rafura l'incontro simbolico tra filosofi di epoche diverse ed il più alto concetto che ci hanno lasciato quello del dialogo (rappresentato dalle ure al centro: Platone e aristotele in dialogo)
Platone tiene in mano il TIMEO (sua opera) e con l'indice rivolto al cielo a sottolineare la propria dottrina, mentre Aristotele regge nella mano sinistra un volume dell'Etica micomachea e ha il palmo della mano rivolto verso terra per ricordare la propria teora della natura. In questo modo semplice Raffaello riesce a sintetizzare i caratteri diversi ma complementari del pensiero antico
Platone e Aristotele sono circondati da una serie di filosofi (all'estrema destra si può vedere Euclide che sta tracciando con il compasso una ura geometrica). Questa ura ha le fattezze di Bramante in omaggio a questo grande architeto che lo aveva introdotto in Vaticano
Accanto all'estrema destra troviamo l'autoritratto di Raffaello
Al centro in basso vi è una ura di un uomo barbuto nella tipica posizione di pensatore appoggiato sopra ad un cubo: è Eraclito. Questa ura è stata aggiunta all'ultimo momento ad affresco già terminato ed è il ritratto di Michelangelo. Questa ura del pensatore è dipinta nella tipica posizione michelangiolesca, Raffaello in questa ura ha voluto elogiare Michelangelo per la grandiosità della Cappella Sistina dipingendolo con lo stile di Michelangelo stesso
PARNASO
Celebrazione dei grandi della letteratura e della poesia. Si possono scrorgere Saffo, Pindaro, Dante Virgilio ecc.
Questa stanza prende il nome dal soggetto di un degli affreschi: "La cacciata di Eliodoro dal tempio"
Il tema di questi affreschi non è più la serena celebrazione dei valori, ma la ricostruzione drammatica di eventi che sembrano riferisrsi a delle problematiche ben più serie (Riforma protestante, truppe straniere che tentado di invadere l'Italia ec)
"La cacciata di Eliodoro dal tempio narra la storia di un re persiano cacciato dal tempio di Salomone perché aveva profanato il santo luogo per rubare il tesoro del tempio
la struttura architettonica è la stessa di quella della "Scuola di Atene" ma è cambiato il ritmo della narrazione
Lo spazio appare più solenne, ma 2elettrizzato" da un moto orizzontale sempre più vorticoso che spinge i protagonista nella zona destra ad uscire dalla scena LASCIANDO IL VUOTO AL CENTRO. A sinistra sta entrando Giulio II come allusione alla vigilanza della Chiesa nella lotta contro l'eresia
LA MESSA DI BOLSENA
Dipinto subito dopo in commemorazione di un evento miracoloso
Muore Giulio II e sale Leone X che ordina a raffello di proseguire con i lavoro della sal
Narra nella stessa lunetta due episodi consecutivi:
Al centro. Apparizione dell'angelo che libera san Pietro provocando stupore e concitazione dei soldati a sinistra
A destra, il momento successivo, cioè l'uscita del santo dalla cella
La scelta di questo soggetto rafforza i due precedenti, difatti san Pietro è il simbolo della chiesa e la sua liberazione fa riferimento alla volontà di liberare il papato dalle persecuzioni e dalle eresie
La scena è un 'NOTTURNO' in cui 4 sorgenti di luce tagliano il buio. Due di queste sorgenti sono sovrannaturali (angeli al centro e a destra; una è naturale (la luna? E la quarta è artificiale (la torcia a sinistra). Queste diverse caratterizzazioni delle fonti crea suggestivi effetti di luce sulle armature.
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