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REALISMO
L'Europa, dalla seconda metà del XIX secolo fino alla Prima Guerra Mondiale, è caratterizzata da una crescita che appare inarrestabile in tutti i settori dell'economia e del lavoro. È l'età della borghesia in cui per l'uomo europeo cresce l'illusione di poter controllare razionalmente la realtà e di poterla effettivamente dominare. Al tempo stesso si forma il proletariato industriale, caratterizzato da una crescente presa di coscienza del proprio peso e delle possibili rivendicazioni. Dal punto di vista filosofico l'epoca è caratterizzata dalla nascita del Positivismo, caratterizzato da una tendenza basata sulla fiducia nelle possibilità conoscitive della scienza e da una fiducia nel progresso scientifico e tecnologico. In letteratura è l'epoca del Naturalismo in Francia con Zola e del Verismo in Italia con Verga.
In arte si parla di Realismo a cui avevano aperto la strada Géricault e Delacroix, nel corso del primo Ottocento e poi sempre di più nella metà del secolo, si affermò la tendenza da parte degli artisti a dipingere ponendosi direttamente davanti alla natura, cosa che si poteva fare grazie all'invenzione del tubetto di tempera facilmente trasportabile.
La Natura viene indagata prima di tutto con una sorta di spirito scientifico, per quello che essa è in sé, senza che essa costituisca lo sfondo di una vicenda considerata più importante. Come il paesaggio veniva assumendo una dignità nuova, allo stesso modo si assisteva a un'inedita attenzione alle condizioni di vita delle classi più umili con intenti di analisi obiettiva.
Nel periodo dei moti del 1848 l'arte attraversa una sorta di crisi di identità, l'artista non sembra poter più nascondersi nel mondo incantato della mitologia e dello storicismo romantici. I movimenti realisti nascono pertanto proprio per rispondere in modo artistico a questa prepotente richiesta di vero e di quotidiano; non si vuole più ingannare ma si cerca di documentare la realtà nel modo più distaccato possibile, quasi analitico. In Francia, in modo particolare, il Realismo si sviluppa come metodo scientifico per indagare la realtà, spiegandone le contraddizioni e le miserie senza esserne però coinvolti emotivamente. Il primo e unico fine dell'artista sarà quello di annotare minuziosamente le caratteristiche del mondo che lo circonda, astenendosi il più possibile da qualsiasi giudizio di tipo soggettivo.
Queste caratteristiche si notano soprattutto in:
Courbet
Daumier
Millet
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